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Incontro con Laura Norma Barbieri, Presidente di “Penelope Lazio”

La Rubrica online “Piazza Navona” vi propone un “incontro” speciale e cui tiene davvero molto: quello con Laura Norma Barbieri, Presidente dell’Associazione Penelope Lazio, la cui storia e le cui parole sono simbolo di Forza, Verità e Giustizia.

Penelope

In quali terre vivi, o dove indugi lontano? (…)Vieni tu, al più presto, porto e rifugio per i tuoi!

Ovidio, Eroidi – Penelope a Ulisse

“Ulisse e Penelope”, Francesco Primaticcio (1563)

Chi è Penelope? Penelope nella mitologia greca è l’omerica moglie di Ulisse che, partito per la guerra di Troia, è lasciata sola nella terra di Itaca per vent’anni con il figlio Telemaco a difendere la casa, l’onore e la memoria del marito che tenta di tornare dalla sua famiglia. In tutto questo tempo la donna respinge ogni offerta di matrimonio da parte dei Proci installatisi di prepotenza nella sua casa  approfittando di ogni bene e ricchezza. Penelope promette che sposerà uno di loro solo quando avrà terminato di tessere il velo funebre per il padre Laerte. Una tela che tesse di giorno e sfila di notte fin quando non viene tradita da una serva che svela il suo tranello. Ulisse torna liberando la sua casa dagli invasori e rivelandosi alla donna amata.

Ecco: Penelope è il simbolo – seppur di origine mitologica – dell’attesa, della fedeltà, dell’amore coniugale e materno, della speranza, della devozione, della dedizione…

Penelope è una donna in attesa. Attende per anni il ritorno dell’amato sposo difendendo(ne) onore e rispetto. La donna tesse una tela per ingannare i Proci e un tempo che scorre lento e inesorabile che, allo scoccare di ogni secondo, rinvigorisce il ricordo e il dolore di una muta scomparsa, di indicibili domande e di timorose possibili risposte.

Penelope tessa la tela

Penelope, così, diviene l’immagine per antonomasia di chi attende il ritorno della persona amata: marito, figlia, figlio, moglie, compagno… un’attesa dove le mille voci dei pensieri si uniscono in un unico coro discordante, a volte rauco di pianto altre animato da speranza, rabbia, orgoglio, ricerca di verità e giustizia. Oppure tutte queste cose assieme. E la disperazione appare vicina. Non si sa quando il “proprio Ulisse” torni a casa, per quali disavventure, per quali strade, per quali mezzi e con quali tempi… Non resta altro che tessere la tela della speranza che spesso l’oscurità della notte, dei pensieri e delle lacrime, disfano senza pietà.

 

L’Associazione Penelope Onlus

Associazione Penelope Onlus

Nel 2002 nasce l’Associazione Penelope Onlus per iniziativa di Gildo Claps, fratello di Elisa, scomparsa nel 1993, le cui spoglie sono state ritrovate a 17 anni dopo nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza e oggi presieduta dall’avvocato penalista Nicodemo Gentile.

Si tratta di un’Associazione che con coraggio e forza si mette a completa disposizione dei familiari degli scomparsi fornendo loro ogni tipo di supporto, in particolar modo legale e psicologico. Certo, perché ciò che non si deve affatto dimenticare, oltre al dolore di chi scompare, è anche la sofferenza di chi resta e attende: madri, padri, fratelli, sorelle, parenti, amici, mariti, mogli…

In questi casi i familiari sono colti da un brutale senso di impotenza che sconcerta e che rende immobili, impauriti anche perché non preparati a gestire una simile situazione non solo emotiva ma anche legale e burocratica. Un trauma che si aggiunge a un altro trauma e a un dolore impietoso e senza limiti.

