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Letto per voi… “Storia di cento occhi” di Stefano Tevini

"Storia di cento occhi" di Stefano Tevini (Safarà Editore)
“Storia di cento occhi” di Stefano Tevini (Safarà Editore)

Un romanzo in bilico tra distopia, fantascienza e fiction che racconta un possibile e futuribile rapporto uomo/macchina. Ma cosa accade quando la macchina (ri)trova nell’uomo la sua natura?

La trama

A.R.G.O. è un prototipo della società Sicurever, leader incontrastata nel settore della sicurezza. Si tratta di un prototipo, di un incontro uomo/macchina, a metà strada tra il “Big brother” di orwelliana memoria e il RoboCop portato sul grande schermo da Paul Verhoeven nel 1987.

Questo progetto, però, ha l’anima di un essere umano. Infatti, vi è un ragazzo che sentendosi sconfitto dalla vita e, in qualche modo dall’umanità, decide di lasciare tutto e di iniziare una nuova vita. Meccanica. L’uomo, così, si offre volontariamente all’espianto del cervello e di una parte del sistema nervoso centrale. Ed è così che tale volontario diventa A.R.G.O, ovvero un Apparato di Registrazione e Gestione delle Ostilità. In tal modo la macchina diventa un vero e proprio occhio sulla città monitorandone il grado di sicurezza e inviando segnalazioni e allarmi alle autorità competenti in caso di pericolo.

Stefano Tevini (Ph. A. Marchionni)
Stefano Tevini (Ph. A. Marchionni)

Il progetto sembra svilupparsi a gonfie vele ottenendo anche un discreto successo al programma televisivo Spotlight dove – un poco sopra le righe – si raccontano dei efferati omicidi e dei pericoli che la società sa offrire. Tutto, però, sembra cambiare quando A.R.G.O. inizia a ricevere dei racconti firmati da un certo Stefano nei quali è raccontata la sua storia. Soprattutto della sua vita precedente. Quando era un ragazzo normalissimo, con una vita normalissima… una fidanzata, un lavoro, problemi da risolvere… Da questo momento la macchina sembra riscoprire il suo lato umano e sembra andare in tilt. In questo ragazzo, infatti, l’uomo/macchina ritrova quella parte di se stesso che ha volontariamente fatto asportare e ritrova quel suo io ormai così lontano. Ma non dimenticato. Così, cosa accade se la macchina può incontrare l’uomo che in qualche modo lo ha inventato e raccontato come nessun altro avrebbe potuto fare?

 Il libro

Il mio nome è Apparato di Ricezione e Gestione delle Ostilità, ma potete chiamarmi A.R.G.O., sono un prodotto Sicurever, soluzioni per la vostra sicurezza. Adesso provateci, a ricambiare lo sguardo di quel teleobiettivo fisso su di voi. Potreste scoprire che non siete soli. Mai. (Stefano Tevini, Storia di cento occhi)

Lo scorso 26 ottobre la Casa Editrice Safarà Editore ha pubblicato il romanzo di Stefano Tevini dal titolo Storia di cento occhi. Si tratta di una storia in bilico tra fantascienza, distopia e science fiction. L’Autore bresciano ci porta in un futuro futuribile sospeso nel tempo la cui realtà non sembra poi così tanto lontana dalla nostra. In questo tempo, infatti, vi sono reality show in cui chi vince ottiene in premio la morte o programmi in cui assassinii, omicidi, stragi divengono un vero e proprio spettacolo da ammirare a bocche spalancate. È in questa atmosfera dai colori grigi e dal sapore metallico che si muove il progetto A.R.G.O. creato per la sicurezza nazionale dalla cancellazione di un’identità e di una vita umana.

Safarà Editore
Safarà Editore

Lo scrittore bresciano ha un grande talento nel costruire questa ambientazione e questa atmosfera che riportano alla mente i colori, la costruzione e disegni immaginari simili a quelli del film Sin City, ovvero di un fumetto. Insomma, un film che si presterebbe molto alla trasposizione cinematografica tanto bene sono (de)scritti e raccontati personaggi e ambienti. E tutto questo avviene con grande semplicità, con colori netti, senza indecisione alcuna, con un’ottima capacità narrativa e identità stilistica. Ma c’è un tratto che rende ancor più distintivo il racconto e la narrazione della Storia dei cento occhi ed è la stessa onnipresente presenza ma mai invasiva o deleteria dello stesso Autore. Stefano Tevini, infatti, oltre a prestare a uno dei suoi protagonisti il suo nome impreziosisce ogni pagina della sua passione per il fumetto e per la scrittura del racconto che divengono la spina dorsale dello stesso romanzo.

 Incontro con l’Autore

Stefano Tevini è uno scrittore bresciano classe 1981 che da wrestler è passato alla scrittura con grande successo e fortuna. Tra i suoi libri ricordiamo Vampiro Tossico e Testamento di una Maschera (La Ponga Edizioni), fa parte del circolo Anonimo Scrittori e recensisce fumetti per la rivista Nocturno.

Ma lasciamo che sia proprio Stefano a raccontarci un poco di sé, della sua scrittura, del suo percorso narrativo e dei suoi progetti attraverso questa piacevolissima intervista che mi ha concessa con tanta cortesia.

"Storia di cento occhi" di Stefano Tevini
“Storia di cento occhi” di Stefano Tevini (Safarà Editore)

Come è nato il suo interesse per la scrittura? Qual è stato il passaggio da wrestler a scrittore?

