La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta e orgogliosa di presentarvi i vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020: Igor Issorf e la sua silloge “Flutti e meteore d’amore” (La Caravella Editrice).Non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
Flutti e meteore d’amore è una raccolta di componimenti poetici di Igor Issorf dove, come suggerisce il titolo stesso, il fil rouge che unisce i versi gli uni agli altri è l’amore. In ogni sua forma e in ogni sua espressione. Compiuto, (dis)illuso, sognato, sperato, desiderato, realizzato, perduto, consumato… Oltre quaranta poesie raccontano e mostrano la profondità di un animo in cerca d’amore, della sua speranza, del suo compimento senza, però, dimenticarne le ferite profonde e presenti che, appese al cuore come medaglie, ricordano all’Autore la dolce e amara pericolosità di un sentimento così forte di cui, però, non si riesce a fare a meno…
Sul libro
Nel dicembre 2018 La Caravella Editrice pubblica nella Collana “Le nuvole” la silloge del poeta napoletano Igor Issorf classificatasi al quinto posto nella Sezione “Poesia” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020.
Si tratta di quarantaquattro componimenti che hanno per protagonista assoluto l’amore il cui Autore descrive e racconta attraverso la sua sensibilità, il suo vissuto, la sua esperienza, a nervi e a pelle scoperti coperti appena da un leggero velo misto di pessimismo, consapevolezza, disincanto, malinconia e speranza. Igor Issorf servendosi dei suoi versi e delle sue emozioni sembra quasi voler tessere, o meglio, voler rinvigorire e rafforzare un dialogo e uno scambio emotivo ed emozionale con il suo sé più profondo lasciandosi cullare dall’alone dei suoi ricordi che si mescolano a una sorta di onirismo e di realtà sognata che divengono reali, percettibili, visibili.
Così facendo, l’Autore pare voler costruire su di sé e attorno sé una solida ma morbida armatura con cui difendersi (e non combattere) l’audacia, la forza, l’impudenza e la dolcezza di quel sentimento che è il motore del mondo. Non si tratta affatto di una chiusura all’altro di sé ma di un desiderio, allo stesso tempo, di concedersi e di preservarsi, di donarsi e di tutelarsi per non riaprire né risvegliare ancor di più antiche ferite e passati ricordi. Eppure l’Autore canta d’amore e all’amore, alle donne, al sentimento e lo fa con animo puro, semplice, desideroso di una carezza e di uno sguardo eppure pudico e riservato nell’esporsi nella sua richiesta. E a rendere ancor più naturale e spontaneo il suo stato d’animo ecco che l’Issorf ricorre al dialetto napoletano che si fa canto ammaliatore quanto le sirene create da Omero.
Ed è così, che nella Poesia dell’Autore vita e sogno si incontrano e si uniscono cuciti assieme dal filo d’oro dell’amore creando quel legame indissolubile che appartiene, ciascuno a proprio modo, a tutti noi. E diventa universale. Un canto, appunto, d’amore e di speranza utile a placare la sete e il bisogno di quella carezza umana e sentimentale dell’Autore e non solo.
Flutti e meteore, acqua e roccia, liquido e solido. Gli opposti che si attraggono e si uniscono. La Natura che si muove e si compie. Lieve e distruttiva. Ed Igor Issorf con la sua penna delicata che ricorda una voce sommessa ma decisa trasporta tutto questo nei suoi versi. Mobili, vivi, forti ma sempre immersi in quel caos calmo delle emozioni sognate, vissute, ricordate… che muovono e vibrano gli animi più sensibili. Ed Igor Issorf danza assieme ad essi.
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo primo incontro con la Poesia?
Circa dieci anni or sono, svolgevo regolarmente il mio lavoro di medico immunologo presso il Laboratorio Analisi dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, quando un evento imprevisto ed improvviso cambiò in modo radicale il mio vivere, come fulmine a ciel sereno.
In che modo descriverebbe l’emozione provata e vissuta nella creazione dei suoi primi versi poetici?
L’intensità delle emozioni fu dirompente tanto da cominciare a provare a descriverle in poesia. Metaforicamente descriverei quel momento, come una cascata di acqua limpida fresca, pulita e spumeggiante, che mi investiva in pieno regalandomi il fragore intenso della gioia, di cui la mia anima godeva, ringraziando l’Universo per il bel dono.
E oggi, questa emozione, è cambiata? Come?
Purtroppo, è cosa nota a tutti ,che le cose belle, come le stelle, non hanno vita infinita, ma sono solo di breve durata, come una bella alba nel mattino, che presto svanisce, così come accadde al mio divenire. Dopo il bello, purtroppo arrivò il brutto tempo cattivo, che al pari dell’alba, riusciva ad impressionare la mia anima. Tutte le esperienze hanno provveduto a migliorare e perfezionare il mio sentire, sempre attento a cercare di cogliere ed afferrare le emozioni che mi attraversano.
