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I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019: “Punti Deboli” di Il Principe

La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di presentarvi e farvi conoscere gli Autori finalisti del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 e le loro opere: Il Principe e la sua raccolta di poesie “Punti Deboli” (Scatole Parlanti). E non perdete il consueto “Incontro con l’Autore”!

La trama

Punti Deboli è una silloge composta da quarantasette componimenti attraverso i quali l’Autore, Il Principe, racconta senza filtri né artifici il suo profondo essere e le vulnerabilità del suo animo. Tanti e diversi sono  i temi e stati d’animo che il poeta affronta e dipinge con le sue parole: solitudine, malinconia, irrequietezza, inquietudine, amore, tradimento, fiducia, speranza, famiglia, futuro, vita…

Il Principe, “Punti Deboli” (Scatole Parlanti, 2018)

L’Autore, così, attraverso i suoi versi si dona al Lettore parlando di sé, di ciò che sarebbe potuto essere, di ciò che avrebbe voluto essere o di ciò che non potrà mai essere con lucida e consapevole sincerità:

…non so mentire e se ci provo si capisce

che sto cercando di falsare la realtà

provo a spiegare l’empatia che ci unisce

e non credo serva tutta questa abilità

basta dare voce e fiato a quello che ho dentro

percorro  un labirinto di cui non trovo il centro

che non posso spiegare senza forzare

il fiume di lacrime che andrei a trovare…

Sul libro

Il Principe, “Punti Deboli” (Scatole Parlanti, 2018)

Nel 2018 la Casa Editrice Scatole Parlanti pubblica nella Collana “Echi” la silloge Punti Deboli del poeta e blogger napoletano Il Principe.

Si tratta di una raccolta di poesie in cui l’Autore sente così tanto il bisogno e la necessità di scrivere che quasi “aggredisce” il foglio con parole sincere, spontanee, dense di colore e di carattere che lo raccontano e lo svelano al Lettore.

Il Principe attraverso questi quarantasette componimenti non ha paura né timore né tantomeno preoccupazione di mostrare, come ci suggerisce il titolo della silloge, i suoi punti deboli. Al contrario, li affronta, li sviscera, li analizza guardandoli dritto negli occhi. Potremmo quasi arrivare a dire che questi versi assumono un ruolo quasi terapeutico più per l’Autore che per il Lettore il quale, non può far altro, che lasciarsi fagocitare da tanto bisogno di “dire” e di “raccontare”, trascinato in questa danza dal ritmo variabile e senza fine. Infatti, il Lettore potrebbe – in alcuni casi, sentirsi “solo” spettatore di questi quadri di vita che il poeta realizza ma non per questo non viene messo nella condizione di empatizzare con lui. Al contrario, il Lettore diviene quasi un complice, un alleato e un vero amico del poeta cui poter confidare tutto. Ogni paura. Ogni sentimento. Ogni stato d’animo. Ogni delusione. Senza mai rimanerne deluso.

Scatole Parlanti

Il Principe, così, in questa sua lunga e articolata danza che crea quasi su una fune sospesa come fosse un funambolo riesce ad esprimere e a regalare tutto se stesso. Sinceramente. Senza giri di parole. Anzi, vomitando quelle parole che non riesce più a trattenere dentro di sé e che arrivano sul foglio come sfilettate, schiette, dure e dolorose, spesso senza nemmeno l’uso della punteggiatura ad alleviarne l’andamento e l’andatura.

Punti Deboli è un viaggio all’interno dell’animo umano con tutti i suoi demoni e i suoi flussi positivi dove non si può riconoscere se stessi in questa armonica e ritmata danza di parole che riflette il ritratto di un cuore nero e il senso e l’andamento di una Vita.

Incontro con l’Autore

Il Principe, “Punti Deboli” (Scatole Parlanti, 2018)

Come è avvenuto il suo incontro con la Poesia?

