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I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019: “Epistola a Tiberio” di Renato Carlo Miradoli

La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta i finalisti del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: Renato Carlo Miradoli e il suo romanzo – tra Storia, mistero e giallo – “Epistola a Tiberio” (Bi Elle Esse Editore). E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (Bi Elle Esse Editore, 2015)

Gesù di Nazareth è morto. Ma è anche risorto. I Cristiani che hanno Fede ne sono certi. Essi credono nell’incredibile. Ma come è morto veramente Gesù? Per mano di chi? Pilato o Giuda Iscariota? Chi l’ha tradito? Il popolo, che ha preferito la sua morte a quella del ladrone Barabba o il potere perché “scomodo”, troppo capace di affascinare e conquistare le masse? E ancora, il Sinedrio ha realmente voluto la Crocifissione del giovane per aver bestemmiato e creato scompiglio nel Tempio di Gerusalemme? Cosa è realmente successo? Quali sono stati gli ordini relativi al destino di quest’uomo che ha cambiato il mondo e la Storia? Chi ha preso la decisione della condanna a morte senza appello? Chi ha avuto il coraggio di assumersi questa gravosa responsabilità di cui ancor oggi la Storia parla e su cui essa stessa si fonda? È tutto questo ciò che l’Imperatore Tiberio vuole scoprire alcuni anni dopo questa condanna a morte le cui conseguenze si fanno sentire in ogni dove. Si ha bisogno di chiarezza, di onestà, di Verità. Così, Tiberio prima di morire invia il legato imperiale Marco Calpurnio Pisone in Giudea per indagare sull’accaduto e risolvere questo mistero.

Sul libro

La Vita Felice Editore

Nel 2015 Renato Carlo Miradoli, dopo anni di ricerca, di studio e di pensiero, pubblica per la sua Casa Editrice Bi Elle Esse Editore la sua opera prima Chronica Pisonum. Epistola a Tiberio la quale nell’ottobre di quest’anno è stata nuovamente editata dalla Casa Editrice milanese La Vita Felice. Si tratta del primo capitolo di una trilogia cui seguiranno Janus. Della Collera di Nerone (La Vita Felice Editore, 2020) e L’Editto di Costantino (di prossima pubblicazione).

Epistola a Tiberio è un romanzo che racchiude in sé diversi generi: è storico, fantastico, epistolare, a tratti assume persino caratteri del giallo e del noir. In fondo narra di un mistero (anzi del mistero), per molti, non ancora risolto e certamente della più importante e ambiziosa inchiesta che un “semplice” uomo possa portare a compimento.

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

Si tratta di un romanzo completo in ogni sua sfaccettatura. Il merito di Renato Carlo Miradoli sta nell’aver utilizzato un linguaggio allo stesso tempo moderno (come si può notare dalla scelta dell’uso della seconda persona singolare nei dialoghi) e antico attraverso l’uso della retorica della lingua latina epistolare. In tal modo, Epistola a Tiberio si pone in perfetto equilibrio con la Storia e il Tempo. L’Autore, con sapienza, cura, attenzione e dedizione realizza un’opera accattivante e intrigante per il Lettore il quale si trova catapultato tra Nazareth, Betlemme e Gerusalemme in un viaggio nel tempo senza limiti e nell’indagine sulla morte di Gesù di cui la Storia moderna ne sta ancora “pagando” e vivendo le conseguenze.

Ma questo non è tutto. Il merito di Renato Carlo Miradoli è anche quello di proporre al pubblico di lettori un argomento e una tematica molto “nota” e già raccontata e riproposta da diversi Autori, religiosi, studiosi, saggisti… Epistola a Tiberio, però, ha un suo tratto distintivo. I suoi venti capitoli (più l’introduzione, il prologo, l’epilogo 1 e 2), infatti, narrano i fatti attraverso un’attenta ricostruzione storica ma lasciando il Lettore libero di seguire il proprio pensiero, le proprie convinzioni, la propria Fede e, soprattutto, di porsi domande e di comprendere da un diverso punto di vista quale potrebbe essere (o essere stata) la Storia. Inoltre, tutti i protagonisti della vicenda (da Maria, madre di Gesù a Pietro, da Pilato ad Erode sino allo stesso Marco Calpurnio Pisone) sono estremamente umanizzati e privi di ogni alone di mitizzazione.

