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Letto per voi… “Qualcuno si ricorderà di noi” di Alessia Pizzi

La Rubrica online “Piazza Navona” ha il piacere di proporvi la lettura del testo teatrale “Qualcuno si ricorderà di noi” di Alessia Pizzi (FusibiliaLibri). Un incontro tra passato e presente, tra poetesse dell’antica Grecia e Google che diviene spunto di riflessione sull’emancipazione femminile. E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Alessia Pizzi, “Qualcuno si ricorderà di noi” (FusibiliaLibri, 2020)

Qualcuno si ricorderà di noi è un atto unico di Alessia Pizzi in cui passato e presente si incontrano e si scontrano.  Erinna, Anite e Nosside, poetesse rispettivamente del IV secolo a.C circa e del III secolo a.C., vengono (ri)svegliate da un campanello: è Google! Così, il motore di ricerca più famoso al mondo inizia a intessere con le donne un interessante e surreale dialogo colmo di battute e importanti spunti di riflessione supervisionati e avallati da Saffo, la madre letteraria di tutte: la celebre poetessa greca del V secolo a.C., colei che nei suoi versi ha affermato: Un giorno qualcuno si ricorderà di noi. Anni, decenni, secoli, millenni sono trascorsi eppure la Storia è ancora la stessa… Donne che faticano a far riconoscere ai più il proprio lavoro, la propria professione, la propria Arte. Donne la cui fama e la cui intelligenza è stata offuscata da quelle maschili. La Storia è passata lasciando dietro di sé una spessa coltre di polvere ma queste donne sono ancora tra noi e con noi…

Sul libro

Nell’ottobre 2020 la Casa Editrice FusibiliaLibri pubblica nella Collana “Palco” e in una prima tiratura numerata a mano l’atto unico Qualcuno si ricorderà di noi di Alessia Pizzi, giornalista, scrittrice e fondatrice del sito di approfondimento culturale CulturaMente.

FusibiliaLibri

Si tratta di un testo teatrale molto particolare, interessante, colmo di (s)punti di riflessione e di mordaci battute riferite alla memoria corta e alla scarsa riconoscenza – di ieri e di oggi  – nei riguardi dell’universo femminile e del suo Genio, delle sue capacità, del suo valore.

Un testo femminista? Assolutamente sì. Ma nella giusta misura. Un’ulteriore freccia infuocata scagliata da Alessia Pizzi, da anni ormai impegnata nella diffusione della Storia delle Donne, contro quel muro coperto da rami e foglie secche di una mentalità chiusa, miope, non attenta al valore delle Donne che sono senza Tempo e hanno contribuito a rendere unica la Storia.

Erinna, Anite, Nosside e Saffo in testa è il quartetto protagonista di questa breve opera teatrale. Esse rappresentano la Poesia, la Storia e, appunto, l’essere Donna tra il V e il III secolo a.C. a fare da contraltare a questo poker di donne vi è Google… proprio lui: il motore di ricerca e unico “uomo”. In realtà, quest’ultimo infonde di coraggio a queste donne che la stessa Poesia, la Letteratura e la Storia hanno sempre un po’ bistrattato senza comprenderle sino in fondo. Non a caso riferisce loro che Erinna, Anite e Nosside sono state tra le parole chiave più ricercate sul web nel 2017. Oltre duemila anni dopo. Eh sì, perché secoli addietro (ma anche solo qualche decennio addietro) le donne non potevano scrivere figurarsi se comporre versi d’amore e di sentimenti o addirittura epigrammi!

Google

Nella migliore delle ipotesi si veniva considerate delle prostitute oppure paragonate alla bravura degli uomini (Omero in gonnella!) Insomma, le donne non sono mai state considerate né trattate in base al loro essere e al loro operato. Forse, solo Saffo è riuscita in questo e pagando un caro prezzo, venendo definita Impudica puella, decima musa per non dire poetessa, additata come lesbica in una società (quella greca) in cui la bisessualità era considerata senza pregiudizio alcuno. Insomma, le stranezze della Storia. Anzi, degli uomini che hanno parlato (e parlano) a suo nome.

