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I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2018: “Morfologia del dolore” di Evaristo Seghetta Andreoli

(Graphic Art Chiara Ricci)
(Graphic Art Chiara Ricci)

La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta le opere finaliste al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”Edizione 2018: Evaristo Seghetta Andreoli e la sua silloge “Morfologia del dolore” (Interlinea Edizioni).

La trama

Sono quarantacinque le poesie di Evaristo Seghetta Andreoli che vanno a comporre la sua silloge Morfologia del dolore. Quarantacinque poesie – spesso molto brevi – che vanno a raccontare, a decifrare, a scandagliare e a guardare faccia a faccia il dolore. Il suo senso. Le sue manifestazioni. I suoi colori. Sì, perché l’Autore “armato” e forte della sua semplicità e della sua essenzialità riesce a mostrare tutte le sfumature di questo profondo sentimento tingendolo anche di colori vivi, vistosi…  lasciando intravedere un dolore che si può oltrepassare, superare e guardare da lontano.

Evaristo Seghetta Andreoli scrive di un dolore che può e sa essere anche dolce come la nostalgia e la malinconia. Nei suoi versi l’Autore canta e scrive del suo “compagno dolore” che lo accompagna e lo arricchisce ogni giorno ritrovandolo in ciò che lo circonda e traendone la forza per dar vita alla speranza… a quella speranza che – per quanto il dolore sia acuto e continuo – non deve mai cessare di esistere.

Evaristo Seghetta Andreoli, "Morfologia del dolore" (Interlinea Edizioni, 2015)
Evaristo Seghetta Andreoli, “Morfologia del dolore” (Interlinea Edizioni, 2015)

Sul libro

Io sono le mie parole,
sono la traduzione puntuale
del dolore ancestrale,
epifania
affissa alla porta dell’esistenza
e l’inchiostro ne delinea lo spazio
tra titolo e prezzo

Evaristo Seghetta Andreoli nel 2015 pubblica per Interlinea Edizioni un’edizione limitata di 599 esemplari della sua silloge Morfologia del dolore contenente una nota di Carlo Fini.

Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli
Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli

Il primo verso della prima poesia recita “Vivere il dolore”. Forse è racchiusa proprio qui la chiave di lettura di questa silloge così densa e carica di pulsioni emotive, di sentimenti (anche contrastanti), di emozioni. L’Autore si racconta attraverso i suoi versi senza mai nascondersi ma, al contrario, sfidando e affrontando il proprio dolore interiore senza paura alcuna, con la forza della consapevolezza, della sua lucidità e della sua coscienza.

Si tratta di versi agili, leggeri nella lettura ma forti nel loro senso profondo, essenziali, diretti al loro scopo ovvero quello di sminuzzare e incidere come sapere e maestria da chirurgo il proprio sentimento. L’Autore descrive la città e la campagna, i loro colori, i loro profumi, le loro luci… racconta il suo mondo al cui interno vi è lui protagonista e comprimario allo stesso tempo.

Interlinea Edizioni
Interlinea Edizioni

Sì, perché Evaristo Seghetta Andreoli non manca mai di lanciare uno sguardo verso l’altro (uno sconosciuto, un amore, un ricordo, il proprio ideale Lettore) e, di riflesso, verso quella speranza che pure mai l’abbandona. Vi è tutto in questa silloge dell’Andreoli in cui regna una forza motrice dal potere inestimabile e ineguagliabile: un grande amore per la vita. Di viverla. Di goderne. In ogni minuto. In ogni spazio. Perché il dolore si può vivere e, se vuole e se può, sa essere un ottimo compagno e dolce confidente.

Evaristo Seghetta Andreoli, vincitore della sezione "Poesia" al Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" edizione 2018
Evaristo Seghetta Andreoli, vincitore della sezione “Poesia” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” edizione 2018

Morfologia del dolore edito da Interlinea Edizioni ha partecipato alla prima edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” nella Sezione “Poesia” classificandosi al primo posto con la seguente motivazione:

Questa raccolta di poesie possiede una bellissima precisione e una costruzione, un’architettura perfette. In questi versi appare una semplicità tale da riuscire a creare e a realizzare un pensiero profondo che mira costantemente a una vibrante e a una viva onestà. L’Autore ha una grande padronanza della ritmo e della ritmica che incantano e affascinano il Lettore.

