La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi il primo romanzo di Massimo De Angelis dal titolo “Corso adulti, dispari, mattino” (Catartica Edizioni). Quando il nuoto diventa espiazione di una vita e di un misterioso passato. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
Già, l’acqua ti sostiene. Almeno così dicono Archimede e il nostro istruttore.
Giorgio Savonari è un venditore di addobbi natalizi ovvero di innocue allucinazioni. Che, però, odia il Natale. L’uomo, inoltre, nasconde in sé e su di sé tracce di un passato violento e sanguinoso: è appartenuto alla temuta e temibile “Cellula Grigia”. È stato un terrorista. Commette un’imprudenza: decide di iscriversi a nuoto prendendo parte al corso adulti, dispari, mattino. Qui, giorno dopo giorno, stringe un sincero rapporto di confidenza e di amicizia con il netturbino Oscar e finisce per essere attratto e innamorato dall’istruttrice Ylenia che insegna a nuotare a Graziano, un ragazzino con disabilità motorie e cognitive. Giorgio, così, va a inserirsi in questo mondo fatto d’acqua per imparare a respirare e mantenersi a galla, così come cerca di fare nella vita di tutti i giorni per mantenersi in bilico tra il presente e il suo passato fatto di morte, uccisioni, spionaggio e sangue. Ma anche d’amore. Riuscirà il corso adulti, dispari, mattino a riconciliare Giorgio con il suo passato e con il suo presente insegnandogli a nuotare, respirare e a restare a galla nel mare aperto della vita e della profondità del suo essere?
Sul libro
Il nuoto è uno sport che si pratica orizzontalmente. Che si esplica nella ridiscussione della gravità. L’orizzontalità è la posizione del sonno, del sesso, della morte. Il corpo convenzionale rifiuta una posizione così drammatica, a meno che non vi sia una ragione fondamentale, e respinge i tentativi di applicarvi cognizioni. I gesti del nuoto sono assolutamente semplici. Ma entrano nel territorio della morte, così come la sospensione dell’acqua in quello dello spazio. Dello spazio profondo. Il corpo sommerso ci resta morto dentro, il più delle volte. È un corpo che deve aver qualcosa a che fare con l’anima. Anzi, deve essere la stessa cosa.
Nel 2022 la Catartica Edizioni pubblica nella Collana “In Quiete” il primo romanzo dello scrittore romano Massimo De Angelis dal titolo Corso adulti, dispari, mattino.
Si tratta di un breve romanzo suddiviso in quattro capitoli che avviano e ampliano la vicenda prendendo spunto da diversi stili di nuoto: dorso, rana, delfino e libero. In realtà, ciò che appare chiaro sin dalle prime pagine del romanzo, è la centralità dell’acqua e del nuoto che divengono strumenti utili a una sorta di atto di purificazione, di battesimo di un uomo ormai stanco che volontariamente accetta di fare i conti con il proprio passato e di non nascondere più le sue cicatrici agli altri. Sia quelle ben visibili sul corpo sia quelle interiori.
Il nuoto, infatti, nelle pagine di Massimo De Angelis diviene metafora della vita dove è necessario trovare una perfetta armonia con l’acqua e dove è altrettanto necessario saper respirare letteralmente con l’acqua alla gola e a trattenere il respiro per immergersi nelle profondità. Ancora, attraverso il nuoto, l’Autore racconta le pagine più oscure del passato del suo protagonista il quale vuole quasi lasciarsi trascinare dalle acque della vita smettendo di nascondere la sua vera identità, rammentando il suo passato da terrorista e l’amore per la donna che non lo ha mai tradito, incontrando e persino parlando con l’uomo cui ha ucciso il figlio che, però, dopo tanti anni e tanto dolore non lo riconosce.
Giorgio Savonari, così, si spinge sempre più nelle maglie intricate della sua vita come se volesse sfidare la sorte o quasi consegnarsi ad essa. Vuole uscire allo scoperto. E lo fa pagina dopo pagina. Capitolo dopo capitolo. Senza mai perdere la calma. Senza mai perdere o trattenere il respiro. Semplicemente vivendo. Nemmeno l’attrazione per l’istruttrice Ylenia lo distoglie dal suo intento. Al contrario, lo porta ancor più indietro nel tempo rinvigorendo i suoi ricordi e l’amore per la sua donna di un tempo.
Tutto questo e molto altro ci racconta Massimo De Angelis il quale grazie alla sua scrittura che profuma e sa anche di cinema è riuscito a creare un’atmosfera e dei personaggi (soprattutto il suo protagonista) credibili, perfettamente inseriti in un tessuto narrativo maturo, compiuto e dotati di una costruzione psicologica ben solida e salda.
Corso adulti, dispari, mattino è un breve romanzo che merita grande attenzione e anche una trasposizione cinematografica anche in versione cortometraggio. È un racconto di vita e come tale ne segue l’origine, lo sviluppo, la crescita, la maturazione e il suo compimento. Verso il mare aperto… lì dove non esistono più confini. Lì dove nuotare è come volare.
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Dopo alcuni tentativi assolutamente dilettantistici il mio primo e vero impegno con la preparazione di un testo drammaturgicamente organizzato è stato nel 2009 quando ho vinto il Premio Solinas Storie per il cinema con Il Joker Freddo, un soggetto che sullo sfondo di una Roma ipogea, notturna, desolata, vedeva svolgersi la drammatica e a tratti comica amicizia tra due giocatori ossessivo compulsivi di slot machine.
Corso adulti, dispari, mattino è il suo primo romanzo. Quali sono le sue aspettative? E qual è stata l’emozione nel toccare con mano il proprio lavoro fatto di pagine e parole?
