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“Le Storie della Vera Croce”, l’arte di Luigi Presicce al Mattatoio di Roma

Nonostante la difficile situazione che stiamo vivendo, pian piano, l’Arte torna a vivere nella Capitale e ad accogliere i visitatori. Da oggi, 9 febbraio, anche il Mattatoio riapre al pubblico con la mostra “Le Storie della Vera Croce” di Luigi Presicce che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 2 maggio.

Luigi Presicce, “In hoc signo vinces” / Secondo quadro. Performance per un solo spettatore
Villa Cicognani, Roma

Il Mattatoio riapre al pubblico il 9 febbraio con Le Storie della Vera Croce di Luigi Presicce, secondo progetto del programma triennale Dispositivi Sensibili a cura di Angel Moya Garcia. Il progetto raccoglie un ciclo di dieci episodi, iniziato nel 2012 e intitolato Le Storie della Vera Croce, che compone un’unica grande opera esposta per la prima volta nella sua totalità. Dieci capitoli, formati da un totale di diciotto performance presentate in forma di video, in cui la pittura diventa il centro nevralgico dell’impianto espositivo. Tra questi rientra una nuova produzione dell’artista, realizzata negli scorsi mesi nell’ambito del programma di residenze produttive Prendersi cura in corso al Mattatoio e sostenuta da Azienda Speciale Palaexpo, che si aggiunge ai video delle precedenti performance.

Le Storie della Vera Croce dilaterà la sua articolazione iniziale in un palinsesto composto da sei tableaux vivants intorno a cui un gruppo di artisti sarà invitato a creare delle sedute di pittura dal vivo, dialoghi di approfondimento, una rassegna cinematografica e giornate in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Luigi Presicce, “La caduta di Atlante con Legno a lato diritto e gallo a lato manco”. Prima parte –
Performance per piccoli gruppi di spettatori, accompagnati Chiostro del Convento di San Francesco, Bergamo

Il ciclo Le Storie della Vera Croce prende ispirazione dalle omonime vicende del Sacro Legno tratte da La Legenda Aurea di Jacopo Da Varagine (1228-1298) e dalla Sacra Bibbia. A questi due testi hanno fatto riferimento Agnolo Gaddi (1350-1396) e Piero Della Francesca (1416-1492) nella realizzazione di due dei più significativi cicli pittorici dell’arte italiana del ‘300 e del ‘400, rispettivamente in Santa Croce a Firenze e in San Francesco ad Arezzo. Luigi Presicce, attraverso dieci tappe, ripercorre e affronta su piani paralleli episodi della storia del Sacro Legno intrecciandoli con avvenimenti e personaggi storici e contemporanei di rilevanza socio-politica, simbologie alchemiche e di natura esoterica. Le guerre e i conflitti originati da motivazioni religiose, politiche, culturali ed economiche che hanno attraversato la storia ritornano così in un presente che non riesce a svincolarsi da queste problematiche ataviche. I tempi incerti che ci sovrastano sono caratterizzati da una quotidianità che viene sistematicamente sommersa da tentativi di destabilizzazione: una ricerca di predominio, controllo e imposizione di determinate ideologie che segna l’urgenza e l’attualità del progetto di Luigi Presicce per gli spazi del Mattatoio.

Luigi Presicce, “Sant’Elena ritrova e riduce in pezzi il Sacro Legno”. In collaborazione con Maurizio Vierucci (Oh Petroleum)

Seguendo una ricerca legata a media spesso molto differenti tra loro come la pittura e la performance e accostando mitologia, storia, superstizione e religione, il dispositivo di Luigi Presicce alterna la rappresentazione in formato video delle sue performance con una maniacale ricerca sulla pittura. Dallo spegnimento dei video nascono performance, incontri e proiezioni cinematografiche incentrate sulla pittura dal vivo e sui tableaux vivants, attraverso un’eclettica trama di citazioni e rimandi in cui l’artista mescola cultura popolare e culti misterici, folklore e sacralità, storia antica e contemporanea in modo completamente libero e autonomo. Presicce da una parte dedica una costante attenzione all’uomo e alla sua ricerca verso l’immateriale, dall’altra propone una riflessione sul ruolo che la figura dell’artista assume all’interno di questo percorso. In questo modo, il Padiglione 9B del Mattatoio si trasforma in uno spazio che invita il visitatore a costruire il proprio percorso iniziatico di attenzione alla storia, alla conoscenza e a un retaggio culturale ormai nebuloso, ma imprescindibile nella nostra definizione identitaria, che si staglia e ritorna attraverso una composizione estetica studiata con una minuziosa ossessione.

