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I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2018: “Camurrìa” di Francesco Lisa

(Graphic Art Chiara Ricci)
(Graphic Art Chiara Ricci)

La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta gli Autori e i libri finalisti dell’edizione 2018 del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”. Oggi vi presentiamo Francesco Lisa e il suo romanzo “Camurrìa” (Edizioni Convalle).

La trama

Sicilia. Anni Cinquanta. Il giovane Don Martino ottiene il suo primo incarico e si trasferisce nel piccolo paese di Marvaggio in compagnia del fedele Mimì, un ragazzino orfano. In un primo momento Don Martino, ben sapendo che il paese è nelle mani del malvagio boss del posto Zu’ Pino Occhipinti, decide di non portare con sé Mimì. Quest’ultimo, però, non vuole sentire parlare né di abbandoni né di orfanotrofi e si mette in viaggio con il suo amico prete. Don Martino, dal canto suo, non si sente affatto sicuro in questo borgo siciliano dove “non si muove foglia che Zu’ Pino Occhipinti non voglia” temendo persino per l’incolumità sua e di quella del piccolo orfanello che ha con sé.

Allo stesso tempo, però, il giovane prete dimostrando di avere un gran coraggio – per la volontà di costruire un oratorio per i suoi fedeli – compie una vera crociata contro quell’organizzazione criminale strutturata in cosche e famiglie più conosciuta con il nome di mafia.

Francesco Lisa, "Camurrìa" (Edizioni Convalle, 2018)
Francesco Lisa, “Camurrìa” (Edizioni Convalle, 2018)

 Tante saranno le minacce e le ingiustizie subite da Don Martino compreso l’intervento di una donna che tentandolo fa tutto il possibile per gettare fango sulla credibilità del prete in quanto uomo di chiesa e sulla sua incrollabile fede.

Ma il sogno di Don Martino è chiaro: una terra abitata da animi liberi da ogni paura, da ogni sopruso, da ogni minaccia e contro ogni camurrìa.

Sul libro

Camurrìa è il libro di Francesco Lisa edito da Edizioni Convalle nel 2018 nella Collana Marte. Si tratta di un romanzo di mafia ma anche (e soprattutto) di una storia di ribellione, di coraggio, di lotta all’omertà. E forte si leva la voce di Francesco Lisa in questo senso. Attraverso la sua scrittura, infatti, l’Autore guida e accompagna il Lettore nella sua Sicilia, nella Sicilia bedda ovvero quella non omertosa ma coraggiosa, con lo sguardo fisso a un domani migliore e sempre più onesto. Nelle pagine di Camurrìa si sentono i profumi dell’isola sicula, si odono le voci di tutti i personaggi che danno vita alla storia (dai protagonisti ai comprimari), si sente il mare e quella terra che brucia, polverosa, secca, calpestata dagli omertosi e dalla gente onesta.

Edizioni Convalle

Francesco Lisa (nativo di Messina) conosce alla perfezione la sua terra, le sue gioie e i suoi dolori, la sua bellezza e le sue difficoltà… e trasmette tutto questo nel suo racconto agile, vivo, verace e carnale. Francesco Lisa offre, così, un ritratto della sua Sicilia degli anni Cinquanta, quella della saggezza popolare (non è un caso che ogni capitolo sia introdotto da un proverbio in dialetto siciliano), quella del paese, quella più profonda e vera. Camurrìa (che in italiano significa noia, fastidio) è una storia contro la mafia… contro ogni “fastidio”, appunto. È un romanzo coraggioso che dà voce a una realtà che si vede e si tocca con mano ancora oggi e non sono nella terra di Trinacria. È una storia positiva, di lotta, di resistenza (morale e civile), di ribellione… contro ogni mafia e contro ogni Zu’ Pinu Occhipinti (di ieri e di oggi).

Si deve ammettere che Francesco Lisa ha dato vita a una vicenda e  a dei personaggi indimenticabili (forti anche dell’uso del loro dialetto in alcuni passi) che si muovono all’interno della narrazione con sicurezza, forza, una certa strafottenza, imponenza senza mai tradire se stessi né ciò che rappresentano.

Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" - 2018
Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – 2018

Camurrìa edito da Edizioni Convalle ha partecipato alla prima edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” nella Sezione “Romanzo” classificandosi al secondo posto con la seguente motivazione:

Francesco Lisa riceve il Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" - Edizione 2018
Francesco Lisa riceve il Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – Edizione 2018

L’Autore convince con la sua scrittura interessante attraverso la quale riesce a ricreare le atmosfere, i profumi, la mentalità e la società di un piccolo paese della Sicilia degli anni Cinquanta. Riesce ad emozionare il Lettore guidandolo – sempre con rispetto e discrezione – esattamente dove desidera pur inserendosi in un filone già molto diffuso ma che il suo stile e il suo racconto rendono unico.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Francesco Lisa
Lo scrittore Francesco Lisa

Quando ha scoperto il suo amore e la sua passione per la scrittura?

