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Letto per voi… “Le macchinazioni” di Baret Magarian

La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta del romanzo “Le macchinazioni” di Baret Magarian (Ensemble Edizioni). L’Autore racconta la storia di Oscar e Daniel: una coppia di amici alla ricerca di una svolta nella propria vita. Tra realtà, finzione e onirismo. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Baret Magarian, “Le macchinazioni” (Edizioni Ensemble)

Londra. Daniel Bloch e Oscar Babel sono amici da dieci anni. Il primo è uno scrittore insoddisfatto della propria vita che sta attraversando un momento di blocco nella sua produzione letteraria e nella sua creatività. Il secondo è un pittore che temendo il giudizio degli altri preferisce non esporsi e lavorare come proiezionista (rigorosamente di film in pellicola) in un cinema del quartiere Camden. Daniel desidera riprendere in mano la sua scrittura e dar vita a qualcosa di speciale, di unico. L’ispirazione e lo stimolo arrivano quando Oscar gli confida di aver bisogno di una svolta, di trovare il modo di riprendere in mano la propria vita.  L’amico scrittore, così, inizia a trasformare Oscar in una sua creatura letteraria ma l’invenzione sembra prendere il sopravvento. Infatti, il personaggio di Oscar sembra diventare sempre più l’alter ego dei pensieri del suo autore e nella vita del “vero” Oscar, sarà per caso, sarà per coincidenza, si verificano molti degli eventi e dei fatti inventati da Daniel. Dove finisce la realtà e inizia la fantasia?

Baret Magarian, “Le macchinazioni” (Edizioni Ensemble)

Certo è che incontri, scontri, nuovi amori e interessi, nuove (anche assai strambe) conoscenze fanno sì che Oscar agli occhi dell’opinione pubblica divenga il nuovo e atteso messia “urbano”. Internet, comunicazione, programmi televisivi, pubblicità… tutti i mass media pendono dalle labbra di questa creatura mediatica creata dalla folle mente dell’imprenditore Ryan Rees. Nonostante le apparenze questo fa sì che le vite di Daniel e di Oscar divengano sempre più unite e dirette, ognuna a sua modo, verso nuove consapevolezze e verso un punto di non ritorno. Ma ancora una volta: Dove finisce la realtà e inizia la fantasia?

Sul libro

Edizioni Ensemble

Nel febbraio 2020 la Casa Editrice Ensemble pubblica nella Collana “Echoes” il romanzo Le macchinazioni di Baret Magarian con la traduzione di Simone Pagliai. Lo scrittore anglo-armeno (è anche regista, pianista, attore, autore teatrale e giornalista freelance scrivendo per importanti quotidiani quali, ad esempio The Times, The Guardian, The Daily Telegraph, The Independent e The Observer) ma italiano da adozione vivendo da tanti anni a Firenze è molto apprezzato dalla critica italiana e straniera tanto che Jonathan Coe (autore di La pioggia prima che cada e L’amore non guasta) non ha avuto remore nel paragonare il suo stile a quello di Murakami e di Pessoa mentre Simone Innocenti, giornalista de Il Corriere della Sera lo ha definito una delle migliori voci della narrativa contemporanea.

Baret Magarian ha senza dubbio realizzato un romanzo interessante e curioso riuscendo – pur mantenendo un perfetto equilibrio – a muoversi con sapienza sull’impervio terreno della realtà e della finzione spingendosi con determinazione e talento sino al surrealismo. Ma è pur certo che non si tratta di una novità. Infatti, nel corposo romanzo (574 pagine) si ritrovano – anche piacevolmente – elementi, caratteri, atmosfere di celeberrime opere letterarie che hanno fato la storia: da Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde a Il Pigmalione di George Bernard Shaw, da Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov (di cui vi è riportata una citazione) al Frankenstein di Mary Shelley passando per il mito di Faust e per la scena orgiastica che ricorda moltissimo il finale del film Profumo – Storia di un assassino diretto da Tom Tykwer (2006) tratto dal romanzo Il profumo di Patrick Süskind. Questa miscellanea non può non incuriosire e attrarre il lettore che, però, pur soddisfatto nella sua sete e fame di lettura non trova quella completa sazietà data anche da “sapori nuovi” e, in un certo senso, “inaspettati”.

Baret Magarian, “Le macchinazioni” (Edizioni Ensemble)

Ad ogni modo, così facendo i protagonisti – Daniel ma soprattutto Oscar – divengono i baluardi di una pesante, feroce e doverosa critica alla società. O meglio, a quella parte di essa che si lascia convincere e dominare dai falsi miti, dai giri di parole, dai lustrini, dalle apparenze, dalle parole di cui – spesso accade – non ne comprende a fondo il vero significato. E ancora, a quella parte di società che non riesce a scindere il bene dal male lasciandosi conquistare da fake news, dalla massa, dal bisogno di una identità riconosciuta e condivisa e di sentirsi parte di una comunità, in qualsiasi modo possibile, pur di non esserne tagliato fuori e di vivere della propria autonomia intellettuale.

Baret Magarian, “Le macchinazioni” (Edizioni Ensemble)

Ed è su questo nodo che le personalità di Oscar e di Daniel agiscono e si muovono. E più si muovono più il nodo che li unisce diviene indissolubile e inestricabile pur tirando, ognuno, dalla propria parte. L’uno innalzandosi l’altro sprofondando nel baratro. I due così, seppur in modo diverso, conquistano la propria (auto)consapevolezza giungendo all’apice della propria distruzione e disperazione.

