Letto per voi… “Cronaca e sangue” di Domenico Mecca

La Rubrica online “Piazza Navona” quest’oggi vi propone la lettura del libro “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing) di Domenico Mecca. Il giornalismo incontra il romanzo giallo in un’inchiesta ambientata nella Capitale. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Cronaca e sangue è la nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca. Un cronista che prende il suo lavoro molto sul serio tanto da anteporlo alla sua vita privata. Lascia la sua città per trasferirsi nella Capitale da dove vive la sua relazione a distanza con Ines, la psicoterapeuta conosciuta nella precedente inchiesta incentrata su favoreggiamento della prostituzione e pedofilia coinvolgendo sia la Chiesa sia la politica. In Cronaca e sangue Vito Stecca continua, in un certo senso, tale indagine a sfondo giornalistico allargando il suo raggio d’interesse all’uso illegale dei fondi pubblici per la gestione delle strutture di accoglienza e della vicenda dei migranti. Le indagini di Stecca procedono con continui colpi di scena e sorprese alla scoperta della verità. Ma non solo. Questo lavoro darà modo al giornalista di fare chiarezza anche nella propria vita privata compiendo una vera e propria indagine anche nei suoi desideri, e nel suo modo di essere. E così…

Sul libro

Nel 2020 lo scrittore e medico infettivologo lucano Domenico Mecca pubblica con Amazon Self Publishing il suo romanzo Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca con la prefazione della scrittrice e screenwriter Alessia Vegro.

Domenico Mecca, “La legge non ha uguale per tutti” (Aletti, 2017)

Si tratta, infatti, della seconda indagine del giornalista nato dalla fantasia e dalla penna di Domenico Mecca che segue La legge non è uguale per tutti (Aletti, 2017). Ancora una volta un romanzo a metà strada tra il giallo e la narrativa d’inchiesta.

I due libri, infatti, sin dalle prime pagine sono molto legati e numerosi sono i riferimenti a fatti e persone della precedente indagine. Questa scelta se da un lato sembra coinvolgere il Lettore nel cuore della vicenda dall’altro lo estranea perché – forse – non del tutto ben informato su quanto è accaduto nella precedente vicenda.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Nonostante questo, però, Domenico Mecca riesce a catturare l’attenzione e la curiosità del Lettore anche grazie alle, ahinoi, attuali e sempre più gravose tematiche sociali quali, ad esempio, il razzismo, l’immigrazione, la prostituzione minorile, la gestione delle struttura di accoglienza e, ancora, l’importanza e la necessità di una massiccia inclusione.

A tutto questo l’Autore affianca la vicenda e le difficoltà personali di Vito Stecca il quale dopo essersi trasferitosi da Savona a Roma, trovandosi in un nuovo luogo di lavoro, con una nuova indagine da gestire per di più, lui così solitario, taciturno e ombroso, con una collega. E poi c’è la sua compagna Ines che, con la storia della piccola Isabella a tratti pare distaccarsi dal corpus di questa indagine portando il Lettore, come già accennato, in un’altra situazione parallela e già avviata nel precedente libro.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Questo crea un po’ di disorientamento nel Lettore che, però, segue con attenzione le indagini e le scoperte del giornalista che non si ferma davanti a nulla portando avanti il suo lavoro con onestà, forza, determinatezza e professionalità. A Vito Stecca, però, non mancano delle zone d’ombra: è tanto integerrimo nel suo lavoro quanto timoroso e taciturno fino all’impossibile nella sua vita privata sfogando le sue ansie tra le sigarette e l’alcool. E questo suo carattere viene così ben tracciato da Domenico Mecca da renderlo umano, comprensibile, persino amico e complice del Lettore che in esso può trovare un altro se stesso o uno suo riflesso, un suo prolungamento.

E molto interessante è la scelta dell’Autore, dopo i tanti commissari, ispettori, poliziotti, avvocati, di seguire delle indagini e delle inchieste da un punto di vista giornalistico: ugualmente attento e puntuale. Allo stesso modo, però, Autore e protagonista non pongono soluzioni ai problemi affrontati: li vivono, li subiscono, li osservano, raccontano ma non giudicano. Descrivono le difficoltà poi è compito del Lettore trarne le proprie considerazione ed eventuali conclusioni. Oppure prendere e godere della storia per ciò che semplicemente – con tutte le sue complicazioni – è.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Ad ogni modo, Domenico Mecca grazie al suo stile di scrittura semplice, sobrio, omogeneo, privo di qualsiasi artificio rende sulla carta una realtà – come nel caso di questa inchiesta – fedele, attenta osservata, a tratti, con una commovente ingenuità. Perché è l’uomo spesso ad anteporsi e a confondersi con il giornalista. Anche nei suoi dubbi più profondi e pressanti. Anche con i suoi picchi di egoismo e di sicumera.