Il mio incontro con la poesia è avvenuto in modo totalmente empirico, quasi “sciamanico”. Sono sempre stato particolarmente empatico, mi piace osservare e noto dettagli che gli altri non notano. Quindi sentivo di dover esprimere tutti i sentimenti che avevo dentro e quelli che intuivo a contatto con le persone che avevo attorno, ma non avendo alcun tipo di conoscenza metrica o altro (avrò avuto 13 anni) mi affidavo totalmente a questa “corrente”, a questo flusso, e scrivevo, scrivevo, scrivevo tantissimo. Scrivevo, soprattutto, le cose che non riuscivo a dire. Poi, rileggendo, mi sono accorto di aver davvero scritto troppo in stile “Caro diario” (cosa che odio se fatta da me)  e che, stringendo, avrei potuto condensare in poche parole quello che era il contenuto di una pagina. Da lì i primi “versi”. Il dono della sintesi, in generale, non mi appartiene, se non, forse, quando scrivo poesie.  

Qual è stata la prima poesia che scrisse e quale ricordo, quali emozioni ne conserva?

Credo sia stata proprio la prima poesia del libro Punti Deboli (All’alba dei ricordi). Almeno, da quel che ne ho memoria. Non per altro, perché il libro è una raccolta delle prime poesie che ho scritto quindi, basandomi su un criterio cronologico, direi quella. Ne conservo emozioni e ricordi altalenanti: era dedicata ad un amore estivo, dopo 3 giorni io ero già innamorato (a 13, 14 anni avevo l’innamoramento facile), lei giustamente no. Quando ci siamo separati ero da buttare, scrivere come al solito mi ha aiutato ad uscirne.

Il Principe, “Punti deboli” (Scatole Parlanti, 2018)

Quali sono i poeti e gli Autori che hanno formato il suo stile e il suo “essere lettore”?

Il mio “essere lettore” non finisce mai, continua tutt’oggi con la lettura dei c.d. “instapoets”: Marwan, Simone Savogin, Andrew Faber, Guido Catalano, tra gli indipendenti Paolo Cerruto, Alberto Dubito e Gerardo Masuccio, ma anche i contemporanei Franco Arminio, Mariangela Gualtieri, Wisława Szymborska, Alda Merini, etc,etc. I poeti che mi hanno formato sono quelli un po’ più classici: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Leopardi, Quasimodo, D’annunzio, Cummings, Neruda, Quintana, Cortazar, Garcia Lorca, Bukowski, Gibran, Hikmet, Pessoa, Shakespeare, Prevert, Ungaretti, Montale (ne dimentico di sicuro almeno un’altra decina). Fra gli autori come tali, considerando i testi, mi ispiro fortissimamente anche allo stile del cantautorato italiano: Guccini, De Gregori, De André, Battisti, Dalla, Battiato, Vecchioni, Pino Daniele, Morgan ma anche alle metriche di Caparezza e, ultima scoperta, Rancore (mi fermo qui e di sicuro avrò dimenticato qualcuno di fondamentale).

Il Principe, “Punti deboli” (Scatole Parlanti, 2018)

A proposito del suo stile: nei suoi componimenti la punteggiatura è molto rara come se le sue parole uscissero tutte d’un fiato e planassero sul foglio a tutta velocità. È questa la sensazione e, se così, possiamo dire, l’effetto che desiderava trasmettere al suo Lettore. E perché?

Beh, mi risulta sempre difficile fare un’analisi del testo oggettiva delle poesie che scrivo, posso dire che dietro c’è un lavoro molto accurato sulla metrica, sulle sillabe, sull’utilizzo delle rime e delle figure retoriche classiche, applicate però in chiave moderna. A volte sento l’esigenza di “ingabbiare” in uno stile metrico più veloce in alcune parti e più lento in altre, quello che sta “venendo fuori”, per dare un ordine, una chiave di lettura. Altre volte non ci riesco e la rima libera prende il sopravvento; evidentemente in quel caso le cose che ho dentro non riescono ad essere piegate ad alcuna regola e…va bene così. Sarà per questo che, nei reading e negli spettacoli, recito sempre le mie poesie in modo molto particolare, quasi radiofonico (c’è del mestiere dietro, non lascio nulla al caso). 

