Letto per voi… “Uno come tanti” di Ennio Tomaselli

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Uno come tanti di Ennio Tomaselli (Manni). La ricerca di un padre e delle proprie origini attraverso un diario che ripercorre gli anni di piombo e la nostra Storia degli ultimi cinquant’anni. Non perdete l’Incontro con l’Autore!

La trama

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Fabrizio Martini è un giovane uomo di trentadue anni alle prese con la preparazione dell’esame per il concorso in Magistratura. Se da una parte a contrastare il suo desiderio di diventare un giudice è sua madre, Donata, che preferirebbe vederlo lavorare nel suo studio legale, dall’altra a sostenere il suo progetto di vita vi sono suo padre (anch’egli avvocato) e la fidanzata. Nonostante qualche piccolo screzio tutto sembra procedere senza troppi problemi. Ma il destino, si sa, è sempre pronto a scagliare uno dei suoi tiri. La vita di Fabrizio, infatti, viene totalmente stravolta quando – per un incidente in montagna – suo padre viene a mancare e scopre che, in realtà, non è suo padre biologico. Matteo Lorusso, questo è il nome dell’uomo, era un magistrato e nel lontano 1989 improvvisamente lascia gli studi, la famiglia, la fidanzata in dolce attesa senza lasciare tracce di sé. Per Fabrizio, anche se di nuovo contrastato dalla madre, è il momento di partire nello spazio e nel tempo: deve e vuole scoprire chi era e cosa è stato veramente suo padre. La sua vita e la storia. Sarà un interessante e intenso viaggio che, iniziato con il ritrovamento del  diario di Matteo il 16 marzo 1978, ovvero il giorno del sequestro di Aldo Moro e della mattanza della sua scorta in via Mario Fani a Roma, condurrà Fabrizio tra i corridoi e gli atti della Magistratura, nonché a toccare con mano la memoria degli anni di piombo e del terrorismo italiani. Qual è stato il ruolo di suo padre? Da quale parte stava suo padre? Risposte che solo un figlio può e sa trovare… per una Storia tutta da imparare e ricostruire.

Sul libro

Manni

Nel 2024 la Casa Editrice Manni pubblica nella Collana “Occasioni” l’ultima fatica letteraria dell’ex giudice minorile Ennio Tomaselli dal titolo Uno come tanti.

Un testo a metà strada tra realtà e finzione che, servendosi di un interessante pretesto letterario, ripercorre gli ultimi cinquant’anni della nostra Storia, a partire dal 16 marzo 1978 ovvero dal giorno del rapimento di Aldo Moro. Da un diario ritrovato e da una verità scoperta e rivelata, Fabrizio, il protagonista aspirante giudice, tenta di trovare un punto di incontro tra la macrostoria e la microstoria della sua esistenza. Il giovane cerca di capire quanto questi due piani socio-temporali siano l’uno legato all’altro e, soprattutto, cerca di capire quale ruolo (o ruoli) ha avuto il suo padre naturale. Colui che non ha mai conosciuto e la cui vita sembra essere racchiusa nelle pagine di quel misterioso eppure salvifico diario.

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Ennio Tomaselli attraverso la sua penna attenta e puntuale, nonché attraverso l’esperienza maturata in anni di incontri e di esercizio della sua professione di giudice e di pubblico ministero (soprattutto in ambito minorile) costruisce un romanzo che si fa cronaca e saggio della nostra Storia degli ultimi cinquant’anni. La scrittura e il racconto di Tomaselli ci avvicinano e ci aiutano a comprendere un’epoca del nostro recente passato presentandola da un punto di vista diverso e, in un certo senso, privilegiato ovvero, mediante lo sguardo di un prezioso testimone oculare.

Così, tutta la storia di Uno come tanti e i suoi articolati e complessi personaggi, tutti gli incastri delle vicende reali e immaginarie che animano le pagine di questo romanzo divengono materia viva, calda, incandescente. Anime vere che si muovono al di là del tempo. Forse, è propria in questa ottica che deve essere intesa la ricerca di Fabrizio.

