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Letto per voi… “Poscienza” di Roberto Maggiani

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Poscienza di Roberto Maggiani (Il ramo e la foglia edizioni). Settanta componimenti che – tra ironia e profonde riflessioni – illustrano il forte legame tra poesia e scienza. E non perdete l’Incontro con l’Autore! 

La trama

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Vi siete mai soffermati a pensare cosa e quanto hanno in comune la poesia e la scienza? Roberto Maggiani, che da anni studia e approfondisce il legame e il rapporto tra questi due mondi e questi due linguaggi apparentemente lontani e diversi, lo ha fatto. Così nasce Poscienza una raccolta di settanta componimenti dove parole e segni matematici si mescolano senza alterare il senso profondo del sentire ma, al contrario, sottolineando una certa espressione o un determinato concetto. Versi, parole, segni e simboli appartenenti a universi così diversi eppure animati dal medesimo desiderio: comunicare in totale libertà.

Sul libro

Il ramo e la foglia edizioni nel marzo 2024 pubblica la raccolta poetica Poscienza del carrarese Roberto Maggiani, uomo di lettere e di scienza (scrittore laureato in Fisica).

Il ramo e la foglia edizioni

Settanta componimenti suddivisi in cinque sezioni (Di universo in frasca, Punto panoramico, Amicizia, Carrara, Poscienzate), introdotti da una riflessione dell’Autore dal titolo Chi pensa trova e seguiti da una Postfazione|Nota.

Alla base di quest’opera, però, vi è un pensiero ben strutturato, ragionato e maturato. Roberto Maggiani, infatti, è estremamente convinto che il linguaggio poetico e quello scientifico non solo siano tra loro molto più simili di quanto si creda, ma possono anche contaminarsi. Da qui il titolo Poscienza, a metà strada tra “poesia” e “scienza”. Maggiani già nel 2011 ha affrontato tale “argomento” o assillo, come lo definisce lui stesso, nel saggio Poesia e scienza: una relazione necessaria? (Edizioni CFR e ora disponibile gratuitamente online nel sito www.larecerche.it).

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

La risposta a tale domanda è decisamente logica ma non scontata: la poesia risulta essere estremamente legata alla scienza e, in particolar modo, alla matematica. La costruzione del verso, le rime, il conteggio delle sillabe, l’incastro di segni e parole… nulla può essere lasciato al caso o improvvisato (nemmeno!) nella poesia. Dante, Ungaretti, Petrarca… sono “solo” alcuni esempi di sommi poeti che hanno creduto e sviluppato fermamente questo concetto dimostrando di essere attenti e a favore di un linguaggio profondamente matematico nella sua costruzione e ideazione.

Non è un caso che lo scrittore e matematico americano David Eugene Smith abbia dichiarato che: La matematica è generalmente considerata come agli antipodi della poesia. Eppure la matematica e la poesia hanno la più stretta parentela, perché sono entrambe il frutto dell’immaginazione. Poesia è creazione, invenzione, finzione; e la matematica è stata definita la più sublime e la più meravigliosa delle finzioni.

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Allo stesso modo Roberto Maggiani scrive, Poesia e scienza sono due sguardi diversi sul reale e sul possibile e non esiste una divisione preliminare o invalicabile di temi. Poesia e scienza si occupano entrambi di fatti umani, seppur da un diverso punto di vista e del sentire. L’una sembra non poter (né dover) fare a meno dell’altra. Ed è così che la completezza e la totalità di questo stesso sentire si amplificano assumendo diverse sfumature e sfaccettature senza mai tradirsi né tradire chi legge.

Roberto Maggiani rivolge la sua attenzione a qualcosa di estremamente naturale pur nella sua complessità rendendo la fusione di due mondi a prima vista così lontani tra loro con la stessa potenza e la medesima intensità di un abbraccio che si scambiano due amici inseparabili e di vecchia data.

