La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di proporvi la visione del film “Il lago delle oche selvatiche” diretto dal regista cinese Diao Yinan presentato in concorso al Festival di Cannes 2019 e da oggi al cinema. Un omaggio al cinema noir in piena regola!
La trama
Appena uscito di prigione Zhou Zenong, capobanda di una gang di ladri di motociclisti, si ritrova coinvolto in una rissa esplosa durante una “riunione” tra i suoi “colleghi”. Per le band che si spartiscono il territorio è necessario un regolamento di conti durante il quale Zhou Zenong, uccide un poliziotto. Le autorità aprono una vera e propria caccia all’uomo ponendo una taglia per la cattura dell’uomo.
Quest’ultimo decide di sacrificarsi e di farsi denunciare dalla moglie cosicché possa riscuotere il denaro. All’appuntamento fissato, però, si presenta un’altra donna. Il suo nome è Liu Aiai. È una “bagnante” ovvero una prostituta che lavora nei pressi del lago delle oche selvatiche di Wuhan ed è disposta a tutto pur di riconquistare la sua libertà. E quella di Zhou Zenong. In una situazione limite come la loro la parola d’ordine è sopravvivere. Ma quali altri eventi sono in serbo per loro?
Il trailer
Sul film
Oggi 13 febbraio esce nelle nostre sale – distribuito da Movies Inspired – il film Il lago delle oche selvatiche diretto dal regista cinese Diao Yinan e presentato in concorso alla scorsa edizione del Festival di Cannes.
Dopo aver conquistato l’Orso d’Oro alla Berlinale del 2014 con il film Fuochi d’artificio in pieno giorno, Diao Yinan convince ancora con questo suo ultimo lavoro che vuole essere un vero e proprio omaggio al cinema noir classico, allo splatter e, se vogliamo, a un certo cinema neorealista. Il regista, infatti, porta in scena una guerra tra poveri (ladri, criminali, delinquenti, prostitute) della periferia più profonda della regione di Wuhan, nota come la regione dei cento laghi.
È in questo contesto che Diao Yinan fa muovere i suoi personaggi che, dopo un iniziale e poco chiaro flashback, prendono forma, peso e consistenza all’interno della vicenda che prende letteralmente vita. In fondo è proprio del noir classico l’utilizzo di tale tecnica narrativa nonché di un omicidio “già accaduto” cui la narrazione si allaccia (pensiamo a La fiamma del peccato, Viale del tramonto ma anche al piccolo schermo e ad epoche decisamente più recenti con il Tenente Colombo).
Del noir ci sono tutte le tinte scure, i giochi di ombre, le inquadrature strette sui dettagli (oggetti, occhi) conferendo al montaggio un ritmo decisamente più serrato che va ad alternarsi all’azione un tantino più fluida dei campi lunghi.
Si è accennato anche al neorealismo e di questo il regista cinese prende l’atmosfera delle periferie, della criminalità, della povera gente e dei “ragazzi i vita”, poi raccontati anche da Pasolini negli anni Sessanta. In questo senso, significativa è la scelta del regista di mostrare i poliziotti in borghese che si mescolano alla gente comune, ai ladri, ai criminali (con finte magliette Versace e sdrucite T-shirt Adidas con il numero 9 del calciatore Batistuta) così da far notare quanto, chi da una parte chi dall’altra, siano tutti fatti della stessa sostanza e condividano lo stesso spazio.
Dalla realizzazione di questa operazione cinematografica Diao Yinan ne esce assolutamente vincitore forte anche di un (ab)uso intelligente dello splatter (teste mozzate e ombrelli che si aprono che trafiggono corpi) e di un tributo al cinema di Bruce Lee. È pur vero che la pellicola ha dei suoi limiti quali le interpretazioni monocorde degli interpreti, un avvio sin troppo intricato della vicenda e una sceneggiatura assai debole e vaga. Ciò non toglie, inoltre, il merito al regista di portare sul grande schermo una delle realtà della regione di Wuhan di cui in questi giorni si parla quotidianamente per essere il focolaio del Coronavirus fornendocene un diverso punto di vista.
Non è un caso che Il lago delle oche selvatiche sia stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione:
Diao Yinan porta una prospettiva poetica e un’estetica affascinante in un noir dalla efferata violenza, che diventa anche l’occasione per un’esplosione di riflessioni sulla modernità cinese. Una sarabanda del caos, dove a dominare è il senso di impotenza e di morte: il regista si riappropria del “genere”, senza per questo smarrire il contatto con la realtà.
Voto 2,5/5
Scheda tecnica
Titolo originale: 南方车站的聚会 – Nánfāng chēzhàn de jùhuì
Genere: Thriller, noir, azione
Regia: Diao Yinan
Sceneggiatura: Diao Yinan
Cast: Hu Ge, Gwei Lun-mei, Liao Fan, Wan Qian, Qi Dao
Montaggio: Jinglei Kong e Matthieu Laclau
Musica: B6
Fotografia: Jingsong Dong
Costumi: Liu Qiang, Li Hua
Produzione: Green Ray Films con Memento
Distribuzione: Movies Inspired
Paese: Cina, Francia
Anno: 2019
Durata: 113 minuti
Uscita in sala: 13 febbraio 2020