La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Il club dell’uncinetto di Marta Marchese (PubMe). Cosa succede quando una sfiduciata giovane donna si unisce a sei vivaci signore “armate” di fili, dolci e calde tisane? E non perdete l’Incontro con l’Autrice!
La trama

Emma è una giovane donna di trentotto anni che sta facendo del suo meglio per elaborare e superare il suo divorzio. La sua vita, però, ha subito un brusco arresto: le uscite con le amiche sono sempre più rare e l’unico modo di distrarsi è tentare di buttarsi a capofitto nel lavoro. Anche questo, però, non pare servire a molto e il Natale che è alla porte non si prospetta affatto sereno. Un giorno sua sorella, stanca di vederla afflitta e depressa, le lascia un volantino di un club dell’uncinetto. Dopo l’iniziale ritrosia Emma decide di tentare e di aprirsi, in qualche modo, al mondo esterno. In fondo, cos’altro ha da perdere? Ad accoglierla ci sarà un gruppo di sei “signore agé” che, con le loro storie, il loro supporto, i loro insegnamenti di uncinetto intervallati da calde tisane e gustosi dolci, aiuteranno Emma a tessere la trama della sua vita.
Sul libro

Cosa fare quando manca poco a un Natale che si prospetta il più triste della propria vita, si cerca di resistere al dolore per la chiusura di un matrimonio e si sta tendendo a isolarsi sempre di più dal mondo esterno? Semplice: si accetta, seppur dopo qualche ritrosia e con una convinzione ridotta ai minimi termini, il consiglio della propria sorella a frequentare un club dell’uncinetto. In fondo, come direbbe la mitica Mary Poppins, basta un poco di zucchero e la pillola va giù.
Ecco: questo è esattamente ciò che accade a Emma, la protagonista del breve romanzo Il club dell’uncinetto di Marta Marchese edito da PubMe nel novembre 2024 e inserito nella collana “Un cuore per capello” diretta da Rosa Caruso e Maria Grazia Porceddu.

Si tratta di una vivace novella ambientata in un’atmosfera natalizia che, però, è buona per tutte le stagioni. Sì, perché ciò che è centrale in questa storia è il rapporto che Emma, la giovane protagonista, ha con il lavoro all’uncinetto e con il gruppo delle sei signore attempate, agé, vivaci, simpatiche e felicemente sopra le righe. Rose, Julie, Teresa, Katylin, Bruna e Josie, attraverso l’uncinetto, insegneranno a Emma l’arte della pazienza, della manualità, dell’artigianato da applicare alla sua stessa vita. Incontro dopo incontro nell’accogliente e familiare cottage di Rose, grazie anche alle storie delle sue nuove amiche, imparerà a dare il giusto peso alle cose, a gestire le sue emozioni contrastanti, a far pace con la vita che si dimostra nei suoi riguardi carica di sorprese e di eventi che aspettano solo di essere vissuti.

Marta Marchese racconta importanti evoluzioni personali e questi passaggi emotivi con grande semplicità, genuinità ed entusiasmo. Sembra quasi gridare tra le sue parole, Emma c’est moi! prendendo parzialmente, debitamente e rispettosamente a prestito l’esclamazione di Flaubert legata alla sua Emma Bovary (altra Emma altra storia… assolutamente da leggere!). Proprio come accade per l’uncinetto, punto dopo punto, l’Autrice costruisce e svela con autenticità e delicatezza l’essenza dei suoi personaggi che divengono al Lettore altrettanti volti rassicuranti e familiari.
Molto interessante, inoltre, è l’aver impostato tale vicenda sull’incontro e sul rapporto di due generazioni di donne a confronto: quella di Emma e quella delle signore del club. L’Autrice crea tra questi due mondi paralleli, eppure tra loro indissolubilmente collegati, un dialogo vivace, continuo, affettuoso dove tutte le donne coinvolte si regalano vicendevolmente coraggio, sorrisi, affetto, sostegno, amicizia. Un piccolo ma nutrito gineceo da cui c’è solo da imparare ascoltandone persino i silenzi… tra una tazza di buon tè o di una bollente tisana accompagnati da dolci prelibati e squisiti che deliziano corpo e mente.

E, infine, l’amore! Questa parola magica, questo sentimento che è croce e delizia… e, a volte, diviene speranza certa di un nuovo cammino da intraprendere. Perché, se è vero che tutto finisce, il tempo continua a scorrere e a portarci, inevitabilmente, avanti con esso, i suoi accadimenti e le sue sorprese… Come reagirà Emma a un’ulteriore evoluzione e rivoluzione di sé e della sua vita?
Incontro con l’Autrice
Quando è avvenuto il suo incontro con la scrittura?

