Letto per voi… “Rumore” di Eleonora Federici

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Rumore di Eleonora Federici (Pensiero Creativo). Una raccolta poetica in bilico tra l’onirico, il surrealismo, la distopia e il senso profondo della realtà. Non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Tre parti e ventisei componimenti. Questa è l’essenza di Rumore, la raccolta poetica di Eleonora Federici. Versi di una poetessa appartenente alla Generazione Y, ai Millenials di cui usa il linguaggio proiettato verso una realtà distopica, surreale e onirica. Un punto di vista sulla realtà sottolineato anche dalle intense e gotiche illustrazioni di Diana Daniela Gallese. Brevi componimenti che ci narrano di “vuoto” e di “pieno”, di tormenti interiori, di dolori più o meno taciuti, del rapporto con il proprio corpo, di intime inquietudini… di un’anima che racconta anche la sua propria vita facendo musica e armonia delle proprie parole.

Sul libro

Nell’ottobre 2024 Pensiero Creativo pubblica l’ultima raccolta poetica della perugina Eleonora Federici dal titolo Rumore. Un agile volume suddiviso in tre parti (Dialogo tra ciechi, Mother  Cose intime) e animato da ventisei componimenti che sviscerano nel profondo l’essenza dell’Autrice e la forza del suo linguaggio facendosi esso stesso rumore.

Pensiero Creativo

Tanti e diversi sono gli argomenti e le tematiche affrontate nei rapidi e brevi versi di Eleonora Federici: dall’aborto al bullismo e alla difficoltà di accettazione del proprio corpo, dalla profondità del pieno all’ineluttabilità del vuoto, in un continuo e inevitabile gioco di rimbalzo di emozioni e sensazioni, dalle intime inquietudini alla necessità di superarle cercando con esse una quanto più possibile pacifica convivenza.

In tutto questo rumore, però, si sentono il tormento, le angosce e i turbamenti di questa giovane Autrice che coraggiosamente non ne fa mistero. Al contrario, cerca di dar loro spazio, respiro, “casa” nella sua mente e nella sua quotidianità.

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Tutto questo lo si può anche vedere grazie alle oniriche, gotiche, intense illustrazioni della bravissima Diana Daniela Gallese dotate di un tratto netto, nero e sicuro che sembrano quasi uscire dallo spazio della pagina. Così, non si può restare indifferenti alla rosa dentata, al mandala ispirato a Jung, al cuore che, con solo occhio come Polifemo, ci guarda, alla madre con testa di rettile e alla morte che corre a tutta velocità in motocicletta… E non è certamente un caso che la copertina di questa breve ma potente raccolta poetica, dove compare una carrozzina alquanto sospesa nello spazio, sia ispirata a Rosemary’s baby di Ira Levin (1967) e all’omonimo film di Roman Polański (1968). E questa atmosfera così carica di sensazioni e significati è perfettamente descritta da Giovanni Boine nella sua Introduzione a “Mother”, la seconda parte della raccolta:

Questi versi sono omicidi, poiché a ognuno di essi corrisponde un delitto, incestuose, perverse; sembrano provenire da un altro mondo, una specie di Atlantide sommersa ove regna il rumore.

“Artificial Dose”, illustrazione di Diana Daniela Gallese

C’è onirismo e distopia nei versi della Federici ma anche concretezza di linguaggio che viene utilizzato senza filtri. È così che l’Autrice vede

Corpi carnivori al clacson
della macchina, urla – senza – senso
nel traffico – macelleria
di lamiere, paraurti, frizioni.

Eppure non mancano l’armonia e la musica: Madonna, Korn, Linkin Park, il trap, Chelsea Grin… una colonna sonora di vita e di emozioni che accompagna lo scorrere e l’evolvere della propria esistenza. Ma anche di quella altrui poiché la vita è fuori di noi.

Musica e rumore in un’armonia ben calibrata senza vincitori né vinti ma con un visione dell’esistenza ben definita pur con tutti i suoi chiaroscuri:

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Rumore – rumore – rumore
tutto è rumore – amico
legato con patto di sangue
l’infinito finto tutto
il teatro dell’amore
ancora arriva il triste
mietitore – una svista
per toccare riva
visto lo spasmo dell’uscita

Incontro con l’Autrice

Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura e, in particolar modo, con la poesia?