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

L’Autore, però, si spinge ancora oltre. I suoi componimenti non si limitano all’utilizzo e all’incontro di parole e simboli. La sua poesia, i suoi versi, le parole, le sue lettere prendono letteralmente vita animando il foglio bianco dove vengono sparse o raccolte in quegli insiemi matematici che abbiamo imparato e scoperto da bambini. I versi di Maggiani, quindi, superano un’altra barriera ancora e diventano una sorta di poesia visibile, quasi materiale al tatto, vivace nella sua esposizione e presentazione.

Poscienza, così, si rivela essere non solo una raccolta poetica ben costruita, orchestrata e pensata (tra pensieri seri, ricordi di infanzia, riflessioni, ironia e lazzi) ma anche un’ottima occasione per riflettere sull’importanza, sulla varietà, sull’affascinante complessità del nostro linguaggio, della nostra scrittura e della sua varietà. Ha scritto il filosofo Eraclito: Ciò che è opposto si concilia, dalle cose in contrasto nasce l’armonia più bella, e tutto si genera per via di contesa.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Roberto Maggiani (Per gentile concessione di Roberto Maggiani)

Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?

Il mio, più che un incontro con la scrittura, è stato, in giovane età, un incontro con la necessità di esprimere/condividere la mia visione del mondo. La scrittura è stato il mezzo per indagare il reale, un vero e proprio strumento di lavoro. E quando dico scrittura intendo segni e simboli che veicolano dei significati ma gli stessi segni e simboli sono anche incapaci di veicolare significati in modo esaustivo. E nella poesia è più importante il non detto, per me quest’ultimo aspetto è importante, è forse il centro della mia scrittura: il non dicibile. Non a caso la mia terza raccolta di poesie, pubblicata nel 2006 con Fermenti editrice, si intitola: L’indicibile.

Come è nato il progetto editoriale di Poscienza?

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Da quando ho iniziato a scrivere sul serio, intorno ai ventisei anni, ho quasi subito capito che avrei dovuto farlo mettendo in atto la mia specifica competenza scientifica. Di più, ho capito che il mio amore per la scienza e per la poesia erano la diversa manifestazione di una mia personale tendenza, quella di creare modelli e teorie che potessero, in qualche modo, interpretare il reale (sto solo abbozzando un discorso che avrebbe bisogno di uno sviluppo ben più significativo). Il linguaggio scientifico e quello poetico, sono diversi solo all’apparenza, penso che possano sovrapporsi, anzi, unirsi per dare avvio a qualcosa di altro e di nuovo. Mi faccio capire meglio con un esempio preso dalla chimica, se degli atomi di ossigeno e di idrogeno si uniscono (legano) in un certo modo, allora, dalla loro unione, scaturisce qualcosa di ben altro rispetto ai singoli elementi costituenti, è qualcosa che li trascende, come ad esempio è l’acqua, che ha proprietà ben diverse dall’ossigeno e dall’idrogeno.

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

In che modo è riuscito a mettere in comunicazione il linguaggio poetico e quello scientifico?

Non lo so se ci sono riuscito, ci ho provato e continuo a farlo. Ci tengo a dire che provo a farlo divertendomi. Molte delle mie poesie hanno un profilo ironico, a tratti divertente. Alla presentazione a Roma di Poscienza, durante la lettura di alcune poesie, alla platea veniva spontaneo ridere, si vedeva che le persone erano divertite; questo mi ha fatto felice. Ecco, il mio divertirmi scrivendo è forse una delle componenti con cui creo un ponte tra i due linguaggi, seguo l’istinto ma un istinto ragionato, il cervello pensa. Scrivo con entusiasmo, perché si tratta di una terra praticamente inesplorata e impervia in cui però mi trovo a mio agio. Su questa terra non vedo altri, attualmente, è la mia poetica specifica, e non è presunzione, è semplicemente così. Per trovare la mia strada ci ho lavorato anni, proprio come si fa nella ricerca scientifica, si mettono a punto modelli e teorie e spesso si deve trovare una matematica adatta per le nuove teorie. E dal punto di vista della scrittura in versi, ho fatto molti errori, ho provato a imboccare delle strade, certe volte non portavano a nulla ma alla fine mi ritrovo su una strada buona; ho acquisito esperienza, non mi improvviso poeta, tanto meno scienziato.

