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Letto per voi… “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” di Serena Guerra

La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta di “A cavallo verso nessuno”, l’esordio letterario di Serena Guerra (Rossini Editore). E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

A cavallo verso nessuno di Serena Guerra è il racconto di una donna, del suo sconfinato a profondo amore per i cavalli e l’equitazione che, con una sorta di illuminazione, l’hanno portata alla reale realizzazione di sé. La storia, così, narrata, in prima persona con ironia e genuinità, presenta una donna dall’infanzia felice, ribelle, immersa nella natura e della sua passione per lo sport, del suo particolare rapporto con Dio, della sua curiosità verso la vita e dei numerosi ostacoli che questa le ha riservato, della scoperta e della consapevolezza che nulla accade mai per caso. Un libro all’insegna dell’ottimismo, della resilienza e delle determinazione. Un racconto che volge lo sguardo al domani, la storia di una donna alla ricerca della sua felicità e del suo posto, di una donna in continuo divenire e che ha saputo (ri)trovarsi.

Sul libro

Nel marzo 2021 Rossini Editore pubblica A cavallo verso nessuno. Una storia di luce, il romanzo d’esordio di Serena Guerra.

Rossini Editore

Si tratta di un romanzo introspettivo, scritto in prima persona, in cui l’Autrice – attingendo a non pochi elementi dalla sua vita quali, ad esempio, la passione per i cavalli, per le arti marziali e la professione di istruttrice di equitazione – narra della crescita soprattutto spirituale della protagonista. Serena Guerra, infatti, con  ironia, semplicità, genuinità traccia il ritratto di una bambina prima e di una donna poi, a tutto tondo senza mai addolcirle la pillola e risparmiarle delusioni, amarezze, ostacoli da superare… e senza tralasciare anche le sue gioie, le sue soddisfazioni, i suoi timori, i suoi attimi di illuminazione e di vero contatto con il suo spirito tali da lasciarla senza fiato. Esattamente come quando si trova a contatto con i suoi cavalli. La sua vita. Ed è proprio da questo stretto contatto con i cavalli che la nostra protagonista prende sempre più coscienza di sé, del suo posto del mondo, del senso che ha per sé e per gli altri, di ciò che desidera e di ciò che, invece, è meglio lasciare andare o lasciarsi alle spalle. Ovviamente non senza difficoltà e senza numerosi pensieri e riflessioni:

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

La via della spiritualità è una via verso la responsabilità personale e c’è da farsi un mazzo così. Ognuno deve salvarsi da solo o restare com’è, a libera scelta, seguendo il proprio personalissimo percorso che può essere in un modo o in un altro e funzionare comunque, a patto di essere sincero.

È un cammino assai complesso quello che ha deciso di intraprendere la nostra protagonista dove la sincerità e la determinazione sono fattori primari e basilari. Ma il prezzo vale assolutamente ciò che desidera raggiungere: se stessa. Completa, intatta, consapevole, forte ma anche fragile, appagata… viva!

Tutto questo Serena Guerra racconta in A cavallo verso nessuno. Una storia di luce servendosi di uno stile e un linguaggio genuini nella loro semplicità che si fa purezza agevolando non poco la lettura. Da quest’ultima, inoltre, risulta che l’Autrice, attraverso il racconto in prima persona e la scelta di rivolgersi direttamente al suo invisibile Lettore, pagina dopo pagina, sia alla perenne ricerca di un contatto o di stabilire un dialogo con esso tentando di coinvolgerlo e di trascinarlo dentro la vicenda. A volte il tentativo è riuscito, altre un tantino meno poiché il Lettore sente forte, a tratti persino invadente, la presenza della protagonista (e con essa, dell’Autrice) che sembra voler a tutti i costi “controllare la situazione” e badare al livello di attenzione di chi legge.

