“Chi è Antelope Cobbler?”, la musica noir di Marco Cesarini

La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di ospitare Marco Cesarini e di presentarvi il suo ultimo album Chi è Antelope Cobbler?. Un progetto audiovisivo che – tra simboli, sperimentazione e indagine sul reale – si ispira a David Lynch.

Marco Cesarini & Henry Mclusky, “Chi è Antelope Cobbler?” (nusica.org, 2024)

Lo scorso 18 aprile nusica.org, l’associazione culturale che supporta e promuove artisti innovativi, ha distribuito la sua ventottesima produzione: Chi è Antelope Cobbler?, il nuovo lavoro del musicista pesarese Marco Cesarini & Henry Mclusky.

Si tratta di un progetto audiovisivo e visionario che, tra simboli, sperimentazione e profonda ricerca nella realtà, si ispira alla poetica e al cinema enigmatico di David Lynch.

Marco Cesarini, continuando il suo discorso già affrontato nei suoi precedenti lavori (Transumanza, Transumanza Vol II Vulnus), fa della visionarietà una possibilità studiandone i confini e facendone strumento di studio per comprendere la realtà.

Per la realizzazione di Chi è Antelope Cobbler?, invece, l’artista inventa il personaggio dell’investigatore Henry Mclusky che si prefigge il compito di scandagliare e osservare la realtà fino ai suoi anditi più profondi e nascosti. Per questo la musica di Marco Cesarini assume toni più intimi e armonici propedeutici a una ideale risoluzione di quell’enigma che solo la realtà sa decifrare.

Nusica.org

Come abbiamo ricordato all’inizio, l’ultimo lavoro di Marco Cesarini è audiovisivo e a impreziosirlo vi sono le illustrazioni dell’artista Aliena Wrobleski (alias Margherita Baldelli) che, affiancate al racconto scritto, accarezzano l’idea e l’ideale del libretto d’opera.

Nelle sei tracce che compongono l’album, Cesarini inserisce le calde sonorità jazz e quelle assai più spinte e contemporanee lanciandosi in un fortunato viaggio ai limiti della surrealtà che, in fondo, altro non è che l’esplorazione più profonda della nostra essenza e del nostro intimo.

All’album ha collaborato la formazione Uqbar Orchestra: Jean Gambini (sax tenore e contrabbasso), Andrea Angeloni (trombone, tuba e eufonio), Davide Mazzoli (batteria), Giacomo Del Monte (percussioni). Accanto a loro anche Naima Gambini (violino) e Marco Rossi (violoncello).

Incontro con Marco Cesarini

Il musicista Marco Cesarini (Per gentile concessione di Marco Cesarini)

Da dove viene la sua passione per la musica?

Mia madre dice da quando sono piccolissimo, non mangiavo se non c’era la musica di sottofondo, la cosa che mi disturba un po’ di questo aneddoto, è che a quanto pare doveva mettere su Fausto Leali…avrei preferito qualcosa di più romantico…che ne so… Beethoven… o Charles Mingus… o Moondog… ognuno ha la sua croce. Comunque ho sempre suonato, e ho iniziato a comporre abbastanza presto a 15/16 anni,  più che un musicista nel senso classico del termine, mi sento un compositore.

Marco Cesarini & Henry Mclusky, “Chi è Antelope Cobbler?” (nusica.org, 2024)

A cosa è dovuta la scelta del suo nome d’arte Marco Cesarini & Henry Mclusky?

Per questo disco mi sono servito di un eteronimo per calarmi meglio nelle situazioni che cerco di descrivere con la musica. Trovo questa pratica molto stimolante a livello immaginifico. Creare un personaggio mi serve per dare continuità ai brani, è una sorta di modalità di lavoro che mi aiuta ad essere coerente con le scelte armoniche. Da una parte scrivo gli spartiti, dall’altra appunti di vario genere su una storia fittizia a cui associo i temi che mi va di affrontare a livello concettuale. L’idea di creare personaggi mi è sempre piaciuta, non so, forse per provare a pensare con la testa di un altro. Credo che mi abbia molto influenzato Pessoa in questo caso. Poi mi piace sperimentare alcune idee che in qualche modo possono avere un certo peso anche a livello pratico, credo che inventare questo personaggio mi sia servito molto per dare la giusta atmosfera al disco e che mi abbia stimolato a tal punto da usare alcune soluzioni armoniche che altrimenti non avrei messo in atto.

