La Rubrica online “Piazza Navona” inizia una nuova settimana suggerendovi la visione del docufilm “DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato” di Roberta Lena. Al cinema solo il 25, 26 e 27 ottobre!
La trama

Padre e figlio. Fabrizio e Cristiano De André. Un legame indissolubile fatto di sangue, parole e musica. DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato è un omaggio di un figlio all’eredità musicale, umana, ideologica, politica e poetica del proprio padre scomparso nel 1999… eppure sempre vivo e attuale tanto nella musica quanto nei suoi significati. Non è un caso che Cristiano De André abbia portato in tour per due anni l’album (sempre attualissimo!) Storia di un impiegato del 1973. DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato, così, diviene un triplice viaggio: musicale, di scoperta del legame, degli scontri e dell’affetto tra padre e figlio e, infine, di (ri)scoperta attraverso filmati d’archivio e personali anche inediti, non solo di una famiglia ma del periodo storico in cui l’impiegato andava scontrandosi. A far da sfondo al racconto la meravigliosa Sardegna, la Gallura e la perla di Tempio Pausania. Lì dove De André e la sua famiglia hanno vissuto gioie e dolori, lì dove molte canzoni sono nate, lì dove Fabrizio De André ritrovava la sua pace. E la sua poesia.
Il trailer
Sul film

DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato è il bellissimo docufilm diretto da Roberta Lena presentato nella sezione Fuori Concorso alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che, distribuito da Nexo Digital, vi aspetta al cinema solo il 25, 26 e 27 ottobre 2021.
Il punto di partenza del docufilm è il concerto del concept album Storia di un impiegato che Fabrizio De André scrive nel 1973 con Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani e che Cristiano De André arrangia di nuovo per poi portarlo in un tour durato due anni.
Afferma la regista Roberta Lena,

Cristiano De André è l’erede di questo patrimonio e in questo passaggio di testimone, uno dei temi principali del docufilm, è insito quel rapporto padre/figlio in cui ognuno può specchiarsi. In una narrazione cinematografica potevo mostrare inoltre cosa significa essere figli di un genio, una domanda che stimola la curiosità dei fans ma non solo. Nel racconto stesso di Storia di un impiegato già si celano le interazioni tra la vita privata del nostro protagonista (Cristiano) e la sua famiglia (La canzone del padre) il tutto inserito in un discorso sociale più ampio (La mia ora di libertà).

Da qui iniziano i ricordi di Cristiano De André bambino che racconta di suo padre, del loro rapporto spesso complesso e conflittuale, della loro musica, degli amici che più intimi come Paolo Villaggio, Ugo Tognazzi e Walter Chiari che erano soliti frequentare la tanto amata casa gallurese cantando, improvvisando e creando scenette e gag comiche da proporre al grande pubblico.
La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.

Da qui, ancora, si snoda quasi da sé il racconto dell’Italia del periodo in cui De André era considerato un contestatore, un rivoluzionario e reazionario, persino un sovversivo e pericoloso per la società tanto da essere controllato e spiato (per anni!) dal Sisde, ovvero dai Servizi Segreti italiani. Roberta Lena sottolinea ed enfatizza il clima e l’atmosfera che c’erano non solo in Italia ma, ad esempio, anche a Parigi e oltreoceano, con i ragazzi e le ragazze che, se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo, scendevano in piazza per manifestare e far valere i propri diritti. Al lavoro. All’uguaglianza. Alla dignità. Alla sessualità. Per questo l’album Storia di un impiegato, a distanza di quasi cinquant’anni è attualissimo. Ed è per questo che, sempre a distanza di cinquant’anni, giovani e diversamente giovani si ritrovano a cantare le sue canzoni. Come gran parte del repertorio di Fabrizio De André.

Dicono alcuni versi della Canzone del maggio:
E se vi siete detti
Non sta succedendo niente,
Le fabbriche riapriranno,
Arresteranno qualche studente
Convinti che fosse un gioco
A cui avremmo giocato poco
Provate pure a credervi assolti
Siete lo stesso coinvolti.
E ancora la celebre Il bombarolo:
Qui chi non terrorizza si ammala di terrore
C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo

Oggi Cristiano De André ha la stessa età di suo padre quando morì e il suo racconto diviene un incontro non più “solo” tra padre e figlio ma anche tra due uomini che, in modo diverso, hanno condiviso le stesse cose e in mezzo una vita. Con tutte le sue difficoltà, incomprensioni e assurdità. Eppure in questo racconto c’è tanto amore, tanto rispetto e tanta dignità. Da parte di un figlio che si è fatto uomo verso un padre, che forse, è stato anche molto figlio. Anche in questo senso DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato è un omaggio alla Poesia, quella pura, vera, reale, arrabbiata, furiosa e furente contro chi non ascolta accarezzando chi, per sua fortuna o sfortuna, sente troppo. Perché, come ha gridato Cristiano De André in un suo concerto, le parole del padre sono tachipirina per l’anima.

Non è in fondo lo stesso Fabrizio De André a cantare in Hotel Supramonte
Passerà anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore.
Per tutto questo e per tantissimo atro ancora DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato è un docufilm da non perdere, soprattutto per chi ama la musica e la poesia di Fabrizio De André… un ritratto, forse, inedito ma comunque autentico di chi ha sempre trovato estremamente più dignitoso chiedere l’elemosina che fare le scarpe al proprio collega in ufficio.
Voto 4/5
Scheda tecnica
Titolo originale: DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato
Genere: Biografico, Documentario
Regia: Roberta Lena
Sceneggiatura: Alfredo Covelli, Roberta Lena
Cast: Cristiano De André, Dori Ghezzi, Filippo De André, Davide Pezzin, Davide De Vito, Osvaldo Di Dio, Riccardo Di Paola, Federica Finotello, Ivan Bert, Tommaso Muzzoni, Stefano Agosta, Pietro Nativi
Montaggio: Claudio Cormio
Musica: Fabrizio De André, Cristiano De André,
Fotografia: Martino Pellion Di Persano
Produzione: Ettore Caretta per Intersuoni, Dori Ghezzi per Nuvole Production, Franco Di Sarro per Nexo Digital
Paese: Italia
Anno: 2021
Durata: 94 minuti
Uscita: 25, 26 e 27 ottobre 2021