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

Ciò non toglie che A cavallo verso nessuno. Una storia di luce, in particolar modo per gli amanti dei cavalli e del mondo dell’equitazione, sia un libro scritto con passione, come si è detto, con genuina semplicità, in grado di regalare al Lettore una racconto a cuor leggero, un sorriso e una buona e sana dose di ottimismo.

È così la mia storia, iniziata come un cammino verso me stessa, adesso è diventata un percorso a ritroso, una via in direzione del niente: un cammino verso nessuno. E chissà se arriverò, se sarà lunga e cosa ancora ci sarà da faticare, ma che importa. In fondo, a me è già andata bene: un bel pezzo di strada, l’ho fatta a cavallo.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Serena Guerra

Come nasce l’idea del suo libro A cavallo verso nessuno?

Più che della nascita di un’idea, sarebbe corretto parlare di evoluzione di un pensiero, di consolidamento di un modo di interpretare la vita. Nel corso degli anni mi sono sempre più radicata in un certo tipo di visione del nostro esistere in questo mondo, e nel momento in cui questo concetto mi si è fatto ben chiaro, ho sentito il desiderio di esprimerlo.

Nel suo libro c’è molto di sé e della sua storia personale: quanto le è stato di aiuto ma anche difficile raccontarsi? E in che modo ha saputo dosare l’intervento di “Serena Guerra Autrice” e “Serena Guerra donna”?

Come ho appena detto, A cavallo verso nessuno è la storia di un pensiero, non di una persona. Ne consegue che definirlo “autobiografia”, o comunque “biografia”, è assolutamente errato. Il mio intento è stato quello di fare luce su un mio modo di vedere la vita, non certo sulla storia completa e personale di qualcuno, tantomeno la mia. Va da sé, quindi, che la maggior parte del mio vissuto è potuta starsene tranquillamente fuori dal racconto, ed anche nella misura in cui è entrata in gioco, mi sono spinta in avanti solo fin dove era veramente utile per esporre i concetti che mi interessavano. Una volta ben chiaro il messaggio che intendevo trasmettere, ho utilizzato quanto strettamente necessario, e restare sempre fedele a questo è stato un faro guida. Certo, parlando della propria visione del mondo, mettendo sul tavolo molte esperienze personali, un po’ esposti lo si è; d’altro canto, se uno vuole togliersi una camicia, qualche bottone lo deve pur sganciare.

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

In cosa si differenzia dalla Serena Guerra raccontata in A cavallo verso nessuno?

La protagonista del mio romanzo è molto più in gamba di me. Capisce le cose prima, meglio e con maggior chiarezza. Se non fosse stata così brava, credo che dopo 500 pagine, saremmo ancora là a grattarci la testa…

In A cavallo verso nessuno si parla molto di sport: dal kung fu all’equitazione. Quanto è importante praticare sport anche per superare i propri momenti difficili?

Lo sport è senz’altro un tipo di attività che può portare incredibili benefici, a patto, però, di praticarlo con il giusto approccio mentale. Se si è pigri, indolenti, distaccati, lo sport diventa una mera ginnastica muscolare. Ma se ci lasciamo appassionare, coinvolgere, ecco che l’attività sportiva diviene una vera e propria forma di meditazione in movimento: si abbandona il pensiero critico, schematico, per entrare in una dimensione dove l’azione fluisce dall’interno all’esterno – e viceversa – senza più la mente come intermediario, in un flusso armonico che esclude i dispiaceri e le preoccupazioni del quotidiano, lasciando spazio ad una completa intimità, ad uno scambio profondo solo con ciò che ci vede impegnati in quel momento. Lo sport, fatto con il cuore, ci cala nell’istante presente in modo totale e deciso. Di qualunque sport si tratti, per migliorare dovremo faticare, metterci in discussione, imparando così il vero impegno e il valore di qualcosa che abbiamo conquistato con il sudore. Lo sport è veramente una grande scuola di vita, per chiunque abbia voglia di imparare, e al di là dei risultati tecnici raggiunti. Purtroppo -troppo spesso mi permetto di dire – anche lo sport viene risucchiato dal business, perdendo così la sua grande valenza educativa ed umana che, al contrario, meriterebbe di essere tutelata al massimo.