I suoi componimenti poetici sembrano essere dei profondi e complessi dialoghi che fa con se stesso. Qual è stata la difficoltà nel doversi confrontare con l’intimità più profonda del suo animo?

La raccolta Punti Deboli è stata sicuramente un confronto con un periodo della mia vita  intenso, importante, pregno, spesso a torto sottovalutato, che è l’adolescenza (almeno quella “anagrafica”). La differenza è che, pian piano crescendo, si aumenta la consapevolezza e la conoscenza di un modo di dialogare con se stessi che, inizialmente, è il dialogo di un ubriaco con uno straniero sordo. Mancano i mezzi, mancano le intese, non ci sono chiavi di decodifica ed tutto è buttato lì, sparpagliato, come un puzzle da 50.000 pezzi

La poesia “Amore clandestino” di Il Principe

Ecco, quando, dopo soli 15 anni, mi sono deciso a proporre Punti Deboli come raccolta finita, è stato come riuscire a mettere finalmente un punto, del tipo:” fin qui, ho finalmente capito, da qui ora andiamo avanti”. La difficoltà più grande è stata proprio questa: confrontarsi e cercare di trovare le risposte nell’intimità e nella profondità di un animo inquieto che risposte non ne ha neanche per se stesso.

Quanto è – ed è stato – liberatorio, per lei, raccontarsi attraverso la sua scrittura donandosi al Lettore senza filtri e in piena sincerità?

Questo è stata la più grande sorpresa riscontrata da quando ho aperto la pagina facebook, instagram ed ho creato il sito principe.org. Era tutto nato come un semplice archivio online, non avevo alcuna aspirazione né pensavo di poter avere un riscontro del genere. Ho sempre pensato: “vabbè, le pubblico lì, così non perdo quello che scrivo (sono disordinato quando scrivo, ho perso moltissime poesie sparse tra le varie moleskine relegate chissà dove, appunti persi, agende, quaderni buttati), tanto a chi vuoi che importi”. Invece le poesie hanno iniziato a girare tra condivisioni, commenti, passaparola, e mi sono ritrovato ad avere un pubblico di ogni età che si è identificato in una poesia piuttosto che in un’altra e che mi scrive, anche in privato, raccontando le proprie storie, i propri aneddoti, e come quelle singole mie parole siano in realtà le parole che non riuscivano ad uscire per definire le loro sensazioni e le emozioni provate.

La poesia “Freddo” di Il Principe

Quello è stato il momento in cui ho capito che non stavo più soltanto scrivendo per me ma anche per altri che, contrariamente a quanto pensassi, potevano capire, avevano capito. Quello è stato il momento in cui ho capito che le mie poesie non erano più solamente mie e che, come diceva Troisi, “la poesia non è di chi la scrive, ma è di chi gli serve”.

Con Punti Deboli si è classificato al primo posto nella sezione “Poesia” del Premio Letterario Nazionale 2019 con la seguente motivazione:

Attraverso l’uso brillante della metafora e del delicato linguaggio delle immagini Il Principe crea sinestesia emotiva donando fluide pennellate di colore alle emozioni e ai sentimenti più profondi. Questo Poeta ha la capacità di afferrare il tuo cuore confidandogli magici segreti, di accarezzare la tua anima e di sussurrare tristi e dolorose verità.

La motivazione della Giuria del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019

Cosa ha significato per lei ottenere tale riconoscimento?

