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Letto per voi… “La bellezza rimasta” di Roberta Zanzonico

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi il romanzo La bellezza rimasta della scrittrice e psichiatra Roberta Zanzonico (Morellini Editore). Una donna e la sua demenza divengono un’oasi per chi vorrebbe tornare indietro nel tempo. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

Nell’immaginario paese di Filaccione vive la signora Chiara che, sposata da quarant’anni con Antonio, vive in un mondo silenzioso, lontano nel tempo e dal suo stesso marito con il quale vi è una convivenza fatta di abitudine, priva di dialogo e di qualsiasi gesto di affetto e tenerezza. È lontana, Chiara. Da dieci anni a causa di una demenza provocata dal massiccio (ab)uso di alcol è ferma nel passato, non crea più ricordi e vive, rivive quelli già vissuti e che ignora di aver già “incontrato”. È lontana, Chiara. Da tutto e da tutti. Eppure, lei che pure ha cercato di fuggire, (pur senza saperlo) diviene l’unica speranza di pace e tranquillità per gli abitanti di Filaccione. Così è per il signor Morbidelli, titolare di una ditta di dolciumi, il quale grazie a lei riesce a dimenticare – seppur per poche ore – l’abbandono della donna amata e la disgrazia del figlio Gioacchino che, per follia, si è cavato un occhio. È così per la signora Rinaldi che, grazie agli incontri con Chiara, riesce a non pensare al tradimento del marito morto in un letto non suo, tra le braccia di una prostituta. Poi c’è  il ragioner Lecis che, alla morte del padre, è stato  obbligato a prendere le redini della gioielleria del padre e a occuparsi del mantenimento di madre e sorella si è visto abbondonato dalla donna amata la quale aveva sperato per entrambi una vita propria e libera da qualsiasi vincolo. Infine, a Filaccione ad “approfittare” del tempo sospeso della signora Chiara è anche Don Giorgio che vive con rimpianto e con il cuore altrove la sua vita religiosa. Di tutto questo e molto altro racconta La bellezza rimasta… un romanzo del possibile, di ciò che non è stato e che avrebbe potuto essere. Della vita vista con gli occhi dell’innocenza di chi non può più crear(si) dei ricordi né vivere il presente con coscienza e conoscenza.

Sul libro

Morellini Editore

Nel novembre 2022 Morellini Editore pubblica l’ultimo romanzo di Roberta Zanzonico, scrittrice e psichiatra originaria di Rocca di Papa, dal titolo La bellezza rimasta, inserendolo nella Collana “Varianti” diretta da Sara Rattaro e Mauro Morellini. Si tratta di un’opera di profonda tenerezza, simbolica, colma di una metafora assai significativa. Non a caso il sottotitolo dell’opera è Quando l’oblio porta la felicità. Sì, perché è proprio questo che accade nel (troppo!!) breve romanzo della Zanzonico: tutti i personaggi come dei veri e propri cannibali si nutrono, anzi fagocitano, la signora Chiara rubandole e al contempo condividendo il suo tempo sospeso, quel preciso momento che, per ognuno di loro, ha significato una gioia, una pagina serena (vera o presunta) della propria vita, un affetto vissuto (o presento tale), un momento di – forse – ingenua inconsapevolezza ma anche un difficile bivio, una decisione presa o non presa nel modo sbagliato. Tutti coloro che vanno dalla signora Chiara sono stati piegati dalla vita ma anche dal loro stesso agire, proprio a causa di ciò che hanno scelto di fare o non fare.

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

Solo la signora Chiara sembra essere immune a tutti questi cambiamenti perché è rimasta ferma a dieci anni addietro e, quindi, incapace di produrre dei ricordi, ferma nel suo angolo di paradiso dove tutto può e deve ancora succedere anche se accanto a un uomo con cui ogni forma di dialogo e di gesto affettivo sembrano essersi ridotti al minimo sindacale, all’abitudine, alla noia… da qui la voglia di fuggire. E questa tale e immutabile è rimasta. Eppure tutti hanno bisogno della signora Chiara. Tutti hanno bisogno di servirsi di lei per tornare a raccontar(l)e ciò che lei non ricorda di aver vissuto illudendosi, così, di vivere e rivivere attimi di spensieratezza, di possibilità, di decisioni da prendere, privi del grande dolore che di lì a poco avrebbero provato senza mai attraversarlo del tutto. Ed è così che gli abitanti della immaginaria Filaccione diventano simboli, metafore, fantasmi di sé stessi, emblemi di insicurezze, viltà, bugie, codardia… per non tradire, per non deludere, per non ferire, per non assumersi delle responsabilità e, quindi, l’onere di prendere delle decisioni e fare delle scelte. La follia, la chiusura mentale, il rimpianto, i rimorsi, la codardia… di questo sono fatti i personaggi de La bellezza rimasta. Eppure non riescono a conquistare l’antipatia del Lettore. Al contrario. E questo è merito di Roberta Zanzonico.