La scrittrice Serena Guerra e la sua passione: l’equitazione

E, ancora, quanto è terapeutico il rapporto con gli animali (nel suo caso i cavalli) a livello sia professionale sia privato?

Bene, a livello personale il rapporto con gli animali, soprattutto con i cavalli, è molto terapeutico. Con essi, infatti, cade qualsiasi finzione, qualsiasi ipocrisia. Gli animali non si lasciano ingannare, ci leggono esattamente come siamo, ci strappano di dosso qualsiasi maschera. Questo accade con qualsiasi animale, ma in massima misura con i cavalli che, nel caso ci trovassero inadeguati, potrebbero pure farci del male e risultare pericolosi o, nella migliore delle ipotesi, difficilmente gestibili. Il cavallo ci mette di fronte a noi stessi, e se quel che troviamo non ci piace, dovremo capirlo e cambiarlo partendo da noi, non certo da lui.

La bellezza e il senso di libertà del cavallo

Dal punto di vista professionale, purtroppo, la situazione non è così semplice. Un cavallo, infatti, tra cibo, cure ordinarie, cure straordinarie, costa molto. Diventa difficile, in mancanza di enormi risorse (grandissimi spazi adibiti al pascolo e al ricovero degli animali), mantenerne uno se non è in grado di guadagnarsi da vivere lavorando. Se i cavalli diventano il nostro mestiere e la nostra unica fonte di sussistenza, dovremo spesso venire a gravi e pesanti compromessi, come farli lavorare più del dovuto, sbarazzarsene quando non sono più in grado di mantenersi, o relegarli al ruolo di oggetti per far contenti tutti coloro – purtroppo molti – che vi si accostano vedendo nell’animale non un compagno, ma solo uno strumento di divertimento. Per non parlare di chi pretende di ottenere eccellenti prestazioni sportive, nonostante le proprie lacune, solo grazie ad un cavallo che gli perdoni tutti gli errori. Quando si mettono di mezzo i soldi e l’ambizione, tutto diventa complicato. Personalmente, dopo anni dedicati all’equitazione sportiva, ho deciso di tirarmene fuori, proprio per evitare tutto questo. Adesso mi piace fare l’istruttore a persone motivate, che cercano di migliorare le loro capacità, e di conseguenza il proprio rapporto con il cavallo, per passione e al di là di fini puramente legati al successo sportivo.

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

Nel suo libro cerca un vero e proprio dialogo con il Lettore che cerca di coinvolgere nel racconto. Per lei, quanto è importante riuscire a instaurare un rapporto diretto con questo stesso Lettore?

Direi molto, molto importante. Nella risposta alle domande precedenti è emerso, più di una volta, il modo in cui, secondo me, il business finisca col corrompere tutto ciò che cade nel suo vortice. La spiritualità non fa certo eccezione. Il mondo è pieno di santoni che si fanno grandi della loro vera o presunta santità, elaborando metodi che propongono tramite corsi costosi, certamente inaccessibili per chi non sia economicamente facoltoso in una certa misura, e spesso avvicinati più per moda che per convinzione; di persone che postano frasi mistiche (spesso accompagnate da foto di dubbia attinenza) solo per ricevere “like” sui social o per fare sfoggio di evoluzione interiore. Ma il mondo dell’anima coinvolge tutti senza discriminazioni né preferenze, la spiritualità riguarda ciascuno di noi: ho cercato di parlarne trascinandola giù dall’Olimpo del misticismo per portarla nella vita di tutti i giorni, al fianco delle persone comuni, che è poi il posto in cui si trova veramente. Ho cercato di trasformare il mio racconto in una chiacchierata confidenziale con chiunque abbia voglia di confrontare le proprie esperienze ed opinioni con le mie.

