“Lexycon”, il nuovo album di XYQuartet tra letteratura e improvvisazione

La Rubrica online “Piazza Navona” vi propone un nuovo appuntamento dedicato alla musica presentandovi Lexycon, il nuovo album di XYQuartet targato nusica.org. Non perdete questo nuovo Incontro d’Arte!

XYQuartet, “Lexycon” (nusica.org, 2025)

Il 18 marzo 2025 è uscito Lexycon, il nuovo album di XYQuartet e trentacinquesima produzione musicale targata nusica.org

Così la band composta da Alessandro Fedrigo, Nicola Fazzini, Luca Colussi e Saverio Tasca festeggia e celebra i suoi quattordici anni di attività affermandosi sempre più come riferimento del contemporaneo jazz italiano.

Sono undici le tracce che animano Lexycon e tutte nascono dall’incontro tra improvvisazione e letteratura dando vita a un mondo sonoro unico, armonioso e ben riconoscibile. È una vera e propria “neolingua” quella creata da XYQuartet che si muove spazia dalle raffinate atmosfere jazz alla distopia letteraria di Italo Calvino e George Orwell. Un viaggio composito e articolato che poggia i suoi riferimenti nello Spazio inteso come duplice senso: ovvero universo e luogo di massima e libera espressione.

Nusica.org

Ed è proprio in questo “spazio libero” che le note e le armonie di Lexycon si muovono in perfetta sintonia fagocitando l’ascoltatore e l’ambiente circostante. Note, parole, letteratura e musica si fondono e si completano un viaggio senza fine che può rinnovarsi continuamente con la certezza assoluta di non essere mai lo stesso. Molteplici sensazioni ed emozioni hanno origini da questo nuovo e fine progetto musicale di XYQuartet dove l’improvvisazione diventa Arte.

Incontro con XYQuartet

Come si forma XYQuartet? E perché avete scelto questo nome per la band?

XYQuartet

Alessandro: Nicola ed io ci conosciamo da quando frequentavamo il Liceo, abbiamo suonato molto negli anni, in varie formazioni e con organici diversi. Ad un certo punto abbiamo sentito la necessità di formare un gruppo stabile attorno a delle idee musicali che ci frullavano per la testa, c’era un po’ di matematica, geometria e provando a trovare un nome c’era questo XY, come si dice quando non si trova qualcosa di geniale. Quella X e quella Y, a pensarci bene potevano rappresentare le nostre individualità che generavano altro, come dei cromosomi. Oppure il punto di incontro tra ascissa e ordinata, il punto in cui trovavamo la sintesi delle nostre visioni spesso complementari.

Come nasce il progetto musicale di Lexycon?

XYQuartet

Nicola: tre anni di gestazione… abbiamo deciso di scrivere musica nuova, condividerla, suonarla e di andare in studio soltanto quando avessimo ritenuto il progetto sufficientemente maturo. Ci piaceva utilizzare la metafora del linguaggio perché gli elementi musicali che utilizziamo si sono progressivamente definiti e caricati di significati e compongono codici che utilizziamo per comunicare tra noi e con il pubblico la nostra visione artistica.

A cosa è dovuto il titolo di questo album?

Alessandro: Da tanto tempo riflettiamo sul concetto di linguaggio musicale, sulla nostra capacità, come gruppo di dialogare musicalmente improvvisando e anche sulla necessità di provare a sperimentare delle forme grammaticali che potessimo sentire più nostre. Dunque un lessico, e in lexycon ci sono la x e la y, dunque ci è sembrato perfetto.

XYQuartet, “Lexycon” (nusica.org, 2025)

Lexycon unisce le atmosfere letterarie di Italo Calvino, George Orwell e del poeta Tommaso Landolfi. In che modo siete riusciti ad armonizzare tali suggestioni?

Nicola: Ci sono atmosfere diverse nelle dieci composizioni di questo disco: alcune più leggere e giocose, altre più cupe e inquietanti. Il comune denominatore è però quello di utilizzare liberamente il linguaggio in modo creativo senza timore. In questo senso le analogie con questi autori sono più di natura tecnica che contenutistica. Facciamo un po’ la stessa cosa in fatto di riferimenti musicali, ci ispiriamo più al modo in cui altri musicisti elaborano il loro linguaggio piuttosto che riutilizzarne lo stesso vocabolario. Imitiamo l’approccio non i contenuti.

Secondo voi, quale legame c’è tra la musica e la letteratura?