A tutto questo, come accennato si aggiunge la capacità dell’Autore di calibrare in modo ineccepibile i suoi personaggi e le loro vicende sul filo sottile della realtà e della finzione trascinando il Lettore in questo vortice di eventi e accadimenti che si svolgono nelle atmosfere indefinite della fantasia e della verità. Eppure siamo certi che l’Autore sarebbe potuto arrivare al medesimo risultato snellendo di molto il suo romanzo. Non perché non sia un piacere leggerlo, sia chiaro, ma perché alcuni passaggi e alcuni personaggi risultano slegati dal corpus centrale della vicenda tanto da poter dar vita a spin-off o storie parallele a quella narrata.

Baret Magarian, “Le macchinazioni” (Edizioni Ensemble)

Tra questi vi sono Mister Sopso e i suoi genitori Alex e Nina, Béla… Sembrano esserci troppi inserimenti, un sovraffollamento di personaggi che pur agendo da valido coro alla vicenda non aggiungono né tolgono a quanto ottenuto.

Le macchinazioni, così, resta un curioso e originale sguardo sulla nostra realtà vista attraverso gli occhi di Daniel Bloch e Oscar Babel… ma… è realtà o è finzione?

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Baret Magarian

Come è nato il suo romanzo Le macchinazioni?

Ho preso un pullman da Londra a Oxford quando all’improvviso ho avuto un’idea – due persone scambiano energia e ognuno prende la vita dall’altro. Sembrava interessante. La trama mi è venuta quando ho iniziato a scrivere, ma è stato un processo lungo, difficile e intricato… piano piano altre sfumature e idee mi sono venute… poi volevo collegare l’idea principale dello scambio di energia con la costruzione di un guru tramite un altro personaggio – un guru del marketing, super potente e amorale. Alla fine tutto si è mescolato e intreccato. 

Quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Oscar Babel?

Quasi nulla! Ma devo confessare che io sono stato uno modello di nudo – molto interessante e anche spaventoso… Forse vorrei essere anche io un guru/profeta ma non sono abbastanza furbo…

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato in fase di ideazione e di stesura del romanzo?

Tutto è stato difficile, fatto di sangue, lacrime e sudore, come ha detto Mr Churchill…

Lo scrittore Baret Magarian

Lei è anche regista, attore e musicista. Dal teatro alla scrittura passando per la musica. Come è avvenuto questo passaggio?

Per me non è stato un passaggio – non vedo una differenza tra queste arti… ma purtroppo il teatro è meno “disponibile” come arte perché ci vorrebbero un teatro, attori, etc. per dirigere una commedia. Invece per la scrittura ci vogliono soltanto una penna, un po’ di carta e forse anche un po’ di Primitivo di Manduria! 

Tra tutti questi ruoli – cui aggiungiamo anche quelli di giornalista e di modello di nudo – in quale sente di essere più a suo agio? E perché?

Non sento mai al mio agio perché sto cercando sempre una cosa, una energia, una illuminazione, un amore che credo, purtroppo, non troverò … ! Ma posso dire sono più felice in assoluto quando suono il pianoforte.

La sua attività di giornalista quanto ha influito nella sua scrittura e nel suo stile?

Non c’è nessun legame tra il giornalismo e i romanzi veri secondo me. Però ora i giornalisti pensano di essere veri scrittori ma non lo sono. Dunque i romanzi dei giornalisti mancano del vero sangue della narrativa: sono sterili. 

Lo scrittore Baret Magarian

Ne Le macchinazioni i due protagonisti vivono in due direzioni parallele e contrarie. L’una ascendente e l’altra discendente. In che modo è riuscito a equilibrare questa dicotomia e a rendere i suoi personaggi così autonomi l’uno dall’altro pur muovendosi all’interno della stesa vicenda?

Bella domanda! Sai, questo è stato molto difficile… se non mi sbaglio la cosa importante è stata di tenere sempre a mente che Oscar rappresentava il corpo e Bloch la mente, Oscar era in salita e Bloch in discesa, Oscar è stato la faccia del successo e Bloch l’anima del fallimento..

Oscar Babel è il “nuovo messia urbano”, appartiene ai semplici. Come è nato questo personaggio dai tratti, in un certo senso, anche surrealisti?

Come tutti i personaggi per me : con osservazione, immaginazione, e con un po’ di speranza affinché il personaggio possa essere credibile… e non un cliché..

Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere scrittore e Lettore?

HG Wells, Milan Kundera, Roberto Bolano, William Gaddis, John Fowles, Haruki Murakami, Stefan Zweig, Kafka, Beckett, Proust,  per dirne alcuni…  Soprattutto mi piacciano gli scrittori che mi fanno sognare mentre sono sveglio. 

Lo scrittore Baret Magarian

In che modo descriverebbe il suo stile narrativo e di scrittura?

Cerco sempre di offrire al lettore un modo di stregoneria. Il mio sogno più caro è che la mia scrittura possa essere un trasmettitore di luce e gioia.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Spero di finire un altro romanzo, ambientato in America e molto diverso da Le macchinazioni. Ho qualche difficoltà con il finale ma spero di riuscire a risolverlo. Sto anche scrivendo un altro libro di racconti e ho un’idea per un racconto di fantascienza. Ovviamente sto ancora cercando di promuovere i miei altri libri, che è una specie di altro lavoro a tempo pieno. Mi piacerebbe davvero lavorare di più in teatro, forse dirigere qualcosa, come ho fatto in passato. Tutto quello che devo trovare è la pace, che, come tutti sappiamo, non è la cosa più facile da avere al mondo in questo momento.

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