Perché, scrive Alessia Vegro nella sua Prefazione, alla base di tutto, alla base di ogni esistenza, alla base di ogni professione ci dev’essere l’etica. Senza, l’uomo diventa mostro, una bestia pronta solo a soddisfare i propri bisogni senza neanche far caso a chi si calpesta nel frattempo, alle vittime che si lascia alle spalle.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Certamente Domenico Mecca ha creato un personaggio interessante e che sa distinguersi nel panorama attuale dedicato romanzo giallo. Vito Stecca può sicuramente dare e regalare molto di più ai suoi Lettori che saranno ben felici di accogliere e scoprire la sua prossima indagine.

Nel frattempo teniamo a ricordare che il ricavato dalla vendita di Cronaca e sangue sarà interamente devoluto all’Associazione Savona nel Cuore dell’Africa.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Domenico Mecca

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

Il primo incontro è stato “artigianale”. Da ragazzo volevo fare il giornalista e quindi il mio primissimo incontro con la scrittura è stato allora, quando scrivevo per mio solo piacimento articoli sportivi. Poi, quando frequentavo il Liceo, ho fondato un giornale parrocchiale nel paese in cui abitavo, che era molto letto. Mi sono cimentato con il mio primo libro 5 anni fa, scrivendo il mio primo romanzo Occhi verdi, che è però rimasto per ora inedito. Nel 2017 ho pubblicato il mio primo vero romanzo La legge non è uguale per tutti, con Aletti Editore.

Come è nato il progetto editoriale di Cronaca e sangue?

È nato dalla semplice osservazione della realtà sociale, come per gli altri due romanzi. In questo caso volevo costruire una storia su quello che è veramente successo in Italia in termini di gestione illegale dei fondi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti da parte di cooperative, amministratori e politici. Il romanzo non si scaglia ovviamente contro l’accoglienza ma mette in scena il sistema criminoso e approfittatore che qualche volta c’è dietro. Per rendere il contenuto più accattivante, la storia ha dei contorni di giallo e sentimentali.

Domenico Mecca, “La legge non ha uguale per tutti” (Aletti, 2017)

Da cosa ha tratto ispirazione per la creazione del giornalista Vito Stecca?

Innanzitutto a me piace il giornalista che nel suo difficile lavoro sulle strade racconta i fatti lasciando al lettore il giudizio e, nel farlo, ci mette passione e anche, perché no, coraggio, quando serve. Non solo il giornalista, a me piace qualunque persona che vibra di passione per la giustizia e la verità. Questo è Vito Stecca, pur nelle sue contraddizioni personali.

Domenico Mecca quanto è vicino e distante dal personaggio di Vito Stecca?

Vito Stecca e io siamo accomunati dalla passione, sete di verità e giustizia. Ci svegliamo entrambi la mattina chiedendoci che cosa possiamo fare nel nostro piccolo per migliorare il mondo. Abbiamo la stessa passione per gli ultimi, i più deboli, gli emarginati, di cui vogliamo raccontare le storie, che difficilmente occupano le cronache di tutti i giorni. Per il resto io e Vito Stecca siamo molto diversi caratterialmente. Vito è un istintivo, mentre io sono molto più riflessivo e razionale. Lui fuma e beve molto, io mi sono lasciato tentare dalla sigaretta elettronica, limitandomi a un paio di sigarette normali al giorno. Mi piace il vino, ma se esagero, è solo in compagnia dei miei amici. Vito Stecca sembra non essere capace di amare, come se vivesse continuamente nella bolla protettiva del suo egoismo. Io ho amato e amo, pur con tutti i miei difetti e limiti.

Associazione Onlus “Savona nel Cuore dell’Africa”

Il ricavato dalla vendita di Cronaca e sangue sarà interamente devoluto all’Associazione “Savona nel Cuore dell’Africa”. Può dirci di più di questa iniziativa e del suo legame con l’Africa?

