…Ed eccoci arrivati al secondo appuntamento della Rubrica online “Piazza Navona” dedicato alle prime visioni da oggi in sala. Siamo felici di raccontarvi in anteprima del film “Un lungo viaggio nella notte” del regista cinese Bi Gan e distribuito da Movies Inspired.
La trama
Luo Hongwu dopo dodici anni torna nella nativa Kaili dove tornano alla memoria vecchi ricordi di un passato mai troppo lontano accompagnati da sorprendenti e inaspettate scoperte e rivelazioni. Scopriamo che Luo ha alle sue spalle un crimine per il quale non è mai stato punito e nel cuore, da oltre vent’anni, l’amore per una donna di cui ricorda a stento le fattezze – almeno così dice – e della quale non ha più avuto notizie. Come in una lenta e sinuosa danza, Lou si muove tra passato, presente e la sua immaginazione cercando in ogni volto femminile lo sguardo e i tratti della donna che non ha mai smesso di amare.
Il trailer
Sul film
Il 30 luglio 2020 arriva nelle sale italiane – distribuito da Movies Inspired – il film Un lungo viaggio nella notte scritto e diretto da Bi Gan.
Come ha affermato lo stesso regista in un’intervista Un lungo viaggio nella notte è un film sul ricordo e quale miglior mezzo d’espressione, se non il Cinema, per raccontare qualcosa di magico, di (im)possibile e futuribile pur mantenendo salde radici nel passato, nella propria memoria e nella proprio inconscio?
Bi Gan, così, si serve dello “strumento Cinema” per raccontare questo viaggio tra passato, presente e immaginazione tenendo il controllo di ben tre linee narrative differenti eppure profondamente collegate tra loro tanto da poter essere considerate persino indivisibili. Il regista, infatti, utilizza sapientemente la tecnica cinematografica e i suoi mezzi affinché il grande schermo proietti sullo spettatore esattamente lo stato d’animo del suo protagonista e la sua più intima e profonda interiorità. Per far questo e per donare una diversa consistenza alla sua opera Bi Gan ha deciso di girare la prima parte del film in 2D e la seconda parte in 3D il quale
rappresenta soltanto una consistenza. Come uno specchio che trasforma i nostri ricordi in sensazioni tattili. È semplicemente una restituzione in tre dimensioni dello spazio. Ma per me questa sensazione tridimensionale richiama alla mente la sensazione di reminiscenze passate. Molto più, in ogni caso, della visione in 2D. Le immagini 3D sono finte ma assomigliano più fedelmente ai nostri ricordi.
Come si è scritto in apertura di questo paragrafo Un lungo viaggio nella notte è un film interamente dedicato al ricordo e lo potremmo definirlo persino proustiano, in tal senso. Eppure per far questo il regista non ha mancato di analizzare e di ascoltare se stesso e i propri sogni. Così facendo ha lasciato che a influenzare la sua poetica e le sue scelte stilistiche fossero le magiche e tenere pitture di Marc Chagall e anche i romanzi dello scrittore francese Jean Patrick Modiano. A proposito di letteratura, però, non possiamo non sottolineare anche la valenza simbolica della scelta del titolo del film. Infatti, il titolo cinese del film – il corrispondente in italiano de L’ultima notte sulla Terra – è tratto da una novella dello scrittore cileno Roberto Bolaño mentre quello scelto per il circuito internazionale è Long Day’s Journey into Night (Lungo viaggio verso la notte) come l’omonimo dramma scritto da Eugene O’Neill nel 1941 (e per il quale l’Autore – nel 1956 – ha ottenuto il prestigioso Premio Pulitzer).
Un lungo viaggio nella notte resta un film, per stessa ammissione del regista, che nasce da un massiccio lavoro di decostruzione e ricostruzione tanto che nell’idea iniziale avrebbe dovuto essere un noir sullo stile de La fiamma del peccato di Billy Wilder (1944). Eppure questo intenso lavoro si sente mentre si guarda e si osserva Un lungo viaggio nella notte. E si sente a tal punto da lasciare lo spettatore lontano dalla vicenda, a tratti persino estraneo, proprio perché non viene (e non è stato) incluso in questo processo in itinere. Ebbene sì: lo spettatore può solo percepire e ammirare le capacità tecniche di Bi Gan ma con difficoltà entra in sintonia e in empatia con i suoi protagonisti e le loro storie. Essi si lasciano guardare ma non capire. Si abbandonano a una danza nel tempo e nell’immaginazione che esclude quasi del tutto lo spettatore che si sente orfano, se non di una guida, certamente di un tutto di cui sentirsi parte. E questo, nonostante gli sforzi soprattutto intellettuali del regista, è una grave mancanza nei riguardi del fruitore per eccellenza del Cinema.
Restano i ricordi, la memoria… ma lo spettatore è già lontano. Ha lasciato quelli che avrebbero dovuto essere i suoi protagonisti per concentrarsi sui propri ricordi, sulla propria immaginazione e sul proprio passato dando vita a quel film tutto suo da cui – anche giustamente – ha escluso Bi Gan e i suoi personaggi. È un vero peccato. Il film avrebbe potuto creare con il suo pubblico uno di quei passi a due di rara bellezza e delicatezza.
Voto 1,5/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Diqiu zuihou de yewan (Long Day’s Journey into Night)
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Bi Gan
Cast: Huang Jue, Tang Wei, Sylvia Chang, Lee Hong-chi, Chloe Maayan, Ming Dao
Montaggio: Qin Yanan
Fotografia: Yao Hung-I, Dong Jinsong, David Chizallet
Musica: Lim Giong e Point Hsu
Distribuzione: Movies Inspired
Produzione: Sun Tao
Paese: Cina
Anno: 2018
Genere: Drammatico
Uscita: 30 luglio 2020
Durata: 138 minuti (colore)