Lo scrittore Roberto Maggiani (Per gentile concessione di Roberto Maggiani)

È difficile avere due competenze come le mie: quella scientifica, ad alti livelli, e quella poetica, acquisita sul campo dopo anni e anni di scritture e riscritture, di sbagli, di cose scritte male e analisi e correzioni e ripensamenti. La mia poetica si è sviluppata e affinata negli anni, con pazienza e duro lavoro e anche silenzio, l’ultima pubblicazione prima di Poscienza risale a sei anni fa. Le cose non si improvvisano. Ogni tanto qualcuno mi invia dei testi in cui si cerca di mettere dentro alle poesie un po’ di scienza ma sono cose appiccicate lì, che non trascendono i singoli componenti costituenti per dare vita a qualcosa di altro, nel senso che ho espresso nella risposta alla sua domanda precedente. È vero però che ci sono dei poeti di grande esperienza che pubblicano anche con grosse case editrici, che scrivono belle poesie usando la scienza come metafora. Ma non è quello che faccio io. La mia è una strada diversa, forse nuova. Non sempre compresa da chi nelle poesie cerca solo ed esclusivamente struggimento e non scossoni al cervello.

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Poscienza, oltre a sperimentare un nuovo linguaggio, sperimenta anche un nuovo modo di intendere e di (far) occupare lo spazio bianco di un foglio. Ecco: che tipo di rapporto ha instaurato con tale spazio che spesso ricorda quello della poesia futurista?

La poesia futurista, sì, ma quella era poesia meccanicista, quasi didascalica. Io mi muovo altrove. Non solo nell’ambito meccanicistico ma nell’ambito di un reale che si deve immaginare; è quello che fanno i fisici oggi. La fisica si sta spingendo in territori molto lontani dall’esperienza comune, è necessaria molta fantasia, abilità immaginativa. Si pensi alla fisica quantistica. È necessario che il foglio perda quella fisionomia di spazio assoluto e diventi uno spazio relativo; per spiegarlo parafraso un famoso studioso della Teoria della Relatività, J.A. Wheeler, egli disse: «La materia dice allo spazio come curvarsi, lo spazio dice alla materia come muoversi». Ecco, io dico: «Le parole (e i simboli grafici in generale) dicono alla pagina quali sono i significati, la pagina dice alle parole dove posizionarsi».

Lo scrittore Roberto Maggiani ritratto da Lisa Merletti (Per gentile concessione di Roberto Maggiani)

Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere lettore e scrittore?

Gli autori, poeti, sono molteplici e variegati ma i principali sono questi: Emily Dickinson, Mariella Bettarini, Sophia de Mello Breyner Andresen, Novalis, Patrizia Cavalli, Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Giacomo Leopardi, Federica Gullotta e molti altri nel corso degli anni.

Lei si occupa di saggistica, poesia, traduzioni… in quale stile e genere letterario sente di essere più a suo agio? E perché?

In verità ho scritto un solo saggio nel 2011: Poesia e scienza: una relazione necessaria?, CFR edizioni, di cui vorrei scrivere la continuazione, ho delle idee ma vedremo. Ho scritto molte recensioni a libri e molti articoli di divulgazione scientifica. Qui il link da cui è possibile scaricare liberamente il saggio di cui sopra: https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=243

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Tra le poesie raccolte in Poscienza a quale sente di essere più legato? E perché?

A tutte, perché su ognuna ci ho lavorato a lungo. Ogni poesia è stata selezionata e cesellata con grandissima attenzione e inserita in una ben determinata posizione, in relazione con quella che la precede e con quella che la segue e con l’intero libro; nulla in questo libro è lasciato al caso ed ha un significato ben preciso, esplicito o implicito che sia. Ecco perché sono legato a tutte.

Geniale è la sua rivisitazione di L’infinito di Giacomo Leopardi e della Ricerca del tempo perduto di Proust. Come le è venuto in mente di rivedere tali opere attraverso il linguaggio poscientifico?

