La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi La morte della Romanziera di Marcella Formenti (Morellini Editore). Fine anni ’40: Palermo è sconvolta dalla morte di una nota e amata guaritrice, ma nulla è come sembra. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!
La trama
Sicilia. È il 1949 quando la città di Palermo viene sconvolta dalla morte di Tindara Persichini detta “la Romanziera”, nota guaritrice amata e rispettata soprattutto dal popolo. Le circostanze lasciano credere che si tratti di un incidente ma la famiglia della donna nutre numerosi dubbi in merito facendo sì che si attivino tutta una serie di indagini e ricerche. A volere l’apertura di questa inchiesta è soprattutto il fratello della Persichini, Bernardo – deputato del Partito Socialista – che si rivolge personalmente all’ispettore del capoluogo siciliano, Rosario Granata. Sin da subito ci si rende conto che dietro la morte della donna si cela molto altro e che, molto probabilmente, il decesso non sia avvenuto per un “semplice” incidente. Cosa è accaduto alla “Romanziera”? Chi ha voluto farle del male? Cosa c’entra la figura del bandito Salvatore Giuliano con la donna? Quali legami ci sono con la strage del 1° maggio 1947 a Portella della Ginestra?
Sul libro
A gennaio 2024 Morellini Editore pubblica l’ultima fatica letteraria della scrittrice Marcella Formenti dal titolo La morte della Romanziera inserendolo nella collana “Varianti”.
È necessario precisarlo sin da subito: Marcella Formenti possiede una bellissima e fortunata penna. Il suo romanzo è puntuale, accattivante al punto giusto, costruito con un’attenzione alla struttura e all’impianto narrativo assai puntigliosa e armoniosa. La morte della Romanziera è un romanzo assolutamente da non perdere sia per la pulizia stilistica sia per il suo ritmo e l’impostazione sobria ma perfettamente equilibrata della narrazione. Lo stesso si può dire dei suoi personaggi: dalla stessa protagonista all’ispettore Granata e al suo assistente Mario Lombardo, al deputato socialista Persichini, a suor Caterina… tutti i personaggi, principali o secondari che siano, sono ponderati e pensati, hanno tutti una precisa ragion d’essere, nulla e nessuno è lasciato al caso e tutti hanno una profondità psicologica ed emotiva ben strutturata. Per tutto questo La morte della Romanziera merita di essere letto, apprezzato e condiviso.
L’Autrice ha fatto decisamente centro. Seppur la narrazione si sposti avanti e indietro, dal 1947 al 1949, con dei flashback questi non fanno altro che consolidare e irrobustire l’andamento narrativo completandolo, senza mai andare in sottrazione, senza mai togliere il piacere alla lettura e alla scoperta della vicenda narrata.
Un altro aspetto importante di questo romanzo è l’attenzione storica. L’Autrice, infatti, usa un contesto e un riferimento storico assai importante e non solo per i siciliani: la strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947 e la figura del bandito Salvatore Giuliano. Marcella Formenti, per far questo, ha approfondito la società italiana del periodo, il contesto storicosociale di un Paese appena uscito dalla seconda Guerra mondiale, gli esponenti politici, le trame tra partiti e figure di spicco del Paese che si sono poi rivelate nel tempo e nei fatti.
È una fortuna e un piacere leggere romanzi come La morte della Romanziera. Libri, testi, storie, personaggi, volti che prendono vita e trascinano dentro di sé il Lettore in una magica e splendida avventura di cui si ha sempre più bisogno, di quella amicizia e di quel rapporto unico di confidenza e sicurezza che solo un libro, proprio come un amico, può e sa dare. Ecco, La morte della Romanziera è proprio come uno di quegli amici che, non importa cosa possa accadere, non potrà mai tradirvi.
Incontro con l’Autrice
Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Ho iniziato a scrivere già da piccola, brevi racconti, articoli e poi crescendo, soprattutto per il teatro. Nel 2019 la capo redattrice di una web magazine (Signore si diventa) per cui scrivevo una rubrica dedicata a un personaggio di mia invenzione (Fenice e contenta) mi suggerì di scrivere un romanzo. Seguii il suo consiglio e da quel momento non ho più smesso.
