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Letto per voi… “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” di Daniele Madau

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna di Daniele Madau (Catartica Edizioni). Un viaggio alla scoperta del profondo legame tra la splendida isola e la musica. E non perdete l’Incontro con l’Autore!

La trama

Daniele Madau, “Fabrizio De André,
i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

Sardegna e terra. Musica e arte. Queste sono le parole d’ordine del saggio Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna. L’isola nei versi e nella vita dei protagonisti della canzone popolare italiana scritto da Daniele Madau. Il testo, suddiviso in due parti, narra e indaga con passione e competenza il rapporto che la Sardegna ha con la musica e quello che i cantautori (non solo sardi) hanno con questa splendida terra. Il libro impreziosito dall’entusiasmo contagioso dell’Autore e da testimonianze dirette di alcuni tra i grandi protagonisti del cantautorato italiano (come Angelo Branduardi, Francesco Baccini, Fabio Concato) e dei  più importanti artisti sardi (Elena Ledda, Piero Marras e Maria Giovanna Cherchi) è suddiviso in due parti ripercorrendo il legame tra musica e Sardegna sin dalle sue origini e nella sua tradizione. Ampio spazio è dedicato alla poetica cantautorale di Fabrizio De André, genovese di nascita ma sardo d’animo e di adozione. Un vero e proprio viaggio alla scoperta di una pagina poco nota della storia e della tradizione musicale italiana. Un omaggio e un atto d’amore a una terra tanto bella fatta di mare, terra e poesia.

Sul libro

Fabrizio De André, L’Agnata, Sardegna (1996). Photo ©Guido Harari

La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.

– Fabrizio De André –

Nel luglio 2022 Catartica Edizioni pubblica nella Collana “Fuori Collana” il saggio dal titolo Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna L’isola nei versi e nella vita dei protagonisti della canzone popolare italiana del docente, giornalista e studioso della canzone italiana Daniele Madau. L’Autore dopo essersi occupato di musica con il saggio Fabrizio De André e la Sardegna: le parole e il Paradiso (Acanta Mag Cooperativa, 2021) torna a raccontare e a divulgare una pagina importante della musica italiana, ovvero quella legata alla tradizione sarda e alla meravigliosa isola del Mediterraneo.

Catartica Edizioni

Daniele Madau, infatti, nel suo libro non dimentica di riportare gli importanti studi di etnomusicologi come Diego Carpitella ed Ernesto De Martino, esponenti e rappresentanti della Scuola antropologica di Cagliari e del valore (anche storico) delle launeddas, tipico strumento musicale a fiato formato da tre canne di diverse misura diffuso sin dalla preistoria in Sardegna. Ma non solo. Daniele Madau con le sue parole e la sua analisi riporta in vita la forza, l’autenticità e il vigore interpretativo e artistico di Maria Carta, la forza del cantautorato nato, vissuto e condiviso nell’isola cercando quanto più possibile di allacciare e rinforzare quel legame naturale con il “continente” che troppo spesso viene sminuito se non dimenticato. Perché anche la musica e la tradizione sarde fanno di diritto e per natura parte integrante della cultura italiana e non soltanto musicale. Ed è bellissimo leggere tra le righe del Madau questo voglia di liberarsi da quel senso di solitudine cui la Sardegna spesso è stata confinata. La dimostrazione della forza e della bellezza della musica sarda si riscontra nei testi, nelle parole, nelle interpretazioni dei suoi artisti: dalla già citata Maria Carta ad Elena Ledda passando per i Tazenda, Pierangelo Bertoli e Fabrizio De André.

Daniele Madau, “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

È un vero e proprio viaggio nella musica quello che Daniele Madau grazie al suo Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna L’isola nei versi e nella vita dei protagonisti della canzone popolare italiana ci permette di compiere accompagnati da una guida, da un Virgilio di eccezione ovvero il critico musicale de La Repubblica Ernesto Assante. E se la prima parte del volume ripercorre le origini della tradizione musicale sarda e i suoi primi passi verso il grande pubblico, la seconda è un vero e proprio omaggio a Faber, Fabrizio De André, il cantautore genovese che dalla Sardegna è stato affascinato e adottato. E tale era l’amore di De André per quest’isola che è proprio qui, in Gallura, che ha deciso di vivere. Nemmeno i difficili giorni della sua prigionia assieme alla moglie Dori Ghezzi hanno mai fatto nascere in lui la necessità di abbandonare questa terra perché, nonostante tutto, era qui che aveva la sua serenità. Questa drammatica esperienza, infatti, ha fatto sì che De André stringesse ancor di più il suo legame con l’isola così selvaggia eppure umana, così ruvida eppure così ricca di poesia e di pace. Ed è da qui che nasce la meravigliosa Hotel Supramonte e in seguito Creuza de mä. De André ha scritto e cantato il sardo divenendo uomo e anima della terra sarda stringendo con essa un patto di cuore, sangue e vita.

Daniele Madau, “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

Non c’è che dire: Daniele Madau ha regalato un piccolo grande gioiello per tutti gli amanti della musica italiana e della sua storia. Con il suo contagioso entusiasmo, con la sua competenza, la sua voglia e il suo bisogno inarrestabile di raccontare la storia musicale della sua terra permette al lettore di incontrarsi faccia a faccia con la Poesia e l’Arte. Ed è un incontro da non perdere anche perché, così facendo, il libro diviene anche occasione non solo di scoperta ma anche di studio attraverso il ricordo di artisti come Pierangelo Bertoli e Andrea Parodi, tra le più belle e intense voci maschili che la Sardegna e l’Italia intera abbiano mai avuto. Ma è anche un monito e un insegnamento che Madau ci lascia: la musica sarda è musica italiana ed è storia nazionale. Semplicemente di tutti. Per tutti. Fatta di terra, profumi, poesia, colori, dolore, gioia ed emozioni. Unica. Non isolata ma pronta ad abbracciare e ad essere abbracciata da chiunque voglia prestarle orecchio.