Sono un lettore famelico dall’età di nove anni circa. Ho iniziato con Dylan Dog, e non ho mai smesso. Fin da subito ho fantasticato di provarci, ma inizialmente non davo peso all’idea. Ho passato l’adolescenza a cercare una forma di espressione artistica senza ottenere risultati apprezzabili. Poi, appena terminata l’università, a ventitré anni, ho scoperto Anonima Scrittori, un collettivo letterario di cui ho fatto parte fino alla chiusura, dieci anni dopo, grazie al quale ho mosso i primi passi concreti nella scrittura. I primi racconti brevi, i reading, i concorsi, i progetti collettivi mai portati a termine, uno con Antonio Pennacchi. Nel mentre, con gli altri teppisti di Anonima Scrittori, viaggi in giro per l’Italia, discussioni animate nel cuore della notte, tanta amicizia. Una bellissima esperienza umana, una palestra di scrittura e un’esperienza pionieristica.

Il wrestling lo seguivo da piccolino e, un paio di volte, ho seguito gli spettacoli di una federazione italiana. Ho scoperto l’esistenza di una rete di poli di allenamento e di un lottatore bresciano, così ho pensato di far gruppo con altre persone e chiedere l’apertura di un corso a Brescia.

Wrestling e scrittura sono molto più vicini di quanto non si creda, due forme di narrazione complesse e articolate. Il wrestling, di fatto, è scrittura su più livelli, a mio avviso almeno tre, e di tanto in tanto tengo addirittura una lezione sull’argomento.

Quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Stefano (a parte il nome)? Voglio dire, onnipresente è la passione per la scrittura ma anche per il fumetto… passioni che lei vive e alimenta nella realtà. E nella stessa costruzione della storia e del suo protagonista sembra proprio esserci il tratto del fumetto. Quanto ha influito tutto questo nel suo lavoro di stesura e di creazione?

Meno di quanto si pensi. C’è un racconto all’interno del romanzo, Apparato di Sicurezza. All’inizio esisteva solo quello, ed era parte di una raccolta che mandavo in giro per editori. Il mio primo libro, poi diventato la raccolta Riassunto delle Puntate Precedenti per i tipi di Augh! Edizioni. In quel racconto c’è A.R.G.O., che è una creazione di grande impatto, ma il racconto di per sé molto statico. Quando la redazione di Safarà mi ha chiesto di scrivere un romanzo partendo da quel racconto, ho avuto bisogno di creare un contrappeso ad A.R.G.O., qualcosa che imprimesse un movimento all’opera, tale da giustificare il romanzo stesso. Il risultato è Stefano, che sì, è uno scrittore come me, ma molto più chiuso, scontroso e solitario. Io ho una vita sociale attiva, sono sempre in giro e a volte mi chiedo dove lo trovo, il tempo di leggere e scrivere tanto. Forse è quanto di ombroso e lunare c’è in me, una specie di ombra in negativo dello Stefano reale.

Storia di cento occhi
Storia di cento occhi

La mia scrittura certamente incorpora i meccanismi del fumetto, il suo procedere per cesure, una retorica fatta di immagini, per quanto più cinestetiche che visive. Il fumetto è parte consistente della mia struttura di lettore quindi, inevitabilmente, della mia struttura di scrittore.

La stesura del romanzo è stata a singhiozzo per motivi logistici miei e di Safarà, quasi cinque anni sono passati dalla firma del contratto alla pubblicazione, sia io che la casa editrice ci siamo lasciati crescere, io nel frattempo ho scritto due romanzi e Safarà è diventata una realtà in crescita e affermazione in un mercato difficile. Ci siamo fatti le ossa. Il tempo di stesura vero e proprio, mettendolo in fila, è di cinque o sei mesi, in linea con gli altri romanzi a cui ho lavorato e sto lavorando.

Come è nata l’idea di questo personaggio in bilico tra umano e macchina che strizza non poco al Grande fratello che tutto osserva e tutto sa?

Banalmente, durante un corso di scrittura. Ho un’immaginazione fervida e le tematiche sociali e politiche mi appassionano. Ho l’indole dell’anarchico fortemente autodisciplinato e sono sensibile al controllo invasivo e subdolo che il potere esercita sulle nostre vite. Per uno dei racconti richiesti come compito per una lezione, è saltato fuori quello che sarebbe diventato l’embrione del romanzo, questo personaggio orwelliano.

Stefano Tevini
Stefano Tevini

Parlando di Libri e Letteratura: il suo libro/Autore preferito e perché?

Molti, e diversi a seconda dei periodi. Albert Camus, su cui ho scritto la tesi di laurea, che amo per il suo mischiare letteratura e filosofia, per l’umanità forte e profonda. Jean Claude Izzo, suo erede marsigliese nel mondo del noir, un autore che con la vita fa a pugni e fa l’amore allo stesso tempo. Chuck Palahniuk, per la sua rilettura surreale ma lucida del contemporaneo, vicina alla mia. Ballard, per come interpreta il rapporto fra la natura umana profonda e il mondo che la circonda. Jack Kirby, per le sue tavole epiche e ribollenti di energia. Stan Lee, il vero Omero contemporaneo. Grant Morrison, il fumettista che mi ha insegnato il potere delle idee e la possibilità di ingegnerizzarle al meglio. La letteratura è un mondo fantastico, sterminato, da perdercisi.

Quali sono i suoi prossimi progetti nel campo della scrittura?

Sicuramente il mio futuro di scrittore vede un rapporto solido con Safarà Editore. Ci siamo corteggiati a vicenda, ci siamo aspettati e abbiamo una reciproca considerazione molto, molto alta. Sto terminando un romanzo distopico estremamente duro e graffiante, poi mi dedicherò a un altro romanzo, di taglio politico, sulla cultura del risentimento e sulla periferia come stato mentale collettivo. Nel frattempo, sto strutturando una nuova raccolta di racconti e ho un progetto, per ora in fase embrionale, nel campo del wrestling.

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