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

Costoro hanno avuto il dubbio che egli potesse avere torto e che le cose da lui dette fossero solo finzioni della mente o della fantasia (ne sono certo, e tu sei qui con il tuo scetticismo a provarlo!), ma dicendosi che se non fossero state vere, sarebbe stato veramente tutto più brutto e desolato; era meglio allora crederle vere, così che tutto sarebbe stato almeno in teoria più bello! Poniamo pure (qualcuno deve aver pensato così sicuramente) che quanto dice il Maestro non sia vero: oh, come sarebbe brutto, se così fosse: e allora è vero per forza, altrimenti non varrebbe neanche la pena di vivere!

È un uomo che scrive e nel suo racconto si riscontra la sua stessa umanità, la sua passione per la ricerca storica e il suo bisogno di porsi domande… che, molto probabilmente, l’ha portato a risolvere alcuni enigmi intellettuali. Renato Carlo Miradoli è presente in ogni pagina di Epistola a Tiberio guidando come un amico il proprio Lettore all’interno della sua storia che desidera condividere e far conoscere.

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

La sua è una scrittura semplice, chiara, descrittiva, delicata, ricercata che racconta l’evento su cui la Storia del mondo è stata (ed è) costruita e che, in particolari tratti, sa raccontare dell’amore di Pisone per il suo schiavo Stelios con una delicatezza tale da ricordare quello tra Adriano e Antinoo descritto e raccontato da Marguerite Yourcenar nel celeberrimo Memorie di Adriano.

È Renato Carlo Miradoli a raccontare e a porre nuovi quesiti e punti di domanda su un fatto ancora controverso e nel quale la presenza o meno della Fede potrebbe influenzarne non poco la lettura. Ma l’Autore sa benissimo di cosa sta parlando e come. Non si erige a giudice né a docente. Scrive, racconta. E questo è tutto.

Leggendo il mio romanzo vi sarà chi griderà allo scandalo e chi mi esalterà: lo so già fin d’ora. Non so che dirvi: leggete un altro romanzo.

Incontro con l’Autore

Quali ricordi ha del suo primo incontro con la scrittura?

Lo scrittore Renato Carlo Miradoli

Pessimi! Odiavo scrivere quando ero un bambino e il tema in classe per me era la prova scolastica che odiavo di più: “Non so cosa scrivere!” era l’obiezione la più frequente: per la disperazione di mio padre essa era accompagnata dal mio rifiuto di leggere. Il pover’uomo non si sapeva capacitare di come il suo figlio maggiore non seguisse le tradizioni familiari che vedevano tutti, dai nonni agli zii, da tutti insomma, coinvolti nella lettura e nello scambio costante di opinioni sulle letture fatte. Al liceo poi ho avuto due diversi insegnati di italiano: la prima era ignorante da non credere e non sapeva parlare in modo corretto, per esprimersi solo in sgrammaticature inascoltabili, e procedeva per frasi fatte, il secondo era un genio capace di farti appassionare allo studio della letteratura, ma un perfetto incapace nell’incoraggiare gli studenti alla scrittura; a scrivere sembrava essere capace solo lui! Insomma, un incubo: fosse dipeso solo da loro invece di laurearmi in lettere sarei finito alla catena di montaggio…

Ebbi, però, un colpo di fortuna (ringraziate mio padre di questo, se vi piacciono i miei libri…): mi comprò all’età di dieci anni il Giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne e mi innamorai finalmente della lettura come quell’attività la più intima e unica per cui se un giorno passa senza che io abbia letto qualcosa, mi sembra un giorno perso oppure non vissuto; e con ciò ho incominciato a pensare di scrivere. Ci ho provato per anni, ma non ero mai soddisfatto di quello che volevo dire: e solo intorno ai quarant’anni mi persuasi che era venuto il momento. 

“Epistola a Tiberio” e “Janus” di Renato Carlo Miradoli

Come sono nati l’idea e il progetto editoriale di Epistola a Tiberio?

Appunto il momento di cui dicevo! Fu un caso più unico che raro… L’episodio ha del comico… sorpreso a leggere un breve saggio di Firpo dal titolo Le guerre giudaiche, mi fu chiesto a bruciapelo chi fosse per me Gesù Cristo e così mi nacque l’idea: un uomo che girasse per la Palestina romana a fare questa domanda e così è nata la trama del romanzo inteso come un’unica lettera all’Imperatore Tiberio. Janus è la naturale continuazione del precedente sotto forma di cronica.

Quali ricerche ha condotto per la stesura del suo romanzo?