Incontro con l’Autore

Gino Marrielli dei “Tazenda”, Augusto Gross e Daniele Madau a Sassari in occasione della presentazione del libro “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022). Per gentile concessione di Daniele Madau

Come è nata l’idea di Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna?

È nata dalla duplice passione per la Sardegna e la musica: è molto bello, per me, poter scrivere di questi due amori: scrivere di ciò che si ama è come vivere in un mondo sospeso, di sogni, un vero paradiso.

Perché ha deciso di dedicare il suo libro ad autori, cantanti, compositori che attraverso la loro musica hanno raccontato la Sardegna?

Perché, come spesso si è detto e scritto, fatichiamo a scoprirci, raccontarci, cantarci. Da quando un artista delle proporzioni di De André ci ha scelto, è stato più facile. Nuovamente, però, la Sardegna sembra scomparsa, schiacciata dai suo problemi sociali ed economici e, così, ha perso l’interesse nei confronti di sé stessa. E anche il panorama musicale italiano, in questi ultimissimi tempi, non la trova più attraente.

Daniele Madau, “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

Nel suo libro ne parla molto ma oggi qual è il ruolo della canzone sarda e della sua tradizione? La canzone e il cantautorato sardo quale posto occupano nel panorama della musica italiana e popolare contemporanea?

È un ruolo del tutto secondario nel panorama musicale, rispetto, a esempio, alla grande attenzione che su ha per la taranta e la tradizione pugliese o a, quella sempre presente, per la canzone napoletana. Il periodo di De André, delle grandi collaborazioni dei Tazenda, dell’interesse per le tradizioni sarde sembra passato. Credo sia dovuto al fatto che noi sardi, per primi, ce ne curiamo poco.

Nel suo libro viene dedicata un’intera parte alla poesia e alla musica di Fabrizio De André. Cosa ha significato (e significa) per lei e la sua terra Faber, uomo e artista?

Molto. Faber è un “amico fragile” che mi accompagna, mi capisce, mi fa pensare, mi allieta le giornate, mi provoca. Per la Sardegna è stato un figlio acquisito che ha amato molto, senza mai tradirla, la sua madre adottiva.

Qual è stata la sua formazione musicale?

Daniele Madau e Giuseppe Lillius nella sala dell’Ordine dei Giornalisti di Cagliari in occasione della presentazione del libro “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022). Per gentile concessione di Daniele Madau

La mia formazione musicale, neanche a dirlo, si è basata sulla tradizione italiana, anche cantautorale, degli anni ’60 e ’70. Subito dopo, intorno ai dieci anni, ho amato molto Vasco Rossi e il rock anglo-americano. Dal liceo in poi, ho cercato di approfondire tutta la musica, dall’etnica, alla classica, al jazz.

Una domanda difficile e, forse, insolita: qual è la sua canzone preferita nata dalla penna, dal cuore e dalla mente dei cantautori sardi e/o legati a questa splendida terra? E quale canzone, oggi, rappresenta e racconta meglio la Sardegna?

Che bella domanda: la mia preferita è, chiaramente, No potho reposare (Non potrò riposare) nella versione cantata da Parodi con la chitarra di Al Di Meola: una meraviglia assoluta, che consiglio a tutti. Credo che Hotel Supramonte e Disamistade di Faber suggeriscano bene i chiaroscuri di una Sardegna che non riesce ad affrancarsi dai suoi problemi, che come finti gemelli siamesi le stanno a fianco e la condizionano.

La Sardegna, i suoi abitanti che rapporto hanno con la propria musica e con le proprie tradizioni?

Daniele Madau, “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

Ha un rapporto apparentemente buono ma, in fondo, sembra che le reputi inutili, come una zavorra, qualcosa da lasciare per andare chissà dove.

Secondo lei, cosa si potrebbe fare per far meglio conoscere, diffondere e condividere tutto il mondo musicale che ruota attorno alla Sardegna?

Credere di più nel nostro passato significa valorizzarlo come si deve valorizzare tutta la cultura. Significa trovare fondi e persone che possano rivalutare le tradizioni, anche musicali e, soprattutto, i centri, i piccoli paesi dove sono nate.

Bertoli, De André, Andrea Parodi Maria Carta ma anche studiosi come Ernesto De Martino e Diego Carpitella cosa direbbero del suo libro? E lei, cosa vorrebbe dire loro?

Li ringrazierei, mi confronterei, chiederei a loro di dare una mano alla Sardegna. Cosa potrebbero dire? Faber mi farebbe i complimenti magari solo per gentilezza ed educazione, anche se non vorrebbe si parlasse di lui. Gli altri, magari, ne approfitterebbero per migliorarlo e dare uno spessore maggiore e più scientifico.

Daniele Madau, “Fabrizio De André, i cantautori e la Sardegna” (Catartica Edizioni, 2022)

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Un percorso poetico, quasi concluso, e un romanzo storico, che occuperà tanti anni. Spero, e prego, solo di avere la serenità per portarli avanti: la scrittura ti lacera, e non sempre la vita lo permette.

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