La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Due donne di Nicola Manuppelli e Pasquale Panella (Tempesta Editore). Attraverso una sorta di vivace campo/controcampo tra letteratura e cinema si narra la genesi de La Ciociara e il “doppio volto” della sua Cesira.
La trama
È il 1957 quando la casa editrice Bompiani pubblica il romanzo La ciociara di Alberto Moravia. È il 23 dicembre 1960 quando al cinema esce l’omonimo film diretto da Vittorio De Sica con Sophia Loren nel ruolo da protagonista, Cesira. Nel mezzo di tutto questo vi è la Storia. A partire dal 1943, la Seconda guerra mondiale e il passaggio da alleati a nemici giurati di Hitler, gli stenti, le fughe, le atrocità delle cosiddette “marocchinate” contro le nostre donne. E ancora, la storia del cinema rappresentata da Vittorio De Sica e Sophia Loren. Ma è attorno alla doppia figura di Cesira – quella letteraria e quella cinematografica – che Nicola Manuppelli e Pasquale Panella organizzano il loro saggio Due donne. Un interessante incontro tra la parola e l’immagine che diviene massima espressione di una truce pagina della nostra storia. Un racconto impostato su un doppio binario inscindibile e che conduce alla stessa meta: alla narrazione del doppio volto di una stessa donna e anche del nostro passato.
Sul libro
A ottobre 2023 Tempesta Editore pubblica nella Collana “Daje” il saggio Due donne scritto a quattro mani da Nicola Manuppelli e Pasquale Panella.
È meglio essere chiari dall’inizio: questo saggio ha il grande merito di riunire appassionati di storia, cinema e letteratura riuniti sotto l’egida del binomio Alberto Moravia – Vittorio De Sica. Il testo servendosi di un funzionale racconto impostato su due binari paralleli (quasi che senza uno non potrebbe esistere l’altro) esplora e analizza non solo due linguaggi tra loro diversi eppure assai simili quali sono quello letterario e cinematografico affondando le sue basi nel terreno più solido e più fertile che possa esistere: la Storia.
Partendo da La ciociara di Alberto Moravia, ambientata nel 1943 (e pubblicata nel 1957), i due Autori ampliano il discorso facendo un resoconto sociale, economico, politico e storico dell’epoca non limitandosi a raccontare la genesi di questa grande opera tradotta in decine di lingue in tutto il mondo. Parallelamente si narra anche del progetto cinematografico e della sua realizzazione che si registra poco più di dieci anni tale pubblicazione (il 1960). I due Autori servendosi di un linguaggio ampio, di riferimenti storici e cinematografici, della stessa storia del cinema e di incursioni nelle vite degli attori e delle star coinvolte (Sophia Loren, Vittorio De Sica, Raf Vallone e marginalmente anche Anna Magnani e Maria Mercader) utili a comprendere meglio epoca, situazioni, fatti ed eventi che hanno portato alla nascita di tale opera concepita per il grande schermo.
Prendendo a prestito il verso della canzone Amici mai di Antonello Venditti in cui si canta Certi amori non finiscono/fanno dei giri immensi e poi ritornano, Due donne è la dimostrazione di come anche certe storie innescano un racconto senza fine duplicandosi sulla carta e sul grande schermo firmando la propria immortalità.
Il Lettore non potrà non trovare interessante questo viaggio parallelo tra cinema e letteratura, tra pagina e set, tra penna e macchina da presa in un continuo ma ordinato rimando dall’uno all’altro. Non si potrà restare non rimanere coinvolti e rapiti da storie così radicate del nostro passato, del nostro modo di raccontarci all’Altro (persino alla storia stessa) nonché di rappresentarci.
Due donne ci offre la possibilità di scoprire Cesira, la protagonista del romanzo e dell’omonimo film, come fosse un Giano bifronte. Due letture differenti del volto, della vita e dell’immagine di una donna che ha ispirato Alberto Moravia. Due letture dell’animo di una donna simbolo del popolo che ha resistito (nel film non di poca ispirazione è Roma città aperta di Roberto Rossellini) tingendo del suo sacrificio la bandiera rossa simbolo di libertà.