“Crash” di David Cronenberg da oggi torna al cinema – in edizione restaurata – distribuito da Movies Inspired. La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta del ritorno sul grande schermo di questo cult che ha fatto discutere pubblico e critica.
Trama

James Ballard, produttore cinematografico, vive con la moglie Catherine una relazione aperta cercando incontri e rapporti con altre persone per poi raccontarsi le rispettive esperienze e mantenere viva l’attrazione sessuale. Una sera, a causa di una distrazione alla guida, Ballard perde il controllo dell’auto scontrandosi frontalmente con un’altra vettura su cui viaggiano la dottoressa Helen Remington e suo marito che muore sul colpo. Da quel giorno tutto sembra cambiare. Infatti, sia Ballard sia la dottoressa Remington, sono convinti che le auto e il traffico siano moltiplicati. Ma non solo. L’incidente ha innescato nelle loro menti una sorta di “psicopatologia benigna” portandoli a immaginare i disastri stradali come fossero rapporti sessuali tanto da volerli rivivere su strada così da aumentare il desiderio, l’esaltazione e la tensione fisica e sessuale. Nel frattempo James ha iniziato una relazione con Helen che, a sua volta, gli fa conoscere Vaughan. Quest’ultimo assieme al suo gruppo di “collaboratori” ricrea e ripropone i più grandi incidenti stradali come quelli mortali di James Dean e Jean Mansfield. Di questo stesso gruppo, inoltre, fa parte anche Gabrielle rimasta gravemente ferita da uno di questi incidenti “ricostruiti” (illegalmente) per un pubblico pagante.

Così, Helen, Catherine, James, Vaughan e Gabrielle decidono di spingersi sempre oltre pur di raggiungere il massimo dell’esaltazione e dell’appagamento fisico e sessuale alternando continue prestazioni erotiche (anche omosessuali) a incidenti stradali di cui sono protagonisti. Nel bel mezzo di questa girandola James vuole realizzare questo “gioco” anche con sua moglie: un mortale incidente stradale ovvero l’apice della soddisfazione dei sensi. Le due auto si scontrano, Catherine finisce fuori strada. È ferita. James le si avvicina e i due non perdono occasione per perdersi in un selvaggio amplesso tra le lamiere dell’auto rovesciata. E il gioco continua…
Il trailer
Sul film
A venticinque anni dall’uscita in sala dal 16 luglio torna nei nostri cinema- distribuito da Movies Inspired – Crash di David Cronenberg. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di James Graham Ballard, è stato presentato alla 49ͣ edizione del Festival di Cannes 1996 vincendo il Premio della Giuria (il cui Presidente era Francis Ford Coppola).

Si deve ammettere che Crash è un po’ diverso dai precedenti film diretti da Cronenberg: pensiamo, ad esempio, a La mosca (1986), La zona morta (1983), Il pasto nudo (1991) o M. Butterfly (1993). È pur vero che in questo film il regista riprende il discorso già affrontato in Videodrome (1983) ovvero quello del cambiamento e della fusione della carne, dell’uomo con la tecnologia. In Videodrome, infatti, lo strumento di tale mutazione è la televisione mentre in Crash questo stesso strumento è rappresentato dalle automobili. Due status symbol americani (e non solo).

In entrambi i film, però, vi è l’erotismo portato agli eccessi e trasformato in pornografia. In Crash numerosi, vari, eventuali e continui sono gli amplessi tra i protagonisti che non hanno nulla di sentimentale ma tutto di… meccanico. Perché, in fondo, è di macchine – anche umane – che si parla. Nemmeno di istinto animale. Solo di pura meccanica. E questo disturba lo spettatore come tutto ciò che viene esasperato e portato a livelli eccessivi. È pur vero che stiamo parlando dello stile di David Cronenberg ma un limite da non superare e uno sguardo in più rivolto allo spettatore deve pur esserci. Certamente il regista se avesse ammorbidito certe scene o ne avesse diminuito l’immediatezza nulla avrebbe tolto al valore, alla trama e all’estetica del film. Anzi, certamente avrebbe guadagnato numerosi punti a suo favore. Non c’è bisogno di disturbare “lo sguardo” o la visione per dire e trasmettere il proprio messaggio e la propria idea. Ciò non toglie che Crash resta uno dei film cult degli anni Novanta e della fine del secolo scorso. Ma siamo certi che questo sia merito del film, del suo valore, della sua qualità e non per quell’esasperato voyeurismo di cui una certo tipo di pubblico non sa fare a meno?

Pensiamo anche che, quando il film uscì in America, il pubblico non ha risposto positivamente facendo incassare al botteghino circa un terzo di quanto Crash era costato, ovvero nove milioni di dollari.
Cronenberg con Crash e con buona parte della sua filmografia ottiene di diritto un posto d’onore nel cinema iperrealista e postmoderno ma l’esasperazione della sua estetica – in questo caso – non ha giovato alla resa del film. Allo stesso modo non ha contributo l’interpretazione degli attori ferma alla sola superficie dei propri personaggi: la carne da modificare, da influenzare, alla continua ricerca del fare del proprio sé un autonoma, anzi, un ibrido, un androide (ricordiamo Ash di Alien?) fatto di pelle e robotica. Probabilmente era proprio questo ciò che voleva David Cronenberg ma… oltre alle scene di sesso in quanti ricordano il senso estetico del film? Che non si avesse altro da dire? O non si avesse altro modo di dirlo?

Sicuramente parlare di tutto questo a venticinque dall’uscita del film… è segno che tanto si deve ancora scoprire, comprendere, digerire, analizzare… E, in definitiva, quasi tutta la filmografia di David Cronenberg porta a questo risultato. Bene o male… il regista ha saputo creare terreni fertili di discussione, riflessione e di scambi di opinione. E il Cinema è anche questo.
Voto 2/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Crash
Regia e Sceneggiatura: David Cronenberg
Soggetto: dall’omonimo romanzo di James Graham Ballard
Cast: James Spader, Holly Hunter, Elias Koteas, Deborah Unger, Rosanna Arquette, Peter MacNeill, Cheryl Swarts, David Cronenberg
Montaggio: Ronald Sanders
Fotografia: Peter Suschitzky
Musica: Howard Shore
Distribuzione: Movies Inspired
Produzione: Alliance Communications Corp., TMN the Movie Network, RPC Recorded Picture Company, Téléfilm Canada
Paese: Canada, Regno Unito
Anno: 1996
Genere: Thriller, drammatico, erotico
Uscita: 16 luglio 2020
Durata: 100 minuti (colore)