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Letto per voi… “Fallimentare urgenza creativa” di Daniele Cargnino

La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di ospitare ancora una volta il poeta torinese Daniele Cargnino e di presentare la sua ultima silloge “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice). Non perdere l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Poesie infantili, crepuscolari, minimaliste – composte nel bel mezzo di un temporale.

Fallimentare urgenza creativa è l’ultima silloge del poeta torinese Daniele Cargnino. Un’agile raccolta poetica animata da poco più di sessanta componimenti dove l’Autore, ancora una volta e con estrema semplicità e onestà, racconta di sé, del suo mondo, della sua proiezione nel mondo, delle proprie insicurezze che naturalmente divengono i suoi punti di forza. Versi brevi, precisi, severamente reali e dolcemente melanconici raccontano un canto trasformandosi in un atto d’amore e in un bisogno di perpetua (ri)nascita. Versi che mostrano, rivelano un animo sensibile alla continua ricerca di sé, del senso profondo delle parole e di ciò che – spesso – viene perso o taciuto.

Sul libro

Scrivo poesie
non perché mi creda un poeta
ma per liberarmi di loro
per chiudere i conti con tutte le immagini
che dentro
che mi tormentano e fanno male…

Il Leggio Libreria Editrice

Nel 2022 Il Leggio Libreria Editrice pubblica la silloge Fallimentare urgenza creativa del giovane e talentuoso poeta torinese Daniele Cargnino.

La Rubrica online “Piazza Navona” ha già avuto il piacere di raccontare della sua scrittura e del suo stile in occasione della pubblicazione della raccolta poetica I depressi odiano l’estate. Poesie per tempi malinconici (Ensemble, 2021). Ciò che leggiamo oggi non è altro che la conferma di quanto già affermato nel nostro precedente articolo: Daniele Cargnino è, a tutti gli effetti, una delle voci poetiche più talentuose di questi tempi. Il suo stile così asciutto eppure così denso di significato, di colore, di senso, di umanità lo rendono letteralmente una voce fuori dal coro. A questo si aggiungono la sua innata e naturale spontaneità, la dura ma anche melanconica ruvidezza mista a dolcezza nei riguardi del suo mondo e di quello circostante. E, non in ultimo, la sua pudicizia, il suo riserbo,  la pulizia dei suoi sentimenti e il suo restare sempre un passo indietro rispetto al rumore e al clamore del caos che vivono tutto intorno a noi dove vige indefesso la smania e la volontà di apparire. A qualunque costo.

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Daniele Cargnino è ben altro. I suoi brevi componimenti divengono dolci ma pungenti stilettate all’animo, al suo e a quello del Lettore. L’Autore mette in atto una profonda analisi di sé e con una forza che sembra minima per quanto è naturale ne rende partecipe l’altro da sé, il suo Lettore. Reale o ideale. L’altra faccia di uno scrittore, di un poeta. Nei suoi componimenti, così, l’Autore traccia breve istantanee dei suoi stati d’animo, delle sue insicurezze, del suo bisogno d’amore e della sua necessità di abbandonarsi vivo e colmo di sentimenti a una dolce malinconia dell’ignoto. Ma anche di ciò che gli appartiene: un profumo, un luogo, la presenza e lo sguardo della donna amata, una nota sconosciuta (…) senza di te non riesco a  rinascere ancora.

Proprio qui è racchiusa la motrice della poesia di Daniele Cargnino: nel desiderio di (ri)nascere, di essere senza apparire, di carezzare senza che nessuno se ne accorga, di consumarsi ai bordi, di vedere senza guardare, di andare oltre. Oltre la materialità dei sentimenti e del senso per sfiorarne il corpo astratto e ideale che vivono il suo mondo. Fallimentare urgenza creativa è un atto di generosità. È il regalo di uno sguardo limpido e pulito di un giovane uomo che conosce bene la sensazione di non essere nel suo luogo e nel suo tempo. È il dono di una penna libera che racconta con onestà e senza pietà la mente e l’anima della mano che la governa. E forse, il Cargnino ha già realizzato il suo desiderio: un giorno vorrei tanto riuscire a scriverlo, quel silenzio

Incontro con l’Autore

Il poeta Daniele Cargnino (Per gentile concessione di Daniele Cargnino)

Come nasce la sua ultima silloge Fallimentare urgenza creativa?