Conosco molto bene il Presidente dell’Associazione, il dottor Marco Anselmo, caro amico, nonché medico infettivologo come me. La sua Associazione è nata a Savona, dove abitano lui e i soci. Mi piace molto perché gestisce alcuni progetti medici, sociali e agrari in Centro Africa solo con il contributo di soci, volontari e benefattori. Proprio per questo i progetti non sono molti, ma vanno tutti a buon fine. Il mio legame con l’Africa è nato 20 anni fa circa, quando sono riuscito finalmente a coronare il mio sogno di fare una breve esperienza di espatriato come medico in Uganda, a Kitgum, dove sono rimasto tre mesi, durante i quali mi sono reso conto della realtà contraddittoria del Continente, ma anche delle contraddizioni della presenza di alcune ONG. Quell’esperienza per me è stata fondamentale, perché ho capito che, se vuoi fare veramente qualcosa per l’Africa, devi rispondere solo ed esclusivamente ai loro bisogni, senza nessuna auto-referenzialità o ideologia.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Nel suo libro Cronaca e sangue affronta molti temi attuali tra i quali l’emigrazione, la necessità dell’inclusione, il razzismo. Quali sono state le difficoltà di tradurre tutto questo in forma di racconto cercando di mantenere le distanze del “narratore”?

In realtà devo dire che le cronache sono purtroppo così piene di episodi di razzismo e di distanza culturale dall’accoglienza che ho dovuto usare solo un po’ di fantasia per tradurre questi temi, apparentemente ostici e comunque più inclini a un saggio, in un racconto, che mantenesse in ogni caso credibilità e realismo, fondamentali per aiutare il lettore a riflettere e a formarsi una sua opinione. La realtà è un ottimo suggeritore e, se si mantiene l’obiettività della narrazione, l’autore riesce a mantenere le distanze e il lettore può imparare e riflettere.

Dall’ideazione alla stesura: qual è la fase di lavorazione e creazione del romanzo dove ha riscontrato maggiori difficoltà. E perché?

Lo scrittore Domenico Mecca

Le maggiori difficoltà le ho avute nel tentativo, spero riuscito, di mettere ordine al racconto. Ho scelto, per sfida personale, di iniziare dal racconto di un fatto che sarebbe accaduto a metà della storia, e quindi questa scelta ha reso più difficile mantenere un ordine temporale. È stato anche difficile per me inserire in questo ordine la presenza della figura femminile di Ines, a cui volevo dare una centralità nello sviluppo della storia sentimentale con Vito, ma che, allo stesso tempo, non doveva essere centrale per il racconto. Infine, ho trovato qualche difficoltà anche a tenere insieme i pezzi della nuova storia con quelli della vecchia storia (il primo romanzo La legge non è uguale per tutti), nella quale Vito e Ines erano stati impegnati in una inchiesta diversa da quella attuale, ma che non si era ancora del tutto conclusa.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Lei è medico infettivologo e scrittore. Come riesce a far incontrare e a far convivere queste due grandi passioni e professioni?

È la risposta più semplice. Non lavoro più da anni in ospedale, il mio lavoro attuale è nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci anti-infettivi e antivirali. Quindi ho più tempo da dedicare alla scrittura e alla mia nuova creazione, il Blog La Valigia dei Pensieri. In ogni caso ho sempre scritto la mattina presto e la sera, momenti nei quali riesco a essere più concentrato, senza troppe distrazioni esterne.

Quali sono gli Autori e le opere letterarie che hanno contribuito a formare il suo “essere lettore” ed “essere scrittore”?

In particolar modo I Malavoglia e Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga, due esempi, almeno per me, di romanzo sociale. Per lo stesso motivo I Promessi Sposi. Dal punto di vista giallo-thriller, ho letto molti libri di Agatha Christie, John Grisham. Per quanto riguarda la scrittura, cerco di ispirarmi ai primi romanzi di Gianrico Carofiglio e a quelli di Maurizio De Giovanni, Massimo Carlotto e Antonio Manzini.

Domenico Mecca, “Cronaca e sangue. La nuova inchiesta del giornalista Vito Stecca” (Amazon Self Publishing, 2020)

Qual è il libro o il personaggio della Letteratura che avrebbe voluto creare. E perché?

I Malavoglia, perché è uno dei più bei romanzi dal punto di vista della denuncia sociale e della narrativa.

Quali sono i suoi prossimi progetti professionali e letterari?

Sto pensando per prima cosa di pubblicare una raccolta di storie di donne che hanno lottato e lottano per i diritti sociali, civili, che ho raccontato e sto raccontando nel mio Blog. Poi ho in mente un nuovo romanzo nel quale il protagonista sarà ancora il giornalista d’inchiesta Vito Stecca, ma con una grande sorpresa!

 

 

 

 

 

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