Incontro con l’Autore

Quando ha scoperto la poesia?

Mio fratello era molto più grande di me e quando lui frequentava la prima liceo, io avevo circa tre anni; dato che allora era uso per gli studenti imparare a memoria i canti della Divina Commedia, quel suo ripetere ad alta voce  faceva sì che io lo ascoltassi pervaso da una strana sensazione, la stessa della musica, e mi dicono che ripetessi con insistenza“…Caron dimonio con gli occhi di bragia…” e così molti altri versi che si imprimevano con facilità nella mia mente bambina. Poi a scuola, ottime maestre mi portarono ad apprezzare questa arte e si può dire che io sia cresciuto con essa.

Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli (Per gentile concessione di Evaristo Seghetta Andreoli)
Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli (Per gentile concessione di Evaristo Seghetta Andreoli)

Quando e quale è stata la prima poesia che ha scritto? Quale è stata la sua emozione?

Scrissi una poesia a circa otto o nove anni, una di quelle in rima baciata, sicuramente niente di eccezionale, ma fu qualcosa più forte di me che mi portò ad utilizzare le parole e fermarle nero su bianco  quasi a fotografare questo strano sentire che mi scuoteva il petto. Successivamente  iniziai a migliorare la tecnica scrivendo pensieri d’amore a mo’ di poesia per le fidanzatine della mia adolescenza, le consegnavo “brevi manu” a mo’ di lettera, non credo fossero esaltanti, visti gli esiti di quegli amori fragili, o forse non venivano ben comprese. Comunque la poesia che rappresenta uno spartiacque tra il vecchi e il nuovo fu Sono il cipresso, scritta molti anni fa e raccolta nella silloge I semi del poeta, poesia premiata a Recanati e l’emozione  ancora produce i suoi effetti:

SONO IL CIPRESSO

Sono il cipresso:
Sono le mie mani congiunte,
le dita serrate
in punta acuminata,
gotico arco orante
nello spazio celeste
di ieratiche ombre
struttura imponente:
prego.
Prego così
a braccia serrate
di corti rami
bruciati dal sole,
buia l’interna frescura
riparo a lucertole
e al merlo di mare,
verde sbiadito da polvere e muschi,
riarso e corroso
vecchio mendico.
Prego da sempre rondini e venti,
attendo raccolto lo scroscio violento
di nubi fragili
al tuono.

Evaristo Seghetta Andreoli, "I semi del poeta" (Polistampa Editore, 2013)
Evaristo Seghetta Andreoli, “I semi del poeta” (Polistampa Editore, 2013)

 Come è nata la silloge Morfologia del dolore?

A questa domanda rispondo con un dolore ancora vivo per la genesi della raccolta e per i ricordi ad essa connessi. Infatti io e il mio amico filosofo e poeta Giuseppe Panella, deceduto da pochissimo tempo, avevamo progettato di comporre una plaquette nella quale raccogliere le sue e le mie poesie scritte in una fase di vita che ci videro entrambi afflitti dalla sofferenza psichica e fisica per fatti legati a vicende di vita parallele. Presentammo la plaquette a Interlinea Edizioni ed avemmo subito assenso alla pubblicazione ma in due libri separati, perché la collana di poesia di quella casa editrice prevedeva un libro per autore.

Evaristo Seghetta Andreoli, "Morfologia del dolore" (Interlinea Edizioni, 2015)
Evaristo Seghetta Andreoli, “Morfologia del dolore” (Interlinea Edizioni, 2015)

Tra le sue pubblicazioni vi sono: I semi del poeta (Polistampa Editore, 2013), Inquietudine da imperfezione (Passigli Editori, 2015) e Paradigma di esse (Passigli Editori, 2017). Cosa le unisce e cosa le differenzia?