Gildo Claps (dal web), fondatore dell’Associazione Penelope Onlus

L’Associazione Penelope è un vero e proprio faro in tal senso. È una sorta di isola, di oasi in cui il dolore può trovare ristoro e può essere condiviso, ascoltato, supportato. Qui le storie si condividono e le stesse tragedie divengono fonte di aiuto e di sostegno per “l’altro”. Nessuno è lasciato solo a tessere il fitto ricamo del proprio dolore.

Laura Norma Barbieri. Mamma di Davide. Presidente di Penelope Lazione

Laura Norma Barbieri è la Presidente di Penelope Lazio. Una donna minuta ma dotata di una forza e di una volontà che non hanno eguali.

Laura Norma Barbieri, Presidente Penelope Lazio (dal web)

Laura Norma Barbieri è la mamma nubile di Davide, bellissimo ragazzo dal sorriso aperto, sincero, dotato di una sensibilità particolare, viva. A otto anni a seguito di un incidente che gli ha provocato un trauma cranico e 15 giorni di coma tutto sembra diventare buio per Davide. La sua salute e il non riuscire a inserirsi pienamente nel contesto adolescenziale fatto di amici, incontri, primi amori… lo fa soffrire. Cresce Davide ma si sente solo, sente di aver fallito, di non essere completamente parte della sua vita. Vuole liberarsi ad essa e lo fa fumando spinelli lasciandosi andare al suo mondo. Così, come lo avrebbe voluto e desiderato. La situazione, però, va fuori controllo e Davide ben consapevole di questo decide di entrare nella comunità Lahuèn in località Colonnetta di Prodo, a una ventina di chilometri fuori Orvieto.

“Chi L’ha Visto?”

Ma succede qualcosa e il ragazzo, trovando il cancello della comunità aperto, il 27 luglio 2008, si allontana e, seppur invitato dai responsabili che pare lo abbiano seguito in macchina a rientrare, si rifiuta di tornare indietro entrando nella campagna circostante la struttura. Davide scompare. Laura si rivolge alla trasmissione di Rai Tre Chi L’ha Visto? e all’Associazione Penelope. Nel gennaio 2009 si compiono ricerche ma di Davide nessuna traccia. In soccorso di Laura arrivano anche giovani amici di Davide, ragazzi che lo hanno conosciuto tra Roma ed Erice. La sostengono, la aiutano anche nella creazione del sito http://www.cerchiamodavide.org/ e non smettono di esserle accanto.

Ma il dolore di madre non trova consolazione eppure Laura ha la forza e il coraggio di scrivere e raccontare nel sito-diario dedicato a suo figlio il 31 gennaio 2009:

Parlo, con tutta la forza di una madre che non può rassegnarsi all’idea di aver dato la vita e cresciuto un figlio per ventisette anni, tra l’altro, rafforzato dal mio essere sola e dalla fragilità di Davide.

Davide Barbieri (dal sito https://www.cerchiamodavide.org/)

Parlo con tutta l’ angoscia che mi scaturisce da un macigno costruito sui miei sensi di colpa nei confronti di Davide.

Parlo, con la considerazione oggettiva che Davide è fuggito indotto dalla sua infelicità, ma con l’intento di tornare a casa, (come aveva già fatto altre volte). Ma che qualcosa o qualcuno glielo ha impedito durante il tragitto.

Parlo, con la conoscenza che Davide non è un ragazzo che sa vivere la strada, perché da sempre abituato ad essere protetto e a vivere con i comfort delle comodità, per quanto assolutamente modeste perché derivate solo dalle mie forze, ma comunque pur sempre comodità, a cui lui teneva.

Parlo, con la coscienza di sapere che Davide era sotto stretto controllo medico, seguiva una terapia farmacologica che, data la tipologia dei farmaci, se interrotta bruscamente può generare nel soggetto interessato dei gravi scompensi. Difatti tra i miei pensieri più angoscianti c’è: si sentito male? L’hanno abbandonato da qualche parte? Ha perso la lucidità, la memoria? Vi chiedo, con grande umiltà e profonda disperazione, aiutatemi a trovare Davide.