Grazie. Volevo divertirmi e l’ho fatto. L’infinito lo scrissi alcuni anni fa perché una persona mi fece capire che aveva piacere di proporre un mio testo, tra poesia e scienza, in una rubrica di poesia sul quotidiano la Repubblica e infatti lì fu pubblicato. Il testo proustiano, il cui titolo è Disguidi spaziotemporali proustiani, è stato scritto per l’antologia, a tema proustiano, dal titolo Una notte magica, pubblicata da LaRecherche.it. Riporto qui, per chi volesse, il link a due video:

Uno che interpreta L’infinito:

https://youtu.be/Eq7yPb3ZGnY?si=DGWWcLmJKdr7YJRC

Uno che interpretaDisguidi spaziotemporali proustiani:

https://youtu.be/UrAEiCLMlds?si=mPKDk6iTIRZTgOG6

E infine il link alla pagina da cui è possibile scaricare liberamente Una notte magica in e-book:

https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=241

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Le sue origini carraresi e la sua formazione scientifica quanto hanno influenzato la sua ricerca e il suo studio sulla parola nonché la sua scrittura?

La mia formazione scientifica mi ha influenzato moltissimo, come si capisce da quello che ho già detto rispondendo alle sue domande precedenti. Così tanto da definire la mia poetica. L’essere di Carrara invece mi ha dato una visione ribelle, libera, certe volte un po’ ingenua, sul mondo, visione che si riflette anche nel mio stile di scrittura. Forse anche quella leggera vena di eclettismo che mi caratterizza anche nella scrittura viene proprio dal territorio carrarese, un territorio al confine di tre regioni, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana, ma che è Toscana e dunque del toscano ha l’ironia. E poi nel giro di un’ora si passa dal mare alla montagna passando dalla collina, e nel mare sfocia un fiume. Insomma, è un bellissimo territorio variegato… ma anche devastato dall’escavazione del marmo bianco di Carrara di cui la cittadinanza poco gode.

Lo scrittore Roberto Maggiani (Per gentile concessione di Roberto Maggiani)

Sfatiamo questo mito: la matematica e la scienza sono davvero tanto distanti dalla poesia come si è sempre pensato?

La poesia può parlare di tutto quello che vuole e dunque anche della scienza. La poesia può usare la lingua che vuole e dunque anche commistioni tra la lingua parlata e la matematica. La scienza, in particolare la fisica, nello sviluppo delle sue equazioni ha storicamente avuto – soprattutto da Albert Einstein a Paul Dirac, due premi Nobel per la fisica – come “linea guida” quella che una equazione deve avere una sua semplicità ed estetica, insomma una sua bellezza; una equazione brutta difficilmente è corretta (cosa significa brutta o bella? Ci sarebbe da scriverci un saggio). Dirac disse che un ricercatore, che tenti di scoprire le leggi fondamentali della Natura, «deve mirare soprattutto alla bellezza matematica». E ancora: «è più importante che le equazioni siano belle piuttosto che in accordo con gli esperimenti […] se si lavora con il proposito di ottenere equazioni dotate di bellezza, e si possiede un’intuizione davvero solida, si è sicuramente sulla strada del progresso».

Riguardo al senso estetico della matematica, consiglio di leggere questo articolo divulgativo dal titolo: Il senso dei matematici per la bellezza delle equazioni

https://www.lescienze.it/news/2014/03/08/news/equazioni_matematiche_arte_bellezza-2042093/

Roberto Maggiani, “Poscienza” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024)

Quali sono i suoi prossimi progetti professionali e editoriali?

Sto scrivendo un romanzo, si vedrà. Il precedente l’ho pubblicato nel 2018 con Italic pequod, il cui titolo è Affinità divergenti. Per quanto riguarda la poesia, sto lavorando alla continuazione di Poscienza: in fondo al libro, dopo l’indice, c’è una poesia, intitolata Post-credit, che annuncia la prossima raccolta di poesie; nascosto in un verso, tra le pagine del libro, c’è il titolo della prossima raccolta sulla quale sto ancora lavorando. Grazie.

 

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