La prima pubblicazione, I semi del poeta, è una sorta di antologia di quanto scritto da quando avevo trent’anni sino ai cinquanta. Una selezione faticosa di versi composti nel corso della mia vita, quando il lavoro e la famiglia dominavano totalmente il mio tempo. Anche il linguaggio usato è classicheggiante, lontano sicuramente dallo stile e dal pensiero novecentesco. Inquietudine da imperfezione e Paradigma di esse, sono raccolte della maturità, il linguaggio in questi casi è molto cambiato, molto più aderente e vicino a quello della poesia contemporanea, ma sempre contraddistinto da una musicalità di fondo che è un po’ la mia caratteristica.

I libri di Evaristo Seghetta Andreoli
I libri di Evaristo Seghetta Andreoli

In essi ho esposto in tono spesso elegiaco le mie convinzioni e i miei dubbi, i concetti filosofici che hanno guidato la mia vita e il mio grande amore per la natura. Inquietudine da imperfezione è  suddivisa in sei sezioni  che si aprono con quella relativa al concetto di Tempo e di Spazio, quest’ultimo identificato con la Natura, per poi passare all’amore, a temi filosofici specifici, alla malinconia, all’osservazione del fenomeno kantianamente inteso. In Paradigma di esse ho ricompreso sotto i tempi e i modi base del verbo latino le liriche aventi per oggetto me stesso (sum), il mio rapporto con il prossimo (es), il passato e i ricordi (fui) e il mio approccio al concetto di esistenza (esse) per chiudere con una “Appendix” a completamento del pensiero poetico di fondo.

Quale vuole essere il messaggio della sua Poesia?

Il mio è un po’ il messaggio affidato alla classica bottiglia lanciata nell’oceano, metafora della “casualità” che caratterizza la vita umana. Vorrei tanto credere nella “necessità”, ma la mia esperienza mi fa propendere per l’arbitrio assoluto che ci governa. Questa concezione comporta una disperazione di fondo perché è proprio la fragilità di ogni nostra convinzione e certezza che ci fanno maggiormente apprezzare la bellezza della vita e la sua effimera consistenza. Pertanto la natura che ci contiene è la divinità dominante nei miei versi e con essa le sue lusinghe e le speranze, leopardianamente, troppo spesso disattese.

Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli (Per gentile concessione di Evaristo Seghetta Andreoli)
Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli (Per gentile concessione di Evaristo Seghetta Andreoli)

I ricordi e le confessioni elegiache sono i connotati fondamentali dei miei versi nei quali, purtuttavia, riecheggia sempre un barlume di speranza (Spes ultima dea). Il confronto con il reale porta con sé traumi profondi e nonostante si cerchi la soluzione al contingente con la grinta della logica e non si ammetta o accetti nulla al di fuori di essa, ecco che il limite della ragione rappresenta anche la svolta per superare l’insuperabile e, di fronte al male, alla sofferenza e alla morte, fenomeni della sfera personale e anche collettiva, la poesia riaffiora per “vestire” di nuovo le sensazioni che possono essere solamente vissute e che lasciano l’uomo impreparato nel trovare il modo per rappresentarle: così è stato per me.

Motivazione della Giuria del Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" - edizione 2018
Motivazione della Giuria del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – edizione 2018

Quali Autori hanno influenzato i suoi versi e la sua poetica?

Non appartengo a scuole, gruppi, correnti, sono un cane sciolto o meglio un mezzadro della poesia e di mezzadria un po’ me ne intendo, essendo tutti i miei nonni agricoltori ed è noto, i geni si tramandano. Ho sempre inseguito i modelli che nelle arti sentivo profondamente vicini. Nella pittura: Piero, Caravaggio, Vermeer; nella musica Mozart, Verdi, Puccini; nella letteratura: Manzoni, Yourcenar, Flaubert, Mann; nella poesia ne avrei un’ infinità, per seguire il metro adottato: Orazio, Dante e Petrarca tra gli antichi, Baudelaire, Montale e Cappello, sì proprio Pierluigi Cappello, tra i moderni, oltre alla Dickinson, alla Pozzi e alla Szymborska tra le poetesse. Non posso comunque non citare Leopardi, Pascoli, Elliot Stern, Masters, Ungaretti, Neruda, Luzi, Fortini, Caproni, Kavafs, Sereni, Cardarelli, Pasolini, Raboni, Antonia Pozzi, Alda Merini, Mariangela Gualtieri

Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" - edizione 2018
Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – edizione 2018

Qual è la poesia (o un suo verso) che più l’hanno segnata? E perché?

