Letto per voi… “4/4” di Antonio Sofia

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi “4/4” di Antonio Sofia (Catartica Edizioni). La storia di un uomo e dei suoi ruoli che si incastrano e sovrappongono nell’arco della sua vita. E non perdete il consueto “Incontro con l’Autore”!

La trama

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

4/4 di Antonio Sofia è un romanzo incentrato sul genere maschile, sulla sua identità, sulla sua (ricerca di) collocazione nel tempo, nello spazio, nella memoria, negli affetti di chi ha attorno e di chi ama. Qui l’Autore narra di un uomo che (soprav)vive attraverso una maschera la quale sembra non solo essere il suo prolungamento ma la sua essenza più profonda. Quest’uomo è anche un padre che aiuta come può una figlia che non vede da tempo e che pure, in parte come la maschera, è parte di sé e della sua più intima essenza. È un uomo in lotta con la vita e con se stesso. Un uomo che cerca di difendersi come può e come sa, attraverso i ricordi, gli espedienti, i dialoghi con se stesso e con la sua maschera. È un uomo che si interroga e che cerca di comprendere il senso e il motivo del suo essere e del suo esistere. Un uomo che è stato ed è molti ruoli: figlio, bambino, compagno, marito, padre, polvere di una memoria sbiadita e persino uno sconosciuto. Cosa rimarrà di lui da tutto questo? Cosa resterà di questo puzzle così articolato e sapientemente disordinato? Solo ciò che di più ambiguo può essere come una maschera sarà in grado di dare delle risposte concrete, reali e soprattutto sincere.

Sul libro

Nel giugno 2022 la Catartica Edizioni pubblica nella Collana “In Quiete” il romanzo 4/4 dello scrittore Antonio Sofia. Il testo arricchito e impreziosito dalla Prefazione di Daniela Belliti, ricercatrice in Filosofia politica dell’Università Bicocca, durante la lettura (e subito dopo) non mancherà di sorprendere piacevolmente il Lettore cui fornisce un tessuto narrativo, stilistico e concettuale assai stimolante divenendo altresì terreno fertile per numerose e personali riflessioni.

Catartica Edizioni

4/4, infatti, è un romanzo maschile (che non ha nulla a che vedere con il maschilismo, la misoginia o “tematiche” simili) il cui protagonista affronta il suo essere uomo con semplicità, a volte con superficialità, con timore ma pur sempre con estrema verità e sincerità. Si tratta di un uomo che ha fatto e sa fare i conti con i propri limiti e con quelli imposti dalla vita, con i colpi inferti e subiti contandone un bilancio non proprio chiuso in pareggio. 4/4, così, diviene il racconto di un uomo frantumato in quattro parti, in quattro visioni di sé che, per quanto diverse e differenti, gli appartengono tutte alla stessa maniera. L’uomo storia così si suddivide in quattro macrocapitoli di se stesso che vanno a incastrarsi e ad amalgamarsi tra di loro: il ragazzo e l’artista da giovane; un marito e un padre alle prese con una figlia che sta crescendo ed entrambi devono affrontare – ciascuno a suo modo – rispettivamente la perdita della propria moglie e madre; l’uomo più umano, vulnerabile e oscuro alle prese con i strani meccanismi dell’amore, dei sentimenti e dei tradimenti; infine, lo stesso uomo raccontato e visto dalla maschera che indossa, l’unica a restargli fedele compagna, vicina, leale sino alla crudeltà, la sola ad amarlo come un’altra se stessa così, semplicemente come l’uomo sa e può essere.

Sono queste quattro parti che formano e compongono il nostro protagonista per intero e che, come nel tempo musicale, ne decidono e scandiscono il ritmo, la melodia, l’armonia, il passaggio di movimenti e la sua aderenza con l’altro da sé e con il mondo circostante.

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

Ad ogni modo di questo romanzo, scritto con uno stile accattivante a tratti cinematografico se non addirittura teatrale per la sua ricerca di verità che arriva nell’immediato, dove anche la pagina sembra scomparire nel rapporto con l’Autore e le sue creature, con un sottofondo poetico, ciò che più colpisce il Lettore è la lealtà con cui viene descritta e narrata la difficoltà di essere uomo ma anche i suoi sforzi per essere ciò che ci si aspetta un uomo debba essere. In ogni situazione. Eppure, come scrive Daniela Belliti nella sua Prefazione:

Se le donne cambiano, anche gli uomini devono cambiare, altrimenti si crea un pericoloso squilibrio nell’essere umano, un disordine sociale e culturale nel quale la violenza è sempre l’ultima possibilità. Parliamo, dunque, di identità maschile. Questo libro lo fa senza alcun pudore.