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

Gabriella Varsalona è una persona che ho incontrato virtualmente, proprio in conseguenza alla pubblicazione del mio libro. Lei, infatti, gestisce una bella pagina su Facebook, con cui si sforza di divulgare una buona e sana cultura equestre. Inviai il libro a Gabriella chiedendole una recensione, e in quella occasione lei disse una cosa che mi fece davvero piacere. Nel suo commento, infatti, scrisse: “…. Leggendo il libro si ha l’impressione di stare seduti in scuderia, facendo quattro chiacchiere con un nuovo arrivato che racconta le sue esperienze.” Ebbene, questo clima di semplicità e confidenza era senz’altro uno dei miei obiettivi: sono felice di esserci riuscita.

Dalle sue pagine emerge l’amore per l’equitazione. Cosa vorrebbe dire ai giovanissimi per invitarli ad avvicinarsi a questa disciplina sportiva che, in realtà, sa essere molto altro?

La scrittrice Serena Guerra e la sua passione: i cavalli

Siate pronti a mettervi in gioco, e soprattutto siate pronti a confrontarvi con voi stessi. Iniziate senza troppe aspettative e senza tanti romanticismi (che vi porterebbero solo ad inevitabili delusioni), bensì con la consapevolezza che il cavallo sarà il vostro specchio, e ciò che saprete fare, lui lo farà, ciò che saprete sentire, lui sentirà, a ciò che saprete persuadere, lui si lascerà convincere. In caso contrario, otterrete poco o nulla. Ma se saprete osservarvi onestamente, se sarete disposti ad accostarvi a lui senza arroganza o presunzione, se vi sforzerete veramente di ascoltare ed imparare, le vostre fatiche saranno premiate, ed avrete accesso ad un mondo la cui bellezza, adesso, non potete neppure immaginare…

Se potesse racchiudere il senso e il significato di A cavallo verso nessuno in una frase, quale sceglierebbe?

L’esistenza è un’immensa e fantastica magia.

La bellezza e il senso di libertà del cavallo

Molto particolare è il titolo del suo libro: a cosa è dovuta questa scelta?

Il titolo racchiude tutto il senso dell’opera. È un’esortazione a sacrificare il personaggio che rappresentiamo, a smettere di voler emergere e prevalere sugli altri, a rinunciare a darci un’identità attraverso vestiti e frasi alla moda, tatuaggi di tendenza e comportamenti costruiti sfoggiati come stendardi, e dirigerci, invece, verso l’interno di noi: per usare una frase del libro, verso “il silenzio profondo dell’anima”. È là, infatti, che potremo incontrare la nostra vera essenza, l’appartenenza e la fusione con qualcosa di più grande, la vera felicità. Per me, il primo ponte in questa direzione, è stato proprio il cavallo.

E oggi: in quale direzione sta cavalcando Serena Guerra?

Ma ovviamente, verso nessuno…

Serena Guerra, “A cavallo verso nessuno. Una storia di luce” (Rossini Editore, 2021)

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali e letterari?

Al momento non ho niente in programma. A me piace calarmi nel presente, gustarmi le cose in pieno senza lasciarmi distrarre dal prima e dal dopo. A cavallo verso nessuno è il mio primo romanzo pubblicato, ed il mio primo affacciarmi ad un mondo fino ad ora sconosciuto: quello dell’editoria, con le sue dinamiche, le sue esigenze e le sue figure, di molte delle quali neppure avrei sospettato l’esistenza, fino a poco tempo fa. Dunque, con la pubblicazione del libro, l’impegno non è finito, bensì è appena iniziato. Adesso mi concentrerò sulla fase di promozione, e poi… poi si vedrà. In pieno accordo con i concetti taoisti di cui faccio cenno nella mia opera, penserò al futuro quando lui sarà qui.

 

 

                         

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