Letto per voi… “Corsivo” di Sabatina Napolitano

La Rubrica online “Piazza Navona” oggi vi racconta di “Corsivo” (Il Foglio Letterario Editore), l’ultima opera della scrittrice Sabatina Napolitano. Racconti, versi, poesie che diventano narrazioni, schegge autobiografiche e intime che divengono il riflesso di una giovane donna affamata della vita e dell’amore. E non perdete l’ “Incontro con l’Autrice”!

La trama

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Poesia. Prosa. Versi. Racconti. Tutto questo è Corsivo di Sabatina Napolitano che, articolato nelle tre sezioni Poesie erotiche, Primi trenta e, appunto, Corsivo, porta al pubblico di Lettori la sua Autrice accompagnata dalla sua storia, dalla sua passione per la vita, per la scrittura, per il compagno di vita (al cui cognome si deve il titolo del volume). Corsivo, così, diviene un insieme di fotogrammi di un’esistenza, dell’essere e dell’essenza di una giovane donna affamata e golosa sia della vita sia dell’amore. Circa ottantaquattro componimenti in cui l’Autrice, mettendo a nudo se stessa e la sua intimità più profonda e senza risparmiarsi, canta di sé e delle anime, vicine e lontane, che la rendono viva e insaziabile del suo essere e del suo poter essere.

Sul libro

Nel marzo 2021 le Edizioni Il Foglio di Piombino pubblicano nella Collana “Poesia” il volume dal titolo Corsivo della scrittrice Sabatina Napolitano.

È la stessa Autrice a presentare e a introdurre il suo libro con queste parole:

Edizioni Il Foglio

Corsivo è un libro di testi poetici. La prima sezione è composta da poesie erotiche, segue “Primi trenta” una sezione composta da testi che ho tratto dal vissuto, da quando ho cominciato più o meno a scrivere poesie consapevole del mio ruolo. Ho trovato giusto chiamare questa raccolta Corsivo alludendo al cognome dell’uomo che amo. Corsivo ha un andamento narrativo a cominciare dalle poesie degli ultimi anni.

Certo è che Corsivo non è una semplice silloge ma si spinge ben oltre. Infatti, in esso la poesia ha un andamento narrativo e si alternano versi, prosa, racconti… come se l’Autrice volesse utilizzare ogni stile di scrittura e ogni utilizzo della parola per l’incessante bisogno di esprimersi, comunicare, di darsi liberamente e senza freni al foglio bianco,  immacolato in attesa di essere posseduto. Perché è esattamente questo ciò che fa Sabatina Napolitano. E un esempio ne è il seguente estratto della poesia dal titolo Coincidenze poetiche:

Io sono nata l’anno della caduta del muro di Berlino
a Maggio, il 14 maggio 1989,
in una isola di un arcipelago a nord della Sardegna
che si chiama La maddalena.
Come l’amante di Cristo.
Allora mi sono impegnata a scrivere
saggi, recensioni, racconti sia sulla regina di Saba,
sia sui weekend, anche sulla Maddalena nell’arte.
Tina, che è il diminutivo del mio nome,
significa “there is not alternative”.
E Napolitano richiama in italiano l’ano
come tutti i cognomi italiani che finiscono con –ano.

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Così, il susseguirsi dei testi poetici diviene un dialogo che l’Autrice cerca di instaurare con il suo Lettore pur tenendolo, forse involontariamente, a debita distanza. Corsivo, così, resta come la descrizione sentita, approfondita, sincera di un microcosmo che il Lettore può osservare ma non riesce a sentirsene parte. Forse questo è dovuto alla scelta della scrittrice di rivolgersi, molto spesso, al compagno della sua vita con il quale oltre a intessere un dialogo sembra continuare quello già in essere nel reale e nell’intimità delle loro stanze, delle loro case. Certamente può trattarsi di una libera scelta stilistica ma la lettura un tantino ne risente: perché ci si sente estranei e la stessa Autrice si pone, involontariamente forse, a un livello superiore o comunque diverso dal suo Lettore aumentando con esso la distanza. Quel tipo di distanza che nemmeno un verso perfettamente scritto e una preparazione letteraria ineccepibile possono colmare.

