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Letto per voi… “Studio Italia” di Piersandro Pallavicini

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Studio Italia di Piersandro Pallavicini (Helvetia Editrice). Un interessante volume che vi racconterà il mondo dell’arte contemporanea da una nuova prospettiva. E non perdete l’Incontro con l’Autore!

La trama

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Studio Italia di Piersandro Pallavicini raccoglie per intero nove articoli che lo stesso Autore ha scritto per il quotidiano Il Giornale nel 2022. Nove articoli che, in realtà, sono nove racconti in cui Pallavicini, in qualità di appassionato e collezionista d’arte, narra delle sue studio visit ad altrettanti artisti contemporanei, da Velasco Vitali a Luca Pignatelli passando per Giovanni Frangi e Laurina Paperina. In fondo, lo studio visit è esattamente questo: l’incontro informale tra collezionista/appassionato e artista in cui quest’ultimo mostra le sue ultime opere, permette di far vedere il proprio archivio, spiega le tecniche utilizzate, parla dei prezzi e anche di argomenti ben lontani dal mondo dell’arte in un vero e proprio scambio di conoscenze e, a volte, anche di confidenze. Pronti per immergervi in questa interessante incursione nel mondo dell’arte contemporanea?

Sul libro

Helvetia Editrice

È il settembre 2023 quando la veneziana Helvetia Editrice pubblica nella Collana “Taccuini d’Autore” il breve volume di Piersandro Pallavicini dal titolo Studio Italia la cui copertina, è interessante ricordarlo, è stata realizzata con cuoio e carta riciclati.

Alla base di questo piccolo e notevole libro vi è un’unica parola d’ordine: passione. Sì, perché a dar vita ai nove articoli-racconti (qui riportati nella loro versione integrale) che Piersandro Pallavicini ha scritto nel 2022 per il quotidiano Il Giornale vi è proprio la passione dell’Autore per l’Arte (con particolare interesse per quella d’avanguardia degli anni Novanta del secolo scorso) in quanto collezionista e attento estimatore.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Proprio il desiderio di acquistare quell’opera considerata mancante e determinante per la propria collezione fa dell’Autore un ricercatore e uno studioso instancabile dell’arte a cavallo tra fine del Novecento e l’inizio degli anni Duemila. A rendere ancora più interessante questa sua ricerca è l’umanità con cui essa viene svolta e la stessa pratica di ricerca e di contatto con gli artisti. Social network, email, conoscenze comuni… tutto è lecito pur di “stringere tra le braccia” l’opera tanto desiderata. Da qui l’Autore scrive e descrive nove delle sue studio visit ad altrettanti artisti contattati per l’acquisto di opere. Si tratta di veri e propri incontri dove l’appassionato e l’artista si ritrovano – anche in modo del tutto informale – in un salotto o in una galleria a discutere dell’arte e delle sue tecniche, a visionare opere, a contrattare prezzi, a parlare di qualsiasi argomento li aggradi e a gettare le basi per un futura e/o ulteriore compravendita ma anche di un solido rapporto di amicizia basato su fiducia, stima, onestà e ammirazione.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Leggendo le circa centoquindici pagine di questo breve libro traspare e si tocca con mano l’entusiasmo contagioso dell’Autore. Nei suoi articoli-racconti si percepisce nitidamente la gioia di un contatto con un artista trovato e dell’acquisto di un’opera tanto desiderata… nonché il desiderio che si proietta già al prossimo acquisto e al prossimo incontro. Piersandro Pallavicini, però, attraverso il suo testo ci regala molto di più. Lo scrittore vigevanese, infatti, ci offre la possibilità di conoscere più da vicino l’ambiente artistico contemporaneo e le sue figure più note e talentuose ma anche le loro correnti artistiche, il loro carattere, il loro approccio all’arte e alla vita, la loro concezione del mondo cui appartengono. Ecco, riassumendo possiamo dire a gran voce che Studio Italia seppur così esile ha in sé una forza veramente esplosiva poiché ci permette di osservare l’arte, le sue regole e alcuni dei suoi massimi esponenti contemporanei (pensiamo a Velasco Vitali, Valentina D’Amaro, a Iva Lulashi solo per citarne alcuni) da un punta di vista privilegiato ma anche da una diversa prospettiva.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Tutti gli appassionati d’arte (e non solo) non possono perdere questa lettura così appassionata, entusiasta e offerta al Lettore con gioia e semplicità come fosse il racconto di un bambino davanti al suo amato e desiderato “Paese dei Balocchi” formato da Arte, colori, talento e altrettanta passione.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Piersandro Pallavicini (Per gentile concessione di Piersandro Pallavicini)

Lei è un docente di chimica e un profondo amante dell’arte contemporanea di cui è collezionista. In che modo riesce a trovare l’equilibrio tra due mondi, almeno apparentemente così diversi e lontani?

Le passioni e gli entusiasmi in realtà non sono mai in conflitto tra loro. E uno scienziato è una persona curiosa per statuto. Fare ricerca in chimica, scrivere, essere appassionato d’arte sono passioni che in me convivono in modo naturale. La cosa veramente difficile è trovare tempo per tutto, senza trascurare il mio impegno principale, che è quello di fare il docente in università. Durante la settimana, in giornata, faccio solo quello. Poi, di notte, o nei weekend, o durante le vacanze, spazio a tutto il resto.

E la scrittura in che modo è riuscita a inserirsi in questo suo universo già di per sé tanto stimolante e colmo di interessi e passioni?

