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Letto per voi… “Le reminiscenze” di Fabio Piana

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Le reminiscenze di Fabio Piana (Catartica Edizioni). Ventotto racconti in bilico tra prosa e poesia. Ventotto storie che esplorano il perfetto equilibrio tra onirismo, fantasia e realtà. E non perdete il consueto Incontro con l’Autore!

La trama

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Le reminiscenze. Poesie o prosa? Versi o racconti? Ventotto componimenti raccontano altrettante storie i cui protagonisti risultano sospesi nel tempo. Ieri e oggi. Passato e presente. Fantasia e realtà. Incubi e sogni. (Iper)realtà di esistenze combattute, traslate nel tempo, reincarnate nei secoli. Squarci di (dis)avventure che divengono ritratti di vita singolari, unici al di là del surrealismo. Così, ritroviamo un uomo che sente dolore al collo per uno sconosciuto che è stato impiccato in un tempo imprecisato dell’Ottocento; un altro che muore nel Medioevo eppure si risveglia nella notte dolorante nel suo letto; una donna minacciata e in pericolo di vita perché – nel suo passato – è stata accusata di stregoneria; uomini pronti a tutto pur di (man)tenere la propria giovinezza e di conquistare l’eternità. Morte, sospetto, ingiustizia, sofferenza, dubbio sono i protagonisti dei racconti di Fabio Piana. Un fumoso passato che, in uno switch inaspettato e imprevisto, diviene un confuso presente colmo di domande ma anche di sotterranee e sincere risposte.

Sul libro

Catartica Edizioni

Nell’ottobre 2022 Catartica Edizioni pubblica “Fuori Collana” il libro Le reminiscenze del talentuoso scrittore sassarese, impreziosito dalla puntuale e attenta prefazione del critico letterario Cristian Flore.

Si tratta di una raccolta di componimenti al limite tra il verso e la poesia dove l’armonia regna sovrana e dove la brevità dei racconti divengono sguardi e squarci di una fantasia che bussa alle porte dell’onirismo, del surrealismo, dell’impossibile e dell’assurdo. A tal proposito funzionali e utili possono essere queste parole di Samuel Beckett, il padre del cosiddetto teatro dell’assurdo:

Quando mi viene chiesto da quanto sono io qui, io rispondo “Un secondo…” o “Un giorno…” o “Un secolo”. Tutto dipende da che cosa io intendo per “qui…” e “io…” e “sono”.

Facciamo un passo indietro e partiamo dal significato della parola “reminiscenza”, poiché anche questo può essere assai utile a una comprensione molto più attenta e profonda del testo di Fabio Piana. Nel vocabolario online Treccani alla voce “reminiscenza” è scritto:

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

[dal lat. tardo reminiscentia, der. di reminisci «ricordare»]. 1. Il ricordarsi in modo vago e impreciso di una cosa quasi dimenticata (…) 2. Nel linguaggio filologico e critico, passo o luogo di un’opera letteraria o teatrale, musicale, cinematografica, in cui l’autore riecheggia più o meno consapevolmente immagini o forme stilistiche, o anche contenuti, di altre opere (…) 3. Nell’uso filosofico il termine si adopera come corrispondente del gr. ἀνάμνησις, che nella terminologia platonica si distingue da μνήμη «memoria» indicando un momento della conoscenza delle idee che, presenti nella memoria (l’anima le ha conosciute prima di scendere nel corpo), vengono come risvegliate e ritrovate attraverso un processo di purificazione dalla sensibilità.

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Memoria vaga, fumosa, nebbiosa. Questa è la protagonista assoluta della raccolta di Fabio Piana. Ad essa si accompagna – quasi come fosse una conseguenza diretta – un presente inaspettato, improbabile che rasenta l’assurdo. Passato e presente. Sogno, realtà e incubo. Questi sono gli altri indispensabili ingredienti che rendono Le reminiscenze un libro riuscito, completo, accattivante, intrigante. Ventotto brevi racconti (o poesie?) conquistano totalmente il Lettore che si ritrova coinvolto in una danza vorticosa avvolta dalle nubi del tempo, dalla vaghezza della sospensione temporale ed emotiva dei protagonisti.

Donne e uomini che oggi soffrono di una loro (possibile?) vita passata. Corpi e vite reincarnate al giorno d’oggi potando con sé e in sé i conti in sospeso e non ancora saldati di un passato e della loro storia. Vite e corpi che sentono e vivono i segni di un dolore, di una morte di una esistenza subita e che il tempo e la storia non hanno risparmiato (presunte streghe, uomini che, in bilico tra Faust e Dorian Gray, stringono patti con il diavolo del tempo e della giovinezza o continuano ad essere perseguitati dai loro incubi di bambini).

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Esistenze che si dipanano e si disperdono attraverso un inaspettato switch utile a rendere ancor più improbabile e, allo stesso tempo, possibile questi racconti dell’impossibile che si fanno materia, realtà, concreta eventualità. Fabio Piana è davvero molto bravo nel creare una assoluta armonia tra questa assoluta dicotomia fatta di vero/falso, sogno/realtà che va sottobraccio all’onirismo e al surrealismo. Ventotto storie e altrettanti protagonisti che, anonimi e senza volto, pur nella brevità dei loro racconti assumono volume, colore e consistenza. Divengono umani, soggetti possibili proprio nella loro assurdità e nel loro essere oltre ragionevole realtà. Il dubbio non esiste. Questo è il privilegio della scrittura e della fantasia.