Gentile Chiara, non ho nessuna aspettativa. C’è in giro un uragano di creatività e talvolta eccellente. Pensare, o peggio, pretendere, che la propria piccola voce debba emergere è un esercizio di presunzione che evito con cura. La cosa più importante è scrivere qualcosa di cui non vergognarsi. Per la mia piccola esperienza riuscire a far stare una storia in piedi in modo dignitoso e minimamente onesto è già moltissimo. Spero di averlo fatto e se l’ho fatto allora son contento così.
Come è nato il personaggio di Giorgio Savonari?
Ho sempre vissuto a Roma e in quartieri popolari. Ero piccolo, un preadolescente, quando Roma era letteralmente devastata dal terrorismo di tutti i colori. Per non parlare dei giorni di Moro, che ricordo benissimo, che entravano nel respiro della città, della gente. Che hanno, in parte, costruito una generazione. Qualcosa sul terrorismo la volevo scrivere da sempre. Avevo molti personaggi ma alla fine, non so dirti perché, ha “vinto” questo: uno scampato alla legge e alla Storia, un uomo con un segreto e con una colpa profonda da espiare, e che non conosce o riconosce o comprende, il mondo contemporaneo in cui vive.
Si può dire che ogni capitolo del suo romanzo è dedicato a uno stile di nuoto. A cosa è dovuta tale scelta?
Ogni stile del nuoto ha una sua filosofia. Ma non è tanto questo, in realtà l’idea dell’espiazione nell’acqua, nel gesto corretto, nel respiro, in quelle caratteristiche di disciplina che il nuoto richiede rappresentavano un po’ una sorta di metafora del bisogno di purezza. Di un ritorno alla purezza. Il nuoto, l’acqua, la percezione del corpo nell’acqua, l’avventura del nuotare, dell’imparare a stare dentro un altro stato della materia, sono all’opposto ma in qualche modo assolutamente prossimi alla drammatica verità, intima e storica, del protagonista.
Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato nei processi di ideazione e di scrittura del testo?
Trovare una misura nella voce (posto che ci sia una voce dentro questo romanzino) e una struttura. Il testo, inizialmente, era molto pretenzioso dal punto di vista della prosa. Ho cercato, anche grazie ai consigli dell’editore, di mantenere un mio modo di raccontare ma, nel contempo, di scaricare eccessivi e pericolosi virtuosismi che solo pochissimi scrittori possono permettersi. E infatti, nel mio caso, appesantivano solo il testo. E poi la struttura, che è sempre il problema dei problemi. Il modo in cui la storia sta in piedi. Alla fine la regola less is more credo sia sempre quella aurea. Ma non è facile!
Perché ha scelto di creare un parallelo tra la vicenda del protagonista e il mondo del nuoto?
Ho nuotato, da assoluto amatore e dilettante, per molti anni. Il nuoto è uno sport misterioso. Lo è per molte ragioni. È un esercizio che ti fa entrare in un altro mondo. Che ti parla, se lo sai ascoltare. Che ti fa tornare a un ritroso difficile da spiegare. Che in qualche modo ti fa tornare bambino, puro. Ed è a questo che il protagonista vuole tornare. All’inizio non lo sa ancora, o forse sì, comunque lo scoprirà nel corso della storia.
Lei è anche sceneggiatore. E, in effetti, il titolo già ricorda tale impostazione. Quali differenze e quali affinità ha ritrovato o ha scoperto tra la scrittura per il cinema quella per il un pubblico di lettori?
Sono due scritture simili ma in realtà molto differenti. In un romanzo puoi permetterti, sempre in modo organizzato ovviamente, un set di digressioni, di libertà, che la scrittura per il cinema ti vieta. Ma, secondo me, questa apparente larghezza creativa del romanzo è solo illusoria. Entrambe le scritture impongono una severa organizzazione del testo. Il concetto di scaletta, per esempio, è, sempre secondo il mio personale punto di vista, ugualmente necessario e fondamentale per entrambe le scritture.
Domanda difficile, lo so: si sente più a suo agio dedicandosi alla scrittura per il cinema o a quella “narrativa”? E perché?
Mi sento NON a mio agio in entrambe! Scrivere è faticoso. È un concetto, questo, sempre difficile da far passare. È faticoso, richiede di stare sopra un testo per mesi, per anni a volte. Può capitare che, quella cosa che hai immaginato, che ti sembrava funzionare e ti entusiasmava, alla fine ti disgusta. Anzi, direi che scrivere non è faticoso ma maledettamente faticoso! Però, alla fine, un momento, un passaggio, uno switch su un personaggio che, di colpo, esperienza questa quasi parapsicologica, ti parla e dice qualcosa su di te, qualcosa che non sapevi ma che sentivi, ti ripaghi. In qualche modo ti ripaghi.
Quali sono gli Autori che hanno formato il suo essere lettore e scrittore?
Ho una formazione da totale autodidatta. In genere, questo tipo di formazioni, sono piene di passione e disordine. Non ho autori particolari e ne ho molti. Tra le tante, tantissime cose per fortuna, meravigliose che abbiamo a disposizione ti cito due pagine che di tanto in tanto mi capita di rileggere. Quella di Primo Levi su Hurbinek, il bambino del campo nato e mai nato, e quella di Celine in Viaggio al termine della notte che dedica al suo amore perduto.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?
Sto scrivendo molti progetti per il cinema e per serie tv. Ma devi sapere che, in genere, il rapporto è dieci a uno, cioè, su dieci lavori che scrivi o su cui sei impegnato, solo uno, forse, arriva a essere realizzato.