La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi I lampi tranquilli della mente del Professor Pier Luigi Luisi (FuoriStampa.it). Un romanzo tra scienza, realtà e finzione. E voi, avete mai sentito parlare di “immagini asignificative”? E non perdete il consueto Incontro con l’Autore!
La trama
Marcel è un neurobiologo che vive e lavora a Zurigo, all’Istituto Gustav Jung. È vedovo e ha perso ogni contatto con il figlio Jonathan. In un grigio giorno di marzo visitando una mostra di Klimt incontra Anna, una violinista che pratica meditazione. Subito per Marcel sembra tornare il sereno, dentro e fuori, e i due iniziano una relazione. Il neuroscienziato, però, è assillato da un pensiero: dalla validità e dall’origine delle “immagini asignificative” ovvero Quel che accade quando, in un lampo, viene in mente qualcosa di inaspettato e che Anna molto più poeticamente ama definire lampi tranquilli della mente. Lo studioso è sempre stato convinto di poter spiegare tale fenomeno attraverso la razionalità ma qualcosa sembra non andare secondo i suoi piani. Le sue riflessioni, i suoi dubbi e la sua irrequietezza, infatti, aumentano quando più volte gli torna alla mente l’immagine di una donna incontrata ad Acapulco, in Messico, venticinque anni prima. Un’infatuazione di gioventù di cui credeva di essersi dimenticato. Marcel ha persino dei dubbi che quell’incontro tra ragazzi sia avvenuto veramente. Eppure, senza riflettere troppo e senza curarsi del suo legame con Anna, decide di partire per il Messico, tornare ad Acapulco e rintracciare quella donna. Un gesto assurdo, oltre ogni ragionevole dubbio, che porterà l’uomo e lo studioso a diretto contatto con il sé più profondo e con parte delle questioni irrisolte della sua vita e del suo passato. Riuscirà questo viaggio così improvviso e insolito a far riconciliare Marcel con la sua vita, a fargli recuperare il rapporto con Anna e con il figlio Jonathan?
Sul libro
Siamo schiavi della mente? Forse sì, a parte quelli tra noi che praticano la meditazione: osservare le bizzarrie create dalla mente è in effetti una forma acuta per riprendere possesso del proprio territorio. Agli altri succede per pochi minuti al giorno.
Vi è mai capitato di fare od osservare qualcuno e vedere davanti a voi altre immagini di altri posti, situazioni o persone che non hanno nulla a che vedere con ciò che state vedendo o facendo? Come nascono queste immagini e queste relazioni apparentemente così lontane tra loro? Bene, questo è un modo assai semplice per introdurvi I lampi tranquilli della mente, il nuovo romanzo del Professor Pier Luigi Luisi edito da Fuoristampa.it. Queste immagini, che nel romanzo vengono definite più romanticamente lampi tranquilli della mente, in ambito scientifico vengono definite asignificative. Molto più “semplicemente” accade questo: la nostra mente crea delle immagini senza alcun nesso causale con il momento fisico o psichico presente. Di questo fenomeno si sono occupati Sigmund Freud e Carl Gustav Jung allargando il loro campo di osservazione alle immagini oniriche, subcoscienti e mentali che la nostra psiche elabora a seconda del momento e del “caso” che può scatenarle.
Non c’è che dire: è una vera gioia e una vera sorpresa quando ci capita di leggere e dover scrivere di libri come I lampi tranquilli della mente e i motivi sono davvero tanti e tutti differenti. Primo tra tutti l’Autore del romanzo: Pier Luigi Luisi, chimico di fama internazionale, fondatore della Settimana Internazionale di Cortona “Science and the Wholeness of Life”, dedicata all’integrazione tra discipline scientifiche e umanistiche. Il Professore, inoltre, collabora con il Mind & Life Institute e scrive regolarmente sulla rivista Wall Street International. Oltre ad essere uno stimato Professore, però, Pier Luigi Luisi ama dedicarsi alla narrativa, alla scrittura di romanzi e di libri per ragazzi. Molte sue opere sono pubblicate in lingua inglese. Lo stesso è accaduto per I lampi tranquilli della mente che, prima di arrivare alla sua edizione italiana, è stato pubblicato nel 2022 con il titolo The Calm Flashes of the Mind da Scrittura a tutto tondo. Invariata, però, è rimasta la cover impreziosita dall’illustrazione realizzata appositamente dalla pittrice Hong Zhang con cui il Professor Luisi collabora da diverso tempo.
