La Rubrica online “Piazza Navona” vi parla in anteprima del film “A White, White Day – Segreti nella nebbia” diretto da Hlynur Pàlmason e vincitore del Torino Film Festival 2020. Da oggi al cinema”!
La trama
In quei giorni dove tutto è bianco e non c’è più alcuna differenza tra la terra e il cielo, allora i morti possono parlare con noi che siamo ancora in vita.
Islanda. Ingimundur è un poliziotto in pensione che ha perso la moglie in un inspiegabile e tragico incidente d‘auto. L’uomo, sopraffatto dal dolore, trascorre le sue giornate occupandosi della sua casa, della sua nipotina Salka e andando a pesca con i suoi ex colleghi della centrale. Quando, però, sua figlia gli consegna una scatola contenente degli effetti personali della madre e dei libri prestitateli da un altro uomo, in Ingimundur si accende il sospetto che la donna lo abbia tradito. Pian piano questo tarlo si trasforma in gelosia, in ossessione poi in acuta sete di vendetta tanto da perdere il controllo. Ingimundur conosceva veramente la donna che amava e che aveva accanto?
Il trailer
Sul film
A White, White Day – Segreti nella nebbia, il secondo lungometraggio del regista islandese Hlynur Pàlmason, arriva finalmente al cinema dal 28 ottobre distribuito da Trent Film dopo aver ottenuto un ottimo successo di critica e di pubblico in diversi Festival cinematografici.
Il film, infatti, è stato presentato a Cannes nel 2019, ha vinto il Torino Film Festival 2020 ed è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) con la seguente motivazione:
Nel paesaggio naturale dell’Islanda, nello scorrere del tempo e delle stagioni, nella nebbia che rende indistinte forme e colori, il regista racconta il lutto di un anziano vedovo, ex poliziotto che ha perduto la moglie in un incidente, con uno sguardo raggelante, sospeso tra la tragedia e il grottesco, in un film che sciocca e commuove, mostrando senza compiacimenti la solitudine di chi non sa come ricominciare.
In un tempo che sembra sospeso, in un non-luogo dove dominano il bianco e la nebbia rendendo l’atmosfera ancor più impalpabile, sfuggente, indefinita si annidano il dolore di un uomo che ha appena perduto la moglie e che, al tangibile sospetto di un possibile tradimento, sembra perdere la ragione, il lume, il controllo. Nemmeno l’amore per l’adorata nipotina Salka (con una narrazione del rapporto nonno/nipote assai tenera e affettuosa) riesce a distoglierlo dal suo desiderio non solo di sapere ma anche di vendicarsi.
Pian piano emerge il lato oscuro dell’uomo che va a inserirsi in questo ambiente così apparentemente candido, bianco, pulito, asettico, puro e lontano da tutto ciò che non sia incontaminato. E questo lo si intuisce anche dalla presenza del sangue nel film: all’inizio è una sola goccia di sangue di un pesce sui vestiti della piccola (e innocente) Salka mentre alla fine Ingimundur si ritrova con una profonda ferita e una importante perdita da sangue che stenta a contenere. Un inizio e una fine. Dall’innocenza alla sua perdita e, nel mezzo, tutti gli sgambetti e le peripezie di una vita.
Eppure Ingimundur è sempre molto controllato, chiuso, ermetico, silenzioso… il suo dolore e il suo intento covano dentro sino a condurlo quasi alla (auto)distruzione. E in tutto questo la figura della moglie, tra l’altro mai evocata attraverso l’espediente di flashback, non compare mai eppure è continuamente presente. Ovunque appare Ingimundur lei è lì. Anche nei momenti più drammatici, complessi e concitati. A tutto questo si allinea anche la sceneggiatura altrettanto ermetica e controllata quanto Ingimundur la quale contribuisce non poco a far sì che questa vicenda, come fosse il magma di un vulcano in procinto di eruttare, scoppi portando con sé tutto quello e quelli che incontra.
Si deve ammettere che il regista Hlynur Pàlmason ha svolto un eccellente lavoro sul piano psicologico dei personaggi e sulle sue scelte diegetiche e tecniche. In tal modo ha realizzato un interessante “prodotto cinematografico” costellato di silenzi che tanto ricordano l’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni con la sola differenza che, in A White, White Day – Segreti nella nebbia, questi silenzi non discorrono o creano domande ma afferrano e avvolgono lo spettatore quasi a ingoiarlo in quella fitta nebbia. Fino a quando non ci si immerge in un tunnel, simbolo di un passaggio, di un’evoluzione, di crescita ma anche di consapevolezza e di equilibrio tra l’essere uomo, padre, nonno, marito, vedovo…
Voto 3/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Hvítur, Hvítur Dagur
Genere: Drammatico
Regia e Sceneggiatura: Hlynur Pálmaso
Cast: Ingvar Eggert Sigurðsson, Ída Mekkín Hlynsdóttir, Hilmir Snær Guðnason, Björn Ingi Hilmarsson, Elma Stefania Agustsdottir, Sara Dögg Ásgeirsdóttir
Montaggio: Julius Krebs Damsbo
Musica: : Edmund Finnis
Fotografia: Maria von Hausswolff
Produzione: Join Motion Svezia Pictures
Distribzione: Trent Film
Paese: Islanda, Danimarca, Svezia
Anno: 2019
Durata: 109 minuti
Uscita: 28 ottobre 2021