Saffo in questo testo teatrale è l’unica tra le donne ad avere coscienza e conoscenza di cosa è il presente, delle lotte, delle conquiste e delle altre lotte che spettano alle donne, della fatica nella conquista della propria autonomia e di quanto questa indispettisca e spaventi gli uomini… alcune vengono uccise per questo. Ecco: in un certo senso, seppur in modo diverso, il V secolo a.C., non è poi così lontano…

Busto di Ipazia

Ed è tutto questo che affronta Qualcuno si ricorderà di noi di Alessia Pizzi. Un atto unico scritto con intelligenza, arguzia, astuzia strizzando l’occhio a un certo cinismo e tirando sfilettate a quel maschilismo e a quell’ottusità su cui parte della Storia e delle Arti sono costruite. Il testo della Pizzi è una picconata in tal senso a questo muro tirato su per sentito dire, per timore, per disprezzo, per qualche complesso di inferiorità nei riguardi dell’universo femminile che debole non lo è mai stato. Questo la Storia lo insegna… basta saperla osservare e ascoltare.

Alessia Pizzi ha dato voce a un poker di Donne la cui ricerca si spera vada oltre Google facendo sì che ragazze e ragazzi di oggi le incontrino, che stringano amicizia e che insieme (ri)costruiscano un importante tassello poetico e storico… che la speranza di Saffo non vada perduta. Anzi, non è andata perduta perché, Amiche, Donne, Poetesse, Scienziate… noi ci ricordiamo di voi… le vostre voci divengono le nostre. E intanto la Storia e le battaglie, le nostre, continuano…

Ricordiamo che Qualcuno si ricorderà di noi è possibile acquistarlo attraverso le piattaforme online o accedendo direttamente nel sito della Casa Editrice https://www.fusibilia.it/qualcuno-si-ricordera-di-noi-alessia-pizzi/

Incontro con l’Autrice

La giornalista e scrittrice Alessia Pizzi (Ph. Francesca Blasi)

Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?

Non so se è mai avvenuto un incontro: da sempre mi siedo e scrivo. Nel caso delle poesie è quasi uno sfogo. Poi negli anni è arrivato il racconto breve, e poi, non so come, il testo drammaturgico di Qualcuno si ricorderà di noi.

Come è nato il testo teatrale Qualcuno si ricorderà di noi?

Da anni portavo in giro per l’Italia gli studi per la mia tesi di laurea magistrale in lettere classiche: raccontavo le voci dimenticate dell’antichità, le figlie letterarie di Saffo. Erinna, Anite e Nosside –  che a scuola non si studiano – ho pensato di leggerle, di raccontarle. Poi nel corso degli anni, grazie a tante persone che ho incontrato, ho pensato anche di portarle a teatro. In tre sedute casuali è nato questo testo. Posso dire che l’ho vomitato. Dulcis in fundo, il mio amico Francesco Fario, che è attore e regista, ne ha curato la regia.

Sperando questa emergenza sanitaria passi presto e che a breve si possa a tornare ad abbracciarci: quando potremmo vedere a teatro la rappresentazione del suo testo?

CulturaMente

Speriamo presto: vorrei che Francesco ne curasse la messa in scena. Ci sono tante attrici di teatro anche nella redazione di CulturaMente: le coinvolgerei senz’altro. Lo vedrei benissimo nelle scuole.

In che modo è riuscita a far comunicare il classico con il moderno, le voci femminili dell’antichità con Google?

Qualunque cosa oggi è raccolta da Google nella sua grande biblioteca. Internet è democratico e dà voce anche a chi è stato dimenticato e censurato dalla Storia, come le donne, ad esempio. Le poetesse oggi sono finalmente cercate online dalle persone, per questo è proprio Google a risvegliarle, insieme a Saffo, per avvisarle di questo fatto meraviglioso, di questa seconda opportunità.

Busto si Anite, pera di Francesco Jerace (1920)

La sua Laurea in Filologia classica e il suo impegno nel femminismo e nel ricordo, soprattutto, delle Donne dimenticate anche dalla Storia quanto hanno influito e condizionato il suo progetto?

Naturalmente è stata la base di tutto. Sarò sempre grata a quel periodo passato ad Oxford a studiare le donne antiche. Solo nella patria dei Gender Studies avrei potuto accedere ai materiali preziosi che in Italia non ci sono. Ancora oggi gli studenti mi scrivono per sapere dove li ho reperiti: mi trovano sul web perché sono l’unica a raccontare queste donne online. Alcuni temi proprio non riescono ad uscire fuori dall’Accademia, ed è un vero peccato.

Le voci delle sue protagoniste pur provenendo dall’antichità sono estremamente attuali. Quanto si può fare oggi per migliorare la condizione femminile e per far sì che venga, a ogni livello e in ogni ambito, rispettata e riconosciuta come merita?