Perché anche questo è doveroso dirlo: Sabatina Napolitano è una scrittrice colta, formata, sa dove e come andare a parare, a chi avvicinarsi, a quale poeta o poetessa accostarsi o citare all’occorrenza. Questo non è affatto messo in discussione!

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Forse, però, una personalità troppo carica e un’autoreferenzialità troppo pronunciata – seppur involontariamente – rischiano di non permettere l’instaurarsi di quella complicità che, almeno una certa tipologia di Lettori, ricercano nell’Autore. Non per sentirsi come lui ma nemmeno (man)tenuto a distanza poiché non gli è concesso lo spazio per avvicinarsi e capire, scoprire, chiedere persino. In Corsivo la bella personalità di Sabatina Napolitano è in primo piano e un poco le sue composizioni ne risentono perché perdono di vista il proprio ideale e possibile referente.

Hetty Hillesum (1914-1943)

Ad ogni modo degne di particolare nota sono poesie come Etty Hillesum (la scrittrice olandese uccisa nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1943) e Dichiarazione Universale: qui, infatti, l’Autrice sembra lasciarsi andare al mondo esterno, ai volti della storia (passata e presente), al mondo circostante ed è in questi casi che il Lettore la sente al proprio fianco unendosi persino al suo desiderio di spingere nella storia una armonia tra diritto antico moderno e vero.

E non solo: Corsivo, come ben suggerisce il titolo, conserva comunque il merito di essere una appassionata, amorevole e passionale dichiarazione d’amore di una donna all’uomo che ama e che, parola dopo parola, giorno dopo giorno, l’Autrice trasforma in un dio che dà certezze:

Mentre io e lui stiamo al centro del mondo
in un silenzio che si scioglie
piano piano.

Incontro con l’Autrice

Come è avvenuto il suo incontro con la Poesia?

La scrittrice Sabatina Napolitano (Per gentile concessione di Sabatina Napolitano)

Ciao Chiara, grazie per questa intervista. Questa domanda mi viene sempre fatta, non sono sicura di aver incontrato la poesia, se fosse un uomo direi che la poesia l’ho incontrata in lui da quando ho riconosciuto nel suo volto la gioia che cercavo da anni, e la serenità bionda che viene dalla sua pelle. L’ambiente in cui nascono i miei primi studi sulla poesia è relativamente ristretto: accade quando andavo al liceo ed ero giovanissima. Non vengo da una famiglia di accademici eppure i poeti morti tramite i segni della storia mi hanno accolta nella famiglia grande dei grandi poeti. Parlo quindi di Montale, Saba, Spaziani, Porta. La mia formazione è da autodidatta perché non ho studi accademici, ciò che ho studiato e ho appreso dalla critica (militante e non) viene per mio impegno personale, passato e speso in notti di studio. I siti letterari oggi derivano dalla cricca, non dalla nicchia. La cricca favorisce la nicchia. Approvo le istituzioni accademiche e anzi mi sento parte in dei casi, in degli altri esprimo la mia palese insofferenza verso i personaggi montati negli ultimi dieci anni dalla comparsa di alcune riviste letterarie accademiche e non. La palese insofferenza deriva per mio parere, da una mancanza di buon gusto e di una educazione non borghese ma umana del valore altissimo della poesia insegnata anche alle università. Non c’è una crisi della critica bensì ci sono critiche veramente oscene che non frequenterei neppure sotto tortura e che non frequento.

Ricorda qual è stata la prima poesia che ha composto? Qual è stata la sua emozione?

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Sì, scrivevo poesie a partire dai tredici anni su un blog su splinder. Erano poesie sulla natura, romantiche, c’erano arcobaleni e sentimenti morbosi ovunque. Avevo conservato delle tracce di queste poesie, ma sono comunque impresse nei miei ricordi. Non sono stata scoperta. Non avendo un curriculum accademico non sono stata spinta da professori e nemmeno da me a seguire gli accademici contemporanei. Sono stati dieci anni, dopo la prima pubblicazione del 2010 di un buio così intenso da poterlo definire vitale. Da questo buio nasce l’alone di ogni mia luce, del romanzo e della saggistica ad esempio, del giornalismo.

