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Ettore Aldo Del Vigo, un viaggio nel Surrealismo contemporaneo

(Graphic Art Chiara Ricci)
(Graphic Art Chiara Ricci)

La Rubrica online “Piazza Navona” inizia questa nuova settimana immergendosi nel fantastico mondo dell’Arte attraverso la pittura surrealista di Ettore Aldo Del Vigo, l’artista autodidatta che dà colore e infinite sfumature “all’amore, al sogno, alla follia e alla liberazione”.

È un vero piacere avere qui con noi l’artista Ettore Aldo Del Vigo il quale, attraverso questa intervista, ci condurrà alla scoperta della sua pittura surrealista… un lungo viaggio nel mondo dell’Arte e della sua espressione.

Ma lasciamo che a raccontarci sia Ettore Aldo Del Vigo.

Ettore Aldo Del Vigo (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Quando e in che modo è nata in lei la passione per l’Arte, per la Pittura?

Da premettere che essendo un bambino molto solitario e che pur non conoscendo il significato di tale parola,  mi avvicino all’Arte in età molto precoce: a due anni a quanto pare avevo già una matita in mano con la quale eseguivo “strani” geroglifici in una sorta di scrittura mentre all’ età di quattro anni anziché avvalermi della parola, mi ritrovavo a disegnare le mie visioni per comunicare agli altri tutto ciò che io, attraverso il mio “Amico Immaginario”, vedevo.

Ettore Aldo Del Vigo, "Autoritratto eseguito a 12 anni" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Autoritratto eseguito a 12 anni” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Ai tempi della scuola elementare ero il disegnatore ufficiale del giornalino della scuola per la sezione “Storia” e mi ricordo che disegnavo battaglie incredibili mentre, viceversa, nel periodo delle scuole medie avevo sempre il voto più basso nella materia “disegno” (in verità mi davano proprio zero), e il motivo era molto semplice…perché non disegnavo mai ciò che gli insegnanti volevano che si disegnasse. Ti faccio un piccolo esempio: se c’era da disegnare un bicchiere colmo d’acqua, io lo disegnavo con i chiodi in modo tale che nessuno potesse avvicinare la bocca ad esso, e il motivo per cui lo facevo era cercare di risvegliare la coscienza di tali insegnanti che mettevano in questo caso un bicchiere colmo di acqua in bella mostra di sé senza comprendendone assolutamente né l’anima né la poesia. A tal proposito ricordo la volta che durante una esposizione artistica a Basilea con l’aiuto di un amico portammo un water e lo piazzammo in mezzo alla sala per osservare il comportamento delle persone verso di esso, ed era troppo evidente che il pubblico pur sapendo che si trattava di un water non lo osservava per la sua funzione nativa ma iniziava a guardarlo con un occhio diverso proprio perché non era collocato nell’ambiente a cui era destinato, ed iniziava a vederlo come un oggetto artistico quando in realtà rimaneva un semplice water. Ed è questo il compito dell’ “Arte”: insegnare a “VEDERE”… ciò cui – purtroppo – la nostra società non adempie. Anzi, al contrario, tende ad annullare.

Ettore Aldo Del Vigo, "Rembrandt" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Rembrandt” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

È  un Artista autodidatta. In che modo si è sviluppata la sua formazione artistica?

La mia fortuna e io aggiungo “destino” in questo senso, è stata quella di esser nato a Basilea, vera e propria città d’arte, basti pensare che è stata la prima città al mondo ad aver avuto un museo d’arte, questo nel ‘400, e ricordo che da piccolo pur non capendo il perché venivo attratto da questa struttura così austera che mi incuteva un senso di sgomento mischiato a paura ma sentivo che dovevo fare di tutto per poter entrare, e così per la prima volta in vita mia vidi e scoprì un mondo incredibile a cui sentivo di appartenere. Era un mondo che nonostante non avesse lingua, mi parlava e comunicava in un modo ritenuto per me sin allora, al di fuori di quella struttura MUTO.

Ettore Aldo Del Vigo, "Sulla via di Damasco" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Sulla via di Damasco” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Tornando alla tua domanda, frequentando quotidianamente il museo, avevo modo di vedere opere di artisti  (che molti anni dopo avrei capito che erano artisti di fama mondiale), di svariate tendenze e movimenti, ma quello che avevano tutti in comune era il fatto che tutti loro comunicavano e parlavano a me a prescindere dalle etichette assegnate. Ricordo comunque che ero particolarmente colpito da due opere, Il San Giovanni Battista di Caravaggio, e in particolar modo L’isola dei morti di Arnold Böcklin (mio compaesano) che pur non capendo la parola, trovavo così SURR – REALE.

Ettore Aldo Del Vigo, "Agatha Basbritisch sorthair da Rembrandt" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Agatha Basbritisch sorthair da Rembrandt” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Chi ha ispirato la sua pittura? Nel mondo dell’Arte chi considera un suo “Maestro”, la sua fonte d’ispirazione?

Iniziai ad interessarmi alla parola Arte a più tarda età leggendo vari libri in tal senso, e quando per la prima volta lessi il Manifesto Surrealista, devo ammettere che esso riuscì a rubarmi un sorriso complice, e vorrei farti leggere quello che scrissi all’età di 12 anni dopo un fatto accadutomi, che non voglio spiegare qui.

“Se il corso della Storia è da attribuire alla saggezza degli stolti, non è importante sapere se la demagogia quotidiana si manifesti attraverso percezioni visive, è importante viceversa saperne usufruire, perché la costante ribellione eterogenea si percepisce attraverso stereotipi preclusi.