Credo che l’ascolto reciproco sia un passo avanti. Anche gli uomini ne hanno bisogno. Non mi piacciono i cori di sole donne, perché emulano la prevaricazione di cui siamo state vittime. Il futuro è mano nella mano.

Alessia Pizzi, “Qualcuno si ricorderà di noi” (FusibiliaLibri, 2020) – Ph. Davide Massimo

Quali sono state le difficoltà riscontrate in fase di stesura del testo?

Nessuna: è stata un’esigenza riversata su un documento di word. Da anni mi frullava in testa e poi, ad un certo punto, è diventata realtà. Anche la presenza di Google mi è venuta naturale per il mio lavoro di Consulente di Digital Marketing: lavoro tutto il giorno con i motori di ricerca!

Uno dei punti di forza di Qualcuno si ricorderà di noi sono l’ironia e la disarmante verità di una Storia che sembra non cambiare mai. Tra passato e presente, tra teatro classico e contemporaneo come è possibile attuare questo scambio intellettuale, culturale e morale?

Sono fermamente convinta che siamo ciò che eravamo. Io sono Erinna, tu sei Anite, la ragazza che cammina per strada è Nosside. Per questo sto portando il testo nelle scuole, credo possa essere molto utile a spiegare che il sessismo linguistico non è nato con sindaca; che la violenza di genere esiste da secoli; che la donna è stata sempre “silenziata”. La storia è la chiave di lettura per comprendere il presente e l’ironia è uno strumento per alleggerire il racconto…e la vita.

Alessia Pizzi, “Qualcuno si ricorderà di noi” (FusibiliaLibri, 2020)

Quali sono le opere, i libri, gli Autori e le Autrici che hanno formato il suo essere scrittrice e lettrice?

I classici greci e latini, sicuramente. Non riesco a scrivere componimenti lunghi, e negli ultimi anni prediligo la lettura di tragedie, commedie e poesie antiche, che infatti sono piuttosto brevi. Ho letto sempre tanto e di tutto, ma ultimamente ho difficoltà con i romanzi, preferisco i saggi. Mai e poi mai avrei creduto di scrivere un pezzo per il teatro, non so davvero come spiegarmelo.

Le grandi Donne di ieri, molte delle quali purtroppo dimenticate o trascurate dalla memoria storica, quale eredità ci hanno lasciato e da dove si può (ri)partire per continuare con coraggio e determinazione quanto hanno iniziato per noi donne di oggi?

L’eredità del silenzio è più forte di mille censure. La loro voce è la nostra voce: ricordiamole, parliamo di loro, e conserviamo il dono più grande. Noi che sappiamo cosa vuol dire essere zittite, portiamo con noi il grande dono dell’ascolto, o almeno dovremmo. Non posso dire che tutte le donne lo abbiano ereditato, effettivamente.

La giornalista e scrittrice Alessia Pizzi

Se potesse esaudire questo desiderio: con quale Donna del passato vorrebbe avere la possibilità di parlare e confrontarsi? E perché?

La prima che mi è venuta in mente è Cleopatra, anche se forse quella più interessante sarebbe Saffo, di cui si sa poco e nulla. Poi c’è Ipazia che dovrebbe spiegarmi come dirigeva la scuola di Alessandria a soli 30 anni, ad esempio…

Sino a questo momento abbiamo “solo” parlato di donne. Ma gli uomini, secondo lei, in che modo potrebbero impegnarsi ed essere “educati” al rispetto del femminile in ogni sua sfaccettatura?

Gli uomini devono aprirsi. Anche loro sono vittime del patriarcato con questa smania di dover essere utili, di dover essere sempre vincenti. Basterebbe essere nostri complici. Quando afferrano questo concetto diventano davvero preziosi per noi donne. Meno utilità, più ascolto e supporto. Altrimenti restano degli eroi omerici: affettivamente muti.

Alessia Pizzi, “Qualcuno si ricorderà di noi” (FusibiliaLibri, 2020)

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti editoriali e culturali?

Intanto mi basterebbe promuovere il libro, che è uscito in piena Pandemia: attualmente posso promuoverlo solo online, ma confido nel ritorno alla vita e nelle iniziative di FusibiliaLibri, la casa editrice, da sempre molto attiva negli eventi. Prossima pubblicazione spero saranno le mie poesie, ma non metto limiti alla provvidenza: ho tempi lunghissimi o brevissimi, a seconda del momento!

 

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