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

La scrittrice, infatti, forte dei suoi studi e della sua professione di psichiatra dona al Lettore dei personaggi che sono dei vinti, vittime della vita e, soprattutto, di sé stessi e consapevoli di esserlo. Da qui la loro umanità. La scrittrice narra e descrive ciascun personaggio con penna felice fatta di autenticità, lealtà, consapevolezza, severità, sincerità, onestà… Nessuno viene difeso e nessuno viene accusato. Ne La bellezza rimasta ogni protagonista è raccontato essenzialmente per ciò che è, con la storia, il dramma e la metafora che si porta dentro, quasi fossero i personaggi senza nome e in cerca di autore di Pirandello. Su tutti regna la signora Chiara: la purezza fatta persona. Ognuno che le si avvicina si arricchisce rubando(le) parte del suo passato che torna senza sosta, ripetuto e per la donna mai vissuto mentre per chi ascolta è una panacea, una medicina prodigiosa che permette di guadagnare un attimo di sollievo da quel dolore e da quel dramma immane che si ha dentro. Uno scambio impari che, nell’uno e nell’altro verso, permette di vivere e, in un certo senso, di andare avanti.

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

Per questo a Roberta Zanzonico va il merito e il sonoro plauso di aver raccontato e costruito una storia dall’andamento circolare ma mai ripetitiva, dove ogni personaggio diviene il punto di partenza e di arrivo di un altro cercando di conquistare anche attraverso l’autoinganno un attimo di pace e il balsamo per i propri affanni. Una danza, Roberta Zanzonico ha creato una danza: tutti i protagonisti de La bellezza rimasta volteggiano con Chiara che, per necessità o forse per spirito di sopravvivenza, non sembra sentire l’affanno e che vive e rivive l’esistenza altrui (e anche la sua) con una tale ingenua consapevolezza da rapire il cuore del Lettore. È davvero raro trovare la creazione di un personaggio di tale umanità e forza. Roberta Zanzonico ci è riuscita. Chiara vive ancora, il riflesso della sua vita, forse… ma quella più autentica, più forte, più coraggiosa. Anche se lei non lo sa. Forse.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice e psichiatra Roberta Zanzonico

Come e quando avviene il suo primo incontro con la scrittura?

Scrivo da quando sono bambina. Ho da poco ritrovato un vecchio quaderno in cui, all’età di undici anni, ho scritto il mio “primo romanzo”.

Come è nato il progetto editoriale di La bellezza rimasta?

L’idea è nata sia dalla mia formazione come medico psichiatra sia dalla mia esperienza personale. La sindrome di cui soffre la protagonista è qualcosa che ho incontrato come psichiatra. Ma oltre ai casi clinici più eclatanti, ho anche visto persone sole cercare rifugio nella nostalgia per non affrontare il presente. L’idea iniziale però nasce molti anni fa. Quando avevo diciannove anni, mi innamorai e poco dopo vidi quella breve relazione finire. Un giorno entrai in un bar, ancora scossa dalla fine recente di quell’amore, e un ragazzo al bacone mi chiese “sola oggi?” (implicando che non ero con il giovane uomo con cui mi aveva visto fino a pochi giorni prima). Per un momento, ho pensato che avrei potuto mentire e rispondere che non ero sola, che lui mi aspettava fuori, che non era cambiato nulla, che quell’amore non era finito, che io ero rimasta ferma ai giorni felici. Non riuscii a dire nulla, ma fu in quel momento che ebbi quest’idea che poi ho ripreso nel romanzo, ossia che se c’è anche solo una persona che crede ancora in una realtà (seppure perduta), allora quella realtà può esistere nuovamente anche per qualcun altro. 

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

Quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito a formare il suo essere lettrice, scrittrice ma anche psichiatra?

Mi piace leggere autori e generi anche molto diversi tra loro, tra i miei preferiti ci sono Gabriel García Márquez, Isabel Allende, Haruki Murakami, Chuck Palahniuk e Niccolò Ammaniti. Per quanto riguarda la mia formazione, il mio primo approccio alla mente è stato attraverso le neuroscienze e i racconti di Oliver Sacks. Ho anche una passione per l’intelligenza emozionale e mi piace leggere i saggi di Alain De Botton.

Da cosa ha tratto ispirazione per il personaggio di Chiara? E qual è stato l’aspetto, il sentimento o il passo del suo libro più difficile da tradurre in parole?