Come è nato il progetto editoriale di Corsivo?

Avevo incubato il progetto di «Scritto d’autunno» così mi sentivo pronta per un nuovo nutrimento che facesse luce sul panorama della mia vita-in-letteratura. I miei contatti poetici sono stati diversi, così come le esigenze. Ho lasciato gli incanti del ritmo di prima per ritmi nuovi assimilabili da Corsivo che mi ispira e lascia che affido alla pagina quello che lui conserva di antico, trovato nel bene, liberato dalle miei inquietudini e dalle sue.

Il titolo della sua silloge ha un significato ben preciso: vorrebbe raccontarlo e spiegarlo ai nostri lettori?

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Corsivo non è applicabile a una religiosità tra faziosità poetiche. Quelle le hanno fatte derivare probabilmente dall’interesse che suscita la mia pubblicazione. Il titolo mi è stato suggerito dall’istinto ma rappresenta una novità preponderante nella poesia contemporanea non solo della mia generazione. La novità della mia poetica in Corsivo è che non interessa solo la dimensione culturale, politico, amorosa ma attrae dichiarazioni sul tempo, appare con la fermezza di un romanzo.

Qual è stata la parte più complessa da affrontare nella creazione e nella realizzazione di Corsivo? E perché?

In Corsivo racconto anche gli anni universitari. C’è una matrice avanguardistica ma l’iterazione tra romanzo-poesia è preponderante. Il rapporto è costante, perché leggo la vita non solo con la poesia ma con la penna della scrittrice. 

Sabatina Napolitano, “Poesie d’amore” (La Scuola di Pitagora, 2015)

So che sto per farle una domanda assai difficile ma secondo lei come nasce una poesia?

La poesia è la parte dopo l’ispirazione, lo stile. Libero o tradizionale il verso così come lo stile è la funzione della poesia e lo strumento della poesia. Il mio è un progetto a difesa dei diritti che si enuncia con consapevolezza e ironia.

Per i suoi componimenti da cosa trae ispirazione?

La poesia non è uno strumento accessorio ma da dieci anni ormai è per me l’attitudine che mi tocca ogni momento. Se la poesia sta nel mio uomo, sta in quello che gli attribuisco, sta nei suoi gesti anche, sta nel suo mondo inconscio. Assimilo le sue visioni che poi oriento nella misura che mi colpisce. 

Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato e influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?

Sabatina Napolitano, “Scritto d’autunno” (Edizioni Ensemble, 2019)

Sicuramente Montale, Balestrini, Zagajewski, Szymborska, Gluck, Atwood, Houellebecq, Spaziani, Porta. Mischiati nelle generazioni, ci sono delle poesie dove cito spesso gli autori che ho assimilato e assimilo. Con cui dialogo. Mi hanno detto che le poesie hanno un «io» esposto, in realtà l’incapacità di molti di ammettere l’alterità probabilmente reca loro una profonda frustrazione. 

Secondo lei nel panorama editoriale contemporaneo quale ruolo ha e svolge la Poesia?

Essenziale ma non decisivo. Le major decidono molto, quindi gli agenti. La popolarità orienta le vendite e il pubblico. Ma la poesia resta uno strumento interiore che non è necessariamente legato ad una estetica pop.

Alcuni suoi testi sono stati interpretati da Ivo De Palma. Può raccontarci qualcosa di più in merito?

L’iniziativa è partita da Ivo. La sua voce non mi è estranea e indifferente ed ha tratti riconoscibili. Legge molti poeti vivi e morti, mi ha fatto piacere abbia scelto una mia poesia. 

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Sabatina Napolitano, “Corsivo” (Edizioni Il Foglio, 2021)

Ho scritto un romanzo che si chiama Origami. Ho trascorso più di dieci anni per viverlo e poi più di due per scriverlo nonostante sia un romanzo breve. L’incontro col romanzo mi ha appartenuta da subito, non vedo l’ora che possiate leggerlo tutti.

 

 

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