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

In questo senso, però, 4/4 fa un ulteriore passo avanti andando ben oltre la storia che sapientemente narra realizzando una profonda e attenta analisi sulla figura dell’uomo oggi, inserito nei suoi ruoli, nel suo spazio. Ciò vuol dire che il romanzo offre un’ulteriore fonte di riflessione permettendo ai suoi Lettori di comprendere e di riflettere su quanto sia necessaria un cambiamento da parte dell’uomo stesso (e non solo) della percezione che egli ha di sé. Per non restare un passo indietro. Per non andare troppo avanti. Per restare fianco a fianco al suo tempo e della sfera femminile e sentirsi parte di un tutto da completare, vivere, considerare e concludere insieme. In armonia. Scambievolmente. In un processo di reciproca maturazione e crescita pur affrontando momenti di profonda difficoltà. Quella che comunemente si chiama Vita. A tal proposito scrive ancora Daniela Belliti nella sua interessante Prefazione:

Se il maschile vuole avere ancora un futuro, deve ripensarsi a sua volta come parte e non tutto, come componente di un mosaico in divenire e non io monocratico, come essere precario, vulnerabile e interdipendente e non soggetto razionale e creatore di ordine. È un lavoro che possiamo compiere insieme, ridefinendo le immagini di senso del mondo comune, ma che ciascuno deve saper fare anche singolarmente: perché ne va del senso della propria esistenza. O l’individuo maschio sarà capace di ridarsi senso, o la crisi di identità rischia di renderlo strumento pericoloso e inservibile al tempo stesso.

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

Per tutto questo 4/4 merita di essere letto, riletto, compreso oltre le pagine del suo racconto che già sono cariche e dense di significati non troppo nascosti e ben incastonati tra le parole. Antonio Sofia ha tutto il merito di aver fatto un’attenta radiografia alla struttura più nascosta e più profonda dell’essere uomo. In tutta la sua semplicità. In tutta la sua complessità. Lealmente e poeticamente, come raramente l’animo e lo sguardo maschile sanno fare.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Antonio Sofia (Per gentile concessione di Antonio Sofia)

Come è nato il progetto editoriale di 4/4?

4/4 nasce dalla necessità di portare all’esterno una riflessione, interromperne la circolarità viziosa.

In 4/4 prende in esame la figura maschile che scompone e ricompone come fosse un puzzle che si apre a diverse figure e interpretazioni. Come uomo, padre e scrittore: qual è stato l’aspetto più complesso di questo suo racconto e di questa sua attenta osservazione?

Fare i conti col proprio maschilismo significa fare i conti con sé stessi e con la dimensione politica del nostro essere al mondo. La cosa più difficile è accettare la frustrazione di essere maschilisti oltre la sopportabile consapevolezza che noi uomini vorremmo concederci. Dunque, lo sforzo è stato porsi in discussione senza indulgenza, con la sorpresa di conoscere un personaggio che non sono io, ma che io potrei essere ogni giorno.

Dalla sua bibliografia emerge anche la sua attenzione verso gli adolescenti, “gli adulti di domani”. Quanto è necessaria e importante una guida – non solo maschile – per i nostri giovani che appaiono così fragili eppure, spesso, assai sicuri di sé stessi?

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

Non saprei. Non credo molto nelle guide. Credo però che un buon esempio sarebbe smetterla di raccontarsi frottole: non sappiamo da che parte rifarci e, per quanto sia rischioso, dovremmo essere pronti ad ammettere che siamo senza riferimenti in un mondo sempre più infelice. Ammettere la nostra fragilità come adulti non vuol dire scansare le responsabilità verso i più piccoli: al contrario, vorrebbe dire iniziare a essere sinceri e predisporsi ad accogliere il loro contributo per un futuro che non riusciamo a immaginare.

La sua scrittura quanto è influenzata dai suoi studi e dalla sua passione per il cinema e il teatro?