Ma veniamo a I lampi tranquilli della mente. Grande e piacevole è stata la scoperta della scrittura del Professor Pier Luigi Luisi che si impegna e si riesce al massimo nel suo tentativo di raccontare una storia servendosi di elementi e concetti scientifici senza mai mettersi in cattedra utilizzando termini e terminologie solo per “gli addetti ai lavori”. Qui, scende in campo tutta la sapienza dell’uomo di scienza e l’anima divulgatrice dell’insegnante. Pier Luigi Luisi – chimico prestato alla scrittura ma anche scrittore prestato alla chimica, se posso dirlo – racconta in modo semplice (ma non semplicistico) i meccanismi della mente, la creazione di queste immagini che si inseriscono nella nostra quotidianità, nei nostri discorsi, nella nostra emotività all’improvviso, senza preavviso, proprio come fossero lampi. E tanti, diversi possono essere i “tuoni”, lo strascico, il rumore che si portano dietro. Esattamente come accade a Marcel il quale, seppur realizzato professionalmente e sentimentalmente, sente il bisogno di recarsi ad Acapulco per incontrare – forse! – una ragazza incontrata venticinque anni prima e cui ha dato persino buca a un appuntamento! Tutto questo può sembrare assurdo, nessuno (o quasi) stravolgerebbe in questo modo la propria vita e gli affetti consolidati per correre dietro a un’immagine. E se questa immagine fosse solo frutto della fantasia e non esistesse? E ancora, se queste immagini, al contrario, fossero la spinta necessaria a trovare un punto d’accordo con sé stessi e a chiudere o sistemare certe situazioni del passato che si ripercuotono inevitabilmente nel nostro presente?
È tutto questo che Pier Luigi Luisi offre alla visione e comprensione del Lettore nella sua opera che diviene non solo la testimonianza di una ottima propensione alla capacità narrativa ma anche occasione di riflessione e di osservazione di noi stessi, della nostra mente così spesso – apparentemente – indomita e libera di fare accostamenti a prima vista anche bizzarri. Eppure tutto nella nostra mente ha un senso. Questo vuole dirci e raccontarci il Professor Luisi e lo fa in maniera eccellente, da divulgatore da narratore e non da scrittore di mestiere spiegandoci che la razionalità non è la ragione di tutto e che tutto ciò che pare essere una sicurezza può nascondere un ulteriore significato e senso. Si deve avere il coraggio di osservare e di osservarci con una lente di ingrandimento. E si deve avere il coraggio e la volontà di trovare e scoprire sorprese, di qualsiasi natura. Anche questa è la magia della nostra psiche… e voi, alfine, quali ricorrenti lampi tranquilli della mente avete?
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Ho sempre scritto, fin da fanciullo, da piccolo avevo sempre un quadernino con me e mi rinchiudevo nella camera da letto dei miei e scrivevo fantasie, spesso originate dalle storie di Emilio Salgari, Le tigri di Mompracen e simili. Ma a 18 anni avevo già pubblicato in un libro uno dei miei racconti. E da giovane volevo fare lo scrittore.
Come è nato il progetto editoriale de I lampi tranquilli della mente?
In generale, dai miei interessi per le scienze cognitive, ma anche dalle esperienze personali. La mente è un organo indipendente, che crea pensieri e immagini a suo piacimento, e mi ha affascinato il perché di questa autonomia creativa – è in fondo una esperienza comune a tutti.
Lei è un chimico: come si riesce a trovare il giusto equilibrio tra la razionalità di numeri e formule e, se vogliamo, la spontaneità e la naturalezza delle parole?
Fin da giovane, ho fatto l’uno e l’altro saltando da uno all’altro senza fatica-anzi, in modo naturale. Scrivevo un testo di chimica e mezz’ora dopo un racconto per ragazzi. Mi dicono che sono un “gemelli” e che sono in realtà due persone, cose cui non credo molto, ma è vero che le due nature – scienza e letteratura – sono ben fuse assieme
Al centro del suo romanzo vi sono il pensiero junghiano, la meditazione buddhista e la psicologia. Come si è avvicinato al meraviglioso e complesso “mondo della mente”? Quali ricerche e studi ha compiuto per la stesura del suo testo?