Sono laureato in lettere classiche con indirizzo storico: la mia specializzazione è la storia greca. Ho sempre voluto studiare romana un po’ meglio e avevo anche deciso di leggere nell’ordine cronologico del loro avvicendarsi nei secoli una biografia storica da Cesare a Romolo Augustolo. In parte sono riuscito… ma questo non c’entra… Sì ho studiato moltissimo il periodo appunto della vicenda di Cristo e della storia del popolo ebraico in quel frangente così drammatico e devo ammettere, sto continuando a leggere libri sull’argomento anche se nel secondo romanzo poi ho affrontato il periodo neroniano, e ora mi sto occupando di Costantino.

Lo scrittore Renato Carlo Miradoli

I suoi studi classici quanto hanno influenzato e aiutato la stesura e la lavorazione di Epistola a Tiberio?

Come dicevo prima: tantissimo. Amo la storia e ne sono sempre rimasto affascinato e all’atto di scrivere un romanzo esso non poteva che essere storico in fondo. I miei studi? Tendo sempre a dire che i miei studi sono stati, agli occhi dei più, una perdita di tempo: le priorità nella formazione dell’homo tecnologicus degli anni ’20 del terzo millennio sembrano essere diversi e diverso mi ostino a essere allo scopo di non trasformare la monumentale opera umana fatta di monumenti, documenti e reperti occasione di raccolta da parte della società della nettezza urbana (il che non è poi così lontano dal desiderio di molti…). In fondo, oggi, è più importante saper allegare a una mail un documento che capire il perché dell’accettazione da parte di Socrate dell’ingiusta condanna a morte… Ma questo non c’entra, mi scusi, la banale sortita polemica. Volevo solo dire che gli studi classici sono la mia passione e, per quanto vi sia sempre in molti il desiderio di affrontarli sembrano sempre più la Cenerentola della preparazione personale.

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

Quali difficoltà ha riscontrato nella ricostruzione della morte di Gesù e nel ricomporre il mosaico delle diverse testimonianze rendendole con un linguaggio attuale?

Intanto va detto che il linguaggio usato si sforza di non essere attuale affatto! Eh eh eh… mi scusi: scimmiotto piuttosto la prosa classica. Nulla quanto lo scrivere un romanzo di storia che sembri un reportage giornalistico fa perdere spessore e fascino alla storia narrata, se si tratta di un romanzo storico. Per ottenere l’ispirazione e scrivere, leggevo ad alta voce, prima di iniziare a lavorare, una pagina di Livio in latino o di Tacito per entrare nel loro mondo (mi passi il termine) linguistico nonché stilistico.

Da Autore: quale vicenda o personaggio del suo libro l’ha affascinata di più o le ha creato maggiori difficoltà nella “traduzione” in racconto per il grande pubblico?

Janus! Sì, decisamente il personaggio di Janus che sono in parte io stesso e in parte una persona che amo di tenerezza infinita. Nella vicenda è un giovane schiavo che patisce la propria condizione di oggetto posseduto dal padrone e che è innamorato ricercatore della felicità, ma che non si accorge di averla così a portata di mano. Per quanto riguarda l’episodio, esso è quella in cui nel primo romanzo il protagonista Pisone viene provocato dall’uomo da lui interrogato al punto di perdere il controllo: Pisone si accanisce contro chi in fondo è un suo compagno della sventura della vita umana, il quale, però, si trova per caso dall’altra parte della barricata. Quel Pisone sono io: purtroppo sono un collerico e mi adiro facilmente contro ogni tipo di sopruso allorché sia frutto dell’ignoranza scambiata per senso pratico e sapienza, e anche risultato della protervia di chi opera l’ingiustizia credendosi più furbo degli altri.

Lo scrittore Renato Carlo Miradoli

Quanto c’è di Renato Carlo Miradoli nei personaggi, nella ricerca della verità, nella vicenda narrata nel suo libro?

Chi scrive è ovunque: sia nei personaggi (mi si permetta il termine grossolano) positivi sia in quelli negativi. Tuttavia, io mi sento nell’io narrante rappresentato dai due Pisoni, zio e nipote, i quali osservano la vita fatta dalle vicende che li circondano.

Scrivere è descrivere se stessi: il proprio mondo, i propri affetti, le proprie aspirazioni: sono come andare in analisi (decisione molto alla moda oggi) e raccontarsi. So di alcuni psicologi che chiedono ai propri pazienti di scrivere qualcosa per riferire il proprio male interiore, e devo dire per esperienza diretta che la terapia funziona. Il grande Italo Svevo in fondo usa questo trucco letterario per raccontare il suo Zeno Cosini, o no?