Fallimentare urgenza creativa nasce nell’arco di un anno molto difficile a livello personale, ovvero il 2021. Un anno in cui ho provato sulla mia pelle cosa volesse dire rimanere solo e avvertire ogni giorno il peso di quella solitudine. È stato un periodo davvero tosto, sicuramente uno dei più tristi della mia vita. Hai presente quando all’improvviso ti senti crollare il terreno da sotto? Ecco, queste piccole poesie – come sempre molto intime e quotidiane – sono il resoconto di quei giorni così strani e nuvolosi, in cui avevo voglia di creare qualcosa a partire da quel dolore. 

Perché ha scelto come sottotitolo Il talento per l’infelicità?

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Il talento per l’infelicità è un rimarcare come mi sono sentito in quella fase della mia vita, dove il sentimento dominante è stato per l’appunto l’infelicità. Naturalmente non ci vuole nessun talento e non serve nessun allenamento speciale, credo semplicemente che alcuni più di altri si portino dietro questa malinconia come un’ombra, e che ovunque vadano non saranno mai completamente felici. Per fortuna interviene in soccorso l’arte, e ognuno può scegliere nel modo più creativo possibile come indirizzarla questa infelicità: scrittura, cinema, musica, ecc…

Nei suoi versi è palpabile una certa malinconia che, pur trasformandosi in tristezza, trova la sua oasi felice nell’amore. Ecco: in che modo la scrittura e la poesia riescono ad armonizzare questi sentimenti anche tanto contrastanti tra loro?

Assolutamente sì, ricordiamoci sempre che senza amore non vale nulla. E questo prima di tutto sul piano umano, personale, fatto di rapporti e relazioni. Non tutte le nostre conoscenze sono basate sull’amore, ma tutto ciò che facciamo è comunque una scelta d’amore, verso qualcuno o qualcosa. Persino una cosa apparentemente inconciliabile come l’odio lo fa perché mosso d’amore verso questa emozione. La poesia non fa eccezione, in ogni riga che scriviamo ci mettiamo tutto noi stessi e l’amore che proviamo, anche per quanto riguarda eventi tristi o persone che non fanno più parte della nostra vita, e che malediciamo, odiamo, ma in qualche modo saranno sempre con noi proprio grazie a quelle poesie. Ed è qui credo l’incrocio tra la bellezza della scrittura e la bellezza della tristezza: una tira fuori il meglio di sé dall’altra. 

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Quanto e cosa c’è di Daniele Cargnino nei suoi versi?

Questa è facile, direi praticamente tutto, ogni singola parola. E quando non sono io a parlare, sono i miei sogni, le mie fantasie. Che comunque fanno parte di me. Fin dalla prima raccolta è stato così, ma credo di aver raggiunto questo livello di non frapporre nessuna barriera tra me e chi legge con I depressi odiano l’estate e ancora di più con Fallimentare urgenza creativa.

Chi o cos’è la nota sconosciuta senza la quale non riesce a nascere ancora?

La nota sconosciuta è un pensiero bello, un ricordo che fa stare bene, il rumore delle onde in un giorno di pioggia, un luogo dove vorresti fare ritorno al più presto, una persona che non farà mai più parte di te e della tua vita e delle cose che farai senza di essa. È una sensazione, uno stato d’animo che porterai con te ovunque tu vada, e per quanto vorresti liberartene non ci riuscirai mai.

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Nella sua poesia c’è profumo di semplicità, di casa, di pagine di un libro, di vita quotidiana. Quanto coraggio ci vuole a disegnare con le parole il proprio mondo (reale o ideale che sia) e donarlo al Lettore? Ha mai avuto “paura” in questo senso?

