Anche questa settimana la Rubrica online “Piazza Navona” vi parla di cinema e di nuove uscite in sala. Oggi vi raccontiamo in anteprima di “Ema” diretto da Pablo Larraín. Una storia di libertà tra danza e fuoco, tra individualismo e maternità sullo sfondo della nostra contemporaneità.
La trama
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Valparaíso, Cile. Ema, una giovane ballerina di raggaeton, vuole separarsi dal marito e suo coreografo Gastón. Tra i due, infatti, la situazione precipita quando decidono di “riconsegnare” Polo, il loro figlio adottivo agli assistenti sociali dopo aver capito di non essere in grado né di crescerlo né di gestire i suoi atti di piromania già sfociati in tragedia. Ema, così, approfitta di questa situazione per spingersi oltre i limiti della sua danza, della seduzione e del suo modus vivendi nella speranza di superare il suo senso di colpa. Eppure tutto questo non impedirà alla donna di essere una lucida stratega e di mettere in atto un piano che le farà riavere tutto quanto ha perso… e con gli interessi.
Il trailer
Sul film
Ema, l’ultimo film di Pablo Larraín, dopo essere stato presentato in concorso alla scorsa edizione del Toronto International Film Festival e alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, arriva oggi nelle nostre sale distribuito da Movies Inspired.
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Si tratta di un film drammatico dalle tinte forti e intense: le stesse che si ritrovano nella riuscita fotografia curata da Sergio Armstrong e che, in alcuni momenti, riporta alla memoria le immagini e le luci del fotografo francese David LaChapelle. La protagonista Ema, infatti, poggia molto sugli elementi base del film che sono il fuoco e l’Arte o, più semplicemente, riassumerli con l’espressione “il fuoco dell’Arte”. Anche quando a causare tale incendio può essere bambino.
Pablo Larraín nella sua ultima fatica cinematografica smantella il concetto di famiglia valorizzando quello di Arte qui rappresentato, come appena accennato, dalla Danza e dal fuoco, che essa trasmette in chi la pratica e in chi la osserva. Ema in tutto questo è un’anima rivoluzionaria, che distrugge tutto quanto fa parte e potrebbe far parte della sua vita… distrugge per ricreare in un ciclo vitale e vizioso che non ha limiti né confini e dove tutto è ammesso e permesso. Non esistono regole oltre quelle di Ema. Si può scegliere esclusivamente se essere con lei o contro di lei. Si ama o la si odia. E questo vale sia per i personaggi del film sia per lo spettatore.
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Ema non è empatica e nonostante tutto il fuoco che brucia dentro di lei è fredda, quasi inespressiva, cova le sua ceneri e le sue fiamme sino ad esplodere nell’”incendio” finale quando, senza pensare a nessun altro all’infuori di sé, è decisa a riprendersi con tutti gli interessi quanto ha perso e non è stata capace di trattenere. Ema non è materna eppure è madre, prima adottiva poi biologica, una madre non naturale bensì meccanica e, forse, pronta a incendiare ancora.
Così la descrive Pablo Larraín,
Ema è un paradigma, eclettica rappresentazione di tutto ciò che può essere una donna: figlia, madre, sorella, moglie, amante e leader. Un personaggio energico, dotato di una sua bellezza e di singolare femminilità. È motivata da un incontenibile individualismo: è chiaro che sa ciò che vuole e sa sedurre chi la circonda per aggirare il destino.
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Il regista e gli attori sono stati molto bravi nel creare questa meccanicità all’interno della vicenda e nella psicologia dei personaggi i quali hanno tutti qualcosa da nascondere e di non detto. Nulla è naturale in questo film nemmeno il fuoco che viene creato con un lanciafiamme e la benzina. Tutti gli attori, inoltre, hanno lavorato mirando all’essenzialità ridotta ai minimi termini andando sempre in difetto senza puntare all’eccesso. Quest’ultimo viene reso dall’intensità dalla storia, dai suoi colori forti e densi, da questo trattenersi al massimo seppur il movimento e la danza siano molto presenti e, come si è già detto, anima viva di questo film. Il regista a tal proposito afferma con decisione che Ema sia
una testimonianza della società contemporanea. Le persone della generazione rappresentata nel film sono nate, probabilmente, in questo secolo o verso la fine del secolo scorso; è una generazione che danza senza alcun tipo di pudore, che si esprime attraverso il corpo e la musica in modo totalmente diverso dalla mia generazione. È il mio primo film ambientato nel Cile contemporaneo, in cui parlo di una generazione diversa dalla mia. Una cosa del tutto nuova. Un processo affascinante dal quale ho imparato molto.
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Anche per questo il film di Larraín è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione:
Abbandonando temporaneamente la rilettura della Storia del suo Paese per guardare al presente, Larraín fa a pezzi il concetto di famiglia, tra corpi danzanti, musica e scorribande notturne. Fascino magnetico, natura anti-sociale, donna e madre secondo regole proprie, Ema incendia, ama, crea e distrugge. La sua figura esile e potente rappresenta un nuovo, rivoluzionario, corrosivo modello femminile, in un film spiazzante e visionario, massima espressione del contemporaneo.
Voto 2/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Ema
Regia: Pablo Larraín
Sceneggiatura: Guillermo Calderón, Pablo Larraín, Alejandro Moreno
Cast: Mariana Di Girolamo, Gael Garcia Bernal, Santiago Cabrera, Giannina Fruttero, Catalina Saavedra, Mariana Loyola
Montaggio: Sebastián Sepúlveda
Fotografia: Sergio Armstrong
Musica: Nicolas Jaar
Distribuzione: Movies Inspired
Produzione: Fabula
Paese: Cile
Anno: 2019
Genere: Drammatico
Uscita: 2 settembre 2020
Durata: 102 minuti (colore)