Il Manifesto Surrealista
Il Manifesto Surrealista

La differenza la fa il pazzo immaginario la cui normalità tende ad esplicare la l’ anormalità delle cose. Noi lo amiamo, gli siamo grati, perché  tramite lui si rafforza la nostra brutale pseudonormalità, e siccome la nullità tende ad annullare il nulla, nulla esiste e viceversa esiste il nulla e mi chiedo come riesca a pensare che nulla esista se io non esisto. Per fortuna la percezione quotidiana di un clandestino sdraiato sulla ringhiera in attesa delle scale, fa si che io apprezzi ancor di più la mia viva nonnullità. Invidio le antenne sui tetti per la loro straordinaria capacità di ricevere e di dare senza pretendere nulla in cambio. Ammiro la carta igienica per la sua costante lotta contro la merda. Water… tu che vieni costantemente umiliato giorno dopo giorno sei pronto a perdonare e ad attendere pazientemente a bocca aperta… giorno dopo giorno”.

Ettore Aldo Del Vigo, da "Rembrandt's delirium" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, da “Rembrandt’s delirium” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

All’epoca non capivo cosa stessi scrivendo, ma la cosa straordinaria è che io  non sapevo scrivere in italiano. Questo è un tipico esempio di “scrittura automatica” (automatismo psichico puro attraverso il quale ci si propone di esprimere con le parole o la scrittura o in un altro modo, il reale funzionamento del pensiero). Una piccola nota, in concomitanza con questo mio scritto feci il mio primo autoritratto intitolato Autoritratto Anziano, non una proiezione della Materia, ma una proiezione dello Spirito.

Ettore Aldo Del Vigo, "Annuntiationis" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Annuntiationis” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

La sua pittura ricorda molto il tratto, i soggetti, i colori di Salvador Dalì e le sue oniriche e surreali atmosfere. Quanto è importante il Sogno nella tua Arte? Quale è il tuo rapporto con il colori?

Il Surrealismo racchiude tre tematiche principali: amore, sogno, follia e liberazione.

Sono tre concetti fondamentali nella tematica Surrealista correlati tra loro che hanno come solo scopo arrivare alla “Conoscenza”. Nell’ uomo è insita una distinzione tra l’amore e la conoscenza, mentre nella ricerca surr-realista questa polarità è superata e unificata, affermando non che la conoscenza trovi la sua esaltazione nell’amore, ma al contrario che l’Amore (cosa individuale), trova la sua sublimazione nella conoscenza pura dell’essere. Ed è attraverso il sogno e la follia, descritta così magistralmente da Jung come la nostra parte in “Ombra”, che il Surr-realismo si avvalga di questi mezzi per individuare e combattere la “razionalità” insita in ognuno di noi, ma oppressa dal “Sistema”, un Sistema che attraverso determinate trappole tende ad annullare la non razionalità dell’ individuo a proprio favore. Ed è solo attraverso la Propria Conoscenza che si arriverà alla Liberazione dell’Essere da tutte le convenzioni sociali.

Ettore Aldo Del Vigo, "Axis Mundi" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Axis Mundi” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Come definirebbe il suo stile e la sua pittura? E cosa nella “sua” pittura non deve assolutamente mancare?

I miei dipinti nascono esattamente nello stesso modo descritto sopra, attraverso il meccanismo della scrittura automatica. Mi ritrovo a dipingere soggetti insiti nel mio subconscio, perfettamente conscio di non esser conscio di ciò che sto rappresentando, in una sorta di delirio o se vogliamo esser più precisi in una sorta di estasi totale. E questo vale anche per i titoli che assegno ai quadri una volta eseguiti. So che devo dar loro quei titoli ma  non ne conosco il motivo. Solo a distanza di tempo mi rendo conto che la vera opera d’arte è il titolo (Il Pensiero Individuale) e non tanto il quadro rappresentato che è semplice Materia.

Ettore Aldo Del Vigo, "Metamorphosis, La bellezza di Dafne" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Metamorphosis, La bellezza di Dafne” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

Quale significato hanno per lei l’Arte e la pittura?

Avrai certamente intuito un dualismo imprescindibile tra l’ uomo e l’artista, e a tal proposito per far capire meglio, nel 2010 dipinsi il mio terzo autoritratto dal titolo Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde in cui viene spiegato questo dualismo. Ettore Aldo Del Vigo uomo, Ettore Aldo Del Vigo artista, il Buio e la Luce, l’uno Materia, l’altro Spirito, in contrasto tra di loro, ma due principi complementari e inscindibili. È il principio dell’integrazione degli opposti. Solo attraverso il Buio, la Luce prende forma. Solo attraverso il Male, il Bene viene esaltato così come Maschile e Femminile. Solo attraverso l’esperienza del Buio, della Paura, si arriva a concepire la Luce. L’uno ha bisogno dell’ altro per arrivare alla Conoscenza totale.

Ettore Aldo Del Vigo, "Lo strano caso del dottor Jeckyll e Mr Hyde" (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)
Ettore Aldo Del Vigo, “Lo strano caso del dottor Jeckyll e Mr Hyde” (Per gentile concessione di Ettore Aldo Del Vigo)

E se mi chiedi chi è in realtà Ettore Aldo Del Vigo, ti rispondo semplicemente, un gnostico perfettamente conscio di non essere  ancora a conoscenza di esserlo.

 

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