Guido Mastroianni (Presentatore della Cerimonia di premiazione), Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”) e lo scrittore Renato Carlo Miradoli (Ph. Francesco Corrado)

Epistola a Tiberio ha ottenuto il primo posto nella sezione “Romanzo” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019 con la seguente motivazione:

Con sapiente maestria e dovizia di peculiarità Renato Carlo Miradoli con la sua opera Epistola a Tiberio ha creato un perfetto equilibrio tra religione e filosofia, tra uomo e divinità, avvolto da tematiche del testo ottimamente strutturate e delineate che mai si perdono nei meandri concettuali, bensì li completano originando nel Lettore riflessioni che offrono la possibilità e la capacità di interrogarsi e di porre uno sguardo vivo alla Storia dei Tempi.

Cosa ha significato per lei e per la sua scrittura ricevere tale riconoscimento?

Senza tema di esagerare, oserei dire che è stata una delle esperienze più belle di tutta la mia vita! Neanche il giorno della mia laurea ho provato una emozione simile; al punto che credevo che fosse uno scherzo! Se ci penso mi commuovo ancora ora!

Prima, quando il mio nome non veniva mai fuori e il numero dei concorrenti si assottigliava sempre di più, respingevo la tentazione di dire a me stesso che mi stavo guadagnando un “buon” posto fra i primi; poi, al momento di restare solo (non potevo ora che essere il primo, in quanto non c’era più nessuno!) il mio cervello oscillava fra: “Mi stanno facendo una scherzo!” e “Secondo me ho letto male la mail e mi è scappata la negazione: lei non si è classificato come finalista!”

Guido Mastroianni (Presentatore della Cerimonia di premiazione), Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”) e lo scrittore Renato Carlo Miradoli (Ph. Francesco Corrado)

Cara Chiara, se ben ricorda quando sono uscito fra gli applausi Le ho chiesto: “Non è uno scherzo, vero?” Ho capito che era vero solo quando ho smesso litigare con le mie gambe che si rifiutavano di muoversi perso la presidenza della giuria!

E non mi dica ora che non sono una persona insicura, perché dovrei darLe solo ragione!

Mi scusi: sto scherzando. Comunque, voglio dire che sono grato a tutti coloro che hanno apprezzato il mio romanzo e che questa bella cosa mi ha spinto ancora (speriamo almeno!) a fare ancora meglio.

 

Quali sono gli Autori che hanno contribuito a formare il suo “essere scrittore” e il suo “essere Lettore”?

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (Bi Elle Esse Editore, 2015)

Non posso fare l’elenco: sarebbe infinito. Anche se apprezzo la letteratura europea in genere, soprattutto francese e inglese, potrei dire che sono i grandi classici latini e greci e italiani i miei preferiti, e che in alcuni casi vanto la lettura di alcune opere numerose volte. Vuole un esempio? Ho letto almeno trenta volte I Promessi Sposi, eppure ho cinquantatré anni. Com’è possibile? Mi chiederà Lei, Chiara. Facilissimo: al di là delle volte canoniche in cui ho dovuto (sic!) leggerli per esami e interrogazioni varie, ogni anno l’ho riletto dalla maturità in avanti iniziando il giorno di san Martino per tradizione; altre volte l’ho riletto “fuori stagione” (!) magari perché ero in convalescenza dall’influenza oppure in quanto ne aveva semplicemente voglia he he he. Tenga conto che ho comprato la lettura integrale de I promessi Sposi dell’attore Moro Silo e, mentre sono in viaggio in macchina, molto spesso riascolto la lettura di un capitolo e si fa presto a finirlo poi una volta a casa già che ci sei.

La pergamena con la motivazione della Giuria del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019

Per il resto la mia attenzione va a Moravia autore che prediligo nella letteratura del ‘900, Umberto Eco de Il nome della Rosa (letto anche questo più di una decina di volte!): Verga, Pascoli, Carducci, Palazzeschi, Guareschi, Calvino, Testori… Non lo so: scelga Lei, basta che sia la meravigliosa e irraggiungibile letteratura italiana. Quanto più mi stupisce è il fatto che la rilettura è un bisogno impellente come quando senti un brano musicale e non puoi fare a meno di riascoltalo quasi compulsivamente più volte di seguito. Ricordo la lettura e la immediata rilettura di 1984 di Orwell due volete consecutive quando avevo 16 anni!

Impressiona spesso la velocità della rilettura ed è come quando stai vedendo un film arcinoto e anticipi la gioia di un episodio significativo vivendolo prima che appaia sulla scena. La vita è proprio buffa.