Sono certa che se ci siete e siete in tanti il Vostro “flusso” di affetto e solidarietà raggiungerà Davide, sentirà tutto il vostro calore che lo riscalderà al punto di aiutarlo a ritrovare la strada di casa. (…)

L’attesa è lunga per Laura Norma Barbieri, la sua tela che cuce con lacrime, speranza, costanza e pazienza si interrompe nell’aprile 2019 quando con un messaggino telefonico le viene inviato il link contenente un articolo di un giornale online in cui si parla del ritrovamento di un teschio nei boschi di Morrano, in Umbria, non distante dal luogo della scomparsa di Davide.

Laura Norma Barbieri e suo figlio Davide (dal sito https://www.cerchiamodavide.org/)

La notizia è stata più veloce del rispetto nei riguardi di una madre e del suo dolore che in questo modo ha saputo di una tale scoperta. Sulla strada per il lavoro. Sola. Del tutto impreparata. E poi la conferma: quei resti appartengono al suo Davide. E il dolore esplode. Ora libero. Lasciato andare.

Ma cosa è accaduto a Davide? Gli è stato fatto del male? Da parte di chi? E perché?

Certo è che Laura Norma Barbieri resta ferma nella sua certezza: non si è trattato di un incidente. Né era intenzione di Davide morire così. Nonostante tutte le sue debolezze e fragilità… avrebbe voluto comunque poter volare e compiere il suo viaggio, creare il suo nido.

Dal canto suo Laura Norma Barbieri non perde la sua forza che, se possibile, cresce e diventa più solida, smaltata di dignità, di amore, resa ancora più potente dalla sua voce forte, dalla sua figura esile, da quei suoi occhi dolci da cui traspare tutto l’Amore di una Donna che si è fatta Madre.

Ed così che Laura scrive nel suo sito:

Il sito https://www.cerchiamodavide.org/

Il mio grazie a Davide, per avermi elargito l’impareggiabile dono di essergli madre, non cesserà mai.

Ogni giorno io lo sento, oggi lo sento in ogni mia cellula, lui accompagna ogni mia giornata, oggi lui è compagno inseparabile di ogni mio respiro. Si, oggi siamo finalmente due in uno. Lo sento enormemente di più che in tutti gli anni della sua assenza senza risposte.

 In questi dieci anni che ci hanno separato mi ha insegnato ad essere chi non conoscevo di essere.

 Mi ha reso forte come mai avrei potuto supporre, perché nella sua attesa, essere forte era l’unica scelta che mi rimaneva.

Le parole di Laura Norma Barbieri in occasione della Festa della Mamma

E se è vero che le distanze non esistono figuriamoci quelle del cuore… dove le presenze si sentono, ci sono, vivono e respirano allo stesso ritmo del nostro battito. Sono con noi. E una madre questo lo sa. Con tutto il dolore di una razionalità implacabile. Ma le Madri sanno come fare. Hanno vissuto per due vite e così continuano a fare, sanno moltiplicarsi, respirare per due… sanno rimanere in equilibrio quando la propria terra viene loro trascinata via con la più crudele delle violenze e delle ingiustizie.

C’è una battuta del film Mine vaganti di Ferzan Ozptek che recita:

Non siate tristi per me, quando non sentirete la mia voce a casa: la vita non è mai nelle nostre stanze. Moriamo e poi torniamo, come tutto.

E Davide è certamente con sua Madre, custodito in quel posto privilegiato creato e rafforzato solo per lui: il suo cuore.

Le parole di Laura Norma Barbieri

Ecco, era doveroso da parte mia raccontarvi della forza di questa donna che oggi ci pregia della sua “presenza” nella nostra piazza virtuale. E io sono onorata e orgogliosa di averla conosciuta e incontrata anche se, per ora, solo attraverso uno schermo in occasione dell’incontro dedicato ai dieci anni dalla scomparsa di Zio Peppuccio a Coreno Ausonio.