“Soluzione finale”, illustrazione dell’artista Aliena Wrobleski per l’omonima traccia di “Chi è Antilope Cobbler?”

Come nasce e in cosa consiste il progetto musicale Chi è Antelope Cobbler?

Nel 2023 è uscito Transumanza volume II Vulnus (Caligola Records) secondo disco che aveva come tematica come dice il titolo la “Transumanza”, in quel caso le tematiche affrontate erano relative alla natura, il tutto era nato sotto il periodo della pandemia, avevo bisogno di riscoprire alcune cose che il lockdown aveva portato alla luce. Dopo quel tipo di esperienza, sentivo di aver detto abbastanza e avevo bisogno di affrontare altri temi. Non era molto scontato fare un salto così distante a livello tematico, ma sentivo il bisogno di gettare uno sguardo Noir sul mondo circostante, non credo di sbagliarmi se dico che stiamo vivendo un momento storico abbastanza cupo.

Perché ha scelto di trarre ispirazione proprio dal cinema di David Lynch?

“Pensavi finisse diversamente”, illustrazione dell’artista Aliena Wrobleski per l’omonima traccia di “Chi è Antilope Cobbler?”

Diciamo che non ho preso ispirazione dal suo cinema, o almeno non in senso stretto, mi ritrovo molto nella sua etica del lavoro, penso che Lynch sia un modello da tenere sempre in considerazione quando si pensa al tipo di atteggiamento che ogni artista dovrebbe avere nei confronti del proprio lavoro. Stavo scrivendo cose nuove ma non avevo una direzione ben precisa e quello che stavo facendo mi sembrava abbastanza disorganizzato, ero abbastanza frustrato, mi guardavo introno alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse. Nel riguardare la sua filmografia mi sono posto alcune domande sulle tematiche Noir da lui affrontate, il modo in cui le aveva rivisitate mi ha stimolato a provare di fare lo stesso con i miei strumenti, vale a dire quelli del musicista. per il resto ho cercato di intraprendere la mia strada e dare una mia interpretazione cercando di trovare la mia chiave di lettura.

Se posso, qual è il film di David Lynch che preferisce? E perché?

Il musicista Marco Cesarini (Per gentile concessione di Marco Cesarini)

Domanda legittima, ma non riesco a risponderti ho sempre avuto un problema nel creare delle classifiche, però posso dirti che Strade perdute è stato il film con cui ho conosciuto Lynch, ed è stato traumatico, avevo 14 anni ero pieno di paure e quello che avevo visto era qualcosa di totalmente diverso da tutto il resto, mi aveva lasciato una sensazione strana, inoltre non avevo capito la storia e questo la rendeva ancora più inquietante e interessante, mi facevo un sacco di domande su cosa volesse dire il regista con quel film. Mi scuso per la divagazione e torno alla tua domanda, cercando di risponderti, nel caso di Lynch non riesco ad avere un film preferito, però posso dirti che la terza stagione di Twin Peaks non la reputo una serie tv classica, ma un film di 18 ore, lì dentro Lynch ha messo tutto il suo cinema, tutto il suo lavoro, diciamo che se uno volesse analizzare in profondità il suo cinema lì troverebbe tutti i suoi simboli, i suoi archetipi, non so se tu l’hai vista, comunque in una scena dove Gordon Cole (David Lynch) è presente e parla con il suo collega Dale Cooper, c’è una foto enorme di Franz Kafka, si nota molto bene e chiaramente la vuole mostrare a pubblico, e la mostra diverse volte, sembra che Lynch abbia voluto darci un grande indizio per capire quale sia una sua grande fonte d’ispirazione e dove dovremmo andare a cercare alcuni riferimenti quando parliamo del suo cinema, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura e lo sviluppo di alcuni personaggi.

“Marcia funebre per un reietto”, illustrazione dell’artista Aliena Wrobleski per l’omonima traccia di “Chi è Antilope Cobbler?”

Chi è Antelope Cobbler? è una sorta di indagine sulla realtà anche visibile che si spinge fino alla surrealtà, a ciò che si può “soltanto” percepire o immaginare. In che modo ha pensato e realizzato tale ricerca?