In realtà è la cosa che mi riesce meglio. Senza tanti fronzoli o manfrine o parolone difficili. Perché dire bugie? – chi legge se ne accorge se stai mentendo. Ma per prima cosa menti a te stesso, ed è penoso perché nessuno ti obbliga a farlo. Sii sempre sincero, almeno quando scrivi. Anche se dovessi scrivere la storia di altri, tu metti sempre al servizio di quella storia, di quella poesia la tua esperienza personale, il bagaglio che ti porti dietro. Non credo sia un atto di coraggio nel mio caso. Indubbiamente scrivendo questa raccolta ho sofferto molto, nessuna vergogna a dire che ho pianto mentre la penna scorreva sul foglio e cercavo di far uscire tutti i fantasmi dal cervello. Naturalmente è un mio metodo questo di essere sincero praticamente al cento per cento, sicuramente c’è chi lo fa in maniera diversa e migliore, ma questo sono io con il mio modo di intendere la vita e le sue fragilità.

Quale verso delle sue poesie sente appartenerle di più? E perché?

Non credo ci sia un verso particolare, come detto ogni singola parola è stato uno sforzo del tutto sincero e spero riuscito di aprirmi con me stesso , e successivamente con chi legge. Potrei prendere un verso a caso e ricordarmi esattamente quando l’ho scritto e in che circostanze. E fare un percorso insieme finché lui non sarà capace di camminare con le sue gambe e diventare un messaggio universale. Quello sarà il complimento più bello che mi potranno mai fare.

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Fallimentare urgenza creativa si apre all’Altro, a una donna, a un amore ma anche un nuovo e rinnovato dialogo intimo con se stesso. Qual è stata la difficoltà maggiore nel raccontare la sua intimità di sentimenti ed emozioni davanti alla purezza di un foglio bianco e all’anonimato del Lettore?

Probabilmente la difficoltà maggiore è stata quella di ripercorrere certe tappe di quell’anno in cui avevo perso tutto e riuscire a fissarlo su carta. E’ stata come una lunga seduta dalla psicologa, un film proiettato a spezzoni, un lungo sonno dopo il quale sei più stanco di prima. Ma andava fatto, se mi fossi precluso qualcosa non sarei stato in grado di scrivere nulla. Soffrire non serve a niente, ma se ascolti i silenzi e i vuoti dentro di te, ne può uscire fuori qualcosa di interessante.

Recitano i suoi versi: Consumarsi ai bordi – una sensazione che conosco fin troppo bene. Può raccontarci di questa sua sensazione e del senso che ha per lei?

Ecco, questo verso potrebbe essere parecchio rappresentativo per come mi sono sentito e mi sento talvolta. La sensazione di consumarsi non subito a partire dal centro, ma lungo le periferie dei nervi, qualcosa che sembra confinato in un angolo remoto dell’impero ma non lo è, una piccola scintilla che inizia a bruciare poco a poco e incendia e sgretola e consuma superfici lontane ma non irraggiungibili. E quando te ne accorgi è come tenere una tazzina da caffè senza manico, in equilibrio su una corda sfilacciata mentre un pianeta entra in collisione da chissà quale spazio profondo. 

Daniele Cargnino, “Fallimentare urgenza creativa” (Il Leggio Libreria Editrice, 2022)

Se dovesse descrivere la sua poetica e il suo stile con un’espressione o qualche aggettivo quali sceglierebbe? E perché?

Direi una sorta di poesia lirica, fatta di prosa e di discorsi e immagini in cui tutti possano riconoscersi, sceneggiature mentali per film mai girati, ricordi che ogni tanto sbucano fuori, qualche rimpianto di troppo, la città con le sue mille luci. Un aggettivo? Forse direi poesia “temporalesca”

Quali sono i prossimi progetti per quanto riguarda la sua scrittura e la sua poesia?

Guarda, nel calderone ho una raccolta appena finita e poi il grande sogno nel cassetto, un romanzo. Poi non so, come sempre cercherò di seguire l’ispirazione e vediamo se mi porterò verso qualcosa per cui valga la pena scriverne. Altrimenti chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal rumore di onde immaginarie. 

 

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