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

La scrittura si è imposta come strada naturale, anzi necessaria, quando ormai ero già un adulto. Il mio primo libro è uscito nel 1998, quando avevo 36 anni. Da allora non l’ho più lasciata, non posso fare a meno della scrittura. Se prima era lo spazio in cui sfogavo quanto non riuscivo a pensare, dire, fare, nella vita di tutti i giorni, ora è diventata più una zona franca, in cui ritrovo pace e serenità, pur continuando a scrivere di temi che mi toccano nel profondo.

Come è nata l’idea di Studio Italia?

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Le studio visit sono qualcosa che ho cominciato a fare alcuni anni fa, assecondando la passione mia e di mia moglie Manola come collezionisti. Dopo essere stato da Velasco Vitali e da Daniele Galliano, il mio istinto di scrittore mi ha suggerito che quelle visite potevano diventare dei buoni racconti, il più possibile fedeli a quanto realmente accaduto, ma con quel pochissimo di finzione che bastava a renderli più gradevoli sul piano narrativo. Dopo averne scritti un paio, mi era venuto in mente che potessero essere pubblicati su un quotidiano, come serie. Li ho proposti ad alcune conoscenze che lavorano nei quotidiani, e la redazione cultura de Il Giornale, in particolare Luigi Mascheroni e Alessandro Gnocchi, è stata pronta a offrirmi un bello spazio: una pagina alla settimana, nel luglio e nell’agosto 2022. Poi, quando quella serie è terminata, mi sono reso conto che quei pezzi potevano rientrare in una cornice, in un racconto più allargato, che era la storia di come ero arrivato ad appassionarmi d’arte e a collezionarla. Da lì è arrivato Studio Italia.

Qual è l’opera d’arte che vorrebbe inserire nella sua collezione?

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Una sola è troppo poco. Ma anche dieci. O cento! Fatico a trattenermi, a non comprare troppo, a non svuotare il mio conto in banca per acquistare nuove opere. Ci sono talmente tante artiste e artisti che mi piacciono, che ogni volta che vado a una mostra, o faccio una studio visit, vorrei portarmi a casa almeno un loro pezzo.

È previsto un Studio Italia “parte seconda” sia in collaborazione con Il Giornale sia come nuovo progetto editoriale?

No, non credo. Con Il Giornale continua la collaborazione nell’ambito della scrittura sull’arte, ma in senso molto più allargato (mostre, movimenti, premi, cataloghi… Scrivo di queste cose). Ma nulla vieta che su quelle pagine io possa pubblicare di quando in quando qualche altra studio visit.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Nel suo libro gli artisti sono raccontati nella loro quotidianità, nella tranquillità delle loro abitazioni e dei loro studi. In che modo è riuscito a misurare gli spazi, a rendersi conto delle barriere da superare e da non oltrepassare così da creare un rapporto di confidenza, fiducia e anche di amicizia?

Sono sempre una persona molto rispettosa, con chiunque, anche quando incontro un perfetto sconosciuto la mia preoccupazione è quella di metterlo a suo agio, di non creare tensioni o pressioni. Per cui mi è semplicemente venuto spontaneo non andare oltre, non diventare invadente o ficcanaso. Poi, con gli artisti, l’ammirazione per le loro opere, quando si accompagnava a una sintonia caratteriale, ha anche fatto nascere delle amicizie.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Qual è la sensazione, l’emozione, l’energia che si provano subito dopo aver acquistato l’opera d’arte tanto desiderata?

La sensazione è quella della consolazione. Un quadro desiderato a lungo e finalmente nostro ci fa sentire meno oppressi dalle brutture della vita.

Cosa muove l’animo del collezionista? Sapere di “possedere” un’opera d’arte, al di là del suo valore economico, può essere inteso come sentirsi anche parte di quella stessa opera che si è scelta e che l’artista (o la galleria) ha permesso di acquistare?

Oltre al possesso, all’accumulazione, e come dicevo prima alla consolazione, quando ho a che fare con giovani artisti e li acquisto, da loro o tramite la loro galleria, ho anche la consapevolezza che li sto aiutando a continuare dipingere e a fare un piccolo passo avanti nella loro carriera. Anche questa è una bella sensazione, io e mia moglie in questi casi sentiamo non solo di fare un bell’acquisto, ma anche qualcosa di buono.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Quale rapporto ha con le tele e i colori?

Mi guardo bene dal provare a dipingere, ci manca solo questo!

Il suo libro termina con la preparazione di un secondo home show, ovvero di una mostra allestita in casa sua. Come sta procedendo questo progetto?

Procede bene, abbiamo anche fatto un piccolo sito internet (fatto in casa come i nostri “homeshow”) per lasciare disponibile a tutti una testimonianza dell’evento, che dura una sola sera, e degli artisti che sono passati da noi. Abbiamo fatto tre homeshow, il quarto è in programma tra un paio di mesi (fine marzo 2024), e, più avanti nell’anno, una di queste nostre serate diventerà uno dei premi del Prisma Art Prize, un premio che promuove giovani ed emergenti, che ci ha invitato ad aprire questa collaborazione.

Piersandro Pallavicini, “Studio Italia” (Helvetia Editrice, 2023)

Oggi, quale valore ha l’arte, in particolar modo quella contemporanea?

Credo che abbia il valore che ha sempre avuto, quello di portare nuovi sguardi, nuove interpretazioni sul mondo, di dire insomma qualcosa che, senza la visione di una certa opera d’arte, non avresti mai pensato. E dunque ha un valore enorme, perché svela delle verità, non importa se scomode o meno.

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