La scrittrice Eleonora Federici (Per gentile concessione di Eleonora Federici)

Fin da bambina mi divertivo a scrivere delle piccole storie, prevalentemente di argomento fantastico, ero fissata con Harry Potter e il mio sogno era quello di scrivere un libro, ma mai avevo pensato alla poesia. A diciotto anni è cambiato tutto: un giorno, durante una noiosa lezione di letteratura francese, la mia professoressa di liceo inizia a parlare di Charles Baudelaire e legge la poesia “L’albatro”; beh, la lezione non è più stata noiosa perché quella poesia non era un qualcosa di astratto in cui non mi ritrovavo, ma era viva e parlava di me. Da quel momento in poi, ho desiderato fortemente scrivere poesia e ho iniziato a fare le mie “prime prove poetiche”, conoscendo anche autori come Rimbaud ed Eliot che hanno fortemente influenzato la mia prima scrittura. Nel 2022 c’è stata un’ulteriore svolta: se prima scrivevo poesia per modo di dire, da quel momento in poi ho iniziato a capire che la poesia esiste e può essere tutto, persino divertimento per chi scrive. Una raccolta come Rumore nasce anche dalla scoperta che posso giocare con le parole come voglio.

Come è nato il progetto editoriale di Rumore?

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Rumore nasce dalla musica e torna alla musica: avevo iniziato a scrivere una serie di poesie su quello che mi trasmettevano alcuni pezzi dei Veil of Maya (gruppo Progressive Metal statunitense) e, più andavo avanti nella scrittura, più mi accorgevo che il ritmo e il tono fortemente surrealista e onirico avevano delle potenzialità, per cui ho deciso di renderli corpo in una raccolta. Il titolo nasce da una mia raccolta precedente, addirittura risalente al 2020, in cui ho iniziato a riflettere sul concetto di rumore; Rumore del 2024 non solo è una silloge profondamente diversa da quella del 2020, ma giunge a un ottimismo (se così vogliamo chiamarlo) diverso da quello precedente.

Rumore è suddiviso in tre parti: quale direzione prendono i suoi versi in questo percorso poetico?

Rumore è diviso in tre parti differenti tra loro, anche nel modo in cui vengono strutturati i versi: come dicevo, la musica è molto presente in questa raccolta e lo si nota anche dai versi perché all’inizio hanno lo stesso suono di un tritacarne, mentre nell’ultima sezione si elevano in una sorta di “canto silenzioso”, quasi sussurrato. Magari, dopo aver affrontato il rumore, affronterò il silenzio.

“Mother II”, illustrazione di Diana Daniela Gallese

In Rumore vi è un particolare legame con l’immagine. Come è nata la sua collaborazione con l’illustratrice Diana Daniela Gallese?

Io e Diana ci siamo incontrate quasi per caso: cercavo qualcuno che rispondesse alla mia arte con altra arte e ho trovato lei; è stata molto preziosa per la crescita di Rumore perché ha saputo capire il libro. Diana infatti non si è solo limitata a leggere la raccolta, ma è entrata nella sua profondità con grande sensibilità e acutezza, riuscendo a comprendere il senso e, soprattutto, la storia delle poesie, anche cercando di capire il loro potenziale. Devo dire che tra me e Diana c’è stato un ottimo dialogo, poiché ha arricchito Rumore con la sua arte in modo molto particolare, tanto che, a volte, le illustrazioni stesse diventano vere e proprie poesie. Ho sempre creduto nel dialogo tra la scrittura poetica e l’arte e questo ne è l’esempio migliore.

Secondo lei, quanto è importante il rapporto tra “parola” e “immagine”?

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Il rapporto tra poesia e immagine e, come dicevo, fondamentale in questa raccolta, poiché non si tratta solo di un mero “commento” alla poesia, ma sono le immagini stesse a diventare poesia. È un po’ il bello dell’arte: molti autori come Ungaretti, e faccio l’esempio di un poeta che non mi piace granché, hanno concepito l’arte come un qualcosa di unico, senza più distinzioni; lo stesso facevano i Futuristi e gli Espressionisti, che è l’avanguardia storica a cui mi sono maggiormente ispirata. Credo infatti che un dipinto come Autoritratto da soldato (1915) di Kirchner sia molto più poetico e “metafisico” di una qualsiasi poesia di Ungaretti sulla Grande Guerra, poiché comunica con estrema crudezza cosa ha rappresentato la guerra per l’artista. Quindi, non è solo l’immagine ad accompagnare la parola, ma l’immagine stessa può essere addirittura più forte della parola.

