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“Permanent Vacation”, il film d’esordio di Jim Jarmusch torna al cinema

La Rubrica online “Piazza Navona” vi anticipa uno degli appuntamenti cinematografici tanto attesi di giovedì 30 luglio quando torneranno in sala ben tre film in versione restaurata di Jim Jarmusch. Iniziamo con la sua opera prima dal titolo “Permanent Vacation”.

La trama

Locandina del film

Aloysius Cristopher Parker, che tutti chiamano Allie, è un giovane ragazzo appassionato degli anni Cinquanta che vive  in una New York irriconoscibile, postmoderna e senza tempo. Una città sospesa devastata dalla guerra che ha lasciato dietro di sé solo silenzio e macerie. È in questa livida atmosfera che Allie, pur se innamorato della sua fidanzata Leila, sembra non trovare pace e conforto alla sua profonda solitudine. Per rimediare a quest’ultima vaga per la città alla ricerca di se stesso e dell’altro incontrando una vasta galleria di personaggi: sua madre ricoverata in una clinica psichiatrica, un sassofonista, un reduce di guerra convinto che il conflitto non sia ancora finito, una venditrice di popcorn immersa nella lettura, una donna ormai preda della follia, un amante del jazz… Ma è proprio al termine di questi curiosi incontri che Allie capisce cosa sia meglio per sé: fuggire. Lontano…

Il trailer

Sul film

Permanent Vacation, che il 30 luglio torna nelle nostre sale in versione restaurata distribuito da Movies Inspired,  è il primo lungometraggio di Jim Jarmusch. Nel 1980, il regista statunitense ha realizzato questo film – girato in 16 mm – come tesi di Laurea per la Graduate Film School della New York University. Il regista, profondo conoscitore della musica e musicista lui stesso, trae il titolo del suo film dal testo della canzone My Boyfriend’s Back della band The Angels (che possiamo ascoltare in sottofondo anche in una scena del film).

Chris Parker in una scena di “Permanent Vacation” di Jim Jarmusch

Eppure, nonostante si tratti di un’opera prima con tutti i suoi limiti anche economici (il regista si è autoprodotto) e la sua identità artistica ancora immatura e da consolidare, Jarmush mette ben evidenza alcuni di quei tratti che lo renderanno ben riconoscibile al grande pubblico e alla critica.

Certamente, come abbiamo già accennato, si tratta di una sorta di film di formazione per Jarmush il quale attraverso la sua sceneggiatura scarna ed essenziale – quasi ermetica, potremmo dire – strutturata soprattutto in monologhi e i numerosi e lunghi silenzi del protagonista sembra strizzare non poco l’occhio alla poetica dell’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni. Non dimentichiamo che in Permanent Vacation è proprio l’incapacità di comunicare che arrovella e induce il protagonista, nonostante tenti di proiettarsi verso l’esterno e, quindi, vero il mondo e verso l’altro da sé, a riflettere e a chiudersi sempre più in se stesso. Molto probabilmente è per questa ragione che Jarmush decide di far muovere il suo personaggio (almeno nella prima parte del film) in una città  – New York – irriconoscibile, sospesa nel Tempo e abitata soprattutto da macerie.

Chris Parker in una scena di “Permanent Vacation” di Jim Jarmusch

Sono le stesse macerie che Allie porta nell’animo e di cui vorrebbe disfarsi creando un fertile terreno interiore dove poter (ri)costruire se stesso e la sua serenità. Al contrario, la vicenda – e anche il protagonista – acquistano maggiore “vitalità” nella seconda parte del film, ovvero quando Allie incontra quella gran varietà di personaggi che gli regaleranno nuovi spunti di riflessione e una maggiore consapevolezza di sé.

Ad ogni modo possiamo dire con una certa sicurezza che, sebbene si tratti del suo primo lungometraggio, Jarmush getta i semi che – di qui a poco – lo faranno diventare uno dei registi indipendenti più celebri, riconosciuti e apprezzati della fine del secolo scorso. I suoi lunghi piano sequenza, le sue girandole narrative, l’ironia dei suoi personaggi (in questo caso ancora da mettere bene a fuoco), la sua capacità di far muovere i suoi protagonisti in un determinato ambiente – le grandi città – divenendo esso stesso parte integrante del tutto con le sue caratteristiche, i suoi colori, i suoi abitanti, i suoi modi vivere… Permanent Vacation, così, diviene una sorta di primo manifesto sperimentale e artistico di un regista che mette totalmente se stesso in gioco assieme alle voci e ai volti dei suoi personaggi.

Chris Parker in una scena di “Permanent Vacation” di Jim Jarmusch

Voto 2,5/5

Scheda tecnica

Titolo originale: Permanent Vacation

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Jim Jarmusch

Cast: Chris Parker, Leila Gastil, Richard Boes, Sara Driver, John Lurie, Eric Mitchell, Lisa Rosen, María Duval, Frankie Faison, Ruth Bolton, Jane Fire, Suzanne Fletcher, Chris Hameon, Felice Rosser, Evelyn Smith, Charlie Spademan

Montaggio: Jim Jarmusch

Fotografia: Tom DiCillo, James A. Lebovitz

Musica: Jim Jarmusch, John Lurie

Distribuzione: Movies Inspired

Produzione: Jim Jarmusch Per Cinesthesia Productions

Paese: Stati Uniti d’America

Anno: 1980

Genere: Drammatico

Uscita: 30 luglio 2020

Data prima uscita: 6 marzo 1981 (Stati Uniti d’America)

Durata: 80 minuti (colore)

 

 

 

 

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