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Il giovane, infatti, non va solo alla ricerca di suo padre ma – più o meno indirettamente – anche di se stesso e della propria esistenza. Per tentare di arrivare alle sue conclusioni è inevitabile lo scontro con l’”ambiente esterno”, con la Storia. E quest’ultima non può far altro che spalancarsi davanti agli occhi, alla mente, al cuore di questo giovane uomo costretto e desideroso di scontrarsi con il mondo, il suo e quello esterno. Forse è così, dicevamo, che la lettura e la stesura di Uno come tanti vanno intese: come un incontro tra passato e presente, come la continua ricerca di sé stessi attraverso ciò che siamo o non siamo stati attraverso la posizione e la parte che abbiamo deciso di sostenere e di essere. Un viaggio attraverso la legalità e la possibilità di scegliere. Poiché il passato è naturale, non può essere cambiato ma solo accettato e tollerato. Però, la direzione della propria esistenza deve rimanerne svincolata e assumersi la responsabilità di essere e di scegliere. Emotivamente, moralmente, socialmente, politicamente senza mai tradire la Legge e la propria essenza. Tutti siamo testimoni e giudici di ciò che siamo.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Ennio Tomaselli (Per gentile concessione di Ennio Tomaselli)

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

Il mio incontro con la scrittura è avvenuto per tappe, passando per forme anche molto diverse. Prima una scrittura certo non letteraria e legata al servizio in magistratura – talvolta di sentenze su vicende che si sarebbero dette da romanzo se non fossero state, anche tragicamente, vere ˗ e poi quella di un saggio sulla giustizia minorile, pubblicato nel 2015. Quindi il passaggio alla narrativa, con la pubblicazione nel 2018 del primo romanzo Messa alla prova (ed. Manni), seguito da Un anno strano e Fronte sud, incentrati soprattutto su tematiche minorili penali e civili.

Come è nato il progetto editoriale di Uno come tanti?

Premesso che con i tre romanzi della cosiddetta “trilogia minorile” con Manni Editori si era ormai creato un rapporto di stima e fiducia, la Casa editrice ha condiviso la mia scelta di pubblicare un altro romanzo, di taglio diverso, imperniato sull’intreccio fra la storia di un giovane, Fabrizio, che oggi vorrebbe entrare in magistratura e le vicende degli anni ’70 -’80 del Novecento, legate al padre Matteo (già magistrato, poi scomparso), con cui Fabrizio deve confrontarsi.

A cosa è dovuta la scelta del titolo del suo romanzo?

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

In questo libro sono cruciali le scelte scomode compiute sia dal figlio che dal padre. Nell’impossibilità per entrambi di essere “normali”, come tanti, ciascuno di loro non si ritrae di fronte alle sfide imposte dalla vita e ricerca una nuova e più significativa, ancorché rischiosa, “normalità” legata a ideali di verità e giustizia.

Il suo “ambiente”, quello della magistratura, quanto e come ha influenzato la stesura e la creazione del suo romanzo?

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Ho iniziato a scrivere Uno come tanti nove anni dopo aver lasciato la magistratura ed avendo già scritto un saggio e tre romanzi. Sicuramente i miei vissuti di magistrato ˗ ordinario e minorile, giudice e pubblico ministero ˗ hanno inciso fortemente, ma l’ottica con cui ho guardato ai personaggi e ne ho costruito le vicende è stata soprattutto quella del cittadino interessato a calare i discorsi sulla giustizia e la legalità nella società, nella storia e nella geografia del nostro Paese (la storia è ambientata tra Piemonte e Calabria).

Uno come tanti si colloca in un periodo storico ben preciso, tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’80, coinvolgendo anche il rapimento di Aldo Moro. In che modo è riuscito a trovare il giusto equilibrio tra storia, finzione, giustizia e legalità?