Vincere un Premio Letterario Nazionale importante come “Equilibri” è stato tanto inaspettato quanto emozionante. Lo dico chiaramente, non ho sponsorizzazioni di alcuna casa editrice, non ho alcun tipo di conoscenza radicata in ambienti letterari, intellettuali o altro e, personalmente, ho sempre guardato ai premi letterari con uno certo grado di scetticismo, avendo avuto esperienze negative in merito. Non faccio nomi ma ci sono molti premi e concorsi letterari il cui unico scopo è quello di lucrare sul singolo autore proponendo pubblicazioni a pagamento. Non è una sviolinata questa, è semplicemente la realtà dei fatti. Quindi mi sono dovuto ricredere in tal senso e devo ringraziare Chiara e tutta l’organizzazione per aver creato un premio letterario serio, importante a livello nazionale e soprattutto meritocratico. Da parte mia sono contento di aver ricevuto questo riconoscimento ed è la conferma, che speravo arrivasse, di aver creato un libro di poesie di qualità.

Qual è la poesia che vorrebbe ancora scrivere o quella che avrebbe voluto scrivere?

Quella che vorrei ancora scrivere, è quella che non ho ancora scritto e che spero un giorno scriverò. Può sembrare un sofismo ma in realtà è proprio così. Mi piacerebbe fosse una poesia di cui tutti riescano a ricordare le parole e a completarne i versi. Non sarebbe importante l’attribuzione, anche da anonimo. Una poesia che resti per sempre (sto volando basso, eh? Se si può sognare, meglio farlo in grande).

Una poesia che avrei voluto scrivere… Dipende dai momenti, ce ne sono così tante di incredibile bellezza sia tecnica che sentimentale: dico  L’uomo e il mare di Charles Baudelaire ma domani potrei già cambiare idea.

La consegna del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – Edizione 2019 (Ph. Francesco Corrado)

Una domanda – temo – difficile per uno scrittore e, soprattutto, per un poeta: a quale delle sue poesie sente di essere più legato? E perché?

Questa è la domanda in assoluto più difficile di questa intervista.

Allora, di sicuro sono legato alla poesia E non busso alla tua porta (che non è in Punti Deboli) che è stata scritta in un momento molto particolare della mia vita ed ha avuto un riscontro tale da esser stata recitata, è stato creato un video ed è anche finita in una puntata di Parole Note, programma radiofonico e format di Radio Capital specializzato nella diffusione della poesia classica e moderna.

Sono legato a “il Punto Debole”, la poesia che dà il titolo alla silloge, perché trovo sia di una delicatezza e di una forte fragilità (lo so, è un ossimoro) che ho sempre sentito mia negli anni, tale da trasformare l’esposizione della debolezza nella più grande e sempiterna forza, che poi è il senso dell’intera raccolta di poesie.

Infine, sono legato ad “Assenti Distanze” e a “Ti Riconosco” che sono le ultime poesie che ho scritto calandomi in vesti femminili (è una donna che si rivolge ad un uomo) e credo siano veramente molto belle, sia per come sono state scritte, sia per i messaggi nascosti sottesi alle stesse poesie.

La consegna del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – Edizione 2019 – Ph. Francesco Corrado

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

In realtà io ho sempre continuato, negli anni, a scrivere poesie (Punti Deboli è rimasto chiuso in un cassetto per 15 anni) quindi ho già pronte altre due raccolte, che sono il naturale seguito di Punti Deboli. Infatti ci sono delle poesie che sono proprio il “sequel” di altre. Penso di essere l’unico poeta ad aver, inconsciamente, scritto alcune poesie “in puntate”.

In questo momento storico difficilissimo per l’editoria indipendente e per i piccoli autori emergenti, spero di riuscire a trovare una casa editrice che abbia il coraggio di scommettere ancora sulla poesia e un pubblico sempre più grande, interessato alle mie parole e alla poesia come genere letterario autonomo.

Vedo troppa aridità e cattiveria in giro. C’è bisogno di poesia, davvero, ora più che mai.

Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.

 

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