Dispositivi Sensibili

Luigi Presicce, “Si sedes non is” -(L’entrata planetaria di Eraclio a Gerusalemme/La sparizione del chimico e del Sacro Legno/ Sequestro e tortura dell’ebreo a Monaco). In collaborazione con Jonatah Manno

Il progetto Le Storie della Vera Croce di Luigi Presicce è il secondo capitolo del programma triennale Dispositivi Sensibili, ideato da Angel Moya Garcia per il Mattatoio di Roma e incentrato sulla convergenza fra metodi, estetiche e pratiche delle arti visive e delle arti performative, attraverso un modello di presentazione che si evolve costantemente.

La mostra è stata resa possibile grazie alle istituzioni e alle persone che hanno supportato e contribuito allo sviluppo del ciclo Le Storie della Vera Croce dal 2012 come Watershed/Intramoenia Extra Art, Barletta; MACRO, Roma; Arte a Capo, Gagliano del Capo (LE); The Blank, Bergamo; ArtOnTime, Castello in Movimento, Fosdinovo (MS); Museo Marino Marini, Firenze; Centrale Fies, Dro (TR); MAGA – Museo di Arte di Gallarate; Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prender-si cura. Si ringrazia in particolar modo Francesco G. Raganato e Daniele Pezzi per la realizzazione e la concessione dei video.

Le Storie della Vera Croce fa parte di ROMA Culture (culture.roma.it) sotto l’indirizzo dell’Assessorato alla Crescita Culturale.

Luigi Presicce

Luigi Presicce è nato a Porto Cesareo (Lecce) nel 1976, vive e lavora a Firenze.

Luigi Presicce

Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce, scegliendo deliberatamente di non discutere la tesi. Il suo lavoro è stato decisamente influenzato dai suoi studi indipendenti. Nel 2007 ha partecipato al Corso Superiore di Arti Visive (CSAV) presso la Fondazione Antonio Ratti di Como con l’artista americana Joan Jonas. Nel 2008, nell’ambito di Artist in Residence, ha partecipato al workshop in Viafarini a Milano con l’artista americano Kim Jones. A Milano, nel 2008 ha fondato (con Luca Francesconi e Valentina Suma) Brownmagazine e in seguito Brown Project Space, per il quale ha curato la programmazione. Nel 2011 con Giusy Checola e Salvatore Baldi ha fondato a Lecce Archiviazioni (esercizi di indagine e discussione sul sud contemporaneo). Nel 2012 ha preso parte ad Artists in Residence al MACRO, Roma, estendendo il suo invito ad altri nove artisti (Laboratorio). Dal 2010, con Luigi Negro, Emilio Fantin, Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti è coinvolto nel progetto Lu Cafausu che promuove La festa dei vivi (che riflettono sulla morte) e con il quale è stato invitato da AND AND AND a dOCUMENTA13, Kassel. Dal 2016 è membro fondatore della Fondazione Lac o le Mon, San Cesario di Lecce.

Luigi Presicce

Con Francesco Lauretta dal 2017 fa parte della Scuola di Santa Rosa, una libera scuola di disegno basata a Firenze e New York. È stato selezionato per lo Studio Program 2018 presso Artists Alliance inc, New York e TAD Residency al Monastero del Carmine, Bergamo e Lacasapark, Gardiner, NY nel 2019. Ha ideato e curato nel 2018 e 2019 Simposio di pittura, presso la Fondazione Lac o le Mon, una residenza/piattaforma centrata sulla pittura italiana degli ultimi 30 anni. Ha curato nel 2018 Extemporanea-play, presso Trebisonda Spazio per l’Arte Contemporanea, Perugia e Forme uniche nella continuità dello spazio, presso Rizzuto Gallery, Palermo, nel 2019 Facciatosta Records, di Enne Boi presso Toast project space, Firenze. Luigi Presicce è attualmente impegnato in una scuola di formazione itinerante chiamata L’Accademia dell’immobilità che si basa sullo sviluppo della memoria, l’armonia e la responsabilità applicate alla performance. Tale progetto formativo è al centro del laboratorio, a cura di Ilaria Mancia, in programma dal 5 al 14 febbraio nell’ambito del Master PACS (Arti Performative e Spazi Comunitari) promosso da Azienda Speciale Palaexpo e dalla facoltà di Architettura dell’Università Roma 3, negli spazi della Pelanda del Mattatoio.

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