Locandina dell’evento dedicato ai dieci anni dalla scomparsa di Zio Peppuccio

Strano a dirsi vista la modalità insolita, ma l’incontro con Laura Norma Barbieri è stato sin da subito un incontro di sguardi, di parole, di empatia sentendoci vicine. Ed io subito ho sentito, come accaduto per il caro Signor Tonino Ruggiero (figlio di Zio Peppuccio), di offrire il mio appoggio, il mio sostegno, la mia presenza, la mia scrittura… Insomma, tutto quanto possa essere anche di mimino aiuto per sostenere il lavoro dell’Associazione Penelope e i familiari delle persone scomparse.

Per tutto questo desidero ringraziare sinceramente e profondamente Laura Norma Barbieri della sua fiducia, della sua dolcezza e di avermi permesso di compiere questo passo, di “lasciarmi entrare” nella sua storia, nella sua sensibilità, nel suo instancabile impegno, nella sua forza così granitica. Grazie di avermi insegnato quanto il dolore possa, nostro malgrado, trasformarsi in forza e voce attraverso la sua condivisione.

L’evento dedicato ai dieci anni dalla scomparsa di Zio Peppuccio – 15 maggio 2021

Questo volevo dire. Questo desideravo condividere con Voi lettori. E spero che questo incontro così speciale, così potente e forte distenda i vostri cuori e vi aiuti a comprendere quanto è possibile sentire e fare. Semplicemente per amore. Per necessità di non soccombere. Per mantenere viva la memoria di ormai ci è accanto in un’altra forma ma sempre presente. Per non dimenticare. Per non permettere che nessuno sottovaluti le proprie – o altrui – debolezze. Per far sì che altri giovani (e non solo) non scompaiano in questo modo. Per far sì che non si smetta di porci domande.

Ed ora è proprio il momento di lasciare la parola a Laura Norma Barbieri che ringrazio ancora. Sinceramente e profondamente.

L’attesa di Penelope

Ti ho atteso come Penelope aspettava Ulisse, come Giulietta aspettava Romeo, come Beatrice aspettava Dante per riscattarlo. Il vuoto della steppa era affollato dai ricordi di Te, dei momenti passati insieme, dei luoghi nei quali siamo stati, delle nostre gioie e delle nostre discussioni.

Paulo Coelho

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Laura Norma Barbieri, Presidente di Penelope Lazio (dal web)

L’attesa è di chi, per chi, in un giorno qualunque, al sorger o al calar del sole; a mezzo dì: con il caldo e l’afa, o sotto una fredda pioggia battente; nella notte: al chiaror di luna, o nel fitto delle tenebre; su trafficate strade di grandi città, in montagna, in campagna, da ogni luogo, SCOMPARE. Ovvero, chi esce, si allontana  e non fa più ritorno.

Non ritorna: per giorni, per mesi, per anni, per lunghissimi anni.

E … Penelope … attende!

È il mondo del limbo, quello degli scomparsi fatto di vite sospese, perché non è né vita, né morte.

Secondo gli ultimi dati della 24° relazione stilata dal Commissario Straordinario dell’Ufficio per le persone scomparse, del Ministero dell’Interno, sono in tutto 258.552 le denunce di scomparse registrate dalle Forze dell’ordine dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020. Di queste, 195.710 riguardano soggetti che sono stati ritrovati, mentre sono ancora da ritrovare 62.842 scomparsi.

Pertanto è da considerarsi un fenomeno sociale di grande rilevanza, ma ahimè, non ancora percepito come tale.

Proprio per questo, nel 2002, nasce a Potenza, “PENELOPE”. Difatti, orgogliosamente l’anno prossimo festeggeremo il ventennale.

Elisa Claps, la giovane scomparsa a Potenza nel 1993 (dal web)

È un’intuizione di Gildo Claps, fratello di Elisa, – i cui resti furono ritrovati sotto il tetto della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza, dopo 17 anni dalla sparizione – costituisce, insieme ad un piccolo comitato di famigliari di scomparsi, l’Associazione Penelope finalizzata proprio al sostegno dei famigliari e degli amici delle persone scomparse.