Quando decido di scrivere un disco ho bisogno di scegliere un tema, una volta deciso faccio ricerca come se dovessi scrivere una tesi, è il mio modus operandi. Era da tempo che avevo in testa l’idea di cimentarmi con il Noir.  La mia passione viene prima di questo disco chiaramente, solo che non ero ancora riuscito a trovare il momento giusto per provarci e per fare una ricerca più sistematica, quindi per me è anche un pretesto per approfondire un argomento.  La musica strumentale ha, come dici tu, la forza dell’indicibile al suo fianco, segue un flusso che difficilmente la parole riuscirebbero a seguire. Nel documentario su Ennio Morricone di Tornatore, lui dice che la musica da cinema comunica quello che le parole e le immagini non riescono a comunicare, sostanzialmente riempie una “manchevolezza”, un vuoto, se ci fai caso è proprio così.

“Il cuore di Henry Mclusky”, illustrazione dell’artista Aliena Wrobleski per l’omonima traccia di “Chi è Antilope Cobbler?”

Ora sto facendo un discorso generico, nella maggior parte dei casi il miracolo non avviene, la musica viene usata soltanto come mero supporto retorico, per enfatizzare e aggiungere pathos alle scene, che va benissimo, ma non è il tipo di approccio che interessa a me, quando l’alchimia invece avviene – Morricone/Leone – Badalamenti/Lynch – Hermann/Hitckook per citarne alcuni – possiamo assistere a un’opera artistica in cui i livelli di lettura sono molteplici dove la musica gioca un ruolo fondamentale. Ecco, diciamo che la mia intenzione, che sia riuscita o meno, era di poter creare una colonna sonora di una storia senza avere il film, usando solo l’immaginazione e la scrittura come appoggio mentale. Partendo da questo presupposto ho dovuto per forza supportare le mie scelte musicali  con delle argomentazioni teoriche e immaginifiche, non so dirti bene perché, come dicevo prima credo sia una questione di metodo, quindi se da una parte mi ritrovo a comporre musica con gli strumenti del compositore, dall’altra uso l’immaginazione e la speculazione che forse sono metodi tipici di altre discipline, riempendo sia pagine di spartiti che di appunti.

Marco Cesarini & Henry Mclusky, “Chi è Antelope Cobbler?” (nusica.org, 2024)

Questi appunti sono stati sistemati e sono diventanti una sorta di “Libretto” che è possibile consultare sul sito di Nusica.org, è un compendio narrativo, un breve racconto che insieme alla musica forma tutta l’idea del disco. Aggiungo che il Noir è un genere che fa del mistero il suo ingrediente più importante, le atmosfere che evoca sono qualcosa di molto affascinante mentre oggi viviamo in un’epoca dove il mistero è sempre meno, dove tutto viene portato alla luce del sole, tutto viene spiegato, sembra che il rapporto con l’immaginario sia recondito se non del tutto assente. In Simulacri e Impostura Braudrillard ci mette in guardia dall’iperrealtà, in maniera profetica ci preannuncia gli esiti di una società dove tutto viene simulato e tutto viene spiegato, il fatto è che sembra che lui parli del nostro contesto, mentre invece da buon sociologo non faceva altro che analizzare il suo momento storico, gli anni ’80; aveva capito che l’arte stava iniziando a soffrire della mancanza di un linguaggio erotico e seduttivo, difatti lui parla del gioco della seduzione che è alla base di ogni rapporto tra fruitore e autore, secondo lui, appunto venendo a mancare quel gioco, scoprendo tutte le carte in tavola, tutto svanisce per lasciare spazio al didascalico. Nel mio piccolo cerco di riportare un po’ di sano mistero in un epoca in cui il buio è luminoso!

“Anomalia. Riflessione su forme semplici”, illustrazione dell’artista Aliena Wrobleski per l’omonima traccia di “Chi è Antilope Cobbler?”

All’interno del suo album vi sono anche le illustrazioni dell’artista Aliena Wrobleski: in che modo avete strutturato e impostato il vostro lavoro insieme?

La cosa è molto semplice, viviamo insieme. Abbiamo già realizzato diversi lavori negli anni, come sempre è avvenuto tutto in modo molto naturale. Però ti svelo un segreto, il suo vero nome è Margherita Baldelli, Aliena Wroblewski è il suo eteronimo, ed è anche presente nel racconto consultabile sul sito Nusica.org, non viene citata in maniera esplicita, ma è presente, anzi vi invito a leggerlo per capire chi è secondo voi Aliena e che ruolo ha.

