Letto per voi… “La passione secondo Matteo” di Paolo Zardi

La passione secondo Matteo di Paolo Zardi (Neo Edizioni)
La passione secondo Matteo di Paolo Zardi (Neo. Edizioni)

La passione secondo Matteo” di Paolo Zardi già finalista al Premio Strega 2015 con il libro “XXI secolo” (Neo. Edizioni). Questa volta l’Autore racconta di un impiegato la cui vita tranquilla viene stravolta da una telefonata…

La trama

Ci sciogliamo in lacrime e a te nel sepolcro diciamo: riposa in pace,

in pace riposa! Riposate, spoglie esangui! Il vostro sepolcro e pietra tombale saranno per lo spirito angosciato un dolce guanciale e

l’estrema dimora dell’anima. Nel gaudio più pieno si chiuderanno gli occhi nel sonno eterno.

Matteo, un impiegato presso una ditta informatica, è un uomo di quarant’anni ordinario e dedito alla famiglia e al lavoro. Eppure tutto questo sembra stravolgersi a causa di una telefonata. Infatti, quando l’uomo è in vacanza con la famiglia, riceve sia la comunicazione dell’interruzione del servizio in azienda sia la telefonata del padre che gli chiede di raggiungerlo. In Ucraina. Per Matteo è un duro colpo. In entrambi i casi. Ma deve partire. Deve raggiungere suo padre. In questo viaggio, però, non sarà solo. Ad accompagnarlo, infatti, ci sarà la sorellastra maggiore Giulia. Una donna sui cinquant’anni che ha deciso di prendere la sua vita di petto, correndo ogni rischio pur sapendo di rimanerne sempre sconfitta.

Lo scrittore Paolo Zardi
Lo scrittore Paolo Zardi

Sono anni che Matteo non vede la donna né suo padre con il quale non ha mai avuto un rapporto, tanto da rivolgersi a lui esclusivamente chiamandolo per nome: Giovanni. I due fratelli, così, debbono incontrarsi e insieme si mettono in viaggio verso l’Ucraina. Da questo momento inizia un duplice viaggio: si va verso la città di destinazione ma si inizia anche un viaggio a ritroso nel tempo le cui tappe sono i ricordi di questi fratelli che non si sono mai conosciuti e che conservano di se stessi solo dei ricordi sbiaditi. Nello stesso momento si scopre anche della vita di Giovanni, dei suoi amori irregolari, delle sue avventure, delle sue amicizie e dei suoi lavori. Soprattutto si scopre pian piano il suo presente e da uomo indomito alla vita lo troviamo sua vittima senza appello costretto su una sedia a rotelle da una malattia degenerativa. L’uomo sembra voler recuperare ai torti fatti nella sua vita tra i quali – seppur indirettamente – la morte di una delle donne “amate” e sembra aver messo dell’ordine nella sua esistenza. Sa di aver bisogno dei suoi figli che, per la prima volta, riconosce e sente come tali. Ma da loro c’è un sacrificio e una concessione che desidera e quasi esige. Riuscirà a trovare la sua pace?

Ed è in tutto questo tripudio di emozioni che si innesca tra Matteo e Giulia una complicità sempre sentita e da sempre sopita. Una complicità che si scopre essere passione e che molto ha influenzato e condizionato le vite di entrambi. Ma ora che i due ragazzi di allora son diventati adulti riusciranno a gestire se stessi e ad accettarsi per ciò che veramente sono?

In fondo, è questo lo scopo e il senso di questo duplice viaggio: la scoperta di come si è (e si è sempre stati) e il bisogno di quel coraggio per accertarsi diversi da come ci si è sempre pensati o immaginati. Perché è accettando il passato e tutto ciò che lo riguarda che si può partire accogliendo il futuro.

Il libro

Paolo Zardi torna alla narrativa – dopo il successo di XXI secolo (Neo. Edizioni) che lo ha visto tra i finalisti del Premo Strega 2015 – con La passione secondo Matteo. Si tratta di una storia che, dall’omonimo titolo della composizione sacra di Johann Sebastian Bach, punta all’introspezione e a un profondo viaggio dentro se stessi che non ammette appelli né ripensamenti. Attraverso una scrittura semplice, lineare, limpida conduce a un climax ascendente di emozioni che esplodono nell’ultima parte del romanzo in cui tutti gli ordini di idee, di credenze e di emozioni vengono messi in discussione. La vicenda presenta un ambiente e un protagonista (Matteo) molto ordinario, quasi “fantozziano”, che sembra essersi accontentato di ciò che la vita gli ha offerto. Pian piano, però, si amplia il suo mondo circostante e l’Autore presenta i personaggi e l’ambiente che si muovono attorno a lui arricchendoci di dettagli e di impressioni pagina dopo pagina. Sembra una partenza in sordina in cui sembra non accadere poi molto, in cui la struttura sembra essere fin troppo solida per poi crollare parola dopo parola ed emozione dopo emozione per ricreare un potenziale nuovo ordine di vite.

All’Autore va il merito di trattare in modo tanto delicato il tema della morte assistita e di quanto sia tragico e difficile il coraggio per chi la decide e per chi la vive accanto al malato. Si tratta di un romanzo che nonostante una partenza che non sembra lasciare molto all’immaginazione ci porta e ci coinvolge in un viaggio spirituale e fisico nelle emozioni e nel dolore di un Amore ritrovato (per un padre, per la famiglia, per se stessi, per la vita…). In fondo, come scrive l’Autore l’innocenza si può perdere una volta soltanto? O serviva perderla, l’innocenza, per capirlo?

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