La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta di ospitare la scrittrice fiorentina Claudia Muscolino e i suoi libri “Viaggi irregolari” (NeP Edizioni) e “Carichi dispersi” (Edizioni Del Poggio). Non perdete l'”Incontro con l’Autruce”!
Le trame
Viaggi irregolari
Romina Dughini è una giovane donna apparentemente forte e armata di una corazza per difenderla dalle emozioni e dagli scossoni della vita. Ma anche curiosa, vitale, amante della fotografia tanto da volerne fare la propria professione. Sarà proprio la fotografia, seppur da un diverso punto di vista, a segnare profondamente la sua vita e le scelte. Romina, infatti, eredita dallo zio l’agenzia investigativa decidendo, a seguito di un’esperienza assai difficile, di occuparsi esclusivamente di casi di infedeltà (vera o presunta) tra coniugi. Un giorno viene contattata da un’anziana contessa che la incarica di pedinare e spiare il giovane consorte di cui sospetta il tradimento. Ed è proprio attraverso questo lavoro che Romina torna a scontrarsi con il suo passato, con il dolore della perdita dei suoi genitori, con le sue sofferenze e le sue mancanze. Romina compirà i suoi viaggi irregolari portandola a raggiungere nuove verità sulla sua vita, maggiori consapevolezze, visioni diverse riflesse all’interno e all’esterno da sé.
Carichi dispersi
Una silloge, una raccolta di componimenti e di versi suddivisa in tre parti che, distinte ma ben unite, si donano all’Altro permettendogli di entrare nella profondità del proprio senso. Il cuore, i sentimenti, le attese, le aspettative di una vita, di un sogno, di un pensiero. Trentuno brevi e brevissime poesie che diventano pennellate di una vita, desideri espressi e offerti al Lettore con la stessa fresca speranza di una monetina lanciata nelle chiare acque di una settecentesca fontana.
Sui libri
Viaggi irregolari, pubblicato nel 2018 da NeP Edizioni, è il primo romanzo della scrittrice e poetessa fiorentina Claudia Muscolino.
Come già suggeriscono il titolo e la copertina del libro, che riporta alla mente l’immagine di un volto visto al caleidoscopio, si tratta di un testo che, pur narrando di una vicenda dalla trama semplice e che non risulta una totale innovazione per il Lettore, attrae l’attenzione per la sua insolita struttura.
L’Autrice, infatti, ha deciso di iniziare a raccontare la storia di Viaggi irregolari dalla seconda parte ribaltando l’ordine cronologico dei fatti creando, così, un insolito ritmo narrativo che non disturba ma incuriosisce e certamente rende più accattivante il testo che altrimenti rischierebbe di non avere particolari colpi di scena o “effetti”.
Claudia Muscolino ha fatto del suo meglio e ha messo tutto il suo impegno nella creazione e nella caratterizzazione dei personaggi soffermandosi in particolar modo sulle due donne protagoniste: la giovane Romina Dughini e la contessa Fiammetta Lizzieri. Tanto distinte e tanto vicine sembrano essere due facce che vanno a completare la stessa medaglia: tanto insicura e sulla difensiva l’una tanto risoluta e tesa, all’attacco l’altra; l’una è giovane, l’altra decisamente più matura; l’una fotografa e (rac)coglie immagini mentre l’altra chiede di avere delle immagini. L’una è subalterna all’altra e nessuna delle due può esistere senza che si muova ed esista anche l’altra. In un continuo gioco di sguardi più o meno velati e diretti. Questo aspetto della narrazione è ben riuscito alla Muscolino anche se il personaggio della contessa, per quanto antagonista e deus ex machina della narrazione, è sicuramente quello che, tra tutti, convince di più. È proprio lei il motore della narrazione e senza di lei si ha l’impressione che tutta l’impalcatura crolli.
Resta comunque il fatto che Viaggi irregolari risulta una piacevole lettura che, proprio per la sua semplicità, è in grado di trasportare il Lettore all’interno dei suoi ingranaggi tanto da fargli toccare quasi con mano persino i fili che muovono e animano la vicenda e i suoi stessi personaggi. Sembra quasi che l’Autrice non voglia nascondere nulla al suo Lettore offrendosi ad esso a carte scoperte.
Alla Muscolino, però, va anche riconosciuto il merito di aver realizzato e creato una struttura narrativa non semplicissima e che certamente altri suoi colleghi e colleghe di penna non avrebbero potuto sostenere e architettare con così tanta disinvoltura. Anche qui risiede la forza di questo romanzo che offre al Lettore molti spunti di riflessione. Siamo certi che Viaggi inversi sia solo l’inizio: molto altro e tanto di più ci si aspetta dalla fantasia e dalla scrittura di Claudia Muscolino.