Il mio incontro con la scrittura è avvenuto durante l’adolescenza. Sono sempre stata una sognatrice con la testa fra le nuvole (sì, sono bilancia ascendente sagittario) ergo, sentivo il bisogno di mettere nero su bianco le trame utopiche delle mie cotte platoniche adolescenziali. Per tanto tempo la scrittura è stata solo mia, una sorta di segreto che ho rivelato a pochissimi eletti, poi ho deciso che non volevo che restasse più un sogno nel cassetto ma che prendesse vita. Ho soffiato via un po’ di polvere e mi sono impegnata affinché il mio sogno si realizzasse, ed eccomi qua.
Come è nato il progetto editoriale di Il club dell’uncinetto?
Il progetto editoriale del Club dell’uncinetto è nato da un momento un po’ complicato della mia vita, non l’ho mai nascosto. In fondo spesso sono i periodi più difficili a regalarci le soddisfazioni maggiori. Scrivere del Club è stato terapeutico per me ed incredibilmente molti lettori mi hanno scritto che lo è stato anche per loro.

Ci sono degli aspetti autobiografici nel personaggio di Emma? Se sì, quali?
Ci sono alcuni aspetti autobiografici nel personaggio di Emma. Per l’appunto, anche lei prova a uscire da un periodo complicato ma a differenza mia non lo ha fatto con la scrittura ma con l’uncinetto. Anche Emma, come me, è una donna che in fondo non ha mai perso la fede e la speranza. Sì, posso dire che la sento molto vicina.
Ne Il club dell’uncinetto fondamentale è l’amicizia tra donne e poco importa la differenza delle loro età. Ecco, anche nella realtà, quanto sono importanti legami di questo tipo? E da chi o cosa ha tratto ispirazione per questo passaggio così importante della sua storia?
Io sono una fiera sostenitrice dell’amicizia. Per me è un legame importante tanto quanto quello amoroso/di coppia. Senza le mie amiche non sarei la persona che sono, infatti è proprio a loro che ho dedicato il primo romanzo. Le mie amiche sono state una grande fonte di ispirazione, ognuna di loro ha vissuto un momento (o più) particolare della propria vita, io so cosa si nasconde dietro i loro sorrisi, anche se per forza di cose molte dinamiche sono state frutto della mia fantasia, per altre loro sono state fondamentali.

Tè, tisane, dolci, ricette e uncinetto: qual è il suo legame con questi “elementi” non solo narrativi?
Uh, che bella questa domanda! Allora ognuno di questi elementi è parte della mia vita. Sono una donna con tante (troppe!) passioni e queste sono solo alcune. Amo i pomeriggi con le amiche passati a bere una tazza di tè, la tisana del dopo cena con la mia famiglia. Poi ci sono le ricette, io ho lavorato come pastry chef e una parte di me lo è ancora e lo sarà per sempre, pur avendo cambiato rotta e intrapreso un altro lavoro, preparare dolci è il mio antidoto al malumore e il mio love language, e infine l’uncinetto, altra grande passione che mi accompagna da quattro anni. Adoro tutto ciò che è creativo, che è fatto con le mani, che comprende tempo e pazienza. Dare vita a qualcosa dalle mie mani mi riempe di gioia, poco importa che sia una torta, una sciarpa di lana… o un libro.
C’è ancora qualcosa che vorrebbe dire a qualcuno dei suoi personaggi di Il club dell’uncinetto?
Vorrei dire ad Emma: “Visto? Te lo avevo promesso che sarebbe andato tutto bene”.

Qual è stato il passaggio o la fase più difficile di Il club dell’uncinetto da costruire e da riportare su carta?
Il passaggio più difficile è stato certamente dover descrivere la storia di Rose. Come ho scritto nei ringraziamenti finali, anche mia nonna era malata di Parkinson. Non è stato semplice mettere su carta solo un terzo di quello che abbiamo vissuto dalla scoperta della diagnosi, ma anche necessario. Ho dato a Rose un finale diverso da quello che ha avuto mia nonna, le ho dato la possibilità di poter fare ancora quello che amava.
Quale vuole essere il messaggio del suo romanzo?
Il messaggio del mio romanzo è abbastanza chiaro e forse per qualcuno scontato: non perdere mai la speranza, aggrappati a ciò che ti fa stare bene e circondati delle tue persone, la vita sarà un po’ meno complicata da affrontare.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato e influenzato il suo essere lettrice e autrice?

Tantissimi! Prima di essere una scribacchina (lo preferisco ad autrice, mi sembra troppo serioso per una come me) sono una vorace lettrice. Adoro autrici come Chiara Parenti, Anna Premoli, Sophie Kinsella, Colleen Hoover, Catena Fiorello e tante altre che non cito tutte perché sarebbero davvero troppe.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?
Il prossimo progetto editoriale vedrà la luce molto presto e non ha cambiato casa, sarò ancora con la mia attuale casa editrice (PubMe – Collana editoriale: Segreti in giallo, Un cuore per capello) che ringrazio come sempre per credere in me e nelle mie storie. Poi credo – credo eh, nulla è certo – che mi prenderò una piccola pausa per studiare. La scrittura è anche e soprattutto studio e ne sento il bisogno, ma… non sapendo stare lontana da questo mondo mi piacerebbe – come già anticipato su un post nel mio profilo Instagram – pubblicare una storia in una piattaforma che mi permette di farlo a puntate (capitoli). Utilizzare questa piattaforma mi servirà da palestra per allenare la mia costanza e soprattutto da laboratorio per un esperimento: scrivere qualcosa di diverso da quello che ho scritto fino ad ora.