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Ciò che si crea e si sogna, almeno in parte, è come se esistesse davvero. Quindi, nulla è impossibile. E, se Fabio Piana è stato così bravo nel creare microcosmi così credibili e autentici pur nella loro nebbiosa storia e memoria, allora l’impossibile può diventare possibile e quelle reminiscenze diventare parte attiva e partecipante della (nostra) memoria. Sono libri e racconti come questi di Fabio Piana a spalancare il cuore del Lettore all’ampio spazio del possibile, del “tutto può succedere”, dell’infinita gamma del “chissà”. Nulla è come sembra. E magari, chi è seduto accanto a noi e osserva con strana attenzione la sua tazza di caffè… magari sta solo compiendo un viaggio in bilico tra passato e presente alla ricerca e alla (ri)conquista della propria anima. In fondo, la vita e la sua inevitabile chiusura… è sempre stata fatta di lunghi e controversi viaggi. Nessuno ha mai potuto raccontare il proprio arrivo e nemmeno la sua (ri)partenza. Nel mezzo, tutto è possibile. Fabio Piana lo sa bene.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Fabio Piana (Per gentile concessione di Fabio Piana)

Come ha scoperto il suo interesse e la sua passione per la scrittura? 

La passione per la scrittura l’ho scoperta verso i vent’anni e me l’hanno sicuramente trasmessa i libri che ho letto in quel periodo. Ma mi piace pensare che sia l’eredità di una vita precedente

A ventuno anni ha iniziato a scrivere poesie e dal 2019 si dedica anche alla scrittura di racconti. In quale stile e genere si sente più a suo agio? E perché? 

In realtà il mio approccio con la scrittura è iniziato scrivendo un racconto per bambini che però non ho mai pubblicato. Non posso dire con esattezza quale stile mi fa sentire a mio agio, ma sicuramente lo stile poetico è preponderante e lo si vede anche quando scrivo in prosa. 

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Come è nata l’idea di Le Reminiscenze

È stato il tema della reincarnazione a darmi l’input per scrivere questa raccolta. Da bambino facevo dei sogni ricorrenti, per esempio sognavo spesso di essere impiccato. Ho pensato che l’origine di questo e di altri sogni potesse ricercarsi in eventi accaduti in qualche vita passata. Ho pensato a una simile origine anche per mie paure, desideri e passioni

I suoi racconti sembrano quasi dei versi, dei componimenti poetici. In che modo struttura e pensa la sua scrittura poetica e narrativa?

Il fatto che sembrino dei versi è dato chiaramente dall’impronta poetica che caratterizza la mia scrittura. In genere non penso a una particolare struttura. Scrivo quasi sempre di getto.

Da chi o cosa ha tratto ispirazione per i suoi racconti? 

Lo scrittore Fabio Piana (Per gentile concessione di Fabio Piana)

Ho preso ispirazione dai sogni, dai miei desideri e dalle mie paure

Qual è stato il racconto più complesso da ideare e da scrivere? Perché? 

Quello che mi ha creato qualche problema in più è il racconto intitolato “I sospetti”. Perché è sul genere giallo, che non è proprio il mio genere. Però è stato divertente scriverlo.

Nei racconti che compongono la sua antologia i protagonisti non hanno nome e molto spesso si ritrova una danza che ci porta avanti e indietro nel tempo. A cosa sono dovute queste scelte? E quale rapporto ha con il tempo? 

Mi è sempre piaciuta l’idea di viaggiare nel tempo e mi piace far fare salti temporali alla narrazione. Il fatto di non dare nomi ai protagonisti mi fa sentire più libero nel raccontare le storie perché non mi fa sentire troppo legato ai personaggi. 

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

La sua scrittura appare molto puntuale, telegrafica, precisa, libera da ogni interferenza. Quale lavoro di “pulizia”, di stratificazione c’è per arrivare a questo livello di sobrietà, di rigore, di essenzialità così puntuale e armonico? 

È uno stile che ho affinato con gli anni e ne ho acquisito più padronanza e consapevolezza dal 2021 dopo aver letto i libri di Agota Kristof. Il suo modo di scrivere mi ha influenzato molto. 

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere scrittore e lettore?

Come lettore dico Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas. Mentre come scrittore mi ha dato molto dal punto di vista sia poetico che narrativo il romanzo Ulisse di James Joyce. Per quanto non credo basti una vita per comprendere appieno quest’opera.

Fabio Piana, “Le reminiscenze” (Catartica Edizioni, 2022)

Con quali dei protagonisti e delle sue creature di Le reminiscenze vorrebbe poter fare due chiacchiere al di là del tempo e dello spazio? E perché? 

Uscirei volentieri fuori dal tempo e dallo spazio con lo specchio del racconto intitolato “La vecchiaia” per chiedergli il segreto dell’immortalità. A me forse potrebbe non negarlo. 

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali? 

Sto lavorando a una nuova raccolta di racconti al momento intitolata I doni, in cui il tema principale non è proprio il ricordo. Ma la dimenticanza.

 

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