Al 2017, invece, risale la silloge Carichi dispersi con la quale le Edizioni Del Poggio inaugurano la Collana di Poesia “AttraVersi” diretta da Caterina Bigazzi. È proprio quest’ultima a scrivere nella Presentazione della collana che introduce la silloge:
Ciascuna di queste raccolte compie un cammino, un viaggio, in cerca di… Ma l’importante alla fine non è tanto trovare quel che si cerca. È che i segmenti tracciati non si esauriscano nel vissuto personale, nell’esclusivo dato biografico. Ognuno attraverso le parole di un altro può scorgere la propria riva.
Gli oltre trenta componimenti (brevi e brevissimi) della Muscolino riescono proprio in questo. Suddivise e organizzate nelle tre parti Istantanee di vita, Ritratti d’amore e, citando un verso di Menandro, Caro agli dèi ognuna delle quali introdotte da uno scatto fotografico di Alessandro Villanucci, queste poesie tracciano un preciso sguardo di vita, di pensiero e di sentimento. Sono versi che si proiettano verso l’Altro nel pieno della loro semplicità e del loro essere essenziali, diretti, privi di qualsiasi artificio, manierismo o “belletto letterario”. Sono versi che raccontano e si raccontano mostrando e tracciando il ritratto di una vita, o di una porzione di essa, nella pura essenzialità della parola che si fa viva, armonica, piena di colore e di suono.
Le poesie di Claudia Muscolino sono squarci e istantanee di vita, di un’esistenza, frammenti di un discorso amoroso (prendendo a prestito il titolo dell’immensa opera di Roland Barthes) ma anche umano, sentimentale, emotivo, personale che trovano il proprio equilibrio nel tempo. In tal senso, non è un caso che l’Autrice abbia scelto di introdurre le sue poesie con una frase estratta dal libro biografico Just Kids di Patti Smith che tradotta in italiano “canta”:
Ricordavamo ogni cosa, il passato il
presente e il futuro, chi stavamo
perdendo e chi alla fine avremmo
perduto.
Ebbene sì, perché sia la poesia sia la narrativa della Muscolino ha qualcosa di musicale e non solo nei suoi precisi riferimenti. La parola trova l’armonia nel suo spazio e anche se a volta può sembrare poco intonata o poco “pulita” non appare mai fuori luogo o fuori contesto tenendo sempre un tono soave e lieve ma non per questo è meno forte o non udibile.
Così, la musica e la “danza del senso” guidano questo percorso poetico composto dalle suddette sezioni e dai temi cardine che le animano: l’amore, il ricordo e l’abbandono inteso come misericordia e come atto d’amore e di protezione rispetto alla sofferenza e al dolore. Ed è una voce di donna che parla. E che scrive. E che ci accompagna in questo viaggio dell’evoluzione del sentimento, del senso e, con essi, della parola che diviene anima della poesia.
Incontro con l’Autrice
Com’è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Ho sempre amato scrivere, fin da giovanissima. Ho cominciato con la poesia, passione che ho portato avanti per molto tempo e coltivo tuttora. Alla narrativa, invece, ho cominciato a dedicarmi da circa dieci anni. La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita: è una parte essenziale di me.
Come sono nati i progetti di Viaggi irregolari e Carichi dispersi?
Sono nati in modo molto diverso.
Il mio primo romanzo Viaggi irregolari nasce da un racconto che era rimasto in un cassetto. Avevo scritto la mia prima opera di narrativa, una raccolta intitolata A casa per Natale e racconti per tutto l’anno: avevo deciso di non inserire un testo. Sarebbe stata la tredicesima storia e mi sembrava che avrebbe fatto perdere l’equilibrio globale di quel libro: il racconto escluso si intitolava “La viaggiatrice” e rimase da una parte, fino al giorno in cui lo ripresi per concluderlo. Non avevo intenzione di scrivere un romanzo, ma Romina – la protagonista – la pensava diversamente e non ho potuto fare altro che seguirla.
Carichi dispersi è la mia seconda raccolta poetica, più matura e omogenea rispetto alla prima che era uscita nel 2012 e si intitolava Il drago e le nuvole. La curatrice della collana “Attraversi” per le edizioni del Poggio, mi contattò per chiedermi se volessi partecipare al suo nuovo progetto e accettai subito perché avevo già pronta una nuova silloge.
Romanzi e poesie: in che modo si approccia a due generi letterari e stilistici tra loro così diversi?