Come è nato il progetto editoriale di Flutti e meteore d’amore?
Dopo un primo periodo, in cui la scrittura era solo finalizzata ad un uso personale delle liriche, fece seguito un tempo in cui presentavo le mie liriche presso associazioni culturali e salotti della mia città, dove ascoltando i pareri dei miei amici di avventura, cominciai a partecipare a vari concorsi di poesia, riscuotendo consensi. Fu proprio durante una premiazione ad Avellino, che la Dottoressa Daniela Cecchini di Roma, mi premiò per una mia lirica d’amore ,le liriche d’amore sono il mio tema più seguito, e mi espresse l’idea di poter realizzare una silloge a tema amoroso. È stata una bellissima esperienza condotta in tandem con la stessa. Scelta delle mie liriche, titolo ,copertina ,grafica e quant’altro è stato scelto e condiviso all’unisono con la Dottoressa Daniela Cecchini ,che ha poi arricchito con la sua pregevole prefazione.
So che sto per farle una domanda assai complessa ma… come e da dove nasce una poesia? Cosa non deve mancare per renderla leale agli occhi e all’anima del Lettore?
A tal proposito ,mi piace ricordare quanto un grande poeta napoletano del novecento Libero Bovio, l’autore di Reginella, Silenzio cantatore, chiove, Signorinella, Passione, diceva quando gli chiedevano in napoletano stretto: “Don Libera’ pe ffa’ grande na canzone che ce vvo’?” L’ironico pacioso poeta rispondeva “Ce vvo’ o fatto vero into” (tradotto: ci vuole il fatto vero dentro).
Ho fatto mia questa affermazione: Una poesia deve contenere il vero, cioè dire di una storia vera, con tutte il giroscopio delle emozioni che essa può generare usando sapientemente il ritmo e le parole, renderla viva e pulsante, da coinvolgere in pieno il lettore suscitando la meraviglia.
Nei suoi versi traspare l’amore in ogni sua forma: desiderato, agognato, illuso, ricambiato, vissuto, sognato, sperato… Quanto è difficile raccontare di questo sentimento e descriverne la potenza in versi?
Sì, decisamente sì. È il sentimento, a parer mio, più importante per l’essere umano e che sempre mi appassiona in tutte le sue modalità. Non è sempre facile saper descrivere con tutte le possibili varianti e sfumature l’intensità del sentire. I versi, quasi sempre, mi aiutano a rivelare a me stesso il profondo sentire della mia anima.
Quali sono gli Autori, i poeti, i componimenti che hanno influenzato e formato il suo essere “poeta” e “lettore”?
Certamente un buon numero di poeti ,fin dai tempi del liceo, hanno contribuito alla mia formazione. Solo per citare, certamente Catullo, Leopardi, Ungaretti, senza alcuno escludere, ma uno in particolare per me è stato importante e continua ad esserlo, avendolo scoperto proprio al tempo del mio inizio dieci anni or sono ,quando ero attraversato dal cambiamento. Sto parlando di Fernando Pessoa e del suo Libro dell’inquietudine del 1934, con i suoi eteronimi, Álvaro de Campos, Bernardo Soares, Alberto Caeiro. Va detto che Il mio nome d’arte Igor Issorf è di derivazione Pessoniana.
Qual è il verso o la poesia che avrebbe tanto desiderato scrivere e creare?
Mah, tanti mi hanno sempre affascinato ,ma sono ancora in corsa nella recherche per afferrare bene quello che rincorro da tempo e che ancora non riesco ad afferrare
Come descriverebbe il suo stile poetico?
Ma, non saprei come definirlo in modo preciso e netto, certamente riecheggiano toni romantici, surreali e contemporanei.
Con la silloge Flutti e meteore d’amore si è classificato al quinto posto nella sezione “Poesia” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020. Per lei, già pluripremiato, cosa ha significato ricevere questo ulteriore riconoscimento?
Mi ha fatto molto piacere e ringrazio ancora la Giuria per la bella emozione per avermi letto, mi ha dato ulteriore spinta a procedere per migliore il mio sentire e stile.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?
Al momento ho in corso due progetti futuri uno con Inni ed intermezzi d’amore a Napoli, in cui sono presenti poesie in lingua e vernacolo napoletano ed un altro che e quello di poter realizzare una silloge in vernacolo romanesco, che amo moltissimo e che sto cercando, con umiltà e ricerca, di portare avanti.
Qui di seguito troverete una breve clip realizzata da Chiara Ricci, Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, dedicata alle opere e agli Autori vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020. Questa è una rinnovata occasione per ringraziare ancora una volta tutti i partecipanti, gli Autori, gli Editori e i collaboratori che, nonostante la distanza e le difficoltà, hanno permesso e sostenuto la realizzazione della manifestazione con immenso entusiasmo e grande fiducia.