Mi spiace non posso proprio fare una lista: leggere per me è una malattia… sa una cosa? Se passa una giornata in cui non ho letto una pagina di qualcosa mi sembra proprio una giornata buttata via.    

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

Nel 2013 ha fondato la Casa Editrice Come è nato questo progetto e a quale Lettore e Autore si rivolge?

Il progetto editoriale qualcuno lo chiamerebbe autopubblicazione: però non volevo solo avere un servizio di editing, mera pubblicazione e registrazione del libro. Da lettore massivo per studio e passione, frequentatore da anni di librerie e biblioteche, bibliofilo collezionista di edizioni, amico di molti librai storici un po’ in tutta Italia, eterno insoddisfatto di librerie di catena dove non si trovano titoli di piccoli e medi ottimi editori, dove non c’è libraio e il commesso non conosce i libri, non legge, è svogliato e scortese, volevo capire fino in fondo se ci fosse una nicchia tra i librai indipendenti, appassionati veri, lettori veri, gente cui debbo molto, che mi ha messo a disposizione spazi per presentazioni e che vorrei tanto un giorno ricompensare se avessi successo: posso fare nomi?

Gli Oxoli della Lirus di Milano ed Elisabetta Pacillo di Hellisbook, Dorian Valesini della libreria Amico Libro di Bordighera, Andrea Mello dell’Ora Blu di Firenze, Giorgio Giammanco della Books libreria di Bagheria, i Romagnosi a Piacenza, Amanda Colombo della Galleria del Libro di Legnano, Paolo Bonini della libreria Il Convegno di Cremona, i Giacomin della libreria Il libraccio di Padova, La libreria Zanoletti ad Alba, la Libri e Libri di Monza, Libreria Bortoloso di Schio, Liliana Cavalli della Libreria il Seme di Casalmaggiore, Marco Paganini della libreria Fieschi di Lavagna e molti altri. Come si vede ho davvero fatto l’Editore cercando il lettore dove meglio si sente a casa sua: dal suo libraio di fiducia, nella sua libreria, tra i suoi libri.

Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”) e lo scrittore Renato Carlo Miradoli – Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019 (Ph. Francesco Corrado)

Questa lunga avventura ha portato a una nuova edizione di Epistola a Tiberio con La Vita Felice Editore – ottobre 2020 che ora ha una distribuzione davvero di riguardo.

Lei è docente, scrittore, traduttore, editore… in quale ruolo si sente più a suo agio? E perché?

L’insegnante senza esitazione! Lo faccio con una passione infinita: per due ragioni di carattere personale.

Amo da un lato vivere questo lavoro come una missione e un servizio all’umanità, e non quale semplice occasione di avere uno stipendio: insegnare è aiutare gli altri (limitatamente alla tua materia) ad apprendere la bellezza del sapere quelle cose che sai tu e alle quali hai dedicato una vita; e che nel mio caso sono le lingue, la filosofia, le lettere. Molti dopo una lezione mi dicono spesso: “Ma che bella questa cosa? Ho un motivo in più per pensare oggi…” Oppure: “Urca! Ora posso usare questa espressione così bella ed elegante!” In quel momento sento di aver raggiunto il mio successo professionale.

Renato Carlo Miradoli, “Epistola a Tiberio” (La Vita Felice Editore, 2020)

La seconda ragione è polemica purtroppo ed è una vendetta contro tutti quegli orribili individui che fanno questo lavoro senza capire l’importanza di esso e il rischio che corrono di rovinare per converso, nel loro atteggiamento superficiale e incompetente, legioni di studenti: e se la scuola di ieri (quando la frequentavo io, cioè) ne era piena, quella di oggi trabocca di insegnanti ignoranti e ottusi.

Sempre più spesso nelle aziende o all’Università mi viene chiesto: “Ma perché mai questa cosa non mi è mai stata detta prima? Lei dove è stato fino ad ora?” In quel momento so di essere stato utile e mi si allarga il cuore.

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali ed editoriali?

Sto scrivendo un terzo romanzo molto complesso e che mi sta dando grande soddisfazione. Senza anticipare nulla del contenuto e rovinare di conseguenza la lettura a chi avrà la cortesia di leggerlo, posso dire che si tratta di una storia di libri. Oserei dire così: è un libro che parla di come si arriva a un libro, un libro che parla di sé. Il protagonista questa volta sono io stesso e… ma non vorrei lasciarmi sfuggire troppo… Mi perdona?

Ma assolutamente sì… e noi della Rubrica online “Piazza Navona” aspettiamo con ansia e curiosità questa prossima novità letteraria!

Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.

 

 

 

 

 

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