Ho avuto molto a che fare con il pensiero di Jung durante i miei molti anni di vita a Zurigo, ho anche avuto degli analisti junghiani per discutere i miei sogni, e credo di essere stato una delle ultime persone ad avere un’ora di analisi con Marie Luise von Franz. Poi, indipendentemente, ho partecipato al Mind and Life Institute, con il Dalai Lama e Francisco Varela, ed ho letto molto sul buddismo, che mi ha molto influenzato dal punto di vista filosofico e etico. Ma per la stesura del testo non ho fatto ricerche, se non ricercare dentro di me. Qualsiasi romanzo è sempre una biografia.
Ne I lampi tranquilli della mente si alternano i dialoghi e le riflessioni interiori di Marcel, il protagonista. Perché ha deciso di strutturare il romanzo mescolando questi due piani narrativi?
In effetti questa mi sembra la forma logica più adatta per scrivere un romanzo. Dicevo prima che ogni romanzo è in parte una biografia, cioè un esame degli spazi interiori. Poi ti serve anche un interlocutore – ecco i dialoghi – dove le risposte dell’interlocutore sono anch’esse meditazioni personali.
Dall’idea alla scrittura: qual è stato il passaggio più complesso da rendere e tradurre in frasi e racconto?
È sempre il problema tempo, trovarlo è sempre una battaglia. Le frasi del libro sono tutte frasi che anche inconsciamente ho maturato dentro di me, quindi vengono fuori abbastanza spontaneamente – non sono inventate lì per lì, ma vengono fuori da un subconscio remoto.
Il rapporto tra Anna e Marcel potrebbe essere descritto come una sorta di riassunto del pensiero junghiano a partire dal concetto di sincronicità?
Non capisco bene la domanda, in particolare il concetto di sincronicità junghiana non mi sembra molto in linea con la riflessione. Ma Anna rappresenta il realismo e la vita concreta, al di là delle elucubrazioni mentali di Marcel. È in fondo la figura più potente del libro, anche la più vera.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato la sua scrittura e le sue letture?
Come dicevo prima, Emilio Salgari e le avventure dei suoi pirati quando ero fanciullo. Poi ho letto un po’ di tutto, ricordo in particolare Cent’anni di solitudine, Memorie di Adriano, le poesie di Montale, Dostoevskij, poi molti testi buddisti che è tutto un altro reparto.
Lei scrive saggi, romanzi, libri per ragazzi… in quale stile e genere sente di essere più a suo agio? E perché?
Ci sono fasi diverse nella vita di ciascuno di noi, e dentro di me ci sono fasi per cui raccontare ai ragazzi adolescenti è più naturale di altre forme di scrittura. Ma poi ci sono le fasi filosofiche, dove vengono fuori motivi esistenziali, e allora si scrive in modo molto diverso… fino alla prossima fase.
Ma lei… quale idea si è fatto di questi lampi tranquilli della mente? Quale pensiero ha elaborato in merito?
È in fondo quella di Marcel: che la mente è un organo indipendente e crea sogni e immagini e ricordi senza alcun controllo del cervello pensante e razionale – e forse non ha molto senso soffermarsi sul significato delle immagini asignificative – a meno che, come nel caso di Marcel, una immagine non rappresenti un vecchio trauma, o un sogno troppo bello che è stato interrotto.
Può raccontarci qualcosa della Settimana Internazionale di Cortona “Science and the Wholeness of Life” da lei creata?
Questa sarebbe una cosa lunga, anche perché dovrei raccontare gli antefatti. Detta in poche parole, si tratta di una Summer School che è un ritiro di scienza, dove gli studenti vengono “mescolati” con scienziati ma anche con leader spirituali, artisti, scrittori, musicisti, e si lavora tutti assieme con il fine di acquistare una coscienza allargata – allargata in modo di visione sistemica (qui ci vorrebbe un’altra spiegazione) e creare quindi una nuova classe di leader mondiali capaci di vedere e gestire i tanti problemi del mondo di oggi in un modo alternativo/sistemico. Ma mi rendo conto che mi ci vorrebbe una intera pagina per spiegare meglio.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?
I miei libri di letteratura non sono mai stati offerti da un editore importante, in pratica nessuno li ha letti. Mi piacerebbe cambiare questa situazione nei pochi anni che mi restano (sono arrivato ora a 85 di età). E probabilmente non sarà mai possibile. Qui l’ego si ribella, ma non c’è molto da fare a proposito.