Secondo me, come ogni altra passione, anche quella per la scrittura deve essere innata. Ogni passione è qualcosa che da sempre, spesso anche inconsapevolmente, caratterizza la personalità di ognuno di noi. Per quanto mi riguarda posso affermare di aver sempre avuto una grande attrazione verso la scrittura e la naturale propensione a mettere nero su bianco le mie sensazioni. Bisognava solo che si presentasse l’occasione per realizzare quanto covavo dentro, forse da sempre. L’occasione si è presentata tre anni fa quando, su insistenza del mio più caro amico, ho iniziato per gioco la stesura de L’anello del Binidìciti.

Ne è venuto fuori il mio primo romanzo e visto che le conseguenze, con mio grande stupore, sono andate ben oltre le più rosee aspettative, mi sono catapultato nel modo della scrittura. Una realtà che mai avrei immaginato fosse al contempo tanto complessa, quanto stimolante e arricchente. A distanza di tre anni posso dire che la scrittura mi ha reso, più sensibile e tollerante di quanto lo fossi stato in precedenza, mi sento umanamente migliorato grazie ad essa e alle persone eccezionali che ho avuto modo di frequentare.

Lo scrittore Francesco Lisa
Lo scrittore Francesco Lisa

Da scrittore a lettore e viceversa: quali sono gli Autori che hanno segnato la sua formazione?

Si dice che per ambire a diventare uno scrittore bisogna prima sfamare il bisogno di leggere ed è una verità assoluta che sto provando sulla mia pelle. Ho iniziato a scrivere tre anni fa per gioco, ma dietro c’erano già tanti romanzi letti, storie di uomini e donne che affollavano la mia mente e ne esaltavano i sensi. La lettura ha arricchito molto la mia visione della realtà, ha spalancato la porta della mia fantasia e senza ombra di dubbio ha migliorato la qualità del mio pensiero. Sono molti gli autori e le autrici a cui devo rivolgere la mia più sincera gratitudine per quanta ricchezza sono riuscito a cogliere dai loro lavori e citarli tutti sarebbe pressoché impossibile. Molti puntualizzano il fatto che il mio stile narrativo abbia una forte impronta verghiana, non posso escludere dalla lista dunque il Verga, senza dubbio uno degli autori che ha influenzato molto la mia formazione letteraria. Tra gli scrittori contemporanei mi ostino a studiare l’idolo Camilleri, cerco di imparare dalle narrazioni dell’eccellente Carmine Abate e nei romanzi di Emanuela Ersilia Abbadessa, poi, imparo a descrivere la sfera più nobile dell’animo umano.

Come è nata l’idea di scrivere Camurrìa?

Ogni volta che impugno una penna davanti ad un foglio bianco le mie mani sono mosse dal desiderio di esprimere le emozioni derivate da un sentimento. Così è stato anche per Camurrìa. Da tempo sentivo forte l’esigenza di esprimere la mia gratitudine alla vita, per avermi riservato delle persone con cui poter condividere l’inestimabile fortuna del dono dell’amicizia. È proprio sul sentimento dell’amicizia che si basa l’intera narrazione, un’amicizia vera, sincera e per questo assai camurrìusa. Una di quelle amicizie che, difficoltà dopo difficoltà, invece che sgretolarsi si rafforza sempre più, stringendo forte il nodo che lega i destini dei due amici.

Francesco Lisa, "Camurrìa" (Edizioni Convalle, 2018)
Francesco Lisa, “Camurrìa” (Edizioni Convalle, 2018)

La storia del suo Camurrìa è ambientata negli anni Cinquanta ma si tratta di una vicenda molto attuale. Crede che le camurrìe possano essere superate? È questo che vuol essere il messaggio del suo romanzo?

Non sono solito lanciare messaggi con le mie storie, anche perché non ne avrei le qualità per farlo, però di fondo c’è sempre una speranza. E in Camurrìa la speranza è interamente rivolta ai giovani affinché abbiano sempre la forza, il coraggio e l’incoscienza di proiettarsi al futuro puntando sul proprio talento. Don Martino spronerà i giovani a demolire la mentalità arcaica vigente in paese, dimostrando loro che: la diversità di Calogero Faccifissa, più che una piaga del paese, deve rappresentare uno spunto per una ulteriore evoluzione sociale; il potere del boss Pino Occhipinti, più che il facile viatico verso la realizzazione delle proprie ambizioni, deve essere sopraffatto dalla voglia di costruirsi un futuro libero da costrizioni e basato sulla tolleranza e il rispetto verso il pensiero altrui. Dalla lettura del romanzo si possono estrapolare ancora molti spunti che voglio lasciar scoprire ai lettori.