Gildo, da anni ormai, insieme alla sua famiglia, viveva quel sentimento di angoscia che ti prende, ti attorciglia le budella, ti schiaccia e ti logora da mane a sera, in un’attesa che ti porta mille interrogativi, ma senza risposte che continui a  cercare in ogni minuto  della tua quotidianità che, nonostante tutto, deve continuare. Risposte che insegui ovunque, spasmodicamente, nella tua testa, nel tuo cuore, intorno a te, ma non arrivano mai.

Ed ecco quindi Penelope che, da subito, si mette a disposizione di chi viene colpito dalla sconcertante scoperta di non ritrovare più il proprio caro/a, da un minuto all’altro. Rimani attonito, nello smarrimento fatto di tenebre e mistero. Ti ritrovi nell’’impotenza del: che fare? A chi rivolgersi?

Penelope inizia a tessere la tela di contatti e legami con le Istituzioni, con la trasmissione dedicata da anni a questo fenomeno: Chi l’ha visto? A cui, cogliamo l’occasione, per far arrivare il grazie, più vero e profondo per quanto hanno fatto, continuano a fare e faranno per il nostri scomparsi.

Associazione Penelope Onlus

Penelope inizia ad impegnarsi e a lottare, con tutte le proprie forze, per dare voce a chi non ne ha.

La prima battaglia è quella di fondare un organismo istituzionale dedicato esclusivamente ai casi di scomparsa. Ed ecco che, finalmente, nel 2007, nasce la figura del Commissario Straordinario per le persone scomparse facente parte del Ministero dell’Interno che, coadiuvato da un team di addetti ai lavori, segue ogni denuncia di scomparsa e cerca di mettere in moto la macchina, per attivarne le ricerche.

E poi l’infinita battaglia per formare tutte le forze dell’ordine, guidandole a comprendere che cosa significa una denuncia di scomparsa. Perché veniva assolutamente sottovalutata, non si metteva in atto alcuna ricerca per cercare di arrivare al ritrovamento del soggetto.

Altra cosa inaudita è che si imponeva di aspettare un lasso di tempo di 72 ore dal momento della sparizione all’accoglimento della denuncia… Anni di convincimento, per arrivare a rendere chiaro che sono le prime ore dalla scomparsa quelle fondamentali per cercare e poter ritrovare la persona.

E poi finalmente la conquista di una Legge ad hoc. La Legge 203 del 14 novembre 2012.

Inoltre, la richiesta, a gran voce .per ottenere che la denuncia venisse affiancata da una scheda RISC che consiste nella raccolta di quanti più dati possibili riguardanti tutte le caratteristiche dettagliate, sia fisiche che di abitudini e/o comportamenti e frequentazioni dello scomparso/a.

Laura Norma Barbieri, Presidente di Penelope Lazio (dal web)

La grande battaglia che tuttora perseguiamo, affinché possa venire eliminato lo scempio del migliaio (numero di pochissimo oscillante, da un anno all’altro, da questa proporzione) di cadaveri non identificati che giacciono ignoti e dimenticati negli obitori degli Istituti di Medicina legale del nostro Paese. Il nostro impegno consiste, nel far istituire una banca dati dove vengano messe a disposizione delle autorità giudiziarie, i profili DNA del congiunto più prossimo allo scomparso/a, per far si che,  al ritrovamento di un cadavere ignoto, si possa eseguire immediato “match”, tra il corpo ed il congiunto che ne ha denunciato la scomparsa.

Perché i brividi, ci percorrono e ci scuotono, al pensiero che chi tanto hai amato ed è stato nucleo centrale della tua famiglia, della tua vita, giaccia ignorato per anni, a volte decenni, in una cella frigo, deprivato, di una sepoltura, civile, umana, cristiana. Che venga negata la pietas umana sia al corpo che ai famigliari che, disperatamente, invece, nel frattempo, si dannano e si angosciano ancora e ancora nella ricerca di quel proprio caro, mentre ignari non sanno che, lui/lei si sono tramutati in una targhetta numerica apposta su un frigo e segnata su di un anonimo registro. Non possiamo definirci un Paese civile, quale in effetti siamo se non lo diventiamo in ogni ambito.