Musica e letteratura sono entrambe forme di linguaggio, modi diversi ma profondamente connessi di raccontare il mondo, di evocare immagini, emozioni, concetti. Con XYQuartet abbiamo sempre lavorato sull’idea di struttura, di narrazione non esplicita, e in Lexycon questo legame si fa ancora più evidente: ogni brano è come una parola inventata, un lemma di un vocabolario immaginario. Ci affascina l’idea che il suono possa evocare significati senza bisogno del testo, e che la scrittura musicale possa, come quella letteraria, costruire mondi.

XYQuartet

Quale vuole essere il messaggio di Lexycon?

Nicola: Ah, domanda difficile questa.. credo che il messaggio di fondo sia un invito a concepire la musica nella sua dimensione avventurosa, quella dell’esplorazione di mondi sonori senza aver paura di scoprire l’inaudito . Poi sotto traccia ci sono altre suggestioni oltre all’idea linguistica di cui sopra: ad esempio il rapporto con tutte quelle musiche attraverso le quali ci siamo formati, e che immaginiamo siano suonate in un futuro più o meno remoto. Una riflessione sul tempo, la memoria e l’eredità dei suoni.

XYQuartet

Tra i brani che compongono Lexycon a quale sentite di essere particolarmente legati? E perché?

Personalmente sono molto legato a Nednaa Inoo. È un brano che ha una dimensione sospesa, introspettiva, quasi rarefatta. Mi sembra che riesca a tenere insieme rigore compositivo e libertà espressiva, e rappresenta bene quella zona poetica in cui il nostro quartetto riesce a muoversi senza dover spiegare troppo: la musica parla, e ogni ascoltatore può interpretare, sentire, immaginare.

Quali sono gli artisti e le sonorità che hanno influenzato e formato il vostro fare musica?

Non abbiamo dei riferimenti chiari in questo senso, come dicevo cerchiamo di creare un nostro suono. Poi senza dubbio abbiamo delle affinità con musicisti come Steve Coleman per la ricerca ritmica, Steve Lehman dal punto di vista timbrico, Henry Threadgill per quel che riguarda l’uso delle forme. Poi ci sono influenze extra jazzistiche con il mondo della musica contemporanea e del prog.

XYQuartet

Come descrivereste il vostro stile musicale?

La nostra musica nasce da una matrice jazzistica, ma si è evoluta in una direzione sempre più personale, che mescola scrittura e improvvisazione, influenze classiche contemporanee, minimalismo, elettronica, e una certa vena ironica o surreale. Non abbiamo mai voluto assestarci in un genere preciso: XYQuartet è un laboratorio aperto, dove la forma è sempre al servizio dell’idea. Credo che il nostro stile sia riconoscibile proprio per questa libertà strutturata.

Nel vostro fare musica quanto è importante e quale valore ha l’improvvisazione?

Direi fondamentale, rispetto alle nostre precedenti pubblicazioni abbiamo dato più spazio alla possibilità di improvvisare e interpretare le composizioni in maniera diversa ad ogni esecuzione. La musica come uno spazio aperto di possibilità molteplici è un qualcosa di rigenerativo.

XYQuartet, “Lexycon” (nusica.org, 2025)

Qual è il brano musicale che avreste voluto scrivere? E perché?

Ce ne sono molti, ma se dovessi sceglierne uno, oggi direi In a Silent Way di Joe Zawinul (reso celebre da Miles Davis). È un brano che riesce a dire tutto con pochissimo: un’atmosfera, un’attesa, un’intenzione sospesa. Mi colpisce la capacità di creare senso e attraverso la sottrazione, lasciando spazio al silenzio… È una lezione di sintesi e intensità che cerchiamo di portare anche nella nostra musica, ovviamente molto spesso fallendo, ma il tentativo va fatto..

Quali sono i prossimi progetti musicali e professionali?

Sicuramente eseguire la musica di questo disco in concerti dal vivo. Abbiamo già un po’ di date in Italia e all’estero. Su questo fronte c’è molto lavoro da fare perché gli spazi per la musica creativa non sono moltissimi e il lavoro promozionale è impegnativo. Credo poi che spontaneamente cominceremo ad aggiungere nuovi brani al repertorio che confluiranno in un nuovo futuro progetto. Proprio suonando dal vivo, facendo esperienze e confrontandoci durante i viaggi e conoscendo nuove persone matureremo l’identità di un eventuale futuro progetto.

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