La società in cui viviamo risulta essere minacciata da molte insidie, ma come Don Martino in Camurrìa resto fermamente convinto che i giovani troveranno la forza, il coraggio e la volontà di cambiarne le sorti.

Lo scrittore Francesco Lisa con l'Editrice Stefania Convalle
Lo scrittore Francesco Lisa con l’Editrice Stefania Convalle

Nei suoi libri L’anello del Binidìciti (Youcanprint, 2016), Parlami di lei (Edizioni Convalle, 2017) e nello stesso Camurrìa la Sicilia compare sempre tra i protagonisti. Le sue origini e l’amore per la sua terra quanto hanno influenzato e arricchito la sua scrittura e la sua fantasia?

Nel mio narrare cerco sempre di promuovere la Sicilia e la sicilianità in tutte le sue sfaccettature. La mia terra è sempre la protagonista principale, è più forte di me ma la amo indiscutibilmente. Mi piace raccontarla così com’è, con le sue meraviglie naturali, le tradizioni, i paesaggi, la cucina, senza mai dimenticare le cose meno belle, nemmeno quelle che hanno macchiato la nostra storia e hanno fatto sì che fossimo tutti etichettati sotto un aggettivo comune, mafiosi. Il mio è un modesto tentativo per far intendere, a chi ancora si ostina a fare il parallelismo Sicilia-mafia, che la maggior parte dei siciliani è gente onesta che si schifa della mafia e che siamo capaci di offrire molte più cose belle e genuine di quanto si possa credere.  

Francesco Lisa, "Parlami di lei" (Edizioni Convalle, 2015)
Francesco Lisa, “Parlami di lei” (Edizioni Convalle, 2017)

Ha mai pensato di scrivere un racconto o un romanzo interamente nel bel dialetto siciliano?

Ad essere sincero no, non ci ho mai pensato, ma potrebbe essere indubbiamente un’idea allettante. Sono del parere che i dialetti in generale, siano un patrimonio culturale da tutelare e tramandare alle future generazioni. È nel dialetto che affondano le radici delle nostre provenienze ed è per questo che il dialetto diventa il primo elemento propositivo nella divulgazione delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

Camurrìa ha partecipato all’edizione 2018 del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” classificandosi al secondo posto nella Sezione “Romanzo”. Cosa ha significato per lei raggiungere questo risultato?

Beh, altro non è stato che aggiungere un ulteriore tassello utile a rafforzare la consapevolezza di poter realizzare il sogno di scrivere per emozionare chi mi legge. È stato un grande stimolo e, con tutta umiltà, una bella rivincita nei confronti di chi non apprezza i miei sforzi.

Ogni premio rappresenta una grandissima soddisfazione, è vero, ma io andrei oltre il posizionamento in classifica.  L’aspetto più bello del vostro concorso è stato quello di aver potuto conoscere autori di ogni zona d’Italia, sono nati confronti su esperienze di vita, oltre che letterarie e mi sono rimaste delle amicizie preziose. In un modo sempre più virtuale instaurare rapporti umani rappresenta la ricompensa più bella.

Per lei cosa significa “scrivere”?

Per me la scrittura è ormai diventata uno sfogo essenziale. È l’unico modo che ho per esorcizzare le cattiverie e le maldicenze imperanti nella nostra società fatta di maschere e menzogne. I miei scritti diventano un grande diario dove annoto tutte le emozioni che la vita mi offre, dalle gioie più desiderate alle delusioni più frustranti. Dalla realtà di ogni giorno colgo elementi utili a dar vita ai personaggi e concedergli il privilegio di vivere la loro storia nella mia fantasia.

Francesco Lisa al Salone Internazionale del Libro di Torino (2018)
Francesco Lisa al Salone Internazionale del Libro di Torino (2018)

Quali sono i suoi prossimi progetti e impegni letterari?

Il progetto resta quello di continuare a scrivere storie che possano raggiungere la sensibilità dei miei lettori, con l’intento di: continuare a promuovere la mia Sicilia, provare a smorzare l’urto violento dell’intolleranza che attecchisce sempre più nel pensiero collettivo, promuovere l’accettazione della promiscuità di culture, ecc. …  Un impegno letterario che vorrei onorare con rinnovato entusiasmo è certamente quello di ultimare il mio nuovo lavoro entro la fine di questa estate, cosicché da poter partecipare alla prossima edizione del Premio “Equilibri”.

Qui di seguito il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” tenutasi lo scorso 26 gennaio nel Salone d’Onore di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Riprese e montaggio di Alberto Accarino e Massimo Pinto).

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