Ed ancora la scalata del Commissario Straordinario per arrivare a firmare dei protocolli d’intesa con tutte le Prefetture di ogni provincia del territorio Nazionale. Così che, ad immediato seguito di una denuncia di scomparsa viene istituita, nella Prefettura di competenza territoriale, una cabina di regia che vede la convocazione di: forze dell’ordine, protezione civile, vigili del fuoco, Commissario Straordinario, Associazione Penelope, …….

E intanto Penelope cresce, via, via, si estende in tutta la Nazione. Oggi Penelope insiste su 15 Regioni.

Associazione Penelope Onlus

Ci avvaliamo inoltre dell’aiuto volontario di validissimi professionisti, avvocati, psicologi, specialisti forensi, come criminologi e antropologi, biologi, analisti, grafologi, statisti, volontari di protezione civile, soccorso alpino, carabinieri e poliziotti in congedo e tante altre figure professionali su cui possiamo contare nei momenti in cui il semplice volontario non basta.

Perché, la scomparsa trascina dietro sé una vasta scia di importanti e pesanti problematiche. Che vanno da quelle  giuridiche, come la reversibilità della pensione, la spartizione dell’asse ereditario, la richiesta di morte presunta, la connotazione della scomparsa ad un reato vuoi per omicidio, con occultamento del cadavere, o per sequestro di persona. Ad individuazione di indagati ne consegue processo penale e Penelope, rappresentata da un proprio legale, si costituisce parte civile nei processi. Seguono conseguenze psicologiche più o meno gravi, ma quasi sempre certe. Così come conseguenze sociali e/o lavorative.

Se la persona scomparsa è un lavoratore, viene licenziato per assenza ingiustificata e la famiglia si trova dall’oggi al domain in una situazione di estrema precarietà economica.

Ancora tante le criticità da superare, come il poter contare per le ricerche  nei luoghi montani, di aperta campagna, impervi, sull’ausilio di cani molecolari e/o droni.

Ed infine, perché no? Le celebrazioni del e nel ricordo di ogni scomparso/a.

E li ricordiamo il 25 maggio: giornata internazionale  dedicata ai minori scomparsi italiani e stranieri. Il 12 dicembre, la giornata nazionale di tutti gli scomparsi in Italia.

Perché gli scomparsi meritano di essere ricordati, sempre, difatti il motto di Penelope è:

Chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo. (Don Marcello Cozzi di Libera)

Il motto dell’Associazione Penelope

Pensiero ed onore rivolto a chi vogliamo e dobbiamo cercare e trovare.

I dati leggono freddi numeri, ma in realtà, parliamo di esseri umani. Non è il dramma di altri, deve diventare solidarietà e sensibilizzazione di tutti. Deve essere percepita come una responsabilità da condividere, sono vittime deprivate di ogni senso di giustizia e verità.

Parliamo di bambini, adolescenti, giovani, anziani, uomini e donne, che per ognuno sono, fratelli, sorelle, figli/e, mamme, papà, nonni. Sono le persone con cui ognuno di noi ha condiviso un pezzo di vita, breve o lunga, intrisa dal legame di sangue e non possiamo permettere che venga liquefatto come un rivoletto d’acqua, che la persona sia disciolta come sale in acqua, come neve al sole, come frammento di stella cadente.

In ogni casa dove è avvenuta una scomparsa rimangono per anni gli armadi pieni dei loro vestiti, il letto fatto, il piatto vuoto a tavola, la sedia preferita intatta ….

La vita non mi ha chiesto cosa volevo…

ma credo che non guarderò più un tramonto senza pensare a te.

Dove sei?

…. Penelope ti aspetta!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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