Temo che il montaggio cinematografico abbia influenzato il mio modo di raccontare; consente libertà compositive affascinanti. Paradossalmente non amo ritrovare gli stessi ingredienti nella lettura, se non dosati da mani molto sapienti. Quindi, a essere onesto, credo che sia un piacevole rischio e, molto probabilmente, un limite.

Lei è molto impegnato anche nel sociale, nella difesa dei lavoratori e fa parte del consiglio direttivo dell’Associazione Palomar e del CdA dell’Associazione Arcobaleno ODV. Può raccontarci qualcosa di più di questa sua lodevole attività e dei progetti di queste Associazioni?

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

L’Associazione Palomar e l’Associazione Arcobaleno sono per me due aspetti complementari di impegno nel territorio: da una parte l’analisi politica collettiva dei fenomeni, dall’altra l’intervento concreto nel volontariato. Sono aperture alle relazioni umane di cui sono io a beneficiare prima di tutto, perché mi mettono nelle condizioni di non essere sempre centrato su me stesso. In questi anni di pandemia credo di aver ulteriormente acuito quest’attitudine all’autoreferenzialità. Forse stiamo patendo un po’ tutti la difficoltà di recuperare una connessione che era già esile prima di essere interrotta dal COVID.

Nella sua Prefazione Daniela Belliti scrive che Se il maschile vuole avere ancora un futuro, deve ripensarsi a sua volta come parte e non tutto, come componente di un mosaico in divenire e non io monocratico, come essere precario, vulnerabile e interdipendente e non soggetto razionale e creatore di ordine. Oggi, con tutti questi numerosi casi di femminicidio e anche di discriminazione uomo/donna quanto è necessario comprendere tale passaggio e acquisire questa presa di coscienza?

La prefazione di Daniela Belliti è stato il dono prezioso di una donna eccezionale. C’è urgenza di fare un passo indietro da parte del genere umano nei confronti del pianeta che ha devastato e, nel genere umano, bisogna che si faccia da parte chi ha detenuto il potere fino a oggi con esiti disastrosi. La necessità di questa “riduzione del maschile” ricade in modo particolarmente doloroso sui figli che aspettavano di poter esercitare il potere dei padri: ne consegue il panico, la percezione di un fallimento insopportabile che si traduce in violenza, perché questo è l’insegnamento che ci tramandiamo nella società patriarcale. Se non interrompiamo questa catena tossica, non c’è speranza per il genere umano. 

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

Secondo lei, in che modo e dove il “maschile” e il “femminile” possono e devono incontrarsi per creare un dialogo e un rapporto paritario, di confronto, di scambio e di mutuo soccorso?

Penso che il “maschile” dovrebbe accettare di non saper rimediare a uno scempio millenario: dovremmo stare zitti un attimo lungo qualche decennio, qualche secolo. Al “femminile”, forse, vorrei chiedere opportunisticamente di far finta di non sentirci piagnucolare, perché non sappiamo star zitti senza lagnarci, ma raccomanderei anche di non fidarsi: anche quando siamo disposti ad ascoltare, di solito stiamo pensando a come prevalere in qualche modo.

Se dovesse riassumere o descrivere 4/4 con una frase o degli aggettivi, quali userebbe?

Non lo so. Ultimo, direi. Non so se scriverò ancora narrativa. 

Quale vuole essere il messaggio che vuole trasmettere ai suoi lettori con 4/4?

Scrivo storie per completarne con chi legge il senso. Per cui niente messaggi.

Antonio Sofia, “4/4” (Catartica Edizioni, 2022)

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato e formato il suo essere scrittore e lettore?

Non ho riferimenti prevalenti tra gli autori. Credo di essere stato sempre molto affascinato dalle storie, ma quando un’opera si realizza a pieno credo cessi di essere un’opera, diventa un pezzo dei tanti che ci compongono.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?

A novembre esce Potere alla parola – Scrivere rap, vivere Hip-hop, per Momo Edizioni. È il primo risultato di una ricerca che vuol contribuire alla costruzione di un ponte tra l’Hip-hop  e la riflessione pedagogica, attraverso le testimonianze di educatori, critici e artisti. Si può fare educazione con l’Hip-hop: sono tanti i laboratori rap già attivi negli Istituti di pena minorile e nelle carceri degli adulti, nelle comunità, nelle scuole, nelle periferie.

 

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