Da chi o cosa trae ispirazione per i suoi versi?

Per i miei versi traggo ispirazione dalla musica, dal sogno, ma anche dalla vita stessa.

A proposito di immagine, molto particolare e di grande impatto è la copertina della sua raccolta poetica. Può raccontarci qualcosa di più in merito?

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

La copertina del libro l’ha scelta Diana e ciò dimostra quanto sia stata preziosa per la gestazione di Rumore: inizialmente, pensavo a una sorta di mandala, in accordo a una delle poesie del libro, poi Diana mi ha proposto questa immagine, che altro non è che una citazione del film di Polański Rosemary’s baby, che Diana ha sentito molto presente nella mia raccolta. Così e nata la copertina.

Tra le poesie contenute in Rumore, a quale sente di “appartenere” di più? E perché?

Appartengo a tutte le poesie di Rumore, anche a quelle meno autobiografiche della raccolta. Il motivo sta nel fatto che ogni autore, volente o nolente, lascia la sua impronta in ciò che scrive: T.S. Eliot, altro grande poeta, parlava sempre di totale impersonalità del poeta, ma ciò non è ovviamente possibile in quanto ogni poeta lascia la sua firma all’interno di ogni sua opera. È in questo che la poesia differisce da altre forme di comunicazione come la pubblicità, per esempio: infatti, la pubblicità e, in generale, i mass media seguono quello che Heidegger chiamava “deiezione”, cioè la riduzione dell’esserci (vedi alla voce essere umano) da ente privilegiato a oggetto. In altre parole, l’essere umano perde la sua aureola attraverso il “si dice”, le chiacchiere, l’impersonalità, tutto ciò che le forme di comunicazione di massa hanno inglobato. Io appartengo a ogni poesia di Rumore; il resto è solo deiezione. La poesia è tutt’altra cosa.

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Quale vuole essere il messaggio della sua opera?

Mi piacerebbe tanto dare qualche messaggio, in positivo o in negativo, con Rumore; solo che, quando si parla di poesia, è molto difficile dare un messaggio immediato, poiché non siamo né pubblicitari né giornalisti. Io ho un mio personale senso della raccolta, ma preferisco affidare il senso del libro al lettore: vorrei che chi legge entrasse nella raccolta in maniera totale, che capisse quanto è rumoroso il mondo, che comprendesse quanta visceralità, quanta violenza, ma anche quanto divertimento c’è nella mia poesia. Se proprio volessi dare un qualsiasi tipo di messaggio al lettore, gli direi di mettersi in viaggio in quell’incubo in poesia che è Rumore, solo questo.

Qual è la poesia o il verso che avrebbe tanto desiderato scrivere?

Sicuramente “L’albatro” oppure I fiori del male nella loro interezza.

Eleonora Federici, “Rumore” (Pensiero Creativo, 2024)

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?

Partirei innanzitutto da Charles Baudelaire, in assoluto il poeta che amo di più; passerei ad Arthur Rimbaud (trovo “Il battello ebbro” semplicemente geniale), ad Allen Ginsberg, un autore che amo molto e che trovo molto vicino a me. Inoltre, adoro l’Espressionismo e le avanguardie storiche, penso che abbiano fatto uscire la poesia dal medioevo e mi definisco tranquillamente “Espressionista”. Poi penso ad Andrea Zanzotto, un grande critico della società contemporanea, nonché un grande espressionista. In questa raccolta sono presenti Montale e D’Annunzio: erano grandi poeti, ma al loro tempo, e da allora la poesia italiana non è più riuscita a fare passi in avanti, tranne qualche caso isolato. Non disprezzo affatto D’Annunzio e Montale, ma anche basta.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

È da anni che vorrei scrivere un romanzo, ma non credo di riuscirci.

 

 

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