Come è riuscito ad armonizzare musica, parole e immagini?

Come dicevo prima in maniera molto naturale, io ho curato musica e parole, immagini e video sono stati realizzati da Filippo Biagianti e Margherita Baldelli, siamo abituati a lavorare insieme, diventa un ping pong di idee e uno scambio e tutti insieme alla fine decidiamo quando siamo arrivato a un prodotto che ci soddisfa, colgo l’occasione per invitare tutti a vedere il videoclip sul canale YouTube di Nusica.org del singolo Cani randagi dentro ci sono tre teste e tre diverse discipline artistiche, pittura/illustrazione, musica e video, noi siamo molto contenti del risultato, speriamo lo siate anche voi!

Il musicista Marco Cesarini (Per gentile concessione di Marco Cesarini)

Quale vuole essere il messaggio di Chi è Antelope Cobbler?

Vorrei risponderti che sicuramente il messaggio è l’estetica, la forma/sostanza della musica contenuta nel disco, ma la cosa migliore è che sarebbe meglio dire che il messaggio qualora ce ne fosse uno sarebbe l’ascoltatore a trovarlo, l’indagine non deve essere solo del compositore, ma anche del fruitore. Quindi invito ad ascoltare il disco più di una volta, in una stanza magari, a luce spenta, distesi nel letto e vedere se compare qualcosa!

Tra le tracce del suo album a quale sente di essere più “legato”? E perché?

Potrei dirti Cani randagi perché abbiamo realizzato anche il videoclip, però se devo essere sincero ognuna delle tracce che sono contenute nel disco ha qualcosa ed ha richiesto del tempo, quindi facciamo che sono legato a tutte allo stesso modo.

Quali sono i musicisti, gli album, i generi che hanno formato il suo essere musicista?

Dovrei farti una lista lunghissima, per fare in modo di non tediarti con una sfilata di nomi, potrei dirti molto più semplicemente che i miei ascolti sono dei più disparati, dai Nirvana a Schönberg, tantissimi compositori e tante band. La mia opinione è che c’è così tanta musica bella la fuori, così tante band, tanti autori che con una vita puoi soltanto sfiorare l’immensità delle cose che attendono di essere scoperte e ascoltate. La vita sicuramente è stata la fonte d’ispirazione più grande di tutte.

Marco Cesarini & Henry Mclusky e tutti i musicisti

Lei fa incursioni anche nel cinema curando il suono, realizzando podcast… quali differenze riscontro nel lavoro in studio, nei live con la sua band e questi lavori “dietro le quinte” ma altrettanto interessanti e importanti?

Il lavoro di ricerca e di composizione e lo studio di registrazione insieme ai musicisti, sono il mio luogo preferito, mi sento a casa e totalmente realizzato, si crea un clima molto produttivo e aperto, collaborativo. Il mio lavoro legato alle sonorizzazioni è in pratica ancora molto giovane, però le mie esperienze mi portano a dire che sono la mia aspirazione più alta. A me piace fare ricerca, studiare e cercare di arrivare al punto della questione estetica che voglio affrontare e realizzare quindi il tempo è un po’ la chiave di tutto. La questione Live invece è un altro conto, mi piace ovviamente, ma riuscire a trovare  il tempo di preparare la scaletta nei minimi particolari è molto difficile, quindi c’è un po’ di frustrazione a volte per non parlare del fatto che per strani motivi di cui non conosco le logiche, progetti come il mio sembrano non riuscire a girare molto nel nostro paese, mi dicono che dipende dal fatto che siamo in tanti a produrre musica, c’è chi sostiene anche che ci sono più autori che fruitori, forse hanno ragione, ma a me non sembra di vedere tanta varietà nel panorama attuale, d’altro canto però mi sembra di vedere tante cover band e tanti revival.

Quali sono i suoi prossimi progetti professionali e musicali?

Il secondo volume di questo disco è quasi finito, dove credo si arriverà a rivelare chi è Antelope Cobbler, e proprio in questi giorni sto realizzando una sonorizzazione originale per il cortometraggio muto del 1943 Mashes Of The Afthernoon della regista Maya Deren che presenterò alla festa del Cinema di Pesaro a Giugno. Si spera ovviamente sempre in un futuro più florido di progetti legati al cinema e al teatro.

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