Come è nato il progetto editoriale di La morte della Romanziera?
Il romanzo precedente Nuda Dentro aveva tra le protagoniste Tindara, la Romanziera, che era morta in circostanze poco chiare. Da quello spunto è nato La morte della Romanziera. Ho voluto scoprire chi l’avesse uccisa.
Da chi o cosa ha tratto ispirazione per la creazione della protagonista del suo romanzo?
Nel romanzo i protagonisti di fatto sono molti anche se quelli che hanno più spazio sono tre. Tindara è nata da una tradizione secolare di donne che avevano la capacità di calarsi nel mondo e ascoltare i dolori delle persone. È un’invenzione ma allo stesso tempo una storia umana. Rosario Granata, è un uomo fragile con un passato comune ma non semplice. Un uomo che cerca un riscatto nella vita ma deve ancora crescere e imparare a stare al mondo, di uomini così oggi ce ne sono moltissimi, persone che sentono di non avere ricevuto abbastanza e vogliono avere un posto di rilievo anche senza sudarselo. Mario è giovane e pieno di intuizioni, quello che potremmo definire un bravo ragazzo, e per fortuna anche di quelli ce ne sono parecchi…
All’interno di La morte della Romanziera vi sono riferimenti a un preciso contesto storico e al “bandito” Salvatore Giuliano. Quale tipo di studio e di ricerca ha fatto per impostare la struttura narrativa del suo romanzo in tal senso?
Faccio diverse ricerche quando scrivo i miei romanzi perché sono quasi tutti ambientati in periodi storici precisi. In questo caso ho approfondito e indirizzato i miei studi su una finestra ristretta rispetto al periodo in cui è ambientata la storia del romanzo. Si tratta di aneddoti e fatti che coinvolsero proprio il bandito Giuliano. La ricerca poi si è allargata a macchia d’olio sulla situazione politica in generale. Ho letto, libri, dispense, persino lauree, articoli di giornale, riviste e tutto ciò che potesse aiutarmi a dare un senso di verità alla scrittura per riportare il lettore a quei tempi.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere lettrice e scrittrice?
Amo i classici. A parte la letteratura teatrale da quella greca in poi, mi piacciono gli autori ottocenteschi come Victor Hugo, Goethe… per poi passare ai contemporanei Manuel Scorza, Jorge Amado, Steinbeck, Márquez…
La morte della Romanziera si classifica al secondo posto al Premio Letterario Nazionale “Giovane Holden”. Cosa ha significato per lei e la sua scrittura ricevere tale riconoscimento?
Ho ricevuto fino a ora diversi premi e devo dire che, a parte la soddisfazione personale, mi hanno restituito un senso di maggiore fiducia nello scrivere. Sentirsi legittimati dagli addetti ai lavori aiuta ad andare avanti. La scrittura è un fatto privato che deve diventare pubblico, come tutta l’arte in generale, e fino a quando questo non succede per l’artista è molto faticoso alimentare la necessaria fiducia in se stessi per andare avanti.
Oltre ad essere scrittrice, lei è attrice, insegnante di voce, dizione e recitazione, direttrice e fondatrice della Nuova Accademia Tieffe Teatro. In quale ruolo sente di essere più a suo agio? E cosa può raccontarci di questo suo progetto legato all’Accademia Tieffe Teatro?
Ho diretto due scuole di teatro e insegno da vent’anni. Insegnare è una grande occasione di imparare qualcosa. Per un artista capita di sovente di non limitarsi alla propria disciplina principale. Noi attori spesso cantiamo, balliamo, dipingiamo, organizziamo, scriviamo… e questo accade perché un cervello creativo porta con sé spesso più di un talento. Per la parte organizzativa invece si tratta di qualcosa di imprescindibile strettamente collegato al lavoro che facciamo.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?
Ho appena finito di editare un romanzo d’inchiesta (Nòstoi – I Ritorni) il cui tema cardine è il sistema affidi in Italia e che inaugura un filone dedicato a questo tipo di storie sull’infanzia rubata. Proprio in questi giorni sto terminando la prima stesura del seguito di La morte della Romanziera. Il titolo provvisorio è La Picciridda.