Il 27 maggio ad Anguillara Sabazia (Rm) l’Associazione Culturale “Piazza Navona” consegnerà all’Artista tuderte Giorgio Crisafi il Premio alla Carriera “EquiLibri” 2023: per una vita dedicata all’Arte in ogni sua forma ed espressione.
Il prossimo 27 maggio, in occasione della cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” che si svolgerà nel Comune di Anguillara Sabazia (Rm) che patrocina la manifestazione, la dottoressa Chiara Ricci, Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, consegnerà all’Artista e attore Giorgio Crisafi, il Premio alla Carriera “EquiLibri” 2023 e la tessera di Socio onorario della stessa Associazione.
Un doveroso riconoscimento a chi ha fatto dell’Arte la sua vita e la sua espressione più profonda e sincera. Attore, scrittore, ceramista, gallerista… Giorgio Crisafi ha impegnato tutto se stesso e il suo talento in una molteplicità di espressioni e di “racconti” che ne hanno esaltato (e ne esaltano) l’autentica sensibilità e profondità d’animo. È un vero onore per l’Associazione Culturale “Piazza Navona” consegnare questo Premio a una personalità artistica e umana così generosa, completa e attenta alle “vibrazioni”, agli stati d’animo che la circondano divenendo una preziosa e inestimabile fonte di creatività e Vita.
Un sincero ringraziamento a Giorgio Crisafi di aver accettato questo riconoscimento e di essere di nuovo ospite (dopo circa sei anni!) della piazza virtuale della Rubrica online “Piazza Navona” con una nuova intervista. Buona lettura a tutti!
Attore, scrittore, ceramista… artista completo. Ma chi è, oggi, Giorgio Crisafi?
Quest’anno ho compiuto 71 anni e mi sento giovane, curioso e con la speranza che il meglio deve arrivare. Cerco di approfittare di avere ancora un aspetto dignitoso per fare contente le persone che mi vogliono bene e che mi stanno vicino. Sorrido anche a chi non mi ama. Ho imparato che coltivare la tolleranza ti allena a vivere in mezzo alla gente di ogni tipo. Questo credo di averlo appreso dai miei genitori che venivano dal sud, mia madre siciliana e mio padre da un paese della Calabria, Badolato.
Qual è il suo rapporto con la scultura e la ceramica?
Ho fatto l’attore tutta la vita, cominciando a lavorare quando ero ancora studente a Bologna. Negli anni Settanta frequentavo artisti e recitavo nei teatri, mi è capitato di fare anche le scene per qualche spettacolo. Mettevo insieme esperienza sia di teatro che di arte. Poi ho incontrato dei Maestri come il pittore Piero Dorazio, la scultrice Beverly Pepper, lo scultore e ceramista Nino Caruso a Todi dove avevano i loro studi. Ma è stato molto più tardi, dal 2004 che ho cominciato a fare delle sculture in ceramica e ho aperto un mio laboratorio a Todi. Una decisione presa su consiglio di Nino Caruso che mi ha voluto presentare con una mostra personale a Roma nel 2006. Ho continuato sempre a lavorare come attore e artista, anche se la mia pensione la devo al teatro. Diciamo semplificando che fare l’attore è stato il vero lavoro supportato dall’arte figurativa in generale.
Molto forte è anche il suo legame con Todi, dove espone ed è molto impegnato nella vita artistica della città. Può raccontarci di più delle iniziative e dei progetti di cui è anima nella città umbra?
Ho sempre mantenuto il mio legame con la città dove sono nato anche se con mia moglie Surì viviamo a Roma dove si è svolta gran parte della mia vita lavorativa. A Todi ho lo studio dove creo le mie sculture e, da qualche anno, ho aperto anche un piccolo spazio espositivo permanente in pieno centro sotto il Duomo, dove recentemente ho esposto insieme ad altri in molti luoghi importanti e storici della città. Una mostra diffusa dal titolo “U.N.A. United Nation of Artists” ideata dal mio amico gallerista Matteo Boetti, che durerà l’intera estate.
Da poco si è conclusa la sua mostra Splendori allestita a Deruta. Cosa può raccontarci di questa esposizione e delle opere in essa presenti?
La mostra “Splendori” ha avuto luogo prima a Viterbo al Museo del Duomo con oltre quaranta lavori ed è stato bellissimo il rapporto che sono riuscito a creare con le opere esistenti nelle varie sale. È stato un lungo lavoro che mi ha impegnato per circa due anni. A Deruta si è trattato di ridurre, per via dello spazio espositivo ridotto, il numero delle sculture esposte. Ma la cosa più interessante è che in questa occasione ho voluto introdurre un cambiamento sostanziale inserendo una mia performance all’inizio del percorso espositivo. Ho dato così una dimostrazione ai visitatori del senso del mio essere all’unisono attore e artista.
Da chi o cosa trai ispirazione per la creazione delle tue opere?
Totem e maschere sono da tempo i caratteri che distinguono il mio lavoro, forme arcaiche e senza tempo, maschere che se non fosse per la luce che trasmettono potrebbero essere riemerse e state appena ritrovate in qualsiasi luogo, abitato da qualsiasi popolazione, in qualsiasi epoca. L’artista Bruno Ceccobelli ha scritto “…il cuore e l’anima di Giorgio Crisafi guardano al passato, ad un nobile passato, alle nobili fiabe. Miti, leggende, novelle, epopee di racconti immaginifici, metaforici, araldici, a sfondo celebrativo etico o forse anche semplicemente affabulatorio”. Bruno, con cui ho lavorato in passato anche in teatro, penso che mi abbia presentato nel modo giusto.
Le sue opere sono caratterizzate da colori lucidi, brillanti, vivaci, “liberi”. Quale significato ha per lei il “colore” e in che modo viene pensato in relazione alle sue creazioni?
Credo che abbiano avuto una particolare influenza su di me gli anni che ho lavorato per il pittore Piero Dorazio. Ne ho assimilato la vitalità del colore e della luce. Anche se non ho scelto di dipingere sulla tela, quell’energia l’ho elaborata autonomamente con le mie sculture in ceramica. La lucentezza è dovuta all’uso di cristalline e lustri che uso nella decorazione finale con lo scopo di sigillarne la storia, proteggerne il mistero, con uno schermo più luminoso e attrattivo, come nel display del presente.
Il prossimo 27 maggio in occasione della cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”, ad Anguillara Sabazia le verrà conferito il Premio alla Carriera “EquiLibri” 2023. Cosa significa per lei ricevere questo riconoscimento?
Logicamente è un piacere. Lo metto nel conto delle soddisfazioni avute per aver fatto fin qui quello che più mi piace, con sacrificio e con gioia e soprattutto liberamente e senza avere mai avuto uno sponsor politico. Un premio alla carriera è una piccola pausa che serve a riflettere e a porsi delle domande sul domani di tutti noi. Vorrei anche dedicarlo ai tanti artisti che se lo meriterebbero un premio anche se non hanno mai avuto premi.
Qual è l’opera che vorrebbe ancora realizzare? Il progetto che vorrebbe portare a compimento?
Nel mio studio a Todi sto aspettando che le mie ultime sculture siano asciutte per poterle mettere in forno, attendere che trascorra un giorno sperando che poi all’apertura siano tutte intatte e belle.
Quali sono i suoi prossimi impegni professionali e artistici?
Delle mostre, forse uno spettacolo, sicuramente nei prossimi anni aiutare mia moglie a creare una fattoria didattica alle porte di Roma dove insieme ad altri collaboratori promuovere anche prodotti della terra, della natura e dell’arte.