L’asse principale della narrazione riguarda il presente ma l’intersezione fra la vicenda del figlio (con la sua ragazza Rosaria, il cugino Frank, l’amico Gregorio eccetera) e quella del padre riporta appunto a quel decennio, detto “delle tre emergenze”, terrorismo, criminalità organizzata, corruzione. Ho puntato a un equilibrio fondato su basi legate alla Storia e alle cronache, molto spesso drammatiche e talvolta tragiche, di quel decennio, collocando la vicenda di fantasia su tale sfondo ben circostanziato. Giustizia e legalità giocano la loro parte con riferimento sia al Novecento che all’oggi e l’insieme mi è parso equilibrato e coinvolgente per un pubblico vario.

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Qual è stato il momento della narrazione più complesso da tradurre sulla carta? E perché?

A circa 2/3 del romanzo c’è un momento chiave nella ricerca del padre che Fabrizio ha avviato e nel rapporto con la sua figura, un punto di convergenza dei nodi problematici della vicenda romanzesca. Era complesso proporre al lettore un seguito che, ad un tempo, fosse credibile, non determinasse stasi e fosse tale da mantenere la “presa” emotiva anche in funzione dell’ultima parte del libro, in cui il ritmo diventa ancora più serrato. Spero di esserci riuscito.

Qual è stato il personaggio di Uno come tanti più complesso da creare? E perché?

L’ex magistrato Matteo. Attorno a lui aleggia a lungo un mistero che non è fine a se stesso e che non deve nemmeno far pensare a un personaggio che agisce e poi scompare per “bizzarria”. Si tratta di un uomo, che ho immaginato entrare in magistratura alla fine degli anni ’70, profondamente legato alla Storia italiana, non solo rispetto alla magistratura. La complessità risiede soprattutto nella possibilità per un personaggio del genere di non “parlare” solo a lettori di una certa età. Ho lavorato molto, nella caratterizzazione di Matteo e dei suoi rapporti con varie altre figure, anche giovani, perché ciò potesse concretizzarsi.

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

C’è ancora qualcosa che vorrebbe dire ai suoi personaggi?

Vorrei augurare loro, rinfrancato dalle presentazioni del romanzo già avvenute e dalle recensioni lette, di continuare ad attrarre un pubblico vario giocando tutte le loro carte. Diversi personaggi sono donne, con ruoli anche importanti nella trama, spesso figure fuori dagli schemi e, benché “imperfette” (come ciascuno di noi nella realtà della vita), capaci di compiere gesti di sfida e avviare percorsi di cambiamento e crescita.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere lettore e scrittore?

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Le letture, condizionate dall’impegno del servizio in magistratura, sono state quelle dei classici, di autori americani, da Hemingway ad Haruf, e di altri autori, italiani e non, che si sono dedicati ad opere ispirate alla realtà e alla Storia dei loro Paesi (come Flaiano, in particolare per Tempo di uccidere; Pasolini, in particolare per Ragazzi di vita; Marco Balzano per Resto qui; Roberto Saviano; Javier Cercas per “Soldati di Salamina”). Essendo autodidatta e avendo iniziato a scrivere di narrativa a 65 anni compiuti, ho cercato di mettere a frutto letture e suggestioni anche molto varie.

Quale vuole essere il messaggio del suo romanzo?

Il messaggio di fondo sta nella necessità dell’impegno di giovani e meno giovani per dare senso e continuità alle sfide che comunque li coinvolgono e accomunano nella ricerca di verità e giustizia. Non a caso il romanzo è dedicato “ai giovani innamorati della giustizia” e l’immagine in copertina, quella di una ricucitura, allude all’esigenza di uno sforzo comune per la ricomposizione di quanto lacerato nei passaggi generazionali.

Con una frase o con alcuni aggettivi, come descriverebbe e presenterebbe Uno come tanti ai suoi lettori?

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” (Manni, 2024)

Un romanzo, spero avvincente, di resistenza civile, scelte scomode e ideale passaggio di testimone sul piano generazionale. L’ispirazione di fondo è realistica ma, proprio per la varietà degli aspetti della realtà, si declina fra momenti di dramma e di commedia. In questo quadro volutamente ampio e composito si inseriscono anche aspetti tragici legati alle storie delle persone e alla Storia dell’Italia.

 

 

 

 

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