Scegliere tra le proprie poesie è un po’ come per una madre scegliere tra i suoi figli. Ne avrei alcune molto rappresentative ma credo che la poesia conclusiva della raccolta Inquietudine da imperfezione intitolata Alfa ed omega sia emblematica del mio pensiero e della conseguente poetica:

ALFA ED OMEGA

È sfilata via anche questa
notte con l’effetto clessidra,
nello scorrere dei granelli
giù verso il basso,
lento come l’acqua del fosso,
dove la collina spiana,
dove si rispecchia la luna.
Eccomi qui, aggrappato
al vetro opaco di questa bottiglia,
spazio finito, lume di candela,
che imperterrito anela
a oltrepassare la sfera
del tempo,
sospeso tra
alfa ed omega.
Intanto, la notte
al giorno lega l’Io,
inquieto e imperfetto,
che magnifico
annega.

Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli al Premio Letterario Nazionale "EquiLibri" - edizione 2018
Lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – edizione 2018

Con Morfologia del dolore ha partecipato all’Edizione 2018 del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” vincendo nella sezione “Poesia”. Cosa ha significato per lei raggiungere questo risultato?

Ai miei libri sono stati assegnatari di tantissimi premi e riconoscimenti, di questi una decina di primi premi assoluti quali tra gli altri il Premio Firenze – Fiorino d’oro che ebbe per la premiazione la scenografia incomparabile del Salone de’ Cinquecento in Palazzo Vecchio, oppure il Certamen Apollinaris Poeticum presso la Pontificia Università Salesiana di Roma, ma anche il Premio Mario Luzi o il Premio Pascoli, oppure il Premio Città di Sassari. Per quanto riguarda il Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” è stato per me una grande iniezione di coraggio e di speranza per più fattori ovvero, quello della serietà fondamentale dell’intera organizzazione dove tutto lasciava intendere che l’impronta di fondo fosse quella dell’onestà di giudizio, cosa non comune, anzi rarissima tra i premi letterari in circolazione, quindi un premio lontano dalla mia Umbria con una giuria competente e illustre, dove nessuno credo mi conoscesse, attribuito con una motivazione da antologia ad un’opera che ritengo sia la più autentica e sincera rappresentazione di me stesso. Tutto ciò mi ha fatto un piacere immenso e come sopra detto, mi ha dato tanto coraggio per il futuro.

Guido Mastroianni (presentatore della Cerimonia di premiazione), lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli e Chiara Ricci (Presidente dell'Associazione Culturale "Piazza Navona")
Guido Mastroianni (presentatore della Cerimonia di premiazione), lo scrittore Evaristo Seghetta Andreoli e Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”)

Quali sono i suoi prossimi progetti letterari?

Seguiterò a partecipare a convegni di letteratura e a readings poetici, mi prodigherò, come faccio ormai da tempo, quale divulgatore di poesia nelle scuole e in quei consessi in cui quest’arte può produrre effetti benefici. Ho anche terminato di scrivere una nuova raccolta iniziata nel 2016.  Essa è in fase di revisione complessiva e onestamente spero di poterla pubblicare entro il prossimo anno; ancora devo attribuirle un titolo e accorpare le sezioni per temi omogenei. Confido molto nelle case editrici e soprattutto negli scrittori e lettori di poesia, come mi auspicavo scrivendo in Morfologia del dolore questi versi:

Navighiamo a vista
e fuori è buio,
manca pure la luna,
ma noi ci troviamo
perché abbiamo fiuto
e sappiamo riconoscerci
tra le pieghe di un verso. 

Qui di seguito il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” tenutasi lo scorso 26 gennaio nel Salone d’Onore di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Riprese e montaggio di Alberto Accarino e Massimo Pinto).

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