Amo moltissimo anche scrivere racconti. Per me è come viaggiare a tre velocità: con la poesia salgo su aereo supersonico che mi fa arrivare in modo diretto e veloce all’animo di chi legge i miei versi. Forse, non tutto quello che giunge al lettore è ciò che era nelle mie parole, ma non importa. Quando scrivo un racconto sono a bordo di un treno ad alta velocità: ho tempo di guardare dai finestrini e anche se non posso cogliere l’interezza del panorama, osservo le persone che ho intorno, so dove devo arrivare e in quanto tempo. Se mi dedico a un romanzo, viaggio su una mongolfiera: scelgo prima di partire i miei compagni di avventura, ho tempo e modo di guardare il paesaggio, scruto l’orizzonte, non so bene quando arriverò e dove atterrerò: posso averne un’idea, ma solo il tempo mi darà le indicazioni necessarie.
Sente di essere a più agio nel mondo della poesia o del romanzo? E perché?
La poesia resta la mia prima passione e la mia modalità preferita di espormi senza filtri al mondo. Il romanzo è un’altra dimensione in cui posso essere “altro” da me restando sempre io e, attraverso la narrazione, esplorare altre galassie.
Viaggi irregolari ha una struttura molto particolare. La vicenda, infatti, inizia dalla parte seconda creando, fin da subito, un contatto e un patto unico con il Lettore. Dall’ideazione alla fase di stesura: in che modo ha organizzato il suo lavoro? E quali difficoltà ha riscontrato?
La vicenda nasce da dove avevo lasciato il racconto incompiuto: proprio la seconda parte di una vicenda che ha origini lontane. Pertanto, ho deciso di porre gli eventi più remoti in una prima parte che viene dopo quello che per me – e per il lettore – diventa il punto di partenza. Tutti noi siamo ciò da cui veniamo: Romina, la protagonista, è quello che è perché la sua storia familiare ha avuto particolari caratteristiche. Quando si viaggia nel tempo con la scrittura, è molto facile commettere errori: mi sono documentata su luoghi ed eventi. Inoltre, mi sono trovata a dover ripercorrere con attenzione anche periodi che ho vissuto come gli anni Novanta.
Ho lavorato con una sorta di “righello temporale”: ho creato un punto zero con un evento particolare della vita della protagonista e da lì mi sono spostata avanti e indietro, affinché l’intera struttura fosse coerente con le vicende narrate e con i personaggi che le abitano.
Da cosa trae ispirazione per i suoi personaggi e i suoi componimenti poetici?
Può sembrare una risposta scontata, ma è la verità: traggo ispirazione da tutto quello che mi circonda, senza distinzioni.
In Viaggi irregolari molto importanti sono anche i riferimenti musicali che accompagnano la narrazione. Secondo lei, quanto è utile una solida colonna sonora allo svolgimento della vicenda e anche alla scrittura?
Per me la colonna sonora è importantissima: anche il mio nuovo romanzo ha un accompagnamento musicale notevole! Pensi che il racconto da cui ho preso lo spunto per scrivere Viaggi irregolari è nato dall’ispirazione di una canzone dei Kraftwerk: Trans – Europe Express.
Nella terza parte di Viaggi irregolari i capitoli sono indicati con lettere dell’alfabeto. A cosa è dovuta questa scelta?
Ho fatto questa scelta proprio perché la storia viaggia nel tempo, per distinguere quella parte dalle precedenti.
A quale personaggio di Viaggi irregolari sente di essere più legata? E tra le sue poesie: quali sono i versi che sente più vicini a sé? E perché?
Mi sento molto legata a Romina. Non ci somigliamo, ma stare con lei mi ha aiutato in un periodo molto difficile della mia vita e mi ha fatto ricordare che la narrazione è sempre salvifica, Scrivere salva la vita e anche leggere!
Per le poesie, mi sento vicina ai miei versi in modo peculiare perché alcuni invecchiano prima di altri. Uno dei versi in cui ritrovo sempre me stessa è il seguente:
Il mondo in frantumi
Osservo dal centro
Del cuore scheggiato
Perché? Perché sono in osservazione di un mondo che ferisce l’animo.
Quali sono gli autori e le opere che hanno influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?
La risposta potrebbe occupare pagine intere: sono sempre stata una lettrice onnivora, fin da quando ero una ragazzina. Ho moltissimi autori a cui sono debitrice assoluta, anche poeti, naturalmente. Non sarei in grado di citarli tutti.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?
A breve uscirà il mio nuovo romanzo Il figlio dell’estate: ha vinto il primo premio al concorso “Qulture ti pubblica” del 2021. Inoltre, ho in ponte collaborazioni con altri autori per varie antologie che usciranno nel corso di quest’anno. Invito tutti a seguirmi sul mio sito web www.claudiamuscolino.it e sulle pagine Facebook dedicate ai miei libri.
Ringrazio tantissimo Chiara Ricci per avermi dato l’opportunità di essere intervistata per la rubrica “Piazza Navona”.