Chiara è una donna incolore e mite, che si muove nella vita senza far rumore, che può sembrare facilmente controllabile. Per questa ragione viene scelta dal marito, un uomo che non ha più voglia di soffrire e che pensa che la donna non gli creerà problemi. Nella mia vita ho incontrato varie coppie simili a Chiara e Antonio, e il personaggio di Chiara è ispirato ad alcune mogli docili, remissive e infelici. La malattia di cui soffre Chiara è frutto di anni di abuso di alcol, una condizione che ho incontrato nella pratica clinica e che mi ha ispirata.

La scrittrice e psichiatra Roberta Zanzonico

La sua formazione, i suoi studi, il suo essere psichiatra quanto influiscono e influenzano la sua scrittura?

Sicuramente molto. È un privilegio poter ascoltare le storie di così tante persone e poter entrare nella loro vita intima. Interfacciarsi quotidianamente con la fragilità e la sofferenza dà moltissimi spunti di riflessione. La scrittura mi aiuta anche a processare e rielaborare il carico emotivo di questi incontri.  

La bellezza rimasta racconta di una coppia non più giovane, di un non-ritrovarsi, di alcolismo, di abbandoni, della perdita di memoria, di suicidio… Qual è stato il tema più difficile da affrontare e da raccontare al pubblico di lettori?

Forse tutti. Nel senso che sono tutti argomenti che hanno a che fare con la vulnerabilità, temi che conosco bene e per questo capisco il carico emotivo che li accompagna. Non è semplice parlare della fragilità, il lettore può entrare in empatia ma può anche facilmente sentirsi ferito se non si presta la giusta attenzione. Bisogna saper raccontare con rispetto e delicatezza, e senza semplificare. Spero di esserci riuscita.

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

La memoria, la nostra fortuna, il nostro tesoro. Se posso chiederle, pur sapendo che non è questa la sede: quanto è importante da curare da salvaguardare? E da medico: cosa è necessario fare prima di ogni altra cosa prima che la persona coinvolta possa perdere ogni controllo, ogni contatto con la sua vita e, in un certo senso, con la vera realtà?

La mente è quanto di più prezioso abbiamo. È tutto quello che siamo. In genere non sappiamo quando qualcuno avrà un declino neurocognitivo, ce ne accorgiamo quando ci sono già i primi sintomi, quando il disturbo è già iniziato (e spesso in maniera irreversibile). È importante lavorare sulla prevenzione. Nel caso della protagonista del romanzo, il danno irreversibile è causato da anni di abuso di alcol. Molte sostanze possono alterare in maniera permanente la mente, per questo cerco sempre di capire con i miei pazienti quali sono i motivi che spingono all’uso di una sostanza e cosa fare per evitarlo. L’obesità, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, insomma i mali della nostra società moderna, non sono solo fattori di rischio per l’infarto, ma anche per lo sviluppo di disturbi neurocognitivi. Prevenirli e trattarli ha un ruolo fondamentale. Infine, l’alimentazione e l’esercizio fisico sono elementi chiave per una buona salute mentale. Non sono sicura che sia qualcosa di urgente da fare nel momento in cui un disturbo neurocognitivo viene diagnosticato, alla fine siamo il risultato di anni e anni di decisioni prese, penso quello sia il momento in cui ci si confronta con la vita che abbiamo scelto, dalle relazioni che abbiamo nutrito al ricordo che abbiamo lasciato di noi.

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

Tutti i protagonisti de La bellezza rimasta si servono di Chiara per preservare quel tempo, quel passato da cui la protagonista non si è mai staccata e nemmeno mai più accorta. Quanto è importante, da donna e da psichiatra, essere “in paro” con il proprio passato e anche con sé stessi?

Moltissimo. È importante riflettere sul nostro passato, accettarlo, far sì che ci aiuti a capire dove siamo e cosa vogliamo dal nostro futuro. Insomma, il passato dovrebbe essere un punto di inizio, non un luogo verso cui fuggire e dove poi rischiare di rimanere intrappolati, come accade ai personaggi di Filaccione.

Quale vuole essere il messaggio del suo libro e della sua scrittura?

La speranza è di aiutare il lettore a scavarsi dentro e invogliarlo ad avere il coraggio di vivere la vita vera così com’è, senza cercare le vie di fuga offerte dall’illusione. 

Per lei, cos’è la bellezza rimasta?

Roberta Zanzonico, “La bellezza rimasta” (Morellini Editore, 2022)

I ricordi più dolci, la bellezza rimasta nel nostro passato.

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti professionali ed editoriali?

Per quanta riguarda la professione da psichiatra, continuerò l’attività clinica e l’insegnamento. Per quanto riguarda i prossimi progetti editoriali